1 / 121

PARAMETRI FISICI

Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia Medicina del Lavoro – V° anno RUMORE, VIBRAZIONI, MICROCLIMA E VIDEOTERMINALI Prof. G.B. Bartolucci. SUONO: oscillazione di compressione e rarefazione generata da un corpo solido vibrante che si trasmette in un mezzo elastico come l’aria.

harvey
Télécharger la présentation

PARAMETRI FISICI

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Corso di Laurea in Medicina e ChirurgiaMedicina del Lavoro – V° annoRUMORE, VIBRAZIONI, MICROCLIMA E VIDEOTERMINALIProf. G.B. Bartolucci

  2. SUONO: oscillazione di compressione e rarefazione generata da un corpo solido vibrante che si trasmette in un mezzo elastico come l’aria. RUMORE: suono che appare sgradevole all’orecchio umano per la combinazione non armonica delle varie frequenze presenti.

  3. PARAMETRI FISICI • Frequenza (f): numero di oscillazioni di un’onda in un secondo e si misura in Hertz (1 Hz = 1 vibrazione/sec); è responsabile della tonalità del suono (acuto o grave); • Periodo (T): tempo in cui l’oscillazione avviene completamente; • Lunghezza d’onda (): intervallo tra due punte massime di due onde successive; all’   f; • Intensità sonora: ampiezza dell’oscillazione (suono forte o debole) che determina l’energia dell’onda sonora e si misura in decibel (dB).

  4. ORECCHIO UMANO • sensibilità compresa tra 20 e 20.000 Hz; • soglia minima di udibilità del suono, variabile a seconda della f  sensibilità diversa a seconda delle frequenze; migliore alle alte frequenze (suoni acuti) rispetto alle basse frequenze (suoni gravi); • variazioni aritmetiche dello stimolo non producono equivalenti variazioni nella sensazione, che è invece in relazione con il logaritmo dello stimolo sonoro.

  5. Per avere misure fisiche in relazione alla sensazione sonora è stata introdotta la grandezza decibel (dB) legata al livello di soglia dell’orecchio umano da una relazione logaritmica: dB = 10 Log P/P0 dove P: pressione misurata P0: pressione di riferimento a 1000 Hz • Un raddoppio dell’intensità sonora (ottenuta ad es. aggiungendo in una stanza una seconda macchina identica ad una prima con la stessa rumorosità) comporta un aumento di 3 dB (es 80 dB + 80 dB= 83 dB)

  6. MISURA DEL RUMORE IN AMBIENTE DI LAVORO • La misurazione viene fatta in dB(A), che esprime il reale livello di rumore percepito dall’orecchio umano e che è in grado di determinare disturbo e/o danno; • In ambiente possiamo avere vari tipi di rumore: - rumore continuo, cioè stabile di livello con variazioni non superiori a ± 5 dB in 0.5 secondi; - rumore impulsivo, caratterizzato da rapida variazione di livello superiore a 40 dB in 0.5 secondi; - rumore intermittente o fluttuante, il cui livello varia molto anche se lentamente nel tempo; • La misura viene eseguita con fonometri integratori che misurano il rumore in livello equivalente, che rappresenta il livello in dB(A) di un rumore stabile e continuo che abbia lo stesso contenuto energetico dei rumori di varia intensità e caratteristiche che si verificano nel tempo di misura.

  7. VALUTAZIONE DEL RISCHIO IN AMBIENTE DI LAVORO • D.Lgs 195/06 • il datore di lavoro deve valutare l’esposizione professionale quotidiana personale di ogni singolo lavoratore  al calcolo di tale parametro si può pervenire attraverso la misura della rumorosità delle macchine e attrezzature presenti in azienda rapportate poi al tempo di permanenza del lavoratore sul posto di lavoro; • i parametri da valutare sono il livello equivalente in dB(A) ed il livello di picco in dB(C); • i provvedimenti preventivi vengono poi differenziati per classi di esposizione.

  8. Lep,d  80 dB(A) e Peak  135 dB(C): nessun obbligo • 80 < Lep,d  85 dB(A) e 135 < Peak 137 dB(C) • valutazione rischio (rilievi livelli esposizione) • informazione e formazione ai lavoratori • fornitura di dispositivi di protezione auricolari • controllo sanitario su richiesta del lavoratore o se ritenuto opportuno dal medico competente • 85 < Lep,d  87 dB(A) e 137 < Peak 140 dB(C) • Programma di bonifica ambientale • obbligo all’uso dei dispositivi di protezione auricolari • controllo sanitario obbligatorio • Lep,d > 87 dB(A) e Peak> 140 dB(C)* • non possono essere superati in nessun caso e fanno scattare l’obbligo di misure immediate * a dispositivi di protezione auricolari indossati

  9. Frequenza di superamento dei valori di 85, 90 e 100 dB(A) in varie mansioni di diversi settori industriali SETTORINo. No. %>85 dB(A) %>90 dB(A) %>100 dB(A)INDUSTRIALIDitte Mis. X Range X Range X Range METALMECCANICO26590 66% 27-100 39% 4-8812%0-70 LEGNO 15362 80% 46-100 39% 4-91 13% 0-91 TESSILE 13275 78%24-9750% 0-81 1% 0-5 CERAMICA 10 177 52% 15-86 25% 15-86 3% 0-15 FONDERIA 8234 64% 43-83 40% 12-61 16% 4-31 CEMENTIFICI 699 64% 0-100 41% 0-90 17% 0-60VETRO 4 101 59% 45-90 34% 26-71 9% 0-35 CALZATURIERO 18 397 49% 20-83 18% 6-75 4% 0-25 MAT. PLASTICHE 9 152 55% 18-90 27% 9-50 3% 0-6 ANODI 1 129 51% - 23% - 5% - FERTILIZZANTI 3 39 33% 14-38 15% 0-15 3% 0-8 FARMACEUTICO 4 60 40% 18-59 13% 7-17 2% 0-5 LATTERIZI 3 24 71% 46-100 38% 8-83 8% 0-20 MANGIMIFICI 6 115 61% 30-83 25% 9-63 4% 0-13 CARTIERE 3 82 71% 57-93 33% 14-48 3% 0-4 GRAFICA 3 134 47% 59-96 22% 10-30 2% 0-3 ESTRATTIVO 121 91% - 81% - 72% - ALIMENTARE 8 292 63% 41-100 30% 4-86 2% 0-8 TABACCHIFICIO 1 74 62% - 23% - - -

  10. EFFETTI SULLA SALUTE • APPARATO UDITIVO: effetti a seconda dell’intensità e dell’esposizione professionale. Un’esposizione prolungata a rumore continuo fino a 80 dBA per 8 ore al giorno e per molti anni non provoca nella maggior parte degli esposti alcun danno a carico dell’apparato uditivo.

  11. EFFETTI UDITIVI • SPOSTAMENTO TEMPORANEO DELLA SOGLIA UDITIVA • IPOACUSIA DA TRAUMA ACUSTICO ACUTO • IPOACUSIA DA TRAUMA ACUSTICO CRONICO (IPOACUSIA DA RUMORE)

  12. SPOSTAMENTO TEMPORANEO DELLA SOGLIA UDITIVA : • innalzamento della soglia uditiva rispetto a quella di riposo (variabile per suscettibilità individuale) • per rumore particolarmente intensi • recupero che inizia al cessare dell’esposizione e si completa in circa 16 ore

  13. IPOACUSIA DA TRAUMA ACUSTICO ACUTO • per rumore di elevata intensità e di breve durata • lesione monolaterale all’orecchio rivolto verso l’evento lesivo • dolore violento, notevole ipoacusia con acufeni, vertigini (fino alla rottura della membrana timpanica) • audiometria: deficit monolaterale

  14. IPOACUSIA DA TRAUMA ACUSTICO CRONICO (RUMORE): • ipoacusia percettiva, generalmente bilaterale e simmetrica, irreversibile • interessa dapprima i toni acuti (4 kHz) e poi si estende alle frequenze vicine (3 kHz) e nei casi più avanzati compromette le frequenze medio-basse (0.5-2 kHz) importanti per la udibilità sociale, con in genere una risalita sugli 8 kHz.

  15. FATTORI CHE DETERMINANO IL DANNO DA RUMORE- livello sonoro globale- spettro sonoro e tipo di rumore- durata dell’esposizione- suscettibilità individuale- interazione con altri fattori nocivi

  16. FATTORI FAVORENTI IL DANNO UDITIVO- Età- Fumo- Patologie dell’orecchio (otiti, otosclerosi, neuriti e neurinomi del nervo acustico)- Patologie sistemiche (ipertensione, arteriosclerosi, diabete, dislipidemie)- Patologie infettive (morbillo, parotite, rosolia e altre infezioni virali)- Patologie traumatiche (traumi cranici e acustici, colpi di frusta)- Farmaci (antibiotici, antitumorali, antimalarici, diuretici)- Ototossici professionali (toluene, stirene, tricloroetilene,solfuro di carbonio, monossido di carbonio, cianuri, metilmercurio)

  17. EVOLUZIONE IPOACUSIA DA RUMORE

  18. FREQUENZA DELLE IPOACUSIE PROFESSIONALI IN RAPPORTO A RUMOROSITA’ AMBIENTAE E DURATADELL’ESPOSIZIONE

  19. Rendite INAIL per Ipoacusia da rumore in periodi vari

  20. CLINICA (1) • I stadio: acufeni alla fine del turno di lavoro con sensazione di orecchio pieno e senso di intontimento. Durano per 2-3 settimane. Nessuna modifica audiometrica • II stadio: solo qualche acufene audiometria = perdita 30-40 dB sulla frequenza 4 kHz

  21. CLINICA (2) • III stadio: il lavoratore riferisce di non sentire più il ticchettio dell’orologio e di aver bisogno di alzare il volume di radio o TV per comprendere bene le parole audiometria = perdita 45-60 dB su f 4 kHz • IV stadio: compare se continuità di esposizione dopo qualche anno dal 3° stadio. Il lavoratore prova difficoltà a udire la voce dei familiari e dei colleghi di lavoro + acufeni e percezione dei suoni distorta audiometria = perdita a 4 kHz o 6, ma anche 3, 2 e 8 kHz.

  22. Procedura per la diagnosi di ipoacusie professionali da rumore Prima fase:Identificazione della IDR* esistenza di una ipoacusia* determinazione e quantificazione al rischio espositivoSeconda fase:Diagnosi audiologica della IDR* diagnosi di soglia - precisione ed affidabilità - esclusione simulazione* diagnosi eziologica - correlazione con esposizione - comparazione con valore atteso*diagnosi differenziale e multipla - quantificazione di eventuali cofattoriTerza fase:Diagnosi medico legale della IDR*calcolo invalidità*calcolo e quantificazione cofattori*calcolo risarcimento

  23. EFFETTI EXTRAUDITIVI DEL RUMORE RISPOSTA DI ALLARME: per rumore di elevata intensità e di breve durata . Si esaurisce velocemente. •  della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, vasocostrizione periferica, •  della frequenza del respiro, •  della secrezione e della motilità gastrica • sudorazione cutanea • dilatazione pupillare, • effetti neuropsichici: allungamento dei tempi di reazione con aumentato numero di errori durante il lavoro, interferenza del rumore con eventuali messaggi di pericolo.

  24. EFFETTI DISTURBANTI DEL RUMORE per esposizioni a rumore negli ambienti di vita • interferenze sulla comunicazione verbale e apprendimento (lettura, ascolto radio-TV) • interferenza con sonno e riposo • effetti psicofisiologici sulla salute mentale e sulle prestazioni • "ANNOYANCE": disturbo o fastidio cioè sentimento di scontentezza riferito al rumore che l’individuo sa o crede che possa agire su di lui in modo negativo

  25. Effetti sul sonno Soggettivi: • difficoltà e ritardo nell’addormentamento • aumento del numero dei risvegli notturni • risveglio mattutino precoce • difficoltà nel riaddormentamento • incubi o sogni con componente ansiosa • sonnolenza diurna - astenia

  26. Effetti sul sonno • Un livello sonoro all'interno delle stanze da letto dovrebbe collocarsi < 40 dB(A) di Leq. • Secondo OMS il valore ottimale è 35 dB(A) e la Commissione CEE stima che un Leq notturno < 30-35 dBA con livelli max non eccedenti i 45 dBA siano una garanzia di una buona qualità del sonno per soggetti normali.

  27. VALORI LIMITE CONSIGLIATI PER EFFETTI DISTURBANTI • per zone dove è richiesta elevata concentrazione: limite non superiore a 55 dBA (norme ISO) - qualità della conversazione verbale soddisfacente quando livello di rumorosità compreso tra 50 e 55 dB(A); - appena accettabile per livelli tra 55 e 65 dB(A)

  28. Gli accelerometri vanno collocati sulla superficie attraverso cui vengono trasmesse le vibrazioni: - soggetto eretto: area sottostante i piedi - soggetto seduto: cuscino, schienale sedile, area di appoggio dei piedi - soggetto disteso: aree sotto la testa, la schiena e il bacino - mano-braccio: sotto la mano o tra le dita o al centro dell’area di impugnatura ma dalla parte opposta a quella trattenuta dal palmo della mano o a lato della mano (adiacente alla mano stessa) • Il trasduttore va rigidamente vincolato alla superficie eventualmente usando un supporto

  29. l’ampiezza delle vibrazioni viene valutata in termini di accelerazione a (m/s2) • L’accelerazione viene ponderata in frequenza aw (filtro di ponderazione: lascia inalterato il segnale generato dall’accelerometro nell’intervallo di massima sensibilità del corpo umano e lo attenua all’esterno) • La durata della misura è rappresentativa della durata dell’esposizione

  30. DIRETTIVA dell’UNIONE EUROPEA SULLE VIBRAZIONI (2002) • Vibrazioni trasmesse al corpo intero: “le vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al corpo intero, comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare lombalgie e traumi del rachide” • Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio: “le vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al sistema mano-braccio nell’uomo, comportano un rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici o muscolari”

  31. Settori produttivi in cui vengono utilizzate macchine e/o veicoli che possono comportare un aumentato rischio di insorgenza di disturbi e patologie da esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero • Industria manifatturiera: - camion industriali - carrelli sollevatori o elevatori - gru mobili e fisse - superfici vibranti nei mulini, frantoi, laminatoi - piani vibranti per distaffaggio

  32. Industria delle miniere e cave - macchine movimentazione terra - macchine escavatrici - bulldozer - carrelli sollevatori o elevatori - camion industriali - gru mobili e fisse

  33. Industria delle costruzioni - macchine movimentazione terra - macchine escavatrici - bulldozer - compressori - macchine per la pavimentazione stradale - carrelli sollevatori o elevatori - camion industriali - gru mobili e fisse • Agricoltura e foreste - trattori - altre macchine agricole o forestali

  34. Servizi di trasporto e di pubblica utilità - camion articolati e non - autovan - autobus - taxi - treni -mezzi meccanici di sollevamento e trasporto nelle attività portuali (trasportatori a cavaliere, autogru, gru da banchina, carrelli sollevatori o elevatori) - altri sistemi di trasporto su strada o rotaia

More Related