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Federazione Italiana Scuole Materne

Federazione Italiana Scuole Materne. III Modulo Lineamenti di didattica dell’IRC nella Scuola dell’Infanzia paritaria.

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Presentation Transcript


  1. Federazione Italiana Scuole Materne III Modulo Lineamenti di didattica dell’IRC nella Scuola dell’Infanzia paritaria

  2. La scuola dell’Infanzia e le specifiche ed autonome attività educative in ordine all’insegnamento della Religione cattolica nelle scuole pubbliche materne (D. P. R. n. 539 del 24/06/1986) 27 novembre 2008 Relatore Giuseppe Natale

  3. UNO SGUARDO AL PASSATO …PER AGIRE IL PRESENTEEPROGETTARE IL FUTURO

  4. Le origini Il D.P.R. n. 539 viene emanato in seguito a: • Accordo di revisione del Concordato lateranense ( L. n. 121 del 25/03/1985) • Protocollo addizionale del 18/02/1984

  5. Art. 9 – “La Repubblica italiana continua ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado”

  6. Il protocollo addizionale , al punto 5,lettera b, integra l’art. 9: • Con successiva intesa vengono determinati: • I programmi dell’insegnamento della religione cattolica; • Le modalità di organizzazione di tale insegnamento; • I criteri per la scelta dei libri di testo; • I profili della qualificazione professionale

  7. D.P.R. n. 751 16/12/1985 • Esecuzione dell’intesa tra l’autorità scolastica italiana e la Conferenza episcopale italiana per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche

  8. Punto 1 – Programmi dell’insegnamento della religione cattolica • Punto 1.2 –I programmi dell’insegnamento della religione cattolica sono adottati per ciascun ordine e grado di scuola con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del MPI previa intesa con la CEI

  9. Punto 1.3 – “…….. A definire entro 6 mesi dalla firma della presente intesa gli orientamenti delle specifiche attività educative in ordine all’insegnamento della religione cattolica nella scuola materna”

  10. Da ricordare anche: • Punto 2.4 – nelle scuole materne (D.M 3/06/1991) sono organizzate specifiche ed autonome attività educative in ordine….. • Le attività sono comprese nella programmazione educativa della scuola e organizzate in unità didattiche, anche con raggruppamenti di più ore in determinati periodi,per un ammontare di 60 ore

  11. Punto 2.5 – L’insegnamento è impartito da insegnanti in possesso di idoneità riconosciuta dall’ordinario diocesano nominati dalle competenti autorità scolastiche. • Nelle scuole materne l’insegnamento può essere affidato agli insegnanti di classe riconosciuti idonei e disposti a svolgerlo.

  12. Prima di passare all’analisi del D.P.R. si impongono alcune riflessioni: • Cambia lo scenario socio-politico per cui l’IRC non rappresenta più il “fondamento e coronamento di tutte le attività scolastiche” (Patti Lateranensi del ’29); • Si afferma la laicità dello Stato ( laicità significa che ogni visione del mondo (religiosa e non) è libera di esprimersi senza negare l’identità di ogni popolo;

  13. Art. 9 “ La repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano …” • L’IRC si legittima con un patto fra lo StatoItaliano e la Chiesa e si realizza attraverso i contenuti propri della religione cattolica

  14. Finalità degli interventi normativi • Non fare catechesi; • Non formare il credente; • Non convertire alla fede cristiana PIUTTOSTO • Fornire, attraverso modalità proprie della scuola, occasioni di conoscenza attraverso strumenti di lettura della realtà

  15. Postula una legittimazione sociale • Ragioni che legittimano l’introduzione di un contenuto nel sistemc scolastico. Tali ragioni si individuano nella revisione del Concordato allorquando le parti si impegnano : Alla rɥciproca collaborazione Per la promozione dell’uomo Per il bene del Paese.

  16. E’ intrinseco lo sforzo di fare confluire obiettivi didattici ed educativi nelle finalità generali della scuola QUINDI Un insegnamento della Religione cattolica che va ad incardinarsi nel curricolo scolastico articolandosi nei campi di esperienza e dando unitarietà al sapere

  17. Impostazione scolastica • Fondata su procedure metodologico-didattiche di un curricolo; • Centralità della persona; • Finalità della scuola: accostarsi all’oggetto della conoscenza da più punti di vista e con l’ausilio di più discipline. • Sforzo di decentramento: attività di analisi, scomposizione, composizione, sintesi

  18. Punto di vista epistemologico • Istituzionalizzare nell’ambito scolastico una disciplina vuol significare trasformare i contenuti culturali da “oggetto di conoscenza” ad “oggetto di insegnamento”. • Non riferirsi pertanto alle scienze che studiano la religione bensì alle scienze che studiano l’educazione

  19. Trasferire la cultura della religione in contesto educativo e scolastico • “la disciplina” deve potersi tradurre in termini di finalità educative, di criteri in ordine a metodi,contenuti e organizzazione di un curricolo secondo i vincoli dell’educazione formale.

  20. Scelte di fondo • L’inserimento dell’IRC nel curricolo scolastico si sostanzia per il riconoscimento: • Valore della cultura religiosa • Il cattolicesimo fa parte del parte del patrimonio storico del popolo italiano.

  21. Nel rapporto educativo L’insegnamento della religione cattolica pone : • Attenzione al bambino come soggetto del processo educativo; • Attenzione all’ambiente culturale.

  22. Principi metodologici • Avviare al gusto della ricerca della verità; • Calibrare l’offerta educativa in rapporto all’età; • Rendere significative le esperienze valorizzando il vissuto del bambino e il suo rapporto con gli altri

  23. REALTA’ Religiosa Il bambino si imbatte quotidianamente nella realtà religiosa: • Nel suo mondo interiore quando si interroga sulla nascita, vita, morte e si rivolge agli adulti per trovare risposte; • Nell’ambiente sociale e in famiglia, dove riceve gli influssi dei genitori e nel territorio dove incontra i segni della religiosità

  24. L’insegnamento della religione cattolica risponde a questi requisiti

  25. D.P.R. 24/06/1986 n.539 • Approvazione delle specifiche ed autonome attività educative in ordine all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche materne

  26. GLI INDIRIZZI • Si collocano nel quadro delle finalità della scuola che si propone fini educativi, di sviluppo della personalità, di assistenza e di preparazione alla scuola dell’obbligo (L 10/09/1969); • Assumono gli aspetti universali della religiosità e quelli specifici dei valori cattolici che fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano

  27. Sono offerti agli educatori perché possano rispondere al bisogno di significato del bambino rispettando le loro esperienze personali, le responsabilità educative delle famiglie

  28. Le scelte delle attività educative devono orientarsi: • Sulle esigenze e interessi dei bambini e le esperienze che essi vivono nella famiglia, nella scuola , nell’ambiente sociale e in riferimento alla comunità cristiana

  29. ESSE CONCORRONO ad aiutare i bambini • nella reciproca accoglienza; • Nel superamento fiducioso delle difficoltà; • Nell’educazione ad esprimersi e a comunicare con le parole e i gesti.

  30. INDICAZIONI PER I CONTENUTI DELLE ATTIVITA’ I contenuti spaziano su un ampio arco di realtà a contatto della quale il bambino vive: la natura, gli avvenimenti fondamentali dell’esistenza, la fraternità, il Vangelo • I segni della presenza di Dio nella creazione, nella natura, nella vita e nelle opere degli uomini; • I significati cristiani degli avvenimenti fondamentali dell’esistenza umana, quali i bambini possono vivere in famiglia, nell’ambiente; • La paternità e la provvidenza di Dio rende gli uomini fratelli e solidali

  31. Accostamento a passi della Bibbia, scegliendo personaggi e brani che maggiormente rivelano la paternità di Dio e la fraternità universale degli uomini; • Pagine dei vangeli che raccontano la vita, l’insegnamento, le opere, la Pasqua e la presenza viva di Gesù; • La domenica, le feste, le preghiere i canti, gli elementi simbolici, gestuali e figurativi della vita dei cristiani;

  32. Esempi della vita di santi, persone e figure significative del messaggio dell’amore nel nostro tempo; • Le manifestazioni della religiosità popolare nel loro corretto significato culturale e spirituale; • Le espressioni della poesia e dell’arte cristiana più adeguate alla sensibilità dei bambini.

  33. I CRITERI • Favorire l’ascolto, la spontaneità, l’osservazione, sentimenti di gratitudine, di gioia, di dialogo • Valorizzare le diverse esperienze dei bambini; • Avere particolare predilezione per i bambini in difficoltà

  34. Indicazioni di conduzione delle attività • La comunicazione orale (racconti, letture di brevi testi religiosi); • La musica, il canto (ascolto, esecuzione di canti religiosi); • Il gioco; • La drammatizzazione; • L’attività grafico_pittorica; • L’esplorazione dell’ambiente.

  35. Valorizzazione del vissuto • La particolare età dei bambini richiede una attenta calibratura dell’offerta educativa. • Approccio di tipo antropologico,non teologico, astratto, basato sulle esperienze dei bambini; • Rendere ricche di significato le esperienze dei bambini; • Fare leva sugli stimoli, conoscenze, interrogativi, sentimenti che egli vive come persona in rapporto agli altri

  36. Partire dalla valorizzazione del vissuto per arrivare alla comprensione delle connotazioni tipiche dell’esperienza religiosa.

  37. La Scuola dell’infanzia compie 40 anni • Ripercorrere le fonti normative che hanno interessato la scuola dell’Infanzia significa ripercorrere i passi compiuti dall’insegnamento della religione cattolica e il suo inserimento, al pari delle altre discipline, nel curricolo scolastico

  38. D.P.R. 647 del 1969 • L’educazione del bambino deve muovere dai suoi bisogni e interessi opportunamente stimolando esperienze e tentativi, rivelatori della personalità, e assecondando i ritmi di vita che gli sono propri, senza reprimere e mortificarne lo sviluppo con impazienze e anticipazioni dannose.

  39. E’ importante che tali esperienze ed attività siano promosse e guidate secondo una didattica generale ispirata ai criteri dell'individualizzazione e della partecipazione alla vita di gruppo.

  40. Così impostata, l'opera educativa della scuola materna si svolgerà nelle forme di: • - Educazione religiosa; • - Educazione affettiva, morale e sociale; • - Gioco ed attività costruttive e di vita pratica; • - Educazione intellettuale; • - Educazione linguistica; • - Libera espressione grafico pittorica e plastica; • - Educazione musicale; • - Educazione fisica; • - Educazione sanitaria.

  41. L’educazione religiosa nella scuola materna presenta, pertanto, alcuni caratteri fondamentali. • Anzitutto essa dovrebbe muovere sempre da esperienze tipicamente infantili, o, comunque, immediatamente attingibili da tutti i bambini della comunità scolastica, e svolgersi ed attuarsi in forme e attraverso attività appropriate all'età.

  42. invece di ricorrere a schematizzazioni e insistere sulla astratta formulazione di precetti, sarà opportuno, attraverso la presentazione di racconti e di esempi concreti di valore religioso e morale, portare il bambino ad una prima apertura verso Dio e ad una vissuta esperienza di fraternità, di amore e di non violenza.

  43. Occorrerà pure, attraverso adatte narrazioni ed eventuali drammatizzazioni, chiarire ogni volta ai bambini il valore e il significato della religione sul piano della vita personale e comunitaria ofamiliare.

  44. Sarà anche opportuno utilizzare ampiamente semplici canti, scelti tra quelli offerti dalla tradizione religiosa. I momenti di preghiera siano affidati alla spontanea espressione e formulazione dei sentimenti presenti nell’animoinfantile.

  45. L'educazione religiosa dovrà sottolineare gli aspetti universali della religiosità e insieme quelli specifici delle varie forme religiose.

  46. D. M. 3/06/1991 • Il bambino come soggetto di diritti Spettano ai bambini, in quanto persona, i diriti inalienabili, sanciti dalla Costituzione, alla vita, alla salute, all’educazione, all’istruzione e al rispetto dell’identità individuale, etnica,culturale e religiosa

  47. Finalità Visione del bambino come soggetto attivo, impegnato in un processo di continua interazione con i pari, gli adulti, l’ambiente e la cultura …. raggiungere traguardi di sviluppo in ordine alla identità, alla autonomia e alla competenza

  48. Campi di esperienza Il corpo, il movimento; I discorsi e le parole; Lo spazio, l’ordine e la misura

  49. Legge 53 del 2003D. Legge 59 del 2004(riforma Moratti)

  50. Nel 2003 viene sottoscritta l’intesa tra il M.I.U.R. e la C.E.I. per individuare GLI OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO PROPRI DELL’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA

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