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La resistenza al Fuoco

La resistenza al Fuoco. STABILIT À Attitudine a conservare la resistenza meccanica. ISOLAMENTO TERMICO Attitudine a ridurre la trasmissione del calore. TENUTA

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La resistenza al Fuoco

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Presentation Transcript


  1. La resistenza al Fuoco STABILITÀ Attitudine a conservare la resistenza meccanica ISOLAMENTO TERMICO Attitudine a ridurre la trasmissione del calore TENUTA Attitudine a non lasciar passare né a produrre, se sottoposto all'azione del fuoco da un lato, fiamme, vapori, gas caldi, sul lato opposto NON DEVE CROLLARE, NON DEVE FAR PASSARE FIAMME, FUMO E GAS; DEVE ISOLARE DAL CALORE

  2. PROVA STANDARD DEL FUOCO Tale prova serve a determinare il grado di resistenza al fuoco nonché la proprietà di isolamento termico di ponti o paratie. Si dispone un campione di lamiera con una superficie esposta all'azione di un forno, la cui temperatura varia nel variare nel tempo, secondo la seguente tabella:

  3. Classe (paratia o ponte) A – 60 Il NUMERO indica l'ISOLAMENTO TERMICO (espresso in MINUTI) - 60: per 60 minuti la superficie non esposta deve avere una temperatura media non superiore ai 139°C (e comunque un qualsiasi suo punto non deve superare i 180° (225° per la classe B) La LETTERA indica la TENUTA • A non passano fuoco, fumo, gas e vapori sul lato opposto per 60 minuti • B non passano fuoco, fumo, gas e vapori sul lato opposto per 30 minuti • C le paratie sono costruite con materiali incombustibili ma non soddisfano la prova standard del fuoco

  4. Classe (paratia o ponte) Cosa significano le seguenti sigle? A–60 A–30 A–15 A–0 B–30 B–15 B–0

  5. Sistemi di segnalazione degli incendi Obiettivi rilevare un incendio al suo nascere segnalare l'incendio al personale di bordo Composizione Sensore – Trasduttore - Centralino di controllo Applicato alla paratia o al cielo dei locali da proteggere, è sensibile agli effetti determinati dal processo di combustione: - variazione dei parametri FISICI - temperatura - calore - pressione - variazione dei parametri CHIMICI - fumo - ioni Situato sul ponte di comando e nelle stazioni antincendio, consente di localizzare il locale e dare l'avvio alle procedure antincendio Devono convertire l'informazione (es. l'interruzione di un circuito elettrico) in un segnale acustico o luminoso

  6. Sistemi di segnalazione degli incendi Tipologia - OTTICI - Rilevatori di FUMO - Rilevatori di FIAMMA - TERMICI - A MASSIMA ASSOLUTA - DIFFERENZIALI - SEMI DIFFERENZIALI - A FUSIBILE - PNEUMATICI - A PRESSIONE - Ad ESPANSIONE - IONICI

  7. Sistemi di segnalazione degli incendi Termici a massima assoluta Termici differenziali

  8. Sistemi di segnalazione degli incendi Termici a fusibile

  9. Sistemi di segnalazione degli incendi Pneumatico

  10. Sistemi di segnalazione degli incendi rilevatore a fialetta con liquido volatile Il liquido contenuto all'interno della fialetta (figura 1), all'aumento della temperatura, aumenta le sue dimensioni e rompe la fialetta. La molla ad essa collegata non trova più la resistenza della fialetta e si decomprime chiudendo il circuito d’allarme (figura 2 - impianto sprinkler)

  11. Sistemi di segnalazione degli incendi Rilevatore di fumo Questo tipo di rilevatori è sensibile alla presenza dei prodotti della combustione tramite un sistema di cellule fotoelettriche. Le piccole particelle solide che compongono il fumo sono in grado di alterare le proprietà di riflessione dei vari tipi di radiazione impiegati

  12. Sistemi di segnalazione degli incendi Rilevatore ionico In alcuni tipi di incendi nel “primo” fumo (quello sprigionato nella fasi di ignizione e sviluppo) è contenuto un certo numero di ioni generati dal processo chimico di combustione. Il rilevatore ionico è adatto a rilevare tutti i fumi chiari, scuri ed aerosol ed è particolarmente indicato per la rilevazione di fuochi covanti o a lenta combustione.

  13. Sistemi di segnalazione degli incendi Rilevatore termico semi-differenziale (termovelocimetrico) Il rilevatore termovelocimetrico sfrutta la variazione ohmica (resistenza elettrica) di una pastiglia termica a semiconduttore, al variare della temperatura, integrandola nell’unità di tempo. Adatto a rilevare un rapido aumento di temperatura e il superamento della massima prefissata. Viene utilizzato dove lo sviluppo d’incendio si manifesta con fiamme immediate, o in tutti quei luoghi in cui sono sempre presenti fumi, vapori o condizioni ambientali difficili, che rendono precario l’utilizzo di rilevatori di fumo.

  14. Protezione Strutturale delle navi TUTTE LE NAVI I MEZZI DI SFUGGITA DEVONO ESSERE PROTETTI (CORRIDOI, SCALE, PORTE) AL FINE DI CONSENTIRE IL RAPIDO RAGGIUNGIMENTO DEI PUNTI DI RIUNIONE E GARANTIRE GLI SPOSTAMENTI IN CONDIZIONI DI SICUREZZA GLI IMPIANTI DI VENTILAZIONE DEVONO ESSERE DOTATI DI DISPOSITIVI CHE CONSENTANO LA LORO CHIUSURA ANCHE A DISTANZA OGNI NAVE DEVE ESSERE DOTATA DI UNA O DUE STAZIONI ANTINCENDIO ALTAMENTE PROTETTE E DOTATE DI ISOLAMENTO TERMICO, DALLE QUALI POTER AZIONARE OD ARRESTARE IL GENERATORE DI EMERGENZA, LE PORTE TAGLIAFUOCO, GLI IMPIANTI DI VENTILAZIONE, ECC...

  15. Protezione Strutturale delle navi Navi passeggeri 1 LO SCAFO E LE SOVRASTRUTTURE SONO COSTRUITE IN ACCIAIO OD IN MATERIALE EQUIVALENTE

  16. Protezione Strutturale delle navi Navi passeggeri LE EVENTUALI APERTURE ESISTENTI SONO PROTETTE DA PORTE TAGLIAFUOCO (CLASSE A) PROVVISTE DI SISTEMI DI CHIUSURA MANUALI ED AUTOMATICI 2

  17. Protezione Strutturale delle navi Navi passeggeri LE PARATIE TAGLIAFUOCO CONCORRONO A FORMARE LA “COMPARTIMENTAZIONE DI GALLEGGIABILITA' E SONO TUTTE DI CLASSE A 3

  18. Protezione Strutturale delle navi Navi passeggeri LE SOVRASTRUTTURE SONO SUDDIVISE IN ZONE VERTICALI PRINCIPALI, DELIMITATE DA PARATIE TRASVERSALI, DISTANTI TRA LORO AL MASSIMO 40 METRI, CHE SI ESTENDONO DAL CIELO DEL DOPPIOFONDO FINO ALL'ULTIMA SOVRASTRUTTURA 4

  19. Protezione Strutturale delle navi Navi passeggeri I LOCALI ALL'INTERNO DELLE ZONE VERTICALI PRINCIPALI SONO SEPARATI DA PONTI O PARATIE DI CLASSE A, B OPPURE C IN BASE A QUANTO PRESCRITTO IN APPOSITE TABELLE CHE TENONO CONTO DELLA DESTINAZIONE D'USO DEI LOCALI 5

  20. Protezione Strutturale delle navi Navi passeggeri 6 OGNI ALLOGGIO O LOCALE DI SERVIZIO DEVE ESSERE DOTATO DI UN SISTEMA FISSO DI RILEVAZIONE ED ALLARME ED UN SISTEMA AUTOMATICO SPRINKLER DI ESTINZIONE

  21. Protezione Strutturale delle navi Navi passeggeri 7 LE DIVISIONI CHE DELIMITANO I CORRIDOI E LE VIE DI FUGA DEVONO ESSERE ALMENO DI CLASSE B

  22. Protezione Strutturale delle navi Navi cisterna, gasiere e chimichiere Sono dichiarate ZONE PERICOLOSE CISTERNE LOCALE POMPE SPAZIO SOVRASTANTE LA ZONA DI CARICO LOCALE VERNICI 1

  23. Protezione Strutturale delle navi Navi cisterna, gasiere e chimichiere LO SCAFO, LE SOVRASTRUTTURE E LE PARATIE STRUTTURALI SONO COSTRUITE IN ACCIAIO O IN MATERIALE EQUIVALENTE 2

  24. Protezione Strutturale delle navi Navi cisterna, gasiere e chimichiere I LOCALI ALLOGGI SONO POSTI A POPPAVIA DELLA ZONA PERICOLOSA (ZONA SUPERIORE ALLA ZONA DI CARICO) E SONO SEPARATI DA ESSA DA UNA PARATIA DI CLASSE A60 (NON HANNO APERTURE CHE SI AFFACCIANO NELLA ZONA DI CARICO) 3

  25. Protezione Strutturale delle navi Navi cisterna, gasiere e chimichiere IL LOCALE MACCHINE É POSTO A POPPAVIA DELLA ZONA DI CARICO, SEPARATO DA ESSA CON UNA PARATIA DI CLASSE A60 E CON UNA INTERCAPEDINE (ANCHE IL LOCALE POMPE PUÒ FUNGERE DA INTERCAPEDINE) 4

  26. Protezione Strutturale delle navi Navi cisterna, gasiere e chimichiere NELLA SUDDIVISIONE INTERNA DEI LOCALI EQUIPAGGIO SONO USATE PARATIE E PONTI DI CLASSE B O C, SENZA PREVEDERE SISTEMI AUTOMATICI DI SEGNALAZIONE O ESTINZIONE (PREVISTI NEI MEZZI DI SFUGGITA) 5

  27. Protezione Strutturale delle navi Navi cisterna, gasiere e chimichiere NELLE ZONE PERICOLOSE NON SONO AMMESSE INSTALLAZIONI ELETTRICHE DI ALCUN GENERE (SALVO POCHE E REGOLAMENTATE ECCEZIONI). (LA ZONA DI CARICO E SCARICO DEVE ESSERE PROTETTA DA UN SISTEMA DI MESSA A TERRA) 6

  28. Protezione Strutturale delle navi Navi da carico (portacontainer, porta auto, ecc...) LO SCAFO, LE SOVRASTRUTTURE E LE PARATIE STRUTTURALI SONO COSTRUITE IN ACCIAIO O IN MATERIALE EQUIVALENTE 1

  29. Protezione Strutturale delle navi Navi da carico (portacontainer, porta auto, ecc...) LE AREE ADIBITE AD ALLOGGI E SERVIZI DEVONO AVERE UNA PROTEZIONE PASSIVA ANTINCENDIO (TRE DIVERSI METODI) 2

  30. Protezione Strutturale delle navi Navi da carico (portacontainer, porta auto, ecc...) Metodo IC: si basa sulla circoscrizione dell'incendio, facendo uso di paratie tagliafuoco classe B o C, senza prevedere né apparecchi automatici di estinzione o segnalazione (previsti per i mezzi di sfuggita) Metodo IIC: si basa sull'intervento rapido di un mezzo estinguente e non pone limiti sul tipo di paratie divisionali, da usare nelle suddette aree. Nelle zone a rischio è prescritta l'esistenza di un impianto automatico per la rilevazione, l'allarme e l'estinzione (tipo sprinkler) Metodo IIIC: si basa sulla rilevazione dell'incendio e quindi sull'intervento umano. I locali con una superficie superiore ai 50m2 vanno delimitati con paratie di classe A o B, mentre per le altre zone è prevista l'istallazione di un sistema di rilevazione e di allarme.

  31. Su navi destinate a servizi speciali, come ad esempio trasporto di automobili, dove la sistemazione delle paratie tagliafuoco sarebbe incompatibile con lo scopo al quale la nave è destinata (i garage si estendono per tutta la lunghezza della nave), devono essere sistemati, con specifica approvazione da parte dell’amministrazione, mezzi equiva-lenti per circoscrivere e estinguere gli incendi (impianti a schiuma meccanica ad alta espansione o Hi-Fog)

  32. Protezione Strutturale delle navi Impianti fissi antincendio Impianti a idrante (detti anche “semifissi”) Impianti a pioggia tipo sprinkler Impianti nebulizzatori Impianti a CO2 Impianti a Schiuma meccanica Impianti a Gas inerti

  33. Impianti a pioggia tipo sprinkler A UMIDO L'impianto sprinkler a umido è composto da una rete di tubazionipiene d'acqua in pressione, sulle quali sono installati degli ugelli erogatori ed una valvola d'allarme. Gli ugelli erogatori montano un bulbo termosensibile, generalmente in vetro, all'interno del quale è contenuto un liquido. Con l'innalzamento della temperatura questo liquido si dilata sino a rompere il bulbo (tale temperatura è detta temperatura nominale del bulbo – 70, 80 o 100°C). Quando la temperatura dell'ambiente protetto raggiunge la temperatura nominale del bulbo, quest'ultimo si rompe lasciando fuoriuscire l'acqua nel punto interessato dall'incendio. L'impianto è alimentato da un apposita cisterna di acqua dolce, e da un sistema di pompaggio ad acqua marina, che si aziona una volta che si è esaurita la cisterna. Per ripristinare l'impianto si deve provvedere alla pulizia delle tubazioni.

  34. Impianti a pioggia tipo sprinkler A SECCO L'impianto sprinkler a secco ha un funzionamento molto simile a quello a umido ma nelle tubazioni di distribuzione è presente aria compressaanziché acqua. Quando si apre uno sprinkler, la variazione di pressione (come nell'impianto a umido) permette l'apertura del piattello della valvola d'allarme. L'acqua invade le tubazioni e fuoriesce dagli ugelli intervenuti. Tale impianto deve essere accessoriato da un compressore d'aria e da sistemi di controllo e gestione anche di tipo elettrico. L'utilizzo di questo tipo di impianto permette l'istallazione ove ci sia pericolo di gelo.

  35. L'IMPIANTO AD ACQUA DI TIPO SPRINKLER È NECESSARIO IN TUTTI I LOCALI IN CUI L'UOMO È PRESENTE (ESEMPIO ALLOGGI EQUIPAGGIO E PASSEGGERI, MENSE, BAR, LUOGHI DI RITROVO). UNA PERSONA CHE DOVESSE TROVARSI NEL LOCALE IN CUI SI ATTIVA L'IMPIANTO AVREBBE DEL TEMPO PER ALLONTANARSI SENZA SUBIRE GRAVI DANNI. Impianto sprinkler in funzione

  36. Impianti nebulizzatori HI FOG (water mist)

  37. Impianti a CO2 IDEALE PER LOCALI IN CUI Ė PRIORITARIA LA CONSERVAZIONE DEL BENE CONTENUTO E LO SPEGNIMENTO IMMEDIATO DELL'INCENDIO (ES. LOCALE MACCHINE). DATO CHE LA CO2 IN TALI QUANTITÁÈ MORTALE PER L'UOMO CHE SI DOVESSE TROVARE NEL LOCALE, L'IMPIANTO È ESCLUSIVAMENTE AD ATTIVAZIONE MANUALE. L'IMPIANTO PRIMA DI ENTRARE IN FUNZIONE EMETTE UN SEGNALE ACUSTICO E OTTICO DI PREAVVISO.

  38. Impianti a Schiuma

  39. Impianti a Schiuma Alta espansione = Copertura Volumetrica Ideale per le stive delle navi CAR Carrier, In caso di incendio la schiuma invade in pochi secondi tutta la stiva Bassa espansione = Copertura Superficiale Ideale per la coperta delle navi cisterna. In pochi secondi copre di schiuma una vasta superficie

  40. Impianti a Gas inerte autoprodotto I gas di scarico di una nave, opportunamente DEPURATI (dalle sostanze solide ancora in sospensione) e RAFFREDDATI, possono essere usati come GAS INERTIZZANTI all’interno delle cisterne. Il gas inerte così prodotto non ha la funzione di ESTINGUENTE, cioè non interviene per spegnere un incendio, ma viene usato in maniera PREVENTIVA, cioè per prevenire che l’incendio si verifichi, prendendo, in maniera automatica, il posto dell’ossigeno all’interno di una cisterna parzialmente vuota. Ovviamente il gas inerte può essere usato anche come estinguente ma tale non è la sua funzione principale. Il gas inerte così prodotto è molto economico ed ugualmente efficace CISTERNA Gas inerte Gas inerte Combustibile Gas inerte Schema a blocchi semplificato Impianto di raffreddamento Depuratore Gas inerte depurato caldo Gas di scarico Scarico residui

  41. Piano di Controllo di Incendio (Fire Plan) Tutte le navi dovranno avere un Piano Generaledella Nave in cui tutte le dotazioni, le attrezzature, le suddivisioni in compartimentazioni ed ogni altra informazione in materia di Sicurezza Antincendio devono essere illustrate, per ogni piano o ponte. In alternativa, ogni Ufficiale dovrà avere in dotazione un manuale in cui i dati devono essere illustrati ed aggiornati in caso di variazioni. Il testo dovrà essere in una lingua Ufficiale oltre alla lingua dell'equipaggio. Altre notizie relative alla manutenzione e alla messa in servizio, dovranno essere inserite nel Piano/Manuale. Copia del Piano deve essere Contenuta in un Involucro ben visibile in posizione accessibile, ed un duplicato, in contenitore stagno, deve essere fissato in coperta a disposizione di eventuale personale di Terra in assistenza alla lotta Antincendio.

  42. INERT GAS Per quanto riguarda uno specifico locale, cosa deve essere descritto nel piano antincendio? CO2 Tipo di Compartimentazione Tipo di porta N° persone che lavorano nel locale (o divieti di ingresso) Tipo di Impianto fisso Tipo di rilevatore antincendio Tipo di estintore portatile eventualmente presente (il simbolo ne indica anche la posizione Presenza (eventuale) di quadro elettrico (con relativo estintore a CO2) Via di fuga Eventuali segnali di pericolo per la presenza di combustibili altamente infiammabili. 4 CH Esempio di ufficio Esempio di cisterna

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