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LA VALUTAZIONE DI SERVIZIO SOCIALE Modelli e strumenti Genova 25 novembre 2008

2. . professione di assistente sociale sempre pi investita di responsabilit programmatorie, di coordinamento, di costruzione di reti la funzione valutativa va assumendo importanza cruciale. . 3. cosa si intende per valutazione del lavoro sociale... la valutazione rappresentauna funzione st

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LA VALUTAZIONE DI SERVIZIO SOCIALE Modelli e strumenti Genova 25 novembre 2008

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Presentation Transcript


    1. 1 LA VALUTAZIONE DI SERVIZIO SOCIALE Modelli e strumenti Genova 25 novembre 2008 La valutazione professionale dott.ssa Francesca Merlini Universit Cattolica Sacro Cuore Brescia ........

    2. 2 professione di assistente sociale sempre pi investita di responsabilit programmatorie, di coordinamento, di costruzione di reti la funzione valutativa va assumendo importanza cruciale

    3. 3 cosa si intende per valutazione del lavoro sociale.. la valutazione rappresenta una funzione strategica di conoscenza e apprendimento E un processo nel quale si raccolgono dati e informazioni si analizzano si esprimono giudizi si identificano linee di cambiamento si mettono a punto strategie migliorative si documentano i risultati ottenuti

    4. 4 Valutare significa garantire senso alle azioni intraprese avviare processi di riflessione e consapevolezza Se ricorriamo alletimo della parola dal latino valre: dare valore In tal senso una costruzione di significato detto in altri termini

    5. 5 lassistente sociale valuta in pi momenti della propria attivit professionale: valuta le domande al momento dellaccesso dei cittadini al sistema dei servizi quando il Tribunale chiede di realizzare indagini sociali in itinere, quando si ritrova a dover ripensare ai progetti di intervento individualizzato gli esiti dei progetti di prevenzione e di sviluppo di comunit i servizi che deve coordinare le politiche territoriali quando ha funzioni di programmazione zonale ecc.

    6. 6 che cosa si valuta nei servizi sociali Una delle ipotesi metodologiche che sostengono i lavori presentati in questo volume che quale che sia il livello valutativo affrontato (caso, servizio o politica), lapproccio metodologico adottabile contiene molte somiglianze, si realizzano infatti gli stessi passi quando costruiamo un disegno valutativo per il progetto su un caso e anche quando intendiamo valutare una politica nazionale, infatti in entrambi i casi si deve seguire un percorso logico molto simile; la valutazione viene cos a rappresentare, nel nostro campo, una sorta di approccio frattale,4 infatti dal livello pi micro (lintervento sul caso) a quello pi macro (la politica sociale di un territorio ampio) gli attori adottano gli stessi principi metodologici e i livelli si alimentano vicendevolmente attraverso la trasmissione di dati, opinioni, documentazioni. Nella nostra esperienza si rivelato molto utile applicare ai processi di valutazione del lavoro dellassistente sociale cinque principi5 che consentono di impostare in modo corretto metodologie e strumenti e, di conseguenza, di realizzare valutazioni attendibili ed efficaci in un rapporto di correttezza tra i diversi attori coinvolti. Una delle ipotesi metodologiche che sostengono i lavori presentati in questo volume che quale che sia il livello valutativo affrontato (caso, servizio o politica), lapproccio metodologico adottabile contiene molte somiglianze, si realizzano infatti gli stessi passi quando costruiamo un disegno valutativo per il progetto su un caso e anche quando intendiamo valutare una politica nazionale, infatti in entrambi i casi si deve seguire un percorso logico molto simile; la valutazione viene cos a rappresentare, nel nostro campo, una sorta di approccio frattale,4 infatti dal livello pi micro (lintervento sul caso) a quello pi macro (la politica sociale di un territorio ampio) gli attori adottano gli stessi principi metodologici e i livelli si alimentano vicendevolmente attraverso la trasmissione di dati, opinioni, documentazioni. Nella nostra esperienza si rivelato molto utile applicare ai processi di valutazione del lavoro dellassistente sociale cinque principi5 che consentono di impostare in modo corretto metodologie e strumenti e, di conseguenza, di realizzare valutazioni attendibili ed efficaci in un rapporto di correttezza tra i diversi attori coinvolti.

    7. 7 Valutazioni sociali

    8. 8 Valutazioni multidimensionali

    9. 9 le esperienze condotte in questi anni ci hanno suggerito .. fondamentale che lassistente sociale adotti unimpostazione metodologica rigorosa, alla quale dedicare unattenzione specifica quale che sia lunit di analisi della valutazione Le esperienze condotte in questi anni ci hanno inoltre suggerito che opportuno che lassistente sociale adotti unimpostazione metodologica rigorosa, alla quale dedicare unattenzione specifica quale che sia lunit di analisi della valutazione . Nelle diverse esperienze dei nostri gruppi di lavoro, attivit formative e di supervisione, e ricerche valutative relative a specifichi servizi o politiche, abbiamo anche riscontrato che molti assistenti sociali, pur esercitando in modo crescente funzioni valutative in numerosi campi della propria attivit, spesso non esplicitano sufficientemente i passaggi metodologici, i criteri, gli indicatori e gli strumenti che usano per esercitare tale funzione. Importante consolidare metodologie valutative, per arginare alcuni rischi professionali: la difficolt a esplicitare e documentare a terzi i criteri delle proprie valutazioni e le analisi che portano a formulare i propri giudizi la difficolt a legittimarsi nella propria funzione valutativa e ad assumersi responsabilit di giudizio Le esperienze condotte in questi anni ci hanno inoltre suggerito che opportuno che lassistente sociale adotti unimpostazione metodologica rigorosa, alla quale dedicare unattenzione specifica quale che sia lunit di analisi della valutazione . Nelle diverse esperienze dei nostri gruppi di lavoro, attivit formative e di supervisione, e ricerche valutative relative a specifichi servizi o politiche, abbiamo anche riscontrato che molti assistenti sociali, pur esercitando in modo crescente funzioni valutative in numerosi campi della propria attivit, spesso non esplicitano sufficientemente i passaggi metodologici, i criteri, gli indicatori e gli strumenti che usano per esercitare tale funzione. Importante consolidare metodologie valutative, per arginare alcuni rischi professionali: la difficolt a esplicitare e documentare a terzi i criteri delle proprie valutazioni e le analisi che portano a formulare i propri giudizi la difficolt a legittimarsi nella propria funzione valutativa e ad assumersi responsabilit di giudizio

    10. 10 1. principio di autovalutazione ogni soggetto interessato dalla valutazione responsabile e primo utilizzatore della propria valutazione

    11. 11 2. principio dei diversi livelli di valutazione il processo di valutazione interessa tutti i livelli istituzionali coinvolti nell erogazione di un intervento

    12. 12 Principio di non autoreferenzialit: le valutazioni vanno condotte, per quanto possibile, sulla base di connessioni fra pi fonti e riscontri oggettivi. Il tema della presunta oggettivit o non oggettivit dei processi valutativi ampiamente dibattuto. Noi, senza la pretesa di risolvere una questione annosa e aperta, ci limitiamo a presentare un contributo che riteniamo particolarmente utile per il nostro campo (quello dei servizi sociali). Lo schema che segue, proposto da Alfoldi (1999) ci consente infatti di sottolineare che, se prima di una valutazione ci troviamo in una condizione di soggettivit assoluta, nella quale gli attori hanno implicitamente o esplicitamente formato proprie soggettive opinioni sul problema in esame, il tentativo della valutazione di avvicinarsi allasse delloggettivit, attraverso un approccio di ricerca che rileva dati, informazioni e opinioni degli stakeholder. Tuttavia, loggettivit assoluta, nel campo dei servizi alla persona, non si raggiunge mai, infatti, la curva (tecnicamente definita asintotica) non raggiunge mai lasse delloggettivit. Si tratta a nostro avviso di uno schema interessante e utile perch introduce diversi elementi di consapevolezza sui processi valutativi; da un lato attribuisce al soggetto o ai soggetti valutatori le proprie responsabilit, ricordando la loro discrezionalit nella formulazione dei giudizi, dallaltra li motiva rispetto al valore e al senso della valutazione degli interventi e delle politiche sociali, li spinge, in definitiva, a intraprendere la difficile strada verso la ricerca di una maggiore obbiettivit e profondit nel trattare i problemi. Principio di non autoreferenzialit: le valutazioni vanno condotte, per quanto possibile, sulla base di connessioni fra pi fonti e riscontri oggettivi. Il tema della presunta oggettivit o non oggettivit dei processi valutativi ampiamente dibattuto. Noi, senza la pretesa di risolvere una questione annosa e aperta, ci limitiamo a presentare un contributo che riteniamo particolarmente utile per il nostro campo (quello dei servizi sociali). Lo schema che segue, proposto da Alfoldi (1999) ci consente infatti di sottolineare che, se prima di una valutazione ci troviamo in una condizione di soggettivit assoluta, nella quale gli attori hanno implicitamente o esplicitamente formato proprie soggettive opinioni sul problema in esame, il tentativo della valutazione di avvicinarsi allasse delloggettivit, attraverso un approccio di ricerca che rileva dati, informazioni e opinioni degli stakeholder. Tuttavia, loggettivit assoluta, nel campo dei servizi alla persona, non si raggiunge mai, infatti, la curva (tecnicamente definita asintotica) non raggiunge mai lasse delloggettivit. Si tratta a nostro avviso di uno schema interessante e utile perch introduce diversi elementi di consapevolezza sui processi valutativi; da un lato attribuisce al soggetto o ai soggetti valutatori le proprie responsabilit, ricordando la loro discrezionalit nella formulazione dei giudizi, dallaltra li motiva rispetto al valore e al senso della valutazione degli interventi e delle politiche sociali, li spinge, in definitiva, a intraprendere la difficile strada verso la ricerca di una maggiore obbiettivit e profondit nel trattare i problemi.

    13. 13 SCHEMA DELLA "TENSIONE DEL VALUTATORE"

    14. 14 4. principio di confrontabilit le valutazioni devono essere condotte sulla base di criteri di giudizio e metodi omogenei e permettere confronti nel corso del tempo, anche fra pi esperienze

    15. 15 5. Principio di trasparenza le valutazioni devono essere condotte sulla base di criteri di trasparenza ovvero attraverso attivit chiare, esplicite e documentate per i diversi livelli e soggetti coinvolti (chi ha diritto di sapere)

    16. 16 Rigore del metodo: disegno della valutazione la valutazione deve essere guidata da un piano, o disegno della ricerca valutativa c bisogno di un percorso, di un progetto valutativo, che leghi il contesto in cui si situa ci che viene valutato, i vari attori sociali che hanno a che fare con esso, gli scopi della valutazione.la valutazione non pu essere unindustria standardizzata, ma un artigianato che lavora sempre su misura, se vuole lavorare bene (Bezzi C. 2006) Affermare che la ricerca valutativa ( che fa parte della pi ampia ricerca sociale) ha un disegno, significa semplicemente affermare il suo carattere di progetto, c un prima e c un dopo, c ununit sistemica che deve essere compresa prima di iniziare a pensare alla valutazione, perch deve guidarne la costruzione tappa per tappa Il disegno un percorso, un po come un viaggio (anche se la metafora un po logora..) I passaggi metodologici funzionali a costruire un disegno di valutazione possono essere diversi a seconda degli approcci che si intendono adottare e delloggetto della valutazione. Quale che sia la scelta operata per avviare la costruzione del disegno valutativo, appare per sempre opportuno seguire un percorso articolato in diversi passaggi logici. Sui tali passaggi i pi diffusi approcci alla valutazione presentano accenti e sottolineature presentiamo un percorso, articolato in 11 passi. Non si tratta, ovviamente, del miglior percorso possibile, ma ci sentiamo di suggerirlo poich lo abbiamo sperimentato con soddisfazione e successo in molte esperienze di valutazione con assistenti sociali, esso infatti si rivelato utile sia che il focus fosse sul singolo caso, sia su un intervento o su una politica, sia sul lavoro dellassistente sociale nel suo complesso. Affermare che la ricerca valutativa ( che fa parte della pi ampia ricerca sociale) ha un disegno, significa semplicemente affermare il suo carattere di progetto, c un prima e c un dopo, c ununit sistemica che deve essere compresa prima di iniziare a pensare alla valutazione, perch deve guidarne la costruzione tappa per tappa Il disegno un percorso, un po come un viaggio (anche se la metafora un po logora..) I passaggi metodologici funzionali a costruire un disegno di valutazione possono essere diversi a seconda degli approcci che si intendono adottare e delloggetto della valutazione. Quale che sia la scelta operata per avviare la costruzione del disegno valutativo, appare per sempre opportuno seguire un percorso articolato in diversi passaggi logici. Sui tali passaggi i pi diffusi approcci alla valutazione presentano accenti e sottolineature presentiamo un percorso, articolato in 11 passi. Non si tratta, ovviamente, del miglior percorso possibile, ma ci sentiamo di suggerirlo poich lo abbiamo sperimentato con soddisfazione e successo in molte esperienze di valutazione con assistenti sociali, esso infatti si rivelato utile sia che il focus fosse sul singolo caso, sia su un intervento o su una politica, sia sul lavoro dellassistente sociale nel suo complesso.

    17. 17 Rigore del metodo: disegno della valutazione 1 Individuazione della FINALIT della valutazione A. Si intende valutare il fabbisogno dellanziano Sig. X per definire il tipo di intervento pi adatto a lui oggi (domiciliare, residenziale, ecc.) B. Si intende valutare lintervento di assistenza domiciliare anziani, per meglio allocare le risorse disponibili

    18. 18 Rigore del metodo: disegno della valutazione 2 Identificazione dello SCOPO (la mission) dell'evaluando A. Il progetto sul Sig. X si propone di mantenerlo al suo domicilio il pi a lungo possibile, favorendo il mantenimento dellautosufficienza e garantendogli sicurezza, dignit e compagnia nella sua vita quotidiana. B. Il Servizio di assistenza domiciliare garantisce interventi per favorire il pi possibile la permanenza dellanziano e della persona disabile nel proprio contesto familiare e sociale. Il Sad si fonda sui seguenti valori: il rispetto dellunicit della persona, il favorire e sostenere le scelte di vita individuali.

    19. 19 Rigore del metodo: disegno della valutazione 3 Identificazione delle DIMENSIONI da valutare A. Si indagher il fabbisogno dellanziano Sig. X in relazione al suo grado di autosufficienza. B. Si indagher la dimensione organizzativa del servizio erogato, oppure la dimensione relazionale o infine quella specificamente professionale

    20. 20 Rigore del metodo: disegno della valutazione 4 Identificazione dei CRITERI di valutazione B. Si indagher se il servizio garantisce la continuit assistenziale, la tempestivit dellintervento, lintegrazione con altri servizi, la flessibilit organizzativa, la capacit relazionale degli operatori, ecc.

    21. 21 Rigore del metodo: disegno della valutazione 5 Identificazione degli INDICATORI A. Grado di autosufficienza/n. di ore di assistenza domiciliare quotidiane ricevute. B. N. di sostituzioni/n. di assenze per malattia.

    22. 22 Rigore del metodo: disegno della valutazione 6 Identificazione degli STRUMENTI E DELLE FONTI informative

    23. 23 Rigore del metodo: disegno della valutazione 7 RILEVAZIONE sul campo A. Si decide chi rileva le informazioni richieste dalla scheda, come (modalit relazionali) e quando (allaccesso, alla visita domiciliare, ecc.). B. Si decide come vengono somministrati i questionari di soddisfazione e con quali regole (anonimato, ecc.).

    24. 24 Rigore del metodo: disegno della valutazione 8 ANALISI DEI DATI e delle informazioni raccolte.

    25. 25 Rigore del metodo: disegno della valutazione 9 VALUTAZIONE vera e propria (espressione di un giudizio)

    26. 26 Rigore del metodo: disegno della valutazione 10 Individuazione delle STRATEGIE DI MIGLIORAMENTO

    27. 27 Rigore del metodo: disegno della valutazione 11 RESTITUZIONE DEI RISULTATI della valutazione agli stakeholders (chi ha diritto di sapere e chi utile che sappia)

    28. 28 Rigore del metodo: disegno della valutazione Individuazione della finalit della valutazione Identificazione dello scopo (la mission) dell'evaluando Identificazione delle dimensioni da valutare. Identificazione dei criteri di valutazione Identificazione degli indicatori Identificazione degli Strumenti e delle Fonti informative Rilevazione sul campo Analisi dei dati e delle informazioni raccolte. Valutazione vera e propria (espressione di un giudizio) Individuazione delle strategie di miglioramento Restituzione dei risultati della valutazione agli stakeholders (chi ha diritto di sapere e chi utile che sappia).

    29. 29 Gli strumenti della valutazione: lesito di ricerche empiriche

    30. 30 Il protocollo per le indagini sociali Teresa Bertotti Valutare nellarea dellinfanzia e delladolescenza in De Ambrogio U., Bertotti T., Merlini F., Lassistente sociale e la valutazione, Carocci, 2007, Roma Il contributo fa riferimento alle riflessioni generate da un gruppo di ricerca avviato alcuni anni fa che ha prodotto uno strumento metodologico la cui diffusione ha consentito un costante confronto e rielaborazione, favorendo il rafforzamento delle capacit di valutazione degli assistenti sociali. Gli assistenti sociali sono spesso chiamati a esprimere valutazioni nellarea dei minori, Nellarea dei minori lazione valutativa dellassistente sociale connessa allattuale o prefigurabile intervento dellautorit giudiziaria e contribuisce allassunzione di decisioni fondamentali per la vita di adulti, bambini, ragazzi: rispetto ad altre aree di intervento quindi densa di complesse implicazioni emotive, producendo, come abbiamo illustrato in precedenza, unintensificazione e unamplificazione sia dei vissuti individuali sia degli aspetti psicologici normalmente presenti nella relazione tra valutato e valutatore. Inoltre questarea caratterizzata da un elevato grado di visibilit e di esposizione: il lavoro dellassistente sociale viene osservato, analizzato, guardato e utilizzato dai giudici del Tribunale, dagli avvocati, dai responsabili di servizio e da colleghi della propria e di altrui professioni. probabile che sia questinsieme di motivi che spiegano perch in questarea che si sono manifestate le prime esigenze di riflettere sulla funzione valutativa, supportandola con specifiche strumentazioni. Il contributo fa riferimento alle riflessioni generate da un gruppo di ricerca avviato alcuni anni fa che ha prodotto uno strumento metodologico la cui diffusione ha consentito un costante confronto e rielaborazione, favorendo il rafforzamento delle capacit di valutazione degli assistenti sociali. Gli assistenti sociali sono spesso chiamati a esprimere valutazioni nellarea dei minori, Nellarea dei minori lazione valutativa dellassistente sociale connessa allattuale o prefigurabile intervento dellautorit giudiziaria e contribuisce allassunzione di decisioni fondamentali per la vita di adulti, bambini, ragazzi: rispetto ad altre aree di intervento quindi densa di complesse implicazioni emotive, producendo, come abbiamo illustrato in precedenza, unintensificazione e unamplificazione sia dei vissuti individuali sia degli aspetti psicologici normalmente presenti nella relazione tra valutato e valutatore. Inoltre questarea caratterizzata da un elevato grado di visibilit e di esposizione: il lavoro dellassistente sociale viene osservato, analizzato, guardato e utilizzato dai giudici del Tribunale, dagli avvocati, dai responsabili di servizio e da colleghi della propria e di altrui professioni. probabile che sia questinsieme di motivi che spiegano perch in questarea che si sono manifestate le prime esigenze di riflettere sulla funzione valutativa, supportandola con specifiche strumentazioni.

    31. 31 Elaborato un protocollo metodologico e uno specifico strumento volto a facilitare lespressione del parere diagnostico che ha permesso di scomporre le diverse tappe del processo valutativo rendendolo pi visibile, trasparente, argomentabile e confrontabile seguendo i principi metodologici della valutazione migliorando la funzione professionale di valutatore

    32. 32 le tappe della valutazione.. Definizione del campo: Chi chiede Cosa chiede - loggetto della valutazione e le finalit Le ipotesi che intendo verificare Individuare: Le aree significative da indagare (le dimensioni, i criteri e gli indicatori) Le fonti e gli strumenti Raccogliere le informazioni dalla famiglia e le altre fonti Analisi dei risultati e valutazione vera e propria (diagnosi sociale) Le strategie per il miglioramento e la prognosi La restituzione ai richiedenti e agli interessati

    33. 33 La griglia di analisi ha lo scopo di collocare gil elementi informativi che vengono man mano raccolti dagli operatori nel corso dellindagine, nei vari colloqui con i testimoni significativi. Lo scopo della griglia di riempire le diverse caselle distinguendo ci che viene considerato un fattore di rischio, elemento di malesse e ci che viene considerato fattore protettivo, elemento positivo, risorsa .. Con i relativi indicatori ovvero gli elementi concreti descrittivi, gli episodi che spiegano e rendono visibile la rilevazione di quel fattore pian piano le caselle si riempiono, ovvero possibile vedere quali caselle sono pi piene e quali pi vuote Questo strumento ha permesso di visualizzare la necessit di considerare accanto ai fattori di rischio, i fattori protettivi, le risorse su cui si pu contare e su cui basare il progetto futuro La griglia di analisi ha lo scopo di collocare gil elementi informativi che vengono man mano raccolti dagli operatori nel corso dellindagine, nei vari colloqui con i testimoni significativi. Lo scopo della griglia di riempire le diverse caselle distinguendo ci che viene considerato un fattore di rischio, elemento di malesse e ci che viene considerato fattore protettivo, elemento positivo, risorsa .. Con i relativi indicatori ovvero gli elementi concreti descrittivi, gli episodi che spiegano e rendono visibile la rilevazione di quel fattore pian piano le caselle si riempiono, ovvero possibile vedere quali caselle sono pi piene e quali pi vuote Questo strumento ha permesso di visualizzare la necessit di considerare accanto ai fattori di rischio, i fattori protettivi, le risorse su cui si pu contare e su cui basare il progetto futuro

    34. 34 Questo impianto metodologico stato proposto, discusso e sperimentato in numerose iniziative formative rivolte ad assistenti sociali la metodologia della valutazione ha permesso di rivisitare e riscoprire i saperi maturati nellambito del lavoro con i bambini maltrattati e le loro famiglie, potenziandoli reciprocamente le tappe del disegno di valutazione hanno permesso di ricollocare le riflessioni sulloperativit degli assistenti sociali in un luogo concettuale nuovo, generando un diverso modo di guardare e affrontare alcuni passaggi critici (avvio dellindagine, la difficile relazione tra operatore e genitore , la restituzione degli esiti negativi.. che spesso producono situazioni di stallo, irrigidimenti e atteggiamenti burocratici)

    35. 35 Linsieme di questi accorgimenti e di una metodologia che supporta la funzione valutativa in modo rigoroso e contemporaneamente flessibile ha permesso agli assistenti sociali che hanno utilizzato questo metodo di gestire con pi serenit e trasparenza sia la relazione con i genitori sia quella con i bambini In termini di risultati, tutti gli assistenti sociali che hanno utilizzato lo strumento proposto riportano che esso ha consentito di: mettere ordine nei pensieri, dando una struttura alla relazione con la famiglia fornire una preziosa traccia di esplorazione utile per trovare il giusto equilibrio tra lo sguardo rivolto al bambino e lo sguardo volto al genitore

    36. 36 La scheda di autovalutazione del lavoro degli assistenti sociali

    37. 37 valutare lintervento professionale finalit mettere a punto uno strumento di autovalutazione del lavoro degli assistenti sociali, utile per riflettere sulla propria attivit e introdurre possibili cambiamenti migliorativi

    38. 38 la scheda di autovalutazione scopi La scheda si pertanto proposta come strumento funzionale ad una autoriflessione dei singoli professionisti, per trarre informazioni e considerazioni utili, per intraprendere percorsi di cambiamento e miglioramento del proprio operato

    39. 39 Gli interventi sono stati realizzati in percorsi hanno coinvolto circa 120 assistenti sociali di ambiti territoriali diversi I percorsi si sono caratterizzati occasioni di progettazione partecipata di un metodo e di uno strumento di autovalutazione

    40. 40 la scheda di autovalutazione LA scheda si pertanto proposta come strumento funzionale ad una autoriflessione dei singoli professionisti, i quali ne possono trarre informazioni e considerazioni utili per intraprendere dei percorsi di cambiamento e miglioramento del proprio operato a partire dalla propria discrezionalit di ruolo. La scheda suddivisa in 4 moduli. I moduli 1 2 e 3 sono relativi alle tre dimensioni valutative individuate come cruciali nel lavoro dellassistente sociale: il modulo 1 riguarda la dimensione relazionale, il modulo 2 la dimensione tecnico-metodologica, il modulo 3 quella organizzativa.

    41. 41 la scheda di autovalutazione Le schede di ogni modulo sono strutturate in 4 colonne: la prima comprende larticolazione di ciascuna dimensione secondo i criteri di qualit del lavoro dellassistente sociale in quella dimensione, la seconda gli indicatori, presentati sotto forma di domanda, funzionali a misurare ciascun criterio attraverso informazioni oggettive ed opinioni soggettive. La terza e la quarta colonna invitano il compilatore ad identificare se, dopo la risposta alle relative domande, considera la propria concreta realizzazione del criterio in esame un punto di forza o un punto debole del proprio lavoro;

    42. 42 la scheda di autovalutazione Il modulo 4 relativo alla valutazione sintetica del lavoro dellassistente sociale. Si chiede al compilatore dapprima di riassumere i punti critici e i punti di forza emersi in precedenza relativamente a ciascun criterio, poi di considerarli in relazione alla dimensione qualitativa esaminata, in modo di avere una visione sintetica utile per esprimere un giudizio sul proprio lavoro e individuare le possibile strategie di miglioramento

    43. 43 ALCUNE RIFLESSIONI CONCLUSIVE Lo strumento ha il merito di consentire un percorso di autovalutazione vera e propria, ovvero di riflessione sulla propria pratica e di ripensamento in termini di individuazione di strategie di miglioramento (anche semplici ma possibili)

    44. 44 ALCUNE RIFLESSIONI CONCLUSIVE Importante focalizzare la valutazione sul proprio lavoro, riconoscimento del proprio ruolo Importante farlo costruendosi criteri, indicatori, elementi di analisi, impossessandosi della metodologia valutativa come competenza professionale Rischio di autoreferenzialit (importante che il lavoro di autovalutazione sia condotto sentendo e considerando altre fonti ed affiancando le fonti soggettive a fonti oggettive) Valore di apprendimento, di riconoscimento, di rendicontazione (dire agli altri chi sono e cosa faccio) Vantaggi di acquisizione di consapevolezza, di visione strategica, di recupero di motivazioni mature e consapevoli Veloce non solo nel risultato ma anche nel processo di costruzione del disegno, di analisi della propria esperienza, di confronto delle proprie esperienze con quelle degli altri, di cristallizzazione delle strategie possibili di cambiamento

    45. 45 DIMENSIONI Aspetti essenziali del lavoro\intervento che si intende valutare e che, considerate congiuntamente, ne caratterizzano lazione dimensione tecnico-metodologica che riguarda essenzialmente le competenze metodologiche e strumentali dimensione organizzativa che riguarda le competenze di gestione del ruolo sul fronte delle dinamiche istituzionali e interne allente di appartenenza dimensione relazionale che riguarda essenzialmente la gestione della relazione di aiuto

    46. 46 CRITERI I criteri sono stati costruiti sotto forma di decalogo della qualit del lavoro dellassistente sociale deducendoli sia dai valori costitutivi della professione, fortemente radicati nei partecipanti, che dai punti di forza e dai punti critici emersi dai lavori di analisi dei casi professionali realizzati in precedenza

    47. 47 CRITERI A titolo esemplificativo presentiamo il Decalogo messo a punto da un gruppo di as rispetto alla dimensione professionale. DIMENSIONE PROFESSIONALE: lassistente sociale fa un lavoro di qualit se: HA CONSAPEVOLEZZA DEL PROPRIO RUOLO HA UNA BUONA CONOSCENZA TEORICA E CAPACITA DI AGGIORNAMENTO HA CONOSCENZA E PADRONANZA DEL PROCESSO METODOLOGICO RIESCE A GESTIRE IL SUO TEMPO E A PRENDERE DISTANZA DAL RUOLO, FUORI DAL LAVORO CONOSCE E SA AGIRE I PRINCIPI DELLA DEONTOLOGIA E DELLETICA PROFSSIONALE HA AUTONOMIA E AUTOREVOLEZZA PROFESSIONALE HA CAPACIT DI SOSTEGNO NELLE AZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE E DI DARE VOCE AI DIRITTI DELLE PERSONE

    48. 48 INDICATORI Servono per misurare il grado di realizzazione dei criteri Consistono in elementi descrittivi della realt la cui presenza o assenza oppure maggiore o minore rilevanza, sono in grado di evidenziare se, e in che misura, un criterio sia positivamente rappresentato Gli indicatori sono stati costruiti sotto forma di domande alle quali ciascun assistente sociale poteva rispondere attingendo alla propria esperienza professionale; per ciascun criterio sono state identificate una o pi domande utili a descrivere il criterio prescelto

    49. 49 francesca.merlini@libero.ir

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