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prof. Luigi Biggeri Presidente Istat

Assemblea Generale Confindustria INDUSTRIA, OFFICINA DELLE IDEE. Per uscire dall’emergenza uno sguardo attento alle trasformazioni con focus su provincia di Arezzo e i suoi Sistemi Locali del Lavoro. prof. Luigi Biggeri Presidente Istat. Arezzo – 10 luglio 2009.

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Presentation Transcript


  1. Assemblea Generale Confindustria INDUSTRIA, OFFICINA DELLE IDEE Per uscire dall’emergenza uno sguardo attento alle trasformazionicon focus su provincia di Arezzo e i suoi Sistemi Locali del Lavoro prof. Luigi Biggeri Presidente Istat Arezzo – 10 luglio 2009

  2. Punto di partenza il Rapporto Annuale Istat • La crisi economica – che ha origine internazionale e che ha colpito tutte le economie – è indubbiamente di vaste dimensioni e d’intensità inconsueta • Ha natura transitoria – come tutte le crisi economiche – e vi sono segnali di rallentamento della discesa • Interrogativi assillanti turbano i cittadini, le famiglie e gli operatori economici e si riflettono sulle aspettative e sul clima di fiducia • Importante capire - quale era la situazione prima che la recessione intervenisse pesantemente - quali sono stati gli impatti negativi che la crisi ha provocato - come gli operatori coinvolti hanno reagito e su quali aree intervenire per uscire dalla crisi in modo da minimizzarne i danni e realizzare riforme strutturali

  3. Per uscire dall’emergenzauno sguardo attento alle trasformazioni • Le analisi non si limitano ai valori medi, ma sono estese e ricomposte per: - gruppi omogenei di imprese - segmenti del mercato del lavoro - tipologie di famiglie • Sono finalizzate all’interpretazione delle trasformazioni in atto per capire - quando le eterogeneità e le differenze sono un valore - quando invece individuano aree di rischio - quando si richiedono interventi appropriati

  4. Indice presentazione • L’evoluzione congiunturale della crisi • Le realtà produttive tra potenzialità e nuovi rischi • crescita delle imprese e produttività • analisi finanziaria ai prodromi della crisi • Mercato del lavoro e condizioni economiche delle famiglie • Sviluppo locale: domanda di edificazione e reti migratorie interne • L’immigrazione straniera: stabilità e trasformazioni • Considerazioni conclusive

  5. Gli scenari attuali della società italiana La recente congiuntura economica

  6. Andamento della congiuntura (1) • Il quadro congiunturale continua ad essere negativo a tutti i livelli territoriali e settoriali, gli indicatori sono negativi a partire dalla metà del 2008 • La crisi si è manifestata innanzitutto nei suoi effetti finanziari: le restrizioni al credito hanno condizionato i programmi e le aspettative delle imprese, mentre la caduta dei corsi azionari ha intaccato i risparmi delle famiglie • Gli impulsi recessivi, originatisi negli Stati Uniti e negli altri paesi avanzati, hanno investito l’economia reale e si sono propagati rapidamente attraverso i flussi di commercio internazionale • Ad Arezzo un po’ meglio, o meno peggio, in media rispetto alle altre aree

  7. Andamento della congiuntura (2): produzione, ecc.

  8. Andamento della congiuntura (3):Prezzi

  9. Ad Arezzo la dinamica dei prezzi al consumo è stata più lenta di quella nazionale nella prima parte del 2008. A partire dal mese di giugno, invece, il rallentamento dei prezzi al consumo è meno evidente. A maggio 2009 l’indice dei prezzi di Arezzo risulta più elevato in tutti i capitoli di spesa(soprattutto energia e istruzione) a eccetto delle comunicazioni Andamento della congiuntura: Prezzi – focus su Arezzo

  10. I riflessi della crisi internazionale sulle esportazioni – focus province della Toscana anni2007-2008 Il calo di domanda internazionale ha prodotto un calo delle esportazioni della Toscana del 5,1%. La provincia di Arezzo registra una performance superiore (+1,7%) rispetto alla media nazionale (-0,2%) All’interno della provincia di Arezzo sono diminuite in modo consistente le esportazioni del tessile, cuoio e abbigliamento. Un consistente contributo positivo è venuto dal secondo comparto più rappresentativo: Metalli e in particolare metalli preziosi, dall’alimentare e dalla meccanica di preci-sione. Tiene l’oreficeria.

  11. I riflessi della crisi internazionale sulle esportazioni – focus province della Toscana (primo trimestre 2009) Nel primo trimestre dell’anno la crisi ha investito in modo più consistente il comparto manifatturiero della Toscana (-16,7%). La provincia di Arezzo registra una sostanziale stabilità (+1,3%) in linea con la performance registrata nel corso del 2008 Sempre nel primo periodo dell’anno, per la provincia di Arezzo sono diminuite in modo consistente le esportazioni della chimica e del comparto orafo (-17,3%). Tuttavia continua: la buona performance del settore dei metalli (che diventa il comparto più rappresentativo in termini di export: dal 26,5% al 38,1%) e dei prodotti alimentari.

  12. Gli scenari attuali della società italiana Le realtà produttive tra nuovi rischi e potenzialità • dinamiche di crescita delle imprese • i processi di ristrutturazione • analisi finanziaria ai prodromi della crisi • Quando possibile per i Sistemi Locali del Lavoro della provincia di Arezzo

  13. Sistemi locali del lavoro della provincia di Arezzo I Sll che interessano la provincia di Arezzo sono 7: Arezzo, Pratovecchio, Bibbiena, Pieve Santo Stefano, Montevarchi, San Sepolcro e Cortona, oltre al Sll di Sinalunga (Siena) che include i comuni di Foiano della Chiana, Marciano della Chiana e Lucignano e il Sll di Piandimeleto (PS) che include il comune di Sestino. Quattro sistemi locali sono monoprovinciali (Arezzo, Pratovecchio, Bibbiena, Pieve Santo Stefano, San Sepolcro); I rimanentiinterprovinciali: Montevarchi, con Firenze, e Cortona, con Perugia. Problema collegamenti stradali e ferroviari e, in generale, delle infrastrutture

  14. L’Italia nel contesto europeo:performance delle impreseanno 2006 Rapporto tra performance delle imprese manifatturiere italiane (in termini di produttività, costo del lavoro per dipendente, competitività (= reciproco del CLUP) e redditività) rispetto alle principali economie europee Risultaticomplessivamente poco brillanti del nostro sistema produttivo condizionati dalla rilevante presenza di microimprese (1-9 addetti), caratterizzate da minore intensità di capitale

  15. Struttura delle imprese – focus territoriale: province della Toscana e Sll di Arezzo anno 2007 Imprese della Toscana per macrosettore e classe di addetti (valori assoluti)

  16. Struttura delle imprese – focus territoriale: province della Toscana e Sll di Arezzo anno 2007Molte micro impese, ma nell’industria relativamente meno che in Italia e Toscana Imprese della Toscana per macrosettore e classe di addetti (valori percentuali di riga)

  17. Struttura delle imprese– focus territoriale: province della Toscana e Sll di Arezzo anno 2007 Addetti delle imprese della Toscana per macrosettore e classe di addetti (valori assoluti)

  18. Struttura delle imprese– focus territoriale: province della Toscana e Sll di Arezzo anno 2007 Addetti delle imprese della Toscana per macrosettore e classe di addetti(valori % di riga)

  19. Una specificità produttiva della provincia di Arezzo: l’oreficeria Unità locali e addetti alle imprese del settore orafo e della manifattura, per la provincia di Arezzo e per la regione Toscana – Anni 2004-2006 (v.a., valori e variazioni percentuali)

  20. Dinamiche di crescita delle imprese – focus territoriale: Toscana e sistemi locali della provincia di Arezzo Imprese, addetti, fatturato e fatturato per addetto delle imprese - Anni 1999-2006 (tassi medi annui di variazione percentuale) • I Sll della provincia di Arezzo, non presentano performance particolarmente positive in termini di imprese e addetti, ad eccezione del sistema di Montevarchi; in termini di fatturato la situazione risulta più variegata e spiccano le performance fortemente positive di Pieve Santo Stefano e Montevarchi e anche di Bibbiena e Arezzo.

  21. Dinamica d’impresa - focus territoriale: Toscana e provincia di Arezzo Imprese, addetti e crescita di fatturato per evento demografico per la Toscana e la provincia di Arezzo (a) – Anni 1999-2006 (valori assoluti in migliaia e valori percentuali) • Le sezioni di di attività economica osservate sono le seguenti: Manifattura (D), Costruzioni (F), Servizi privati (G-H-I-K). Arezzo: minore turnover e trasformazione, ma maggiore aumento del fatturato

  22. La crescita in termini di produttività e fatturato anni 1999-2006 • Crescita di entrambi gli indicatori superiore alla media nazionale caratterizza le aree urbane non specializzate e i sistemi dell’abbigliamento, dell’occhialeria, della fabbricazione di macchine, dell’agroalimentare, della produzione e lavorazione dei metalli, della chimica e del petrolio. • Negative, all’opposto, le performance dei sistemi turistici e delle aree urbane a bassa specializzazione che, con i sistemi della filiera “pelli, cuoio e calzature”, si collocano al di sotto dei valori medi nazionali. • Gli altri Sll mostrano strategie miste di riorganizzazione dei processi e di riposizionamento sui mercati: - contributo positivo alla crescita del fatturato privilegiando la crescita occupazionale a scapito dei guadagni di produttività: - perdita di terreno in termini di output, ma recuperi di produttività superiori alla media, a segnalare verosimilmente percorsi di ristrutturazione non ancora compiuti: molti sistemi del made in Italy (tessile, legno e mobili), e della manifattura pesante (mezzi di trasporto e materiali da costruzione).

  23. Imprese sempre attive: b) Imprese sempre attive: c) Componente demografica • componente intra-imprese componente riallocazione Produttività del lavoro anni 1999 - 2006 • La scomposizione della crescita complessiva(+23,3 per cento) è da attribuirsi a: 48 per cento al comportamento individuale delle imprese, che investono in nuovi processi e nuove tecnologie per aumentare la propria produttività; 35 per cento alla riallocazione di quote di mercato a favore delle imprese più efficienti; 17 per cento agli effetti della demografia delle imprese, che vede la nascita di nuovi soggetti (in misura prevalente) e l’uscita dal mercato di quelli meno redditizi e meno produttivi (in misura più contenuta)

  24. Produttività del lavoro – focus territoriale: sistemi locali della Toscana e Arezzo (anni 1999 – 2006) Processi di ristrutturazione modificato il quadro territoriale e settoriale

  25. L’analisi sulla performance economica e finanziaria delle imprese Tutte le analisi si riferiscono alla sede legale dell’imprese e pertanto, per le grandi imprese, non si tiene conto della diversa localizzazione delle filiali Costruzione di indicatori sulla performance delle imprese (in forma di ditte individuali, società di persone e società di capitale) scendendo al dettaglio territoriale del sistema locale del lavoro e mantenendo un soddisfacente grado di affidabilità statistica.

  26. L’Italia nel contesto europeo: analisi finanziariaanno 2007 • Le società di capitale italiane appaiono mediamente più indebitate di quelle spagnole e di quelle francesi e mostrano valori molto simili a quelle tedesche • Spiccata preferenza (?) delle nostre aziende per i debiti a breve • Importanza del sostegno delsistema bancario (mancato!)

  27. I due sottoinsiemi di analisi: società di capitale e imprese individuali – focus territoriale: Sll della provincia di Arezzo anno 2007 Quota di addetti per forma giuridica di impresa • L’analisi della solidità del sistema delle imprese è svolta su due sottoinsiemi di analisi (Società di capitale e imprese individuali): • Il primo raccoglie circa la metà degli addetti impiegati presso le imprese dell’industria e dei servizi privati (esclusi quelli bancari e assicurativi); la dimensione media è di circa 13 addetti per impresa • Il secondo rappresenta circa un terzo degli addetti totali, con una dimensione media di circa 2 lavoratori (esclusi i professionisti e i contribuenti minimi) • Arezzo più ditte individuali

  28. L’analisi dei Bilanci delle Società di capitale anno 2007 • La quota di capitale proprio è pari a circa il 31 per cento del totale delle attività, mentre i debiti commerciali e finanziari rappresentano quasi i due terzi del totale dimostrando un basso grado di capitalizzazione delle imprese italiane • A fronte di una consistente quota di debiti, si segnala una considerevole frazione di attivo circolante (crediti, scorte, titoli a breve e liquidità), pari a più della metà degli impieghi (circa il 55 per cento), mentre dal lato delle immobilizzazioni risulta di poco più elevata la quota di quelle materiali, che rappresentano solo il 21 per cento circa dell’attivo • Si evidenzia conferma la bassa intensità di capitale delle imprese italiane che produce in generale valori medi di produttività del lavoro alquanto contenuti, ma molto variabili da settore a settore a seconda della variabilità del grado di investimenti in immobilizzazioni tecniche

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