1 / 91

I.T.C. "Tannoia" Ruvo di Puglia (classi 3^A - 3^B - 3^D) Italia

Europa : terra d'incontri. Comenius 1- progetto linguistico A.S. 2006 - 2007. scuole partner :. I.T.C. "Tannoia" Ruvo di Puglia (classi 3^A - 3^B - 3^D) Italia. Obchodna Akademia sv. Tomasa Akviskeho Zilina Slovacchia. EUROPA:. TERRA DI. INCONTRI. EUROPE:. A MEETING. LAND.

raoul
Télécharger la présentation

I.T.C. "Tannoia" Ruvo di Puglia (classi 3^A - 3^B - 3^D) Italia

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Europa : terra d'incontri Comenius 1- progetto linguistico A.S. 2006 - 2007 scuole partner : I.T.C. "Tannoia" Ruvo di Puglia (classi 3^A - 3^B - 3^D) Italia Obchodna Akademia sv. Tomasa Akviskeho Zilina Slovacchia

  2. EUROPA: TERRA DI INCONTRI EUROPE: A MEETING LAND

  3. Costruiamo un ponte verso la Slovacchia

  4. Il nostro Progetto Apprendere gli uni dagli altri Nell’era di Internet, della comunicazione veloce e globalizzata, la mobilità delle persone all’interno della vasta Europa dei 27 diventa un imperativo per tutti. Noi studenti, attraverso l’apprendimento delle lingue straniere, abbiamo nelle mani l’opportunità di stabilire contatti e creare legami con studenti di altre nazionalità. Gli scambi diventano quindi un modo efficace per conoscere culture, condividere esperienze,confrontarsi e crescere dal punto di vista umano e professionale. Abbiamo voglia di cogliere queste chances e rispondere a queste sfide! Gli alunni delle classi: 3^A/igea - 3^B/mercurio - 3^D/iter

  5. MENU • Il territorio • Le città • La popolazione • Le tradizioni locali • Gli itinerari enogastronomici • Le abitudini e stili di vita • I periodi di scambio interculturale

  6. Le città in cui viviamo Terlizzi Ruvo di Puglia

  7. Trani Il nome di Trani da Tirenum oTurenum. Secondo un’antica leggenda Trani fu fondata da Tirreno figlio di Diomede. Trani nel corso dei secoli X-XII si affermò come emporio tra il Levante e gli altri stati d’Italia. Il suo porto divenne uno tra i più importanti dell’Adriatico. Il centro storico è ricco di stupende chiese e di palazzi nobiliari, testimonianze di un illustre passato. Il Castello Svevo di Trani fu fatto costruire da Federico II nel 1233 e compiuto nel 1249, per opera del barese Stefano Romualdo. Il castello fu trasformato nel ‘400 e nel ‘500 e poi deturpato da aggiunte posteriori; fino a pochi anni or sono era un carcere. Il Castello Svevo

  8. Trani: la Cattedrale La cattedrale romanica è senza dubbio una delle più belle chiese del romanico pugliese. Dedicata a San Nicola Pellegrino fu edificata subito dopo la canonizzazione del santo avvenuta nel 1099. La splendida posizione sul mare e l’utilizzo della pietra locale donano alla costruzione una particolare luminosità. La chiesa superiore, in stile romanico, ad impianto basilicale poggi su due cripte; quella di San Nicola il pellegrino e quella di Santa Maria. Il portale della cattedrale è impreziosito dalla porta bronzea scolpita da Barisano da Trani. Di particolare pregio è l’elegante campanile tra i più belli di Puglia.

  9. Bari: una città crocevia di genti e culture Durante l’età Romana Bari diventò un centro importante di smistamento dei traffici grazie alla costruzione di una strada chiamata Traiana che la collegava a Benevento e Taranto. Nel medioevo fu occupata dai goti e poi se la contesero Bizantini, Longobardi e Saraceni. Sotto questi ultimi Bari divenne un centro fiorente di commercio con i porti d’Africa. Influssi arabi pervasero anche il campo culturale e scientifico nonché quello dell’architetture e della scultura. Lo splendido Corso Vittorio Emanuele separa la città in due parti distinte: la nuova e la vecchia. L’antica città medievale che si affaccia sul mare a mantenuto la sua pianta medievale per secoli e costituisce la veduta artistica più importante della città. La città nuova iniziata nel 1813 con decreto di Gioacchino Murat ha un fascino vivace e moderno con i suoi viali e i suoi edifici eretti grazie alla trasformazione urbana degli ultimi due secoli.

  10. Bari: la Basilica di S. Nicola Percorrendo il Lungomare Imperatore Augusto si raggiunge la Basilica di San Nicola che domina la città vecchia. E’ uno degli esempi più rilevanti dello stile Romanico Pugliese. Iniziata dall’abate benedettino Elia nel 1107 per ospitare i resti mortali di San Nicola fu completata nel 1197. La basilica ha una magnifica imponente facciata con tre portali circondati da due torri tronche.

  11. Bari: il castello Svevo Il castello Svevo costruito da Federico II su preesistenti fondamenta Normanne di cui conserva la pianta interna e le due torri. Il castello fu la sontuosa residenza delle duchesse Isabella d’Aragona e Bona Sforza.

  12. La Cattedrale Fondata secoli prima dell’arrivo dei Romani, Ruvo custodisce una meravigliosa testimonianza del suo passato: la Cattedrale dell’Assunta, la cui costruzione ebbe inizio nel tardo XII secolo, segue uno stile Romanico pugliese e Gotico svevo. La facciata presenta tre portali: quello centrale ricco di decorazioni vegetomorfe, zoomorfe e antropomorfe. Nella parte più alta della facciata si aprono una bifora e un grande rosone. Alla sua sommità, in una piccola nicchia, una statua di difficile interpretazione. L’interno si presenta diviso in tre navate e sul fondo si aprono tre alte absidi, visibili all’esterno. In alto il finto matroneo, mai completato.Anche all’interno uno splendido repertorio scultoreo caratterizza le mensole del cornicione e divide la parte inferiore dal matroneo; si tratta, ancora una volta, di una grande singolarità; infatti la Cattedrale di Ruvo si presenta al visitatore come una delle più belle perle di Puglia.

  13. Il museo Jatta Il museo Jatta, situato a Ruvo di Puglia, fu costruito fuori città: un vero e proprio palazzo, progettato dall'architetto di Bitonto Luigi Castellucci, con lo scopo di accogliere le due parti della collezione fino ad allora divise tra l'antica casa della famiglia qui a Ruvo, e la residenza napoletana di Giovanni Jatta. Il palazzo è stato ideato come una vera e propria casa-museo:quì i vasi sono sistemati secondo un criterio di "bellezza" seguendo il gusto dell'epoca. Il museo si divide in quattro stanze.

  14. Terlizzi : le origini La storia di Terlizzi ha radici remote, risalenti al periodo dell’espansione longobarda in Puglia, all’inizio del secolo VIII. La testimonianza documentaria è data da un atto notarile, stipulato tra il 778 e 797 con cui un gastaldo di nome Wacco dona alla abbazia di Montecassino alcuni possedimenti fondiari tra cui un casale in TRELICIO. La successiva conquista normanna costituisce un momento di svolta importante, poiché Terlizzi diventa terra feudale. Nel 1073 il conte Amico ne fa una fortezza così che tale feudo da locus passa a castellum o castrum e infine a civitas ( 1133 ). Le vicende successive sono poi legate all’avvicendarsi delle varie dinastie ( Sveva, Angioina, Aragonese, Spagnola, Borbone) sino al 1779 che segna l’anno del definitivo riscatto da ogni dipendenza feudale.

  15. Ruvo di Puglia

  16. Ruvo di Puglia : le origini Le origini di Ruvo sono antichissime. Ruvo fu capitale della Peucezia avendo i re peuceti stabilita in essa la loro sede. Con la colonizzazione dei Greci, iniziata verso la metà dell’VIII sec. aC. iniziò per Ruvo un periodo florido che la porterà ad essere una delle più importanti città della Magna Grecia. La città raggiunse il suo massimo splendore tra il IV e il III sec. aC. come è documentato dagli oltre 1.700 vasi raccolti nel locale museo Jatta. L’impero romano trasformò Ruvo in Municipium, come attesta una lapide che sicuramente appartenne ad un monumento a Gordiano III. Il nome di “ Rubi ”, “ Ruborum ” è presente in menzioni di carattere letterario ( Orazio, Frontino, Plinio). La bellissima cattedrale Romanico-Pugliese testimonia il rifiorire di una vita spirituale artistica in epoca medioevale. Alla stessa epoca risale il Castello da cui il 13 febbraio 1503 partirono 13 francesi che si scontrarono con altrettanti cavalieri italiani nella celebre “ disfida di Barletta ”. Dal 1509 al 1906 il feudo fu tenuto dai Carafa per seguire successivamente la sorte di tutti i comuni dell’Italia meridionale.

  17. Terlizzi 6 dicembre - Festa di S. Nicola I bambini terlizzesi non aspettano la notte di Natale o la sera della Befana per avere i regalini come premio per il buon comportamento e qualche volta anche i carboni per ricordare le marachelle. La sera della vigilia di San Nicola, il 5 dicembre di ogni anno, i bambini terlizzesi mettono ai piedi del caminetto o del fracassè una loro scarpetta ben lustrata con all'interno la letterina di richiesta nella quale hanno elencato i regalini che desiderano ricevere.

  18. Terlizzi 6 dicembre - Festa di S. Nicola Quella sera i bambini vanno a letto presto, perché sperano di cogliere il minimo rumore nella speranza di veder scendere dalla "ciumener" (camino) San Nicola affannato con il suo sacco pieno di doni. Il giorno di San Nicola, c'è grande festa nelle case di Terlizzi dove i bambini ricevono ogni sorta di dono. Tempo addietro, San Nicola riservava ai bambini regali molto più semplici: tamburini, bambole di pezza, i "tittazzinni", passeggini di legno per le femminucce, fichi secchi imbottiti con le mandorle, ed anche allora era festa per quei bambini. Così di generazione in generazione, sin dalla notte dei tempi, Terlizzi coltiva la tradizione dei regali di San Nicola.

  19. La cucina pugliese

  20. La cultura dell’olio La coltivazione dell’olivo e l’olio che si estrae dai suoi frutti possono considerarsi tra i motivi unificanti della cultura del territorio. La vita è scandita dalla presenza dell’olio, sia quotidianamente nel cibo, sia per il suo valore rituale ed emblematico. La pianta di origine dell’ulivo è l’Oleastro; al Neolitico risalgono le scoperte in terra di Puglia che attestano come le olive costituivano, già da allora, alimento di importanza fondamentale per gli uomini della Puglia. L’olio extravergine di olive pugliesi presenta diverse caratteristiche. La qualità più delicata di olio extravergine, di colore giallo oro, è l’ideale per le preparazioni servite crude. Il tipo medio, di colore giallo intenso,. Si adatta perle preparazioni cotte a vapore al sale. Il tipo più intenso, di colore giallo verdognolo, si adatta per grigliate ed arrosti. L’olio extravergine di oliva, inoltre, è l’ideale per le fritture poiché non modifica la sua struttura chimica fisica a temperature alte, quindi non è dannoso per la salute.

  21. La cucina pugliese L’olio, l’olive e le verdure, cioè i prodotti più tipici dell’agricoltura, caratterizzano la cucina pugliese che risulta particolarmente gustosa. L’alimento preferito dai Pugliesi è la pasta. Al di là della produzione industrializzata resiste ancora la tradizione della pasta fatta in casa. Soprattutto nei paesi le donne ancora oggi preparano orecchiette, lasagne, “strascenate”, “mignucchie”, “chiancarelle”, “troncoli” e “pociacche”. La tradizione popolare è legata al pane e alle sue varietà come la “frisedda”

  22. Le “specialità” I Panzerotti Ingredienti 150 gr. Farina 50 gr. Sugna o burro 150 gr. Ricotta 150 gr. Mozzarella 100 gr. Salame 30 gr. Formaggio Parmigiano 2 uova Pepe, sale, olio di semi

  23. Le “specialità” I Bocconotti PREPARAZIONE Bollire le mandorle in un pentola per 20 minuti. Sbucciarle e pulirle con uno strofinaccio. Tritarle fino ad ottenere una pasta omogenea. Aggiungere lo zucchero e un bicchiere di acqua in pentola e lasciarlo cucinare a fuoco lento. Portare via l’impasto dal fuoco e farlo raffreddare. Aggiungere le mandorle il tuorlo e gli altri ingredienti. Frustare le uova fino ad irrigidire l’impasto. Mescolare bene. Adesso la pasta di mandorle è pronta. Stendere la pasta e fare dei dischi di 10 cm di diametro. Inumidire con l’olio il cesto e mettere i dichi dentro. Mettere le mandorle sopra e mettere i cesti nel tegame. Cucinare nel forno (200° C) per un’ora e mezza. Farli raffreddare e togliere i bocconotti dai cesti. Dopo poche ore bagnare la pasta con il liquore e dopo con lo zucchero INGREDIENTI 1 kg di mandorle 800 gr di zucchero 7 uova 1 bicchierino di liquore (limoncello) 1 cucchiaio di polvere di cannella 600 gr di crosta di pasta Cesti di alluminio

  24. Le “specialità” Le Cartellate Sesemidde INGREDIENTI: farina, zucchero, margarina vegetale, uova, olio d’oliva vin-cotto. INGREDIENTI: Farina Vin cotto Nocciuoli Uova Zucchero Olio, limone, arancio Cannella, garofano Cacao e cioccolata sminuzzata Le cartellate cono un dolce natalizio tipico di Ruvo e Terlizzi.

  25. Le “specialità”: la pasta fatta in casa

  26. Orecchiette, Strascinati, Cavatelli e Capunti Tipi di pasta fatta in casa con farina, semola di grano duro e acqua. Le massaie sono abilissime nel modellare i dischetti di pasta cava dette orecchiette. Quando la pasta viene “strascinata” sulla spianatoia si ottengono dei dischetti allungati e piatti chiamati appunto strascinati. Le orecchiette e gli strascinati si cuociono con erbe di campagna o verdure d’orto, oppure si condiscono con ragù di carne di cavallo e ricotta dura salata. I cavatelli sono una sorta di corti gnocchi incavati di semola di grano duro da abbinare a legumi cotti in pignatta. I capunti, più lunghi e sottili dei cavatelli, sono ideali con il ragù o con sughi ai frutti di mare. Capunti Orecchiette Cavatelli Strascinati

  27. Strascinati con le cime di rape INGREDIENTI:400 gr. di semola rimacinata di grano duro 1 dl di acqua tiepida 600 gr. di cime di rapa 4 acciughe 100 gr. di olio extra vergine di oliva peperoncino rosso, aglio, sale. PREPARAZIONE: Versate su un tagliere di legno la semola con un pizzico di sale, fate una conca e unite l'acqua tiepida; lavorate il tutto per una decina di minuti finché non si otterrà un impasto sodo e liscio, dopo di che copritelo con un panno umido. Staccate un pezzetto di pasta e arrotolatelo sul tagliere infarinato fino a ottenere un cilindretto dello spessore di una matita; tagliatelo a pezzetti lunghi un centimetro e con la punta arrotondata di un coltello trascinate ogni pezzetto sul tagliere in modo che la pasta, curvandosi, diventi simile a una conchiglietta. Sistemate le orecchiette su di un telo e lasciatele riposare per una notte. Mondate accuratamente le cime di rape e lavatele in acqua fredda. Mettete a bollire abbondante acqua in una casseruola e tuffateci le orecchiette e le cime. Nel frattempo mettete a scaldare in una padella l’olio con due grossi spicchi d’aglio, il peperoncino e le acciughe lavate, diliscate e tagliate a pezzettini. Quando gli spicchi d'aglio risulteranno ben dorati toglieteli dalla padella e allontanate questa dal fuoco. Scolate le orecchiette e le cime di rape cotte al dente e versatele in una coppa da portata dove aggiungerete l'intingolo bollente. Rimestate il tutto e servite subito.

  28. La cucina marocchina

  29. VI PRESENTO I PIATTI DELLA MIA TERRA: IL MAROCCO I DOLCI GHRUIBA CON CIOCCOLATO IL FEKKAS BASTAILA CHABKIA IL FEKKAS CON CIOCCOLATO

  30. VI PRESENTO I PIATTI DELLA MIA TERRA: IL MAROCCO I PIATTI TAJINE CON LA CARNE E PATATE TAJINE CON IL POLLO E PATATE IL CUS CUS NEL TAJINE

  31. La cucina albanese

  32. La cucina albanese è molto semplice ed è costituita da elementi naturali e genuini che la terra produce come olio, farina e vino. Come in tutti i paesi, anche in Albania, ogni festività ha variegati menù. Nel periodo natalizio, già dal giorno di Santa Lucia, si respira aria di festa e hanno inizio i grandi preparativi gastronomici. In segno di buon augurio si fanno assaggiare a gli amici più cari i krustulit,xhurxhullet, qinullilet. Sempre nel periodo natalizio, ai parenti si mandano “le fritture natalizie” insieme ad una bottiglia di vino novello. La cena della vigilia di natale presenta un banchetto imbandito con tredici pietanze a base di pesce, visto che è vietato mangiare carne. Il tipico piatto è il “baccalà” che può essere accompagnato da acciughe con la mollica.  La Pasqua è caratterizzata invece da delle vere e proprie leccornie. Il dolce più buono è il “çiçi”, “tarallet” (gustosi taralli) il “kulaçi” (un largo pane con un largo buco al centro) e la “riganata”. Il “çiçi”, formato da un bastone di pasta piegato in due ed intrecciato alle due estremità per dare l'espressione di un grappolo di uva.

  33. XHURXHULLET: torrone di sesamo INGREDIENTI: 500 gr di sesamo, 500 gr di zucchero, ¼ di mele, 300 gr di mandorle pelate. PREPARAZIONE: Lavate i semi di sesamo, sgocciolateli e lasciateli asciugare su una spianatoia. Quando saranno asciutti, versateli in una padella e fateli rosolare leggermente aggiungendo lo zucchero, il miele e le mandorle; girate continuamente con un mestolo di legno, fino a quando il tutto avrà acquisito un colore caramellato. Versate, quindi, il composto sulla spianatoia bagnata con acqua o succo d'arancia; inumidite le mani con acqua e comprimete il composto ottenendo uno spessore di un centimetro e mezzo circa. Lasciate intiepidire, tagliate a strisce larghe circa tre centimetri e da ogni striscia ricavate dei rombi. Disponete la "xhurxullea" su un vassoio e decorate con foglie di arancio.

  34. La Popolazione Da una ricerca presso gli uffici anagrafe dei Comuni di Ruvo e Terlizzi emergono i seguenti dati sulla popolazione calcolati al 31 dicembre 2006 Comune di Ruvo Comune di Terlizzi Gli immigrati sono diventati una componente importante nella nostra società. La scuola ospita figli di immigrati e, a tutti i livelli, avvia percorsi di integrazione e di promozione della pluralità delle culture. La società civile si attiva per integrare i nuclei familiari extracomunitari e per facilitarne l’inserimento attraverso leggi appropriate. Società e scuola quindi rivalutano la diversità come elemento di arricchimento per la società intera.

  35. Italia:da paese di emigrazione a paese di immigrazione CAUSE DI IMMIGRAZIONE FASI IMMIGRAZIONE 1a FASE ( 1950-1967 ) 2a FASE ( 1967-1980 ) 3a FASE ( 1980-2007 ) • CARESTIE 2. DISCRIMINAZIONE RAZZIALE 3. SCONVOLGIMENTI POLITICO-ECONOMICI 4. INTOLLERANZE RELIGIOSE 5. PER MOTIVI DI LAVORO

  36. FASI IMMIGRAZIONE • 1 FASE(1950-1967) • Domanda di lavorodei paesi industrializzati dell’Europa centro-settentrionale • 2 FASE(1967-1980) • Trasformazione da paese di emigrazione(Europa Meridionale) a paese di immigrazione(paesi extracomunitari) • 3 FASE(1980-2007) • Crisi globaledei paesi sottosviluppati e ripresa delle economie capitaliste • Aumento di migrazioniinfluenzato da 3 fattori: • Fattori di espulsione dai paesi di provenienza (demografico) • Fattori di attrazione del paese di accoglienza(economico) • Fattori di scelta politiche(politico)

  37. Per motivi di lavoro

  38. OGGI I nuovi viaggiatori del Mediterraneo: un problema o una risorsa? Il rapporto con gli extracomunitari è certo difficile. La maggior parte dei cittadini risulta essere indifferente, altri sono addirittura contrari; più di un terzo degli intervistati però li considera senz’altro una risorsa. I giovani dimostrano una mentalità aperta ed accogliente.

  39. “Nessun uomo deve sentirsi straniero in qualunque luogo e in qualunque nazione” (Papa Benedetto XVI )

  40. Tutto il mondo è paese Una importante iniziativa a Ruvo per dar voce agli immigrati. • LA CITTA’ LUOGO DI NUOVA CITTADINANZA • Proposte emerse nell’ambito della conferenza tenuta a Ruvo di Puglia in data 16-12-06: • Gestione del problema da parte delle associazioni locali • Azioni progettuali che adottino strategie culturali ed economiche efficaci • Sostegno alla produttività locale da parte degli immigrati • Costruiamo la premessa per una nuova cittadinanza: gli immigrati nel consiglio comunale

  41. LA PUGLIA, TERRA DI PASSAGGIO Terra tra due mari, balcone sul Mediterranneo. La Puglia è attraversata da mille rotte che ricordano memorabili peregrinazioni mitiche: quelle dei Pelasgi, i mitici approdi dei greci, le navigazioni letterarie dell’Eneide e dell’Odissea, ma anche le migrazioni storiche dei Japigi, Dauni, Peucezi e Messapi. La Puglia è anche terra di accoglienza, proprio in memoria di tante migrazioni passate.

  42. Tra la Murgia e il mare La terra di Bari con la sua provincia: Andria, Corato, Trani, Ruvo, Terlizzi, è una terra affascinante che offre al turista impagabili bellezze naturali. Il fascino di questa terra deriva anche dalla sua storia, dalle sue musiche e dalla leggenda. E’ la terra dell’Adriatico, delle sue coste, della maestosità del Castel del Monte, del paesaggio selvaggio, delle colline e dei rilievi murgiani. E’ la terra dei muretti a secco e delle masserie, delle cattedrali, dei dolmen, delle grotte, dei castelli, dei santi patroni, degli antichi vigneti, degli ulivi.

  43. La Murgia La Murgia dal latino murex, sasso sporgente è una vasta area carsica di 90000 ettari il territorio ha una grande importanza naturalistica è rappresenta l’ultimo esempio di pseudo-steppa mediterranea presente nell’italia peninsulare è uno dei più importanti paesaggi di tutto il mediterraneo. Lo spazio è caratterizzato da colline, pascoli, grave, doline, grotte, e un grande silenzio che domina tutto il paesaggio. L’area appare un solitario deserto di pietra. Tuttavia tra le pietre si scorge un oasi vitale per le numerosissime specie animali e vegetali.

  44. Le città sulla costa

  45. Molfetta Polignano Trani Bari Bisceglie Barletta Otranto

  46. Tradizioni locali Un capitolo affascinante della storia pugliese è rappresentato dalle tradizioni popolari, così varie e complesse pur sempre pregnanti di contenuti simbolici e culturali. Tra queste un posto preminente spetta alle feste patronali dei nostri paesi in quanto esse sono le manifestazioni più emblematiche del folklore, le cui connotazioni religiose sono dettate dal culto devozionale verso i santi patroni e, soprattutto, dalla pietas mariana verso le proprie antiche icone, spesso di origine bizantina, venerate sotto tanti titoli e circondate, talvolta, da un alone di prodigio e di mistero. La principale dimensione del folklore è la spettacolarità.Tutto si svolge e si realizza secondo uno schema tradizionale con l'accentuazione degli elementi meravigliosi, peraltro sempre presenti nell'agiografia dei racconti popolari.

  47. La festa Maggiore a Terlizzi Nel culto mariano verso la Madonna di Sovereto a Terlizzi si avvertono anche aspetti legati alla materialità, che ne hanno assicurato il profondo radicamento, tra cui soprattutto la sinergia della spettacolarità del maestoso carro trionfale alto 22 metri e dell'esaltante coinvolgimento della massa dei fedeli nel solenne rito processionale della festa patronale nella prima domenica d'agosto.

  48. La festa Maggiore a Terlizzi La processione dell'immagine della Madonna di Sovereto per le vie principali della nostra cittá, trasportata sul Carro Trionfale, orgoglio dei terlizzesi, deriva dalla legenda che si narra relativa al ritrovamento della stessa immagine della Vergine. Si racconta che intorno all' XI - XII sec. un pastorello bitontino pascolava il suo gregge nel "bosco del suvro", presso la contrada del Sovero. Il pastorello si accorse che una sua pecorella aveva una zampa impigliata in una buca. Dopo aver liberato la zampa della pecorella, si rese conto che in fondo alla buca s'intravedeva una lucina che illuminava una piccola grotta. In fondo ad essa, si trovava una tavola di legno con una immagine dipinta della Madonna con Bambino. Sul luogo del ritrovamento accorse una moltitudine di gente, sia bitontina che terlizzese che intendeva appropriarsi dell'icona per venerarla. Per risolvere la contesa, si decise di posizionare l'immagine su di un carro trainato da due buoi. L'icona sarebbe stata della città verso cui si fossero diretti i buoi.

  49. La festa Maggiore a Terlizzi Il caso volle che predominò il bue proveniente da Terlizzi e, così, i terlizzesi festosi attribuirono tale evento al volere divino. Da allora i terlizzesi portano in processione su di un carro, per le vie della cittá, l’immagine della Vergine di Sovereto. Con il passar degli anni, essi lo hanno voluto rendere il carro sempre più grandioso fino a raggiungere le dimensioni che attualmente ammiriamo. In ricordo di quegli eventi i terlizzesi festeggiano in due momenti distinti la Madonna di Sovereto:- Il 23 Aprile di ogni anno essi riportano in pellegrinaggio l’effige sul luogo del ritrovamento, a Sovereto, dove fu eretta una chiesa;- Nella prima domenica di Agosto durante la quale la protettrice della cittá viene posta sul Carro Trionfale, ricostruito per l'occorrenza e portata in processione tra un tripudio di gente in festa, per le vie principali della città.

More Related