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FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA Università di Pisa Corso di Laurea di Scienze e tecniche di Psicologia della salute C

FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA Università di Pisa Corso di Laurea di Scienze e tecniche di Psicologia della salute CORSO DI PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO Anno accademico 2009-2010 Docente: Dr. Filippo Gasperini. LA TEORIA DELLO SVILUPPO COGNITIVO DI PIAGET.

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  1. FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA Università di Pisa Corso di Laurea di Scienze e tecniche di Psicologia della salute CORSO DI PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO Anno accademico 2009-2010 Docente: Dr. Filippo Gasperini

  2. LA TEORIA DELLO SVILUPPO COGNITIVO DI PIAGET Jean Piaget è lo psicologo che più di ogni altro ha investigato lo sviluppo cognitivo, descrivendone sia le caratteristiche nel corso del tempo sia i meccanismi che lo determinano, nell’ambito di una teoria sistematica e altamente coerente Piaget è stato il fondatore dell’ “epistemologia genetica”, indirizzo di ricerca cui obiettivo è quello di studiare le origini della conoscenza, i meccanismi psicologici che consentono il suo realizzarsi, i punti di partenza e di arrivo e le tappe intermedie tra le forme di organizzazione psicologica più primitiva e le forme evolute

  3. Piaget condusse le sue ricerche fondamentalmente tra gli anni 20’ e gli anni 60’ del secolo scorso, a Ginevra Come biologo, Piaget si era posto il problema di come gli organismi viventi si adattino al loro ambiente Per Piaget, l’intelligenza è un caso particolare dell’adattamento biologico: mentre l’organismo si adatta costruendo materialmente forme nuove, l’intelligenza costruisce nuove strutture mentali che servono a comprendere e a spiegare l’ambiente e a realizzare con esso scambi sempre più ricchi ed efficaci

  4. Nella concezione piagetiana, il soggetto che realizza il processo conoscitivo : • NON e’ un passivo recettore di istruzioni o pressioni ambientali • (posizione comportamentista) • NON è il veicolo di idee innate, per cui la conoscenza altro non sarebbe che il manifestarsi di disposizioni depositate nella struttura genetica (posizione maturazionista) • ma: • E’ protagonista attivo nella costruzione della propria conoscenza, nella misura in cui, da un lato, attraverso un interscambio dinamico e bidirezionale con l’ambiente realizza un adattamento sempre più efficiente ad esso, dall’altro, tende a darsi una organizzazione, cioè a costruire delle strutture

  5. Secondo Piaget lo sviluppo cognitivo è reso possibile da alcuni processi generali, determinati biologicamente, che non si modificano nel corso dello sviluppo, denominati appunto invarianti funzionali: 1) l’ADATTAMENTO (o “accordo del pensiero con le cose”) il bisogno di realizzare con l’ambiente scambi sempre più ricchi ed efficaci. Esso viene ottenuto attraverso l’interazione tra due funzioni complementari: l’assimilazione, processo per cui l’individuo integra i dati dell’esperienza nelle strutture cognitive già formate o in via di formazione l’accomodamento, processo per cui l’individuo modifica le strutture cognitive esistenti in funzione delle caratteristiche della realtà assimilata I due meccanismi operano insieme in modo tale che l’ambiente venga sempre interpretato alla luce delle strutture cognitive già esistenti (assimilazione), che vengono allo stesso tempo modificate per adeguarsi alle nuove richieste dell’ambiente (accomodamento)

  6. 2) l’ORGANIZZAZIONE (o “accordo del pensiero con se stesso”) principio secondo il quale in qualsiasi momento dello sviluppo l’organismo tende a darsi un’organizzazione, cioè a costruire delle strutture che organizzano i singoli elementi dell’apparato mentale in un sistema coerente Esso fa sì che esista un elevato grado di coerenza nello sviluppo raggiunto dal bambino in un dato momento relativamente a diverse abilità e competenze 3) l’EQUILIBRAZIONE (principio più generale implicato dai due precedenti) tendenza dell’individuo a raggiungere uno stato di equilibrio, con l’ambiente o con sé stesso. Ogni cambiamento, o nell’ambiente o negli elementi che costituiscono la struttura cognitiva, comporta uno stato di disequilibrio che l’organismo cerca di risolvere attraverso lo sviluppo di nuove strutture che consentono delle diverse modalità di interazione con il mondo

  7. Lo sviluppo cognitivo è il risultato di successive condizioni di disequilibrio, conseguenti alla necessità dell’organismo di assolvere a bisogni nuovi o anche ai bisogni precedenti ma in condizioni mutate (adattamento), che determinano via una nuova organizzazione delle strutture mentali

  8. IL CONCETTO DISTADIO Nel corso dello sviluppo si verificano nel sistema cognitivo delle modificazioni così rilevanti da contrassegnare delle vere e proprie fasi, che si caratterizzano per la presenza di una specifica struttura cognitiva che pervade e controlla ogni aspetto del comportamento e del pensiero del bambino (assunto strutturalista) Lo stadio è un periodo di tempo in cui il comportamento ed il pensiero del bambino riflettono un particolare tipo di struttura cognitiva sottostante, cioè una particolare modalità di interpretazione dei dati

  9. Piaget identifica quattro stadi nel corso dello sviluppo cognitivo, ciascuno contraddistinto da una specifica struttura cognitiva stadio senso-motorio (primi 2 anni di vita) stadio pre-operatorio (dai 2 fino ai 6-7 anni) stadio operatorio concreto (dai 7 agli 11 anni) stadio operatorio formale (dopo gli 11-12 anni) Proprietà degli stadi: Organizzazione ogni stadio si caratterizza per essere un sistema strutturato di azioni o pensieri organizzati, tali da formare un’unica totalità, una struttura d’insieme Integrazione gerarchica ciascun stadio di sviluppo deriva dal precedente, lo incorpora e lo trasforma Sequenza invariante nessun stadio può essere saltato e la sequenza è universale, la stessa in tutti gli individui

  10. Stadio senso-motorio (dalla nascita ai due anni) Il bambino si serve esclusivamente dei sensi e delle capacità motorie per comprendere l’ambiente circostante Il bambino reagisce al presente immediato, non fa progetti, non essendo ancora in grado di evocare (attraverso il ricordo, l’immaginazione, il linguaggio, ecc.) oggetti o eventi non presenti percettivamente

  11. La struttura cognitiva che caratterizza questo stadio, controllando tutti gli aspetti del comportamento del bambino, è lo schema di azione Lo schema d’azione si manifesta esteriormente come azione concreta (succhiare, afferrare, agitare, ecc.), ma costituisce una struttura organizzativa interna, una specie di programma motorio che si manifesta quando venga individuato nella realtà esterna un elemento da assimilare allo schema Proprietà degli schemi di azione: sono sequenziali, in quanto costituiti da una serie di atti elementari realizzati in una specifica successione da isolati, tendono a coordinarsi dando luogo a unità comportamentali più ampie tendono a generalizzarsi, in quanto possono estendersi a porzioni di realtà sempre nuove LIMITE sono vincolati alla realtà presente, non consentono di agire per “anticipazione”

  12. Nel corso dello stadio senso-motorio si realizza e si completa l’acquisizione di 4 nozioni fondamentali alla costruzione del reale, dunque alla comprensione del mondo esterno: • - la nozione di permanenza dell’oggetto, per cui alla fine gli oggetti vengono concepiti come dotati di un’esistenza autonoma, indipendentemente dalle informazioni sensoriali che arrivano al soggetto • la nozione di spazio, per cui alla fine lo spazio viene concepito come un campo “omogeneo” in cui gli oggetti occupano uno spazio obiettivo che è comune a quello del bambino e assumono relazioni spaziali reciproche oltre che riferite al soggetto (ad es. davanti-dietro, sopra-sotto) • la nozione di tempo, per cui alla fine gli oggetti entrano a far parte di una successione ordinata di eventi (prima-dopo) • la nozione di causa, per cui alla fine gli oggetti vengono percepiti come possibili fonti autonome di causalità

  13. Il “materiale” su cui Piaget ha elaborato la teoria del pensiero senso-motorio è costituito da centinaia di osservazioni sistematiche, dei “quasi-esperimenti” in cui venivano intenzionalmente proposte alcune situazioni “critiche”, condotte nell’ambiente familiare sui suoi 3 figli Le conquiste che il bambino realizza durante il periodo senso-motorio sono così numerose ed importanti che Piaget ha ulteriormente suddiviso lo stadio senso-motorio in 6 sotto-stadi

  14. 1° sotto-stadio (0-1 mese): esercizio dei riflessi Il bambino interagisce con l’ambiente esclusivamente attraverso i riflessi, coordinazioni neuro-muscolari innate come la prensione, la suzione, la fonazione I riflessi vengono ripetutamente esercitati ed applicati a situazioni sempre più numerose, tuttavia non vengono coordinati tra loro, così come non vengono coordinate le percezioni che ognuno di essi offre: percezioni diverse non vengono integrate in un’esperienza unitaria • Il neonato è chiuso in uno stato di egocentrismo radicalee non ha alcuna consapevolezza né di se stesso né dell’esistenza di un mondo fuori di sé • Nessuna nozione né di oggetto né di causalità

  15. 2° sotto-stadio (1°-4° mese): comparsa delle reazioni circolari primarie Comparsa delle reazioni circolari primarie, cioè ripetizioni di azioni originariamente eseguite per caso e che hanno prodotto risultati piacevoli o interessanti sul proprio corpo; per esempio, mentre sta smettendo di piangere il bambino rimane colpito da uno dei suoni che sta producendo e cerca di ripeterlo; oppure vede la propria mano fare certi movimenti e comincia ad eseguirli di nuovo continuando a guardare Il bambino comincia a coordinare gli schemi tra loro; per esempio comincia a portare alla bocca un oggetto che stringe in mano (coordinazione di prensione e suzione), oppure a girare il capo per guardare nella direzione da cui proviene un suono (coordinazione di audizione e visione) o ancora, a portare davanti gli occhi qualcosa che ha afferrato (coordinazione di visione e prensione) PERMANENZA DELL’OGGETTO: non c’è; tuttavia il bambino comincia a ricercare un oggetto che aveva in mano subito prima di perderlo, finché l’oggetto resta visibile. NOZIONE DI CAUSALITA’: assente

  16. 3° sotto-stadio (4°-8° mese): comparsa delle reazioni circolari secondarie • Comparsa delle reazioni circolari secondarie: si tratta ancora della ripetizione di azioni originariamente eseguite per caso ma che stavolta hanno prodotto risultati piacevoli nell’ambiente; Per esempio un bambino che schiaccia accidentalmente una papera di gomma e sente uscirne un “qua”, subito la schiaccia di nuovo; oppure un bambino che agita le braccia o le gambe in modo da muovere la culla • Assenza di causalità oggettiva, cioè assenza di comprensione dei reali nessi di causa-effetto tra gli eventi. Presenza di causalità magico-fenomenica: tutto è ricondotto alle proprie azioni che, come per magia, possono essere all’origine di qualunque avvenimento purchè esista una contiguità temporale tra azione e fenomeno osservabile. Ciò li induce ad usare delle azioni che in certi casi hanno avuto successo come procedure per far durare gli spettacoli interessanti, anche quando di fatto non sono appropriate

  17. Ancora assente la permanenza dell’oggetto, tuttavia il bambino adesso ricerca un oggetto parzialmente nascosto

  18. 4° sotto-stadio (8°-12° mese): coordinazione degli schemi secondari e loro applicazione a situazioni nuove • Il bambino comincia ad applicare a situazioni nuove gli schemi di cui già dispone, coordinandoli in maniera tale che uno funge da fine e l’altro chiaramente da mezzo (differenziazione mezzi-fini); ad esempio, se un oggetto si trova dietro ad un altro, il bambino sposta quest’ultimo per afferrarlo; o ancora, se vuole afferrare un sonaglio da scuotere ma ha entrambe le mani occupate da una grossa palla, il bambino lascia andare la palla e prende il sonaglio • .

  19. Comincia a svilupparsi la permanenza dell’oggetto: il bambino comincia a ricercare un oggetto con cui stava giocando e che qualcuno ha nascosto sotto i suoi occhi; egli tuttavia riesce a trovare l’oggetto se questo viene nascosto sempre nello stesso posto; se infatti,l’oggetto viene nascosto una prima volta in una posizione A e poi sempre sotto gli occhi del bambino viene nascosto in una posizione B, il bambino continua a ricercarlo nella posizione A (il cosiddettoerrore “A non B”) Comincia a costituirsi una nozione oggettiva di causalità: consapevolezza che oggetti esterni possono essere fonti autonome di causalità. Incapacità tuttavia di differenziare la causalità psicologica da quella fisica: per far funzione un giocattolo meccanico, per es., il bambino può servirsi di un adulto prendendo la sua mano e portandola a contatto del giocattolo piuttosto che guardare l’adulto e richiamare la sua attenzione sul giocattolo

  20. 5° sotto-stadio (12°-18° mese): scoperta di nuovi mezzi mediante sperimentazione attiva • Comparsa delle reazioni circolari terziarie: quando trova un risultato interessante il bambino non si limita più a riprodurre l’azione che l’aveva provocato, ma modifica tale azione al fine di studiare come variano gli effetti; ad esempio, il bambino potrebbe lasciar cadere una pallina dentro una vasca d’acqua da svariate altezze, oppure può manipolare un oggetto d’interesse guardandolo da diverse prospettive. • Attraverso le reazioni circolari terziarie il bambino scopre attivamente nuovi schemi che possono fungere da mezzi; Piaget ne ha analizzati tre in particolare: • la condotta del supporto • la condotta della cordicella • la condotta del bastone

  21. In questo sotto-stadio, la permanenza dell’oggetto evolve: il bambino adesso non commette più l’errore “A non B”, ma ricerca l’oggetto nel secondo nascondiglio, a condizione però che sia giunto lì attraverso uno spostamento visibile La nozione di causalità progredisce ulteriormente: la causalità psicologica viene ora differenziata da quella fisica; i bambini non agiscono più sulle persone come fossero oggetti inanimati ma comunicano i loro desideri. Tuttavia, una causa non immediatamente percepita non può ancora essere concepita

  22. 6° sotto-stadio (18°-24°mese): scoperta di nuovi mezzi mediante sperimentazione mentale Compare la funzione rappresentativa (o simbolica), cioè la capacità di evocare mentalmente oggetti o situazioni che non sono percettivamente presenti Ciò consente al bambino di abbandonare una strategia per prove ed errori nella soluzione dei problemi a favore di una strategia basata sull’anticipazione mentale: il bambino si raffigura mentalmente diverse azioni ed i loro esiti, prima di eseguire effettivamente una di esse: ad es. se un bambino vuole inserire una collana all’interno di un contenitore lungo e stretto ed instabile (ad es. fatto di cartone), non farà dei tentativi di infilarvela facendola scorrere via via dentro attraverso l’orlo (così evidentemente non potrebbe riuscirci, data la natura instabile del contenitore), bensì prima la appallottolerà e poi la lascerà cadere all’interno del contenitore da sopra

  23. Si completa l’acquisizione della nozione di oggetto permanente: adesso l’oggetto può essere ritrovato anche quando nascosto attraverso spostamenti “invisibili” , grazie all’acquisita capacità di rappresentarsi mentalmente anche percorsi non direttamente percepiti Si completa anche l’acquisizione della nozione di causalità, che a sua volta diviene di tipo rappresentativo: il bambino può adesso immaginare una causa anche solo dai suoi effetti e viceversa, senza avere bisogno di percepirla concretamente

  24. Problemsolving per “anticipazione mentale” Principali manifestazioni della funzione simbolica Utilizzo “non contestuale” del linguaggio: è l’utilizzo del linguaggio verbale per riferirsi a oggetti, persone e situazioni assenti l‘imitazione differita: è la riproduzione di un modello comportamentale qualche tempo dopo che è stato percepito (ore o giorni) il gioco simbolico (o di finzione): è quel comportamento ludico per cui un bambino tratta un oggetto come se fosse qualcosa di diverso: un cucchiaio al posto di un telefono, una scopa al posto del cavallo ad es.

  25. Stadio pre-operatorio (dai due ai sei-sette anni) • Si caratterizza per la presenza ed il progressivo sviluppo della funzione simbolica, che si manifesta attraverso: • una sempre maggiore capacità di risolvere i problemi per anticipazione mentale senza dover necessariamente prima verificare concretamente i risultati dell’azione • lo sviluppo rapido delle competenze linguistiche • un gioco simbolico caratterizzato da un grado sempre maggiore di astrazione rappresentativa, organizzato in sequenze sempre più lunghe e condiviso con gli altri (ad es. verso i 2 anni una bambola viene messa a letto dentro una scatolina e lasciata lì; verso i 3 anni alla bambola verrà dato da mangiare, verrà pettinata e poi messa a letto; tra i 3 ed i 4 anni la bambola verrà fatta interagire con altre bambole, facendo il gioco della famiglia; dopo i 4 anni compare il gioco “socio-drammatico” cioè un gioco simbolico complesso cui partecipano più bambini: per es. giocare “all’ospedale”, al “negozio”

  26. La struttura cognitiva che caratterizza questo stadio è lo schema mentale Gli schemi mentali sono azioni interiorizzate e sono dunque caratterizzati dal fatto di non risultare vincolati alla realtà presente. Si manifestano attraverso una serie di comportamenti (per es. linguaggio, imitazione differita, gioco simbolico) la cui caratteristica comune è quella di evocare una realtà non percepita in quel momento ma conosciuta in precedenza LIMITE gli schemi mentali sono isolati, possono essere pensati solo uno alla volta, senza venire coordinati tra loro a formare sistemi unitari, conferendo al pensiero un carattere intuitivo e pre-logico

  27. I metodi di cui Piaget si è avvalso per studiare le caratteristiche del pensiero pre-operatorio sono: l’osservazione del comportamento per bambini fino ai 3-4 anni, in relazione alle limitate competenze linguistiche dei bambini piccoli il metodo clinico, che consiste in un colloquio con il bambino con lo scopo di portare alla luce concezioni elaborate sia su fenomeni fisici che su aspetti della vita psichica; si caratterizza per il fatto di essere un’interazione verbale a catena tra esaminatore e bambino, per cui le domande che lo sperimentatore pone sono guidate dalle risposte che il bambino ha dato alla domanda precedente. Esempio: esaminatore “Che cosa sono le stelle?”, bambino “Un piccolo lampo”, esaminatore “E i lampi?”, bambino “Quando c’è il tuono”, esaminatore “Che cosa produce i lampi?” bambino “Quando due nubi si scontrano”

  28. il metodo critico, che consiste nel porre i bambini di fronte a dei materiali concreti (della plastilina, delle perline, dei contenitori con del liquido, dei plastici, delle bilance, ecc.), che essi devono osservare e manipolare, integrando l’azione effettiva sugli oggetti con lo scambio verbale (che avviene secondo la procedura del colloquio clinico)

  29. La caratteristica fondamentale del pensiero pre-operatorio: l’ egocentrismo intellettuale • Tendenza a considerare il proprio punto di vista momentaneo come assoluto, senza considerare la possibilità che ne esistano degli altri • Numerose conseguenze di ciò: • i) relative alla possibilità di concepire punti di vista differenti dal proprio • ii) relative all’interpretazione dei fenomeni del mondo fisico • iii) relative alle soluzioni fornite in compiti basati su capacità logiche

  30. (i) Il bambino pre-operatorio non è consapevole del fatto che le altre persone possono possedere conoscenze, ricordi o emozioni diversi dai propri Esempio del bambino che vedendo piangere la madre le offre il suo orsacchiotto L’esperimento classico delle “3 montagne” bambola bambino

  31. (ii) Il bambino pre-operatorio assimila la realtà esterna alla propria esperienza soggettiva ed è dunque incapace di fare distinzioni tra il mondo interiore, soggettivo e realtà esterna, oggettiva Ciò si manifesta nelle seguenti tre tendenze evidenti nell’interpretazione dell’universo fisico: l’animismo, cioè l’idea per cui tutte le cose sono vive, dotate di sentimenti ed intenzioni proprio come il bambino Esaminatore: “Perché un battello resta a galla mentre una pietra, anche se è più leggera, va a fondo?” Bambino “Perché il battello è più intelligente del sasso”, Esaminatore: “Cosa vuol dire essere intelligenti?” Bambino “Non fare ciò che non si deve fare”……….Esaminatore “E il sole è intelligente” Bambino “Sì, perché vuol fare caldo” il finalismo, cioè l’idea per cui tutti gli eventi ed i fenomeni sono parte di un ordine prestabilito di cui l’uomo è al centro Esempi: Se sopra Ginevra ci sono due Saleve è perché quella grande serve per le gite lunghe delle persone adulte, quella piccola serve per le brevi passeggiate dei bambini. Se una pallina rotola su un piano inclinato è perché vuole andare verso il bambino

  32. l’artificialismo, cioè l’idea che tutte le cose siano state create dall’uomo o da un’attività divina che opera secondo le regole della costruzione umana. Esempi: sono stati gli uomini ad accendere il sole, a scavare i letti di fiumi e laghi quindi a riempirli con l’urina o lo sputo, a costruire le nubi e la volta celeste con pietre e terra

  33. (iii) Il bambino pre-operatorio non è in grado di coordinare tra loro le sue stesse rappresentazioni, di combinare in un unico atto mentale la percezione del momento, il ricordo di un’azione passata e la rappresentazione di un’azione possibile, come conseguenza del suo egocentrismo intellettuale che gli impedisce di sganciarsi da quello che è il proprio punto di vista momentaneo che gli sembra rispecchiare la “realtà”: le rappresentazioni restano dunque isolate ne consegue la caratteristica di irreversibilità del pensiero pre-operatorio: le azioni interiorizzate sono rigide ed irreversibili, nel senso che i loro risultati non possono essere annullati attraverso la rappresentazione delle loro operazioni inverse, in quanto il bambino non è in grado di combinare due schemi mentali e quindi di integrare in un unico sistema un’azione interiorizzata e la sua inversa

  34. L’irreversibilità del pensiero pre-operatorio si manifesta nell’incapacità del bambino di eseguire un’ampia varietà di compiti di natura logica (carattere pre-logico del pensiero pre-operatorio) Esempio: Si mostrano tre palline di diverso colore che entrano in un tubo. 1° quesito: In che ordine usciranno dall’estremità opposta? 2° quesito: In che ordine usciranno dall’estremità opposta se si ruota il tubo di 180°? Bambini di 3-4 anni rispondono correttamente al 1° quesito, ma non al 2° rispondendo erroneamente che l’ordine delle palline sarà invariato Esempio: il bambino pre-operatorio può sapere di avere un fratello maggiore, ma non essere consapevole che al tempo stesso che suo fratello ne abbia uno minore Il bambino pre-operatorio non riesce ad invertire la logica di una successione di pensieri, il suo pensiero può procedere in una sola direzione. Il pensiero pre-operatorio mantiene la stessa unidirezionalità delle azioni reali

  35. Una delle manifestazioni più evidenti dell’irreversibilità del pensiero pre-operatorio: l’incapacità di comprendere la conservazione CONSERVAZIONE comprensione che le proprietà di base della materia (la quantità, il volume, il peso, il numero) rimangono costanti nonostante mutamenti esteriori (la forma, il posizionamento, ecc.) Numerosi i tipi di conservazione indagati da Piaget attraverso il metodo critico

  36. CONSERVAZIONE DELLA QUANTITA’ DI LIQUIDO Si riferisce al concetto secondo cui il volume di un liquido rimane costante, anche se i contenitori in cui viene versato sono molto diversi per forma e dimensioni Vi è tanta acqua uguale nel bicchiere A e nel bicchiere B? Bambino: “Sì” A B Vi è tanta acqua uguale nel bicchiere A e nel bicchiere C? Bambino: “No, ce n’è di più nel bicchiere C” A B C L’errore del bambino nasce dall’incapacità di coordinare la percezione del momento con la percezione ed il giudizio precedenti o, in termini differenti, è il risultato dell’incapacità di riversare mentalmente il liquido dentro il contenitore di partenza ma anche di compensare l’altezza raggiunta dal liquido in C con la larghezza del medesimo

  37. CONSERVAZIONE DELLA SOSTANZA Si riferisce al concetto secondo cui la quantità di materia contenuta in un oggetto rimane costante, anche se la forma viene modificata La pallina A e la pallina B hanno tanta pasta uguale? Bambino: “Sì” A B La pallina A e la pallina B hanno ancora tanta pasta uguale? Bambino: “No, ce n’è di più nella pallina B” B A

  38. CONSERVAZIONE DEL NUMERO Si riferisce al concetto secondo cui il numero di oggetti di un insieme non cambia anche se gli oggetti che ne fanno parte vengono riposizionati Le due file hanno lo stesso numero di gettoni? Bambino: “Sì” La due file hanno ancora lo stesso numero di gettoni? Bambino: “No, ce n’è di più fila arancione” Il giudizio del bambino si basa sulla quantità di spazio occupata

  39. Le risposte ai compiti di conservazione evidenziano un’altra caratteristica del pensiero pre-operatorio: la tendenza a focalizzarsi su un singolo aspetto di una situazione o di un oggetto a scapito di tutti gli altri (centrazione). Tale aspetto è generalmente rappresentato dalla caratteristica più ovvia, più saliente offerta dalla percezione visiva L’incapacità di coordinare in un unico atto mentale le diverse rappresentazioni finisce per far prevalere un giudizio basato sulla percezione: per questo il pensiero pre-operatorio costituisce un tipo di pensiero intuitivo

  40. I limiti del pensiero pre-operatorio sono evidenti anche negli errori nei compiti di classificazione e di seriazione CLASSIFICAZIONE Capacità di: 1) individuare una proprietà sulla base della quale alcuni oggetti possono essere considerati equivalenti e 2) stabilire l’organizzazione sia di tipo gerarchico che per incrocio esistente tra le classi (e, quindi, effettuare operazioni di addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione tra le classi) Compiti di classificazione “Mettiamo insieme le cose che si assomigliano?”

  41. 4-5 anni I bambini NON raggruppano gli oggetti in classi, mettendo vicini quelli che condividono le stesse proprietà; essi piuttosto costruiscono : - collezioni figurali nel caso di sagome di figure geometriche, per cui tali sagome vengono assemblate in modo da formare oggetti complessi (ad es. un treno, un bambino, una casetta) - collezioni tematiche nel caso di giocattoli, per cui questi vengono disposti in modo da realizzare una situazione, un episodio (ad es. un signore che va a passeggio con degli animali, ecc.)

  42. 4-5 anni A volte i bambini riescono a utilizzare i rapporti di somiglianza, ma mutano continuamente il criterio impiegato per riunire gli oggetti con il risultato di un allineamento in cui soltanto coppie adiacenti condividono una stessa caratteristica

  43. 5-6 anni I bambini sono in grado di formare gruppi facendo riferimento ad un criterio che rimane stabile ……… ………..tuttavia il fatto di non riuscire a compiere operazioni sugli oggetti raggruppati testimonia che essi operano ancora in modo puramente percettivo ed intuitivo non costituendo ancora vere e proprie classi ma soltanto collezioni non-figurali Compiti di addizione logica di classi (se B=A+A’, allora B>A e B>A’) perle di legno E: “Sono di più le perle nere o le perle di legno?” B: “Le perle nere, perché le altre sono solo 3”

  44. Compiti di moltiplicazione logica di classi (costruzione a partire da due classi di una terza che abbia come criterio definitorio entrambi i criteri di definizione delle due classi di partenza) ? Nel periodo pre-operatorio i bambini tengono conto solo di una delle due file o addirittura di uno degli elementi vicini allo spazio da riempire

  45. SERIAZIONE Capacità di individuare le diverse gradazioni in cui una certa proprietà è presente in oggetti o eventi diversi e quindi disporli in un ordine che rispetti tali gradazioni Compiti di seriazione additiva: si mostrano oggetti che possiedono in diversa misura una certa proprietà e si chiede di ordinarli rispettando la gradazione in cui è presente tale proprietà. Esempio: viene mostrato un insieme di bastoncini di differente lunghezza e si chiede di metterli in ordine dal più piccolo al più grande

  46. 4-5 anni I bambini riescono ad ordinare solo due bastoncini alla volta, cioè costruiscono una serie di coppie grande-piccolo Ciò in relazione all’impossibilità di coordinare in un’unica rappresentazione i risultati di confronti multipli Se B è più lungo di A e C è più lungo di B, C non è ancora più lungo di A

  47. 5-7 anni I bambini sono in grado di costruire correttamente la sequenza, ma attraverso un procedimento per prove ed errori in cui di volta in volta viene cercato il bastoncino più lungo (o più corto) rispetto a quello immediatamente precedente E: “Dove vamesso?” Il bambino disfà la sequenzagiàcostruita e ricominciada capo Ciò in relazione ai limiti del pensiero pre-operatorio che non consente di effettuare confronti simultanei tra un oggetto e tutti gli altri e di comprende che un oggetto può essere simultaneamente più lungo di un altro e più corto di un altro ancora

  48. Compiti di seriazione moltiplicativa: si richiede di ordinare degli oggetti o degli eventi, ma tenendo conto contemporaneamente di due relazioni differenti Esempio: ordinare dei bicchieri che differiscono sia in altezza che in larghezza disponendoli all’interno di una tabella a doppia entrata, in cui righe e colonne fanno riferimento rispettivamente alla larghezza e all’altezza 4-5 anni I bambini non effettuano alcuna seriazione 6-7 anni I bambini costruiscono una serie basandosi su una soltanto delle proprietà

  49. Tra i 5 ed i 7 anni si realizzano delle significative acquisizioni che preparano lo stadio successivo…… (stadio pre-operatorio finale o passaggio dai 5 ai 7 anni) Nei compiti di conservazione il bambino non è ancora in grado di riconoscere l’identità quantitativa a seguito della trasformazione, tuttavia comprende l’identità qualitativa (per es. l’acqua contenuta nel nuovo bicchiere dopo il travaso è lastessa acqua, anche se adesso è di più) Nei compiti di classificazione il bambino è in grado di raggruppare gli oggetti sulla base di un criterio stabile, ma si tratta ancora di “collezioni” e non di vere e proprie classi Nei compiti di seriazione il bambino è in grado di ordinare correttamente elementi in base al livello di proprietà posseduta, ma ancora procedendo per singoli confronti

  50. Stadio operatorio concreto (dai sette agli undici anni) Si caratterizza per l’emergenza di un pensiero di tipo propriamente logico che consente al bambino di comprendere ed applicare a oggetti o eventi concreti una serie di principi ed operazioni fondati oggettivamente (di tipo logico-matematico, riferite a relazioni spazio-temporali), superando la tendenza a fondare i giudizi sull’evidenza di tipo percettivo

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