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Dir. Dott.. Luigi PIAZZA

Dir. Dott.. Luigi PIAZZA. La gestione delle ferite chirurgiche. Martedì 13 dicembre 2005. Dott. Antonio Falco. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA. La gestione delle ferite chirurgiche. Normalmente, una ferita chirurgica si chiude entro alcune ore.

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Presentation Transcript


  1. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Martedì 13 dicembre 2005 Dott. Antonio Falco

  2. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Normalmente, una ferita chirurgica si chiude entro alcune ore. Se non ci sono problemi, infatti, si può affermare che superate le prime 24 ore, dopo un intervento di chirurgia pulita (cardiochirugia, ortopedia, chir. vasc, etc) le ferite chirurgiche possono rimanere scoperte.

  3. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche

  4. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Protocolli generali La ferita chirurgica deve essere ispezionata almeno ogni giorno, infatti, può capitare che le medicazioni vengono sostituite più di una volta al giorno

  5. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche

  6. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche La valutazione comprende L’osservazione della linea di incisione La ricerca di eventuali segni tumefazione

  7. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche La formazione di un ernatorna (tumefazione piena di sangue) Altri segni di separazione dei margini cutanei che sono stati affrontati con i punti di sutura Una raccolta di siero Arrossamenti Segni di rottura della cute

  8. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Normalmente, una ferita chirurgica si chiude entro alcune ore. Se vi sono segni di sanguinamento, secrezione purulenta o ogni altro indizio che la ferita stessa non sta guarendo come dovrebbe, deve essere riferito e registrato

  9. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche

  10. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Deiscenza: rottura o separazione di alcuni o di tutti gli strati della ferita operatoria Eviscerazione: la ferita si apre completamente ed il contenuto della cavità (visceri) protrude attraverso l’incisione

  11. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche La deiscenza può verificarsi in qualsiasi momento durante il periodo postoperatorio, ma di solito avviene tra la 1^ e la 12^ giornata post-op. La separazione o la rottura in genere vengono rilevate in occasione di uno sforzo o di una sollecitazione improvvisa sulle linee di sutura (colpi di tosse etc)

  12. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche

  13. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche

  14. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche

  15. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Ruolo dell’infermiere L’osservazione deve essere particolarmente attenta a valutare qualsiasi secrezione presente sulla lesione In circa metà dei casi di deiscenza, nella medicazione che ricopre la ferita vi è un sensibile aumento della quantità di secrezione sieroematica prima che divenga evidente la separazione degli strati della ferita stessa

  16. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche E’ inutile dire che la deiscenza e l’eviscerazione possono essere eventi sconvolgenti per il paziente e l’infermiere Esse creano un’emergenza che rende necessario l’intervento chirurgico immediato e possono rappresentare complicazioni molto gravi

  17. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Cicatrizzazione La cicatrizzazione è un processo biologico complesso e dinamico, caratterizzato da una serie di eventi che s’innescano a catena e che conducono alla riparazione della ferita chirurgica

  18. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Cicatrizzazione La durata di questo complesso evento biologico ed il suo risultato finale variano in relazione al tipo di ferita, ovvero, a seconda che si tratti di una ferita lineare, suturata chirurgicamente o di una ferita traumatica, di un’ulcera, di un’ustione, etc…

  19. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Cicatrizzazione Per seconda intenzione Per prima intenzione

  20. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche La cicatrizzazione per prima intenzione E’ il processo di riparazione tissutale che si verifica nel caso di una ferita chirurgica ben approssimata In questi casi i margini della ferita sono ben accostati dalla sutura e la fibrina riempe completamente la minima distanza tra i tessuti La necrosi tissutale è ridotta ed in genere non si assiste ad infezione

  21. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Sequenza cronologica degli eventi Pochi minuti dopo il trauma Il fibrinogeno è attivato mediante gli enzimi ematici responsabili del processo coagulativo, si forma, così, una rete di fibrina che interrompe il sanguinamento

  22. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Sequenza cronologica degli eventi 24 ore I polimorfonucleati colonizzano la rete di fibrina; le cellule epiteliali iniziano il processo di moltiplicazione a partire dai bordi della ferita

  23. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Sequenza cronologica degli eventi 3 giorni La rete di fibrina viene invasa massivamente dai macrofagi; il tessuto di granulazione è evidente ai margini della ferita; una sottile lamina di cellule epiteliali copre ora la superficie della ferita

  24. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Sequenza cronologica degli eventi 5 giorni Il tessuto di granulazione riempie l’intera ferita ed è presente abbondante collagene

  25. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Sequenza cronologica degli eventi 2 settimane I fibroblasti continuano a moltiplicarsi ed il collagene ad accumularsi

  26. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Sequenza cronologica degli eventi 4 settimane L’epidermide sovrastante è adesso normale, di spessore adeguato ed inizia la rigenerazione di strutture annessiali; l’involuzione dei capillari e la contrazione della ferita è ormai evidente

  27. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Sequenza cronologica degli eventi 4 settimane La ferita comincia a modificare il suo colore da rosso a biancastro, si accresce velocemente, sebbene sia sempre più fragile del tessuto normale

  28. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche La cicatrizzazione per seconda intenzione Si ha in tutte quelle cicatrici con margini frastagliati, in cui esiste una perdita di sostanza ed i margini non sono affrontati in maniera corretta In questi casi si forma una rete di fibrina più ampia rappresentata macroscopicamente da una grossa crosta di colorito blunastro I processi infiammatori sono più evidenti e talora è presente una infezione

  29. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche La cicatrizzazione per seconda intenzione La crosta che sovrasta la ferita è più grande a mano a mano che l’epidermide inizia a ricoprire la parte più periferica della ferita, i margini della crosta iniziano a sollevarsi per completare il distacco in senso centripeto man mano che la riepitelizzazione si completa su tutta la superficie della ferita

  30. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche La cicatrizzazione per seconda intenzione Nei casi in cui l’epitelio superficiale cresca in crepe ed anfratti della cicatrice come accade, ad esempio, lungo i tragitti dei punti di sutura, stimola l’attività dei fibroblasti con eccessivo produzione di tessuto collagene; ciò spiega la maggiore evidenza del processo di cicatrizzazione nella sede di sutura

  31. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche La cicatrizzazione per seconda intenzione Produce costantemente un risultato estetico inferiore; i fasci di tessuto collagene nella cicatrice definitiva non sono quasi mai orientati nella stessa direzione del tessuto connettivo circostante; quest’ultimo va incontro ad una proliferazione eccessiva che oltrepassa i margini della ferita; la manifestazione più eclatante di questo fenomeno da origine ai cosidetti: CHELOIDI

  32. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche La tricotomia Le infezioni delle ferite chirurgiche sono, come frequenza, la terza causa delle infezioni nosocomiali fra i pazienti ospedalizzati; recenti studi indicano che tali infezioni possono aumentare la lunghezza della degenza di circa 7,4 gg e comportano, inoltre, costi aggiuntivi

  33. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche La tricotomia E’ stata tradizionalmente sempre considerata come una strategia preventiva al rischio infettivo, anche se le evidenze disponibili la indicano, invece, come un possibile fattore di rischio

  34. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Raccomandazioni per la pratica clinica Rasatura verso non rasatura Laddove possibile è preferibile procedere alla chirurgia senza eseguire la tricotomia piuttosto che utilizzare rasoi a lametta e questo per diminuire il rischio d’infezione della ferita chirurgica

  35. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Raccomandazioni per la pratica clinica Rasatura verso l’uso dei tagliacapelli E’ lo strumento preferibile per eseguire la tricotomia per prevenire il rischio infettivo della ferita chirurgica

  36. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Raccomandazioni per la pratica clinica Rasatura verso depilazione In pazienti sottoposti a chirurgia pulita (cardiochirurgia, etc.) la depilazione è preferibile alla rasatura con lametta al fine di ridurre il rischio d’infezione della ferita chirurgica

  37. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Raccomandazioni per la pratica clinica Tempo per la tricotomia pre-operatoria La tricotomia eseguita con tagliacapelli deve essere fatta il più vicino possibile all’intervento chirurgico, preferibilmente meno di due ore prima, per prevenire il rischio dell’infezione della ferita chirurgica

  38. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Tricotomia Implicazioni per la pratica La ricerca sulla prevenzione delle ferite chirurgiche ha provato che non è necessario eseguire la tricotomia per diminuire il rischio infettivo

  39. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Tricotomia Implicazioni per la pratica Comunque la decisione circa la rimozione dei peli sul sito chirurgico deve tener presente anche il problema del potenziale accesso alla zona ed il problema della visibilità

  40. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Tricotomia Implicazioni per la pratica Per questo la tricotomia può rendersi necessaria per diverse ragioni ma non deve essere considerata come misura preventiva delle infezioni delle ferite chirurgiche; il metodo più comunemente utilizzato, la rasatura con lametta, ha dimostrato di provocare una maggiore incidenza d’infezione

  41. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Tricotomia Implicazioni per la pratica La tricotomia eseguita con tagliacapelli è più sicura e comporta un minor rischio d’infezione delle ferite rispetto all’uso delle lamette e prescindere dall’orario in cui viene eseguita; anche l’uso di sostanze depilatorie è più sicuro dell’uso della rasatura

  42. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Protocollo trattamento della ferita chirurgica Materiale occorrente Garze sterili, Betadine soluzione, tintura di iodio, acqua ossigenata, soluzione di Amuchina al 5%, soluzione fisiologica sterile, cerotto di tela (varie misure), cerotto anallergico, rete tipo Surgifix, fasce di garza, cotone idrofilo, fili di sutura per cute, bisturi monouso, guanti monouso e sterili, siringhe da 10, 20, 50 cc, anestetico locale, sondini per lavaggio, arcelle, garze assorbenti, contenitore per rifiuti

  43. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Protocollo trattamento della ferita chirurgica Materiale occorrente Ferri chirurgici imbustati sterilmente in sala operatoria: pinze anatomiche e chirurgiche, pinze di Koker, forbici, un portaaghi, pinze Michel (togli, aggraffa), specilli e spille di sicurezza

  44. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche

  45. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Cambio di una medicazione sterile Togliere delicatamente i cerotti, tirando verso la ferita, con strappi brevi e rapidi Rimuovere la medicazione sporca; se è aderente alla ferita, bagnarla con soluzione fisiologica sterile (evita danni al tessuto di granulazione) Osservare la ferita (tessuto roseo o arrossato, i punti sono staccati o hanno lacerato la cute)

  46. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Cambio di una medicazione sterile Disinfettare la ferita con soluzione iodata tipo Betadine muovendosi dalla regione meno contaminata a quella più contaminata

  47. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Cambio di una medicazione sterile Ferita pulita Disinfettare partendo dall’incisione verso l’esterno; cambiare le garze ad ogni passaggio

  48. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Cambio di una medicazione sterile Ferita sporca Disinfettare partendo dall’esterno verso l’interno con movimenti circolari;

  49. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche Protocollo trattamento della ferita chirurgica Posizionare la garza sterile a misura della ferita e fissarla con i cerotti, se è necessario coprire ulteriormente con garze assorbenti Scegliere il cerotto in relazione alla frequenza delle medicazioni ed alla sensibilità della pelle; se è possibile usare medicazioni monouso

  50. Dir. Dott.. Luigi PIAZZA La gestione delle ferite chirurgiche

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