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FIRENZE 11 dicembre 2009 Congresso Nazionale SINU

Il consumo moderato di alcol in Italia: un modello in crisi o un mito da sfatare ? Emanuele Scafato* , Silvia Ghirini, Claudia Gandin, Lucia Galluzzo, Alessandra Rossi, Rosaria Russo, Nicola Parisi, Lucilla Di Pasquale. Emanuele Scafato, PRESIDENTE SIA, Società Italiana di ALCOLOGIA

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FIRENZE 11 dicembre 2009 Congresso Nazionale SINU

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Presentation Transcript


  1. Il consumo moderato di alcol in Italia: un modello in crisi o un mito da sfatare ? Emanuele Scafato*, Silvia Ghirini, Claudia Gandin, Lucia Galluzzo, Alessandra Rossi, Rosaria Russo, Nicola Parisi, Lucilla Di Pasquale. Emanuele Scafato, PRESIDENTE SIA, Società Italiana di ALCOLOGIA Direttore Centro Coll. OMS per la ricerca e la promozione della salute su alcol e problemi alcol correlati Direttore Osservatorio Nazionale Alcol Direttore Rep. Salute della Popolazione e suoi Determinanti Centro Nazionale di Epidemiologia-CNESPS, Ist.ituto Superiore di Sanità Rappresentante governativo Working Group Alcohol and Health Rappresentante governativo Committee on National Alcohol Policy and Action DG Sanco, Commissione Europea, Lussemburgo e Bruxelles Rappresentante governativo Forum Alcohol and Health DG Sanco, Commissione Europea, Bruxelles Membro Consulta Nazionale Alcol e Membro Consulta Tossicodipendenze FIRENZE 11 dicembre 2009 Congresso Nazionale SINU

  2. 30 anni della SIA.Conoscere e praticare l’ALCOLOGIAPadova 3-5 dicembre 2009

  3. PREMESSA. I MODELLI DEL BERE, l’aderenza delle politiche all’evidenza scientifica ed epidemiologica e la logica delle “convenienze” L’adozione e lo sviluppo di politiche sanitarie e sociali richiede il pieno riconoscimento e la valorizzazione del ruolo della ricerca indipendente e dell’evidenza scientifica quale quella prodotta dall’ Handbookforactionto reduce alcohol-relatedharm (OMS-. 2009) prodotto esplicitamente per quanti lavorano alle strategie e ai piani di azione sull’alcol (Ministeri, Regioni , Aziende sanitarie). Chi è responsabile della PREVENZIONE e delle politiche sull’alcol ha un ruolo che impone eticamente una distanza dagli Interessi commerciali e/o economici. Per attuare politiche rigorose ed efficaci occorre riconoscere le cause principali del rischio e del danno alcolcorrelato e adottare le soluzioni che l’evidenza scientifica mostra essere dotate del più vantaggioso bilancio costi/benefici negli interessi della collettività.

  4. 2. L’azione sulle variabili chiave del rischio e del danno alcolcorrelato: gli obiettivi su cui l’ITALIA è impegnata (?) WHO HEALTH 21Target 12 • Ridurre il consumo medio pro-capite a 6 litri/anno • Ridurre il consumo dei giovani al di sotto dei 15 anni a zero litri

  5. 3. Fattori da valutare per produrre strategie e interventi basati sull’evidenza mirati al contrasto dei modelli a rischio del bere QUANTO ? si consuma e sarebbe invece auspicabile consumare in una prospettiva di salute pubblica COSA ? si consuma, secondo quali modelli e cosa contribuisce al rischio e al danno QUANTI ? sono a rischio, dovrebbero essere oggetto di prevenzione Su CHI e DOVE ? Occorre intervenire, in quali aree, su quali target COME ??? Si interviene e come si assicura il coordinamento delle azioni

  6. Trend Italiano dei consumi medi procapite • Alcol puro consumato e per tipologia di bevanda, litri pro capite (WHO-HFA Database). • Si registra un incremento nei consumi pro-capite di alcol puronegli ultimi anni. • Costante si mantiene il consumo di alcol puro attraverso bevande quali superalcolici e birra per la quale si registra un lieve aumento.

  7. Trend Italiano dei consumi medi procapiteFOCUS anni 2000-2007 • Alcol puro consumato e per tipologia di bevanda, litri pro capite (WHO-HFA Database). • Consumi oltre i 6 litri pro/capite /anno • Non sono visibili effetti di decremento nei consumi pro-capite di alcol puro • negli ultimi anni nonostante le strategie di prevenzione

  8. Trend Italiano dei consumi medi procapiteConsumi recorded e unrecordedMedia anni 2003-2005 GISAH – WHO HFA Database

  9. Il contributo delle diverse bevande alcoliche al consumo complessivo ed alle eccedenze quotidiane: COSA e QUANTO RIDURRE – MASCHI Per rientrare nei parametri stabiliti dalle Linee Guida Nutrizionali Italiane occorrerebbe , per i consumatori che usano quotidianamente alcolici RIDURRE: 11-18 anni 185.000 bicchieri/die (38 % vino; 24.3 % birra; 19.3 liquori)19-64 anni 4.000.000 bicchieri/die (60 % vino; 33% altre)>64 anni 4.250.000 bicchieri/die (94% vino....) Ovviamenteandrebberoridottiancheibicchieri in eccessodiquanti non bevonoquotidianamente e di cui è ardua la stima Bicchieri di alcol consumati al giorno dai soli consumatori quotidiani di alcolici e stima del contributo (%) delle differenti bevande sull’intake e sull’eccedenza. Uomini 11+ per classi di età. Anno 2007

  10. Il contributo delle diverse bevande alcoliche al consumo complessivo ed alle eccedenze quotidiane: COSA e QUANTO RIDURRE – FEMMINE Per rientrare nei parametri stabiliti dalle Linee Guida Nutrizionali Italiane occorrerebbe , per le consumatrici che usano quotidianamente alcolici RIDURRE: 11-18 anni 24.000 bicchieri/die (23 % vino; 42 % birra; 22 % liquori) 19-64 anni 800.000 bicchieri/die (71 % vino; 19% altre; 5 % birra)>64 anni 1.040.000 bicchieri/die (97% vino...) Ovviamenteandrebberoridottiancheibicchieri in eccessodiquante non bevonoquotidianamente e di cui è ardua la stima Bicchieri di alcol consumati al giorno dai soli consumatori quotidiani di alcolici e stima del contributo (%) delle differenti bevande sull’intake e sull’eccedenza. Donne 11+ per classi di età. Anno 2007

  11. I consumatori mediterranei: una specie in estinzione (i maschi….) Consumatori di vino (%) per stili/modalità di consumo, sesso e classi di età. ITALIA 2008 • Meno della metà (47,3%) degli uomini che dichiarano di consumare vino possono essere considerati consumatori “mediterranei”. • Il 70% delle donne che consumano vino segue il modello tradizionale.

  12. I GIOVANI BEVONO . GLI ADULTI BEVONO. GLI ANZIANI BEVONO. MOLTI RISCHIANO E FANNO RISCHIARE PERCHE’ ?

  13. STILE CONVIVIALE come facilitatore sociale, “lubrificante” , “disinibente” e indispensabilmente “performante”. Fortemente indotto in termini di modello dalla pubblicità (Science Group, EU 2009) STILE CONSUMISTICO-DISSETANTE dettato dai gusti personali e/o bisogni indotti da altri consumi, dalle mode e dalla disponibilità a pagare fortemente influenzata in Italia dalla “affordability” che rende più econom,ico per i giovani comprare alcolici (RAND report , EU 2009) STILE ALIMENTARE parte integrante della dieta mediterranea e adattamento allo stile di consumo familiare. Purtroppo in declino e caratterizzante solo il 50 % della popolazione adulta (Oss. Naz. Alcol - CNESPS, ISS, 2009)

  14. STILE CERIMONIALE RITUALE utilizzo dell’alcol appreso in occasione delle ricorrenze, delle feste familiari o tra amici secondo una ritualità sociale di gruppo STILE OMOLOGANTE AL GRUPPO premessa indispensabile dello stare insieme nel gruppo. Favorisce il senso di appartenenza, di coesione, di percezione di benessere, la condivisione di esperienze, sensazioni e di sentimenti tra i membri del gruppo di appartenenza STILE TRASGRESSIVO utilizzo di alcol determinata dal superamento di limiti e norme sociali; è uno stile estremamente rischioso attuato a scopo dimostrativo o provocatorio

  15. STILE SPERIMENTALE del limite o delle capacità legato al bisogno di sperimentare il proprio corpo e le reazioni; spesso è stimolato dalle pressione dei pari più che spontaneo/volontario STILE PROTAGONISTICO (starring) il vero macho che sa “reggere” grandi quantità di alcol senza star male per colpire l’attenzione delle ragazze o la vera “tosta” che sbaraglia tutti con le sue performance

  16. Consumatori a rischio Si definiscono a rischio i consumi quantitativi oltre i quali gli effetti dell’alcol influiscono negativamente sull’individuo. Secondo le linee guida italiane per una sana alimentazione un individuo è da considerarsi a maggior rischio: E’ inoltre a maggior rischio il consumo in un’unica occasione di 5 o più bevande alcoliche (Binge drinking)

  17. Consumatori a rischioIl criterio dell’ISS a) le donne che eccedono i consumi di 20 grammi di alcol al giorno (1-2 Unità Alcoliche, UA); b) gli uomini che eccedono i 40 grammi di alcol al giorno (2-3 UA); c) tutti i giovani di età inferiore ai 15 anni che assumono una qualsiasi quantità di bevande alcoliche; d) i giovani tra i 16 ed i 18 anni che consumano più di 1 UA al giorno; e) gli ultra 65enni, che eccedono il consumo di 1 UA al giorno. g) TUTTI gli individui che concentrano in un'unica occasione di consumo l’assunzione di oltre 6 UA di una qualsiasi bevanda (binge drinking). Fonte: Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati Istat Indagine Multiscopo sulle Famiglie-Aspetti della vita Quotidiana. Anno 2007. IaConf. Naz. Alcol Roma 2008

  18. I consumatori a rischio (criteri ISS): CHI e QUANTI devono ridurre il consumo ?In media, il 25.4 % dei consumatori, il 7 % delle consumatrici,Attenzione agli ultra65enni, ai 18-24enni e ai giovanissimi (11-15enni) Prevalenza(%) individui a rischio (criterio ISS). Anno 2008

  19. I consumatori a rischio (criteri ISS): chi e quanti devono ridurre il consumo ? CIRCA 9 milioni di consumatori Fonte: Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati Istat Indagine Multiscopo sulle Famiglie-Aspetti della vita Quotidiana. Anno 2007. IaConf. Naz. Alcol Roma 2008

  20. ANNO 2007 UOMINI a rischio MEDIA NAZIONALE 26,4 % I consumatori a rischio :DOVE occorre ridurre il consumo Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati Istat Indagine Multiscopo sulle Famiglie-Aspetti della vita Quotidiana. Anno 2006

  21. ANNO 2007 DONNE a rischio MEDIA NAZIONALE 7,8 % I consumatori a rischio :DOVE occorre ridurre il consumo Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati Istat Indagine Multiscopo sulle Famiglie-Aspetti della vita Quotidiana. Anno 2006

  22. MASCHI 11 - 18 ANNI FEMMINE

  23. Consumatori a rischio (criterio ISS) 11-18 ANNI Fonte: Elaborazione Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS su dati Multiscopo ISTAT 2007

  24. MASCHI 19 - 64 ANNI FEMMINE

  25. Consumatori a rischio (criterio ISS) 19-24 ANNI Fonte: Elaborazione Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS su dati Multiscopo ISTAT 2007

  26. Le criticità relative alla diffusione dei comportamenti a rischio tra i giovani 1milione e 500mila GIOVANI a RISCHIO 838.800 11-18enni 641.195 19-24enni Tra gli 11 ed i 18 anni il 22,4 % dei ragazzi il 13 % delle ragazze ha uno stile di consumo dannoso o rischioso di alcol Tra i 19 e i 24 anni il25,3 % ragazzi il 10,4 % delle ragazze ha uno stile di consumo dannoso o rischioso di alcol Fonte: Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati Istat Indagine Multiscopo sulle Famiglie-Aspetti della vita Quotidiana. Anno 2007. IaConf. Naz. Alcol Roma 2008

  27. CRITICITA’ nelle politiche sanitarie • Cosa ha da offrire il SSN a questi individui a rischio ? • CHE COSA OFFRE OGGI, nell’immediato, a un ragazzo o una ragazza che giunge all’osservazione di un Pronto Soccorso per stato di ebbrezza? • Quali percorsi sono garantiti a chi non è alcoldipendente ma ha problemi con l’alcol? E di QUALI problemi parliamo ?

  28. Il regalo del sabato sera… il binge drinking (e le happy hours tutti i giorni): NON SOLO GIOVANI

  29. Alcol e CERVELLO Il regalo del sabato sera… il binge drinking

  30. ALCOL E CERVELLO • L’alcol è tossico per le cellule nervose soprattutto a livello di: • -corteccia orbito frontale: processi decisionali, emozionali e motivazionali • Ippocampo: regione dell’apprendimento e della memoria

  31. Abitudini giovanili per esiti da anziani… Source: DeBellis et al 2000

  32. MEMORIA e CAPACITA COGNITIVA:in media - 10 % (e oltre…) 10% reduction Source: DeBellis et al 2000

  33. ALCOL E FEGATO DANNO EPATICO Fegato normale Steatosi epatica Steatoepatite Fibrosi/Cirrosi 0 – 30% 60 – 100% 20 – 40% 10 – 15% Fonte: Mauro Bernardi, 2009

  34. 44,9% 20,3% 4,1% 2,8% 3,5% 3,3% Le abitudini di consumo dei giovaniLa concentrazione del week-end Frequenza (%) di consumatori di bevande alcoliche nell’ultima settimana per classi di età

  35. DOMENICA SABATO VENERDI' GIOVEDI' MERCOLEDI' MARTEDI' LUNEDI' Le abitudini di consumo dei giovani Percentuale di giovani che dichiarano di aver bevuto bevande alcoliche nell’ultima settimana

  36. Quanto e cosa bevono Il sabato dei giovani tra discoteca ed happy hours … • In media ogni ragazzo consuma in una serata tipica 3.9 bicchieri di cui 1.4 di breezer o aperitivo alcolico, 1.1 di birra e 0.6 di superalcolico e 0.8 di vino. • In media ogni ragazza consuma 3.3 bicchieri di cui 1.2 di breezer o aperitivo alcolico, 0.5 di birra e 0,6 di superalcolico e 1.0 di vino.

  37. Quanti giovani USANO in relazione ai differenti livelli di consumo (numero di bicchieri) Moderati e binge drinkers in una serata tipo Media: M = 3,9 F = 3,3 Moda: M=3 F=2 3-5 bicchieri > 6 bicchieri

  38. Affordability (disponibilità, accessibilità)

  39. Pubblicità e Marketing sui giovani Il marketing delle bevande alcoliche aumenta la probabilità che gli adolescenti incomincino a bere e che bevano di più quando hanno già iniziato a farlo

  40. Alcol e pubblicità

  41. I consumatori a rischio (criteri ISS): chi e quanti devono ridurre il consumoGLI ULTRA65ENNI(dalla Relaz. Stato Sanit. Paese 2009) Fonte: Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati Istat Indagine Multiscopo sulle Famiglie-Aspetti della vita Quotidiana. Anno 2007. IaConf. Naz. Alcol Roma 2008

  42. MASCHI >64 ANNI FEMMINE

  43. Le criticità relative alla diffusione dei comportamenti a rischio tra gli ANZIANI Oltre 3.120.000 ultra65enni a RISCHIO • Tra gli anziani si registrano in assoluto le più elevate quote di consumatori a rischio. • Tra i maschi ultra65enni, 1 anziano su 2 è a rischio, tra le donne la proporzione è circa di 1 su 10. Fonte: Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati Istat Indagine Multiscopo sulle Famiglie-Aspetti della vita Quotidiana. Anno 2007. IaConf. Naz. Alcol Roma 2008

  44. CRITICITA’ nelle politiche sanitarie • Chi identifica questi individui ? • Chi prende in carico un bevitore problematico anziano e in che modo ? • Come garantire un accesso e un trattamento ADEGUATO e coerente con il livello di rischio rilevato ?

  45. VINTAGEGood Health into Older Age VINTAGE project: best practices for prevention of alcohol-related harm in the elderly in the EU Emanuele Scafato, Istituto Superiore di Sanità, Rome, ITALY Director WHO CC for Health Promotion and Research on Alcohol Osservatorio Nazionale Alcol - CNESPS President Italian Society of Alcohology - SIA Alcohol Expert Meeting , Stockholm

  46. To ensure that information about and the main findings of the project (all relevant reports, examples of best practices, and relevant laws and infrastructures) are actively disseminated, along with relevant key findings and implications for policy and programme development, to those responsible for alcohol policy and programme development, including those working in the fields of health and welfare of older people at the European, country, regional and municipal levels, in order to help build the capacity and knowledge of such personnel in making informed and evidence-based decisions. VINTAGE- DISSEMINATION - Alcohol Expert Meeting , Stockholm

  47. ANZIANI come priorità oggi NEGLETTAin TUTTA Europa(Conclusione del Consilium EU 2/12/2009)

  48. L’esito estremo che le politiche sull’alcoldevono contribuire ad evitare L’esito estremo del consumo a rischio è rappresentato dall’alcoldipendenza. L’elaborazione di dati derivati dal monitoraggio periodico stabilito per legge per le attività dei servizi dedicati agli alcoldipendenti . I dati sono utilizzati anche per la Relazione annuale al Parlamento del Ministro della Salute sull’implementazione della Legge 125/2001.

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