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Progetto in rete. INSIEME PER…IL SUCCESSO FORMATIVO (I.I.S.S. “A. Agherbino”- Putignano – Noci) INSIEME PER…CRESCERE 5 (S.M.S. “S. da Putignano” – Putignano). A. S. 2010-2011. Lavoro realizzato dagli alunni delle seconde classi della S.M.S. “S. da Putignano”:
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Progetto in rete INSIEME PER…IL SUCCESSO FORMATIVO (I.I.S.S. “A. Agherbino”- Putignano – Noci) INSIEME PER…CRESCERE 5 (S.M.S. “S. da Putignano” – Putignano) A. S. 2010-2011 Lavoro realizzato dagli alunni delle seconde classi della S.M.S. “S. da Putignano”: Capozza Rosselia, Degiorgio Francesca, Giannandrea Tiziano, Giliberti Valerio Guglielmi Jasmine, Laterza Federica, Loliva Fabio, Patruno Donatella. Coordinato dalle docenti Carenza M.G. e Cisternino V.
PUGLIA FEDE E FOLKLORE
La Puglia è il luogo d’incontro tra l’Occidente e l’Oriente ossia il punto d’incontro tra antiche civiltà fiorite nel Mediterraneo. E’ una terra da amare e da scoprire, una terra antica, ricca di fede e tradizione, perennemente baciata dal sole e bagnata da un mare trasparente, ricca di inestimabili tesori portati nel tempo dall’approdo di flussi migratori e dai transiti mercantili. Particolare e misterioso è il territorio che dal Sud Barese abbraccia la Valle D’Itria fino a giungere nel profondo e acceso Salento. Resistono, immutati, piccoli e grandi eventi che riprendono antiche tradizioni e si perdono nella notte dei secoli.
Feste patronali accendono di mille colori le calde notti d’estate, accompagnate dalla musica di complessi bandistici, in uno straordinario entusiasmo di fede e folklore, che coinvolge le nostre città. Una qualsiasi ricorrenza è partecipata occasione di aggregazione, in paese come nella più piccola delle contrade. Santi e patroni giungono dal mare sia d’estate sia d’inverno, i riti della Settimana Santa preludono alla primavera, al risveglio della natura.
Episodi storici si legano ad eventi soprannaturali, celebrati con riti propiziatori per contrastare i rigori dell’inverno. Così, se la devozione si esalta nelle processioni, la gioia della festa sconfina nel fragore dei fuochi d’artificio, in cortei e balli, sfilate mascherate, fiere e sagre gastronomiche, in un tripudio di luci, colori, musica e sapori che sembra non avere confini. Nel corso dell’anno la Puglia ospita manifestazioni, feste religiose e popolari, sagre, spettacoli e concerti.
Feste e tradizioni popolari Feste calendariali Feste patronali e cortei storici Feste natalizie Settimana santa
FESTE CALENDARIALI • Carnevale di Putignano (Ba) • Festa della propagginea Putignano (Ba) • Notte delle fanove a Castellana Grotte (Ba) • Fiera del fischietto in terracotta a Rutigliano (Ba) • Sand'Anduène: cande, fìscke e suéne! a Sammichele di Bari (Ba) • La “focara” di Sant'Antonio a Novoli (Le) • Festa dell’orso a Putignano (Ba) • La Campana dei Maccheroni a Putignano (Ba) • Palio del Viccio a Palo del Colle (Ba) • Carnevale di Gallipoli (Le) • Gli sbandieratori de "la 'Nzegna“ a Carovigno (Br) • Festa del Passa Passa a Turi (Ba) • Cavalcata dei buoia Chieuti (Fg) • Sagra di san Rocco a Torrepaduli (Le) • U' joco d'a jalett a San Marco la Catola (Fg) • Festa dei Fucacoste e cocce priatorije a Orsara di Puglia (Fg)
Carnevale di Putignano A Putignano si festeggia ogni anno uno dei Carnevali più antichi d’Italia. Inizia il 26 dicembre con il rito delle Propaggini, nel corso del quale gruppi di poeti recitano in vernacolo versi satirici sui personaggi più noti della comunità. La festa risalirebbe al 1394 e, secondo alcuni studiosi, ai riti ancora più antichi che si tenevano nella Magna Grecia in onore del Dio Dionisio. Ci sono inoltre in vita altri riti tradizionali come la “festa dell’Orso”, “festa dell’Estrema Unzione” e il “ funerale del Carnevale“.
La Festa delle Propaggini Da sempre sospesa fra storia e leggenda, poesia e costume, la festa delle Propaggini (26 dicembre)rappresenta uno dei momenti di maggiore peculiarità del Carnevale di Putignano. Ancor oggi, per 6/7 ore di fila, decine di poeti dialettali si alternano sul palco della piazza cittadina per declamare versi satirici in rima contro i politici, i potenti e determinate abitudini sociali. L'attacco diretto e sfrontato si alterna con messaggi allusivi di natura sessuale, sempre e comunque al fine di propiziare un futuro migliore. Secondo una certa tradizione letteraria, le origini della festa, primo archetipo di quello che sarebbe poi diventato il Carnevale, sarebbero legate ad un preciso evento storico, la traslazione delle reliquie di Santo Stefano.
Notte delle fanove a Castellana G. Per tutta la notte dell’11 gennaio il paese si rischiara e si riscalda alla luce di grandi falò, le fanove, enormi cataste di legna sistemate a forma di cono e accese in ricordo della miracolosa guarigione dalla peste del 1691. La devozione popolare vuole che le fanove diano tepore al paese per accogliere l’immagine della Madonna della Vetrana, protettrice di Castellana Grotte. All'alba della domenica, la banda musicale cittadina suona la Diana e andando in processione per i frantoi del paese, si raccoglie l'olio che alimenterà per tutto l'anno la lampada votiva della Madonna della Vetrana. Tradizione castellanese è l’assaggio di sarach(e) i scartapiedd(i) (“salacche e salacchini”, pesci secchi salati), che si offrivano a coloro che visitavano i falò, accompagnati da un canto alla Madonna e da un buon bicchiere di vino
Fiera dei Fischietti di Terracotta Si rinnova a Rutigliano (Bari) da sabato 16 gennaio il tradizionale appuntamento con la celebre Fiera dei Fischietti di Terracotta, unica del suo genere in Italia.A Rutigliano i Fischietti di Terracotta sono il frutto di un bizzarro connubio tra sacro e profano. Per antica e radicata usanza, il 17 gennaio, Festa di Sant'AntonioAbate, gli uomini di tutte le età di questa città donano alle proprie donne il "gallo-fischietto", simbolo di "virilità" e "prosperità". Un dono fatto nel nome di Sant'AntonioAbate, che benedice le unioni d'amore e le nuove amicizie, ma che è anche protettore degli animali: nel pomeriggio della festa, centinaia di piccoli e grandi amici dell'uomo (che giungono anche da altri centri della provincia) sfilano in pompa magna per le vie della città per raggiungere il sagrato della chiesa di San Domenico per l'antico rito della "benedizione degli animali".
Il carnevale di Sammichele di Bari Sand'Anduène: cande, fìscke e suéne! Il carnevale di Sammichele, è tra i più rinomati del territorio barese e si può fregiare di un'antica tradizione che affonda le sue radici in un passato lontano. La festa, ha inizio, secondo un'antica tradizione, il 17 gennaio, giorno di Sant'Antonio Abate con il detto di "Sand'Anduène: cande, fìscke e suéne!"È un carnevale che si sviluppa in un contesto umile e contadino, dove, per trascorrere la ricorrenza in allegria si invitano conoscenti, parenti e amici mettendo a disposizione la stanza più grande e accogliente della casa e creare, speriamo!, occasioni di matrimonio per le figlie…con una brava persona, presentata da gente perbene! Questa è la scena che annualmente si vuole rappresentare organizzando u festìne (il festino di carnevale). Gli attori principali del festino sono: u mèste de balle (il caposala), le compagnie mascherate, il conduttore, il portinaio (u pertenare), il motorista.
La “focara” di Sant'Antonio a Novoli (Le) Riti propiziatori antichissimi e tradizioni pagane si mescolano nelle celebrazioni in onore di Sant'Antonio Abate, nel paesino di Novoli (Le), così come in molte altre località italiane. In particolare, a Novoli, questa festa incentrata sul valore purificatore del fuoco vanta cinque secoli di storia. La “focara” che i novolesi allestiscono in piazza è una gigantesca pira di fascine che supera i venti metri d'altezza e che richiede la partecipazione di tutta la cittadinanza. Nella pancia di questo enorme cumulo, vagamente somigliante a una torta nuziale, si apre una galleria abbastanza ampia da consentire il passaggio della statua del santo: momento culminante della processione del 16 gennaio, giorno della vigilia. Al termine della processione serale, alla presenza di decine di migliaia di persone, l'accensione della “focara” è accompagnata da rutilanti fuochi d'artificio. La festa prosegue il 17 gennaio fra luminarie, bancarelle, esposizioni d'arte e artigianato locale, con gli spettacoli di musica etnica (la “pizzica” salentina), le gare pirotecniche e le degustazioni gastronomiche della tradizionale quanto succulenta sagra del maiale.
La Festa dell’orso a Putignano (Ba) Ogni anno, il 2 febbraio, giorno della Candelora, a Putignano va in scena un’antica consuetudine, una vera e propria performance, che ha come protagonista un orso il cui legame con il Carnevale è confermato da alcune capacità magico - divinatorie che la tradizione popolare gli attribuisce. Infatti, secondo un antico proverbio putignanese, proprio il giorno della Candelora, l’orso ha la possibilità di prevedere l’andamento del clima per la parte rimanente dell’inverno, sulla base di una “logica carnevalesca” o meglio “rovesciata”: se in quel giorno il tempo è buono, l’orso “si costruisce” il “pagliaio” per difendersi dalle imminenti intemperie, se invece è cattivo, abbandona le preoccupazioni, perché sa che il clima sarà buono.
Campana dei maccheroni Ultimo giorno di carnevale a Putignano (Ba) Il momento finale del carnevale, il funerale, rappresentato con un maiale di cartapesta poi bruciato nella piazza del centro storico, è considerato purificatorio. Sarà la “Campana dei maccheroni” che, con i suoi 365 rintocchi, chiuderà la grande “festa”. Un bicchiere di vino e un abbondante piatto di pasta saluterà tutti i visitatori.
Palio del viccio a Palo del Colle (Ba) In provincia di Bari, a Palo del Colle, l'ultimo giorno di carnevale viene tesa una fune tra due balconi della città. Attraverso la corda si fanno scorrere un tacchino ed una borsa piena d'acqua, che deve essere colpita da cavalieri mascherati che sfrecciano attraverso la via. Chi colpisce la borsa vince il tacchino. Questa festa, che ha origini antiche, si è fortunatamente modificata nel tempo. Nella sua versione originale, infatti, i cavalieri dovevano colpire ed uccidere il tacchino appeso vivo, cercando di strapparlo dalla fune. L'aspetto più cruento veniva dal fatto che nessuno riusciva mai ad uccidere il povero animale al primo colpo, e la creatura rischiava di subire moltissime sferzate prima di soccombere tra atroci tormenti.
Carnevale di Gallipoli e "Lu Tidoru" Antichissima è la tradizione carnascialesca in Gallipoli (Le) e documentata, oltre che in atti e documenti settecenteschi, da radici folcloristiche che affondano le origini in epoca medioevale, tramandate fino a noi con una aderenza sostanziale all'originario spirito popolare, che ne fu l'anima e il propagatore esclusivo. La maschera più caratteristica del Carnevale di Gallipoli è Teodoro "Lu Tidoru" giovane ragazzo gallipolino che durante i festeggiamenti riuscì a mangiare, in quel Martedì Grasso, così tante salsicce e tante di quelle polpette che ne rimase strozzato. Ed ogni anno mantenendo fede alla tradizione, durante la sfilata, viene rievocato il tragico evento accompagnata da una banda musicale, a dir poco sgangherata, e da un codazzo di giovani vergini disperate dal dolore che lo piangono con urla e grida. Ad accompagnare il soldato sfortunato, la madre, costituita da un fantoccio di paglia con le fattezze di un'anziana donna vestita a lutto, chiamata Caremma (termine dialettale che rimanda a Quaresima).
CAROVIGNO: gli sbandieratori de "la 'Nzegna" La "'Nzegna" (insegna) è una festa di sbandieratori che si tiene nel periodo pasquale nella cittadina messapica sul sagrato del santuario della Madonna di Belvedere (o, come è chiamata in dialetto carovignese, "Matonna di Bervideri"), la cui effige fu ritrovata in una grotta poco fuori città nel XI secolo da un contadino che per la gioia legò il suo fazzolettone a un ramo e lo gettò in aria, annunziando la notizia. Negli anni Sessanta, ispirandosi a questa leggenda, nella cittadina brindisina fu fondato uno dei primi gruppi italiani di sbandieratori, che porta avanti la tradizione de "la'Nzegna"
Festa del passa-passa a Turi Processione dell'Annunziata Si svolge a Turi (Ba), ogni 25 aprile, l'antica cerimonia del passa passa: un rito di origine pagana che rivive ogni anno nei festeggiamenti civili e religiosi dell'Annunziata intorno alla piccola chiesa medievale di San Rocco. Per l'antica cerimonia, bambini infiocchettati accompagnati dai rispettivi padrini, seguono l'effige dell'Annunziata nei tre giri che compie intorno alla chiesa di San Rocco. Si tratta di un edificio medievale costruito, con ogni probabilità, tra l'XI e il XII secolo, poco fuori dal centro abitato, in un'area importante perchè attigua ai pozzi pubblici. Il rito del passa passa, ripetuto per tre anni consecutivi, servirà a suggellare il vincolo di comparatico tra l'adulto ed il bambino.
Cavalcata dei buoi a Chieuti (Fg) A metà aprile si tiene a Chieuti, in provincia di Foggia, una sconclusionata corsa di buoi, alquanto pittoresca. La gara si svolge all'interno dei festeggiamenti per il patrono del paese, San Giorgio, e dura quattro chilometri e mezzo. Partendo dalla periferia, in direzione del centro del paese, passando per il mare, quattro coppie di buoi, trascinando un pesante carro meravigliosamente addobbato, corrono al galoppo, sorpassandosi in maniera spettacolare, mentre sono pungolati dai cavalieri che li seguono e preceduti da un terzetto di cavalli che, legati a ventaglio, guidano ogni bue.
Sagra di San Rocco a Torrepaduli (Le) A Torrepaduli, vicino Lecce, San Rocco viene ricordato in maniera peculiare. Il 16 agosto, infatti, i paesani di questa frazione urbana, mettono in scena l'antico rituale che vedeva scontrarsi due rivali in amore, ai tempi della dominazione turca della Puglia. Utilizzando unicamente movimenti del corpo, ogni danzatore sceglie un rivale, e lo sfida in una difficile tenzone gestuale scandita dal ritmo della "pizzica tarantata" dei tamburelli.
U' joco d'a jalett a San Marco la Catola (Fg) Il 20 agosto a San Marco la Catola, in provincia di Foggia, viene allestita un giostra medievale. I rioni del paese, organizzatisi in apposite squadre, si affrontano a ridosso delle mura del castello ducale. Il gioco consiste nel conficcare la punta di una lancia, tenuta da un cavaliere in corsa, in un buco posto sotto ad un secchio pieno d'acqua, senza rovesciarne il contenuto, che cadrebbe addosso al cavaliere, rendendolo ridicolo. Questo gioco, che conserva perfettamente i caratteri delle antiche giostre medievali, viene incredibilmente riprodotto in tutta la sua integrità.
Festa dei Fucacoste e Cocce Priatorije a Orsara di Puglia (Fg) A Orsara di Puglia, la notte di “tutti i santi”, quella del primo giorno di novembre, si celebra una festa antichissima. A pochi giorni dall’evento, tutti sono indaffarati nei preparativi. Le famiglie cercano di accaparrarsi le zucche migliori per i propri bambini. Saranno proprio i più piccoli, con l’aiuto di nonni e genitori, a intagliare queste grandi “mongolfiere” arancioni per renderle “umane” e dotarle di occhi, naso, bocca e adeguarle a ospitare un lume al loro interno. La tradizione vuole che le anime del Purgatorio (Cocce priatorije) possano purificarsi attraverso il fuoco dei fucacoste e trovare la via del Paradiso, che viene indicata loro dai lumi nascosti dentro le zucche. E’ la festa della luce, dunque, non quella delle tenebre (come invece è per Halloween).
Feste patronali e cortei storici • Festa di San Nicola a Bari • Festa patronale a Vieste (Fg) • Festa di di San Vito Martire a Polignano a Mare (Ba) • Festa della Madonna della Madia a Monopoli (Ba) • Festa dei Santi Medici ad Alberobello (Ba) • Festa di Sant’Oronzo a Turi (Ba) • Festa della Madonna del Pozzo aCapurso (Ba) • Corteo storico e lancio del pallone ad Acquaviva delle Fonti (Ba) • Festa della di San Giuseppe ad Acquaviva delle Fonti (Ba) • Festa di San Rocco in Contea a Conversano (Ba) • Festa di San Trifone ad Adelfia (Ba) • La Scamiciata a Fasano (Br) • "Corteo storico di Federico II” e il "Palio dei rioni" a Oria (Br) • Festa del "cavallo parato" a Brindisi
Festa di San Nicola a Bari Dal 7 al 9 maggio si svolge nel centro storico di Bari la festa del Patrono della città, San Nicola. Una delle usanze tradizionali è l'offerta del pane alla Basilica. A rievocare l'antico arrivo delle reliquie di San Nicola, arrivate a Bari dal mare il 7 maggio del 1087 portate dai 62 marinai baresi, la sera della vigilia si tiene un grande corteo storico.Il giorno della festa si svolge la solenne processione in cui la statua del Santo viene portata fino al Molo San Nicola dove si tiene una solenne celebrazione eucaristica presieduta dall'Arcivescovo di Bari; il Santo viene poi trasportato in mare da un corteo di imbarcazioni. Verso sera avviene il raduno delle imbarcazioni presso il molo in cui si saluta il ritorno del Santo nella basilica, attraverso una nuova sontuosa processione al termine della quale avviene lo scoppio dei fuochi pirotecnici. Il giorno dopo, in seguito alla celebrazione eucaristica di saluto che si tiene in Piazza del Ferrarese, nella cripta della Basilica si prosegue ufficialmente al prelievo della santa manna (che i monaci benedettini trassero dalle ossa del santo) alla presenza dei fedeli e delle autorità religiose e civili.
FESTA PATRONALE a Vieste (Fg) Il 9 maggio si festeggia Santa Maria di Merino, compatrona del paese. Il culto ebbe inizio quando, secondo la leggenda, sulla spiaggia di Scialmarino, fu rinvenuta una sua effigie abbandonata dai Saraceni. La splendida statua lignea della seconda metà del XV sec. ritrae la Vergine genuflessa con la mano destra alzata e la mano sinistra sul petto, gli occhi protesi verso il cielo. I marinai, sempre secondo la leggenda, posero la statua su un carro trainato da buoi, perché si decidesse la destinazione del simulacro. Il Destino scelse la città di Vieste, che da allora ogni anno si reca in processione in suo onore lungo la riva del mare, dalla Cattedrale fino al santuario di Merino, unica testimonianza dell'antico centro abitato. La statua volge il viso verso il mare mentre, al ritorno in cattedrale, il simulacro è rivolto verso la campagna. Così tra mare e terra nel giorno dedicato alle celebrazioni in suo onore, la Madonna benedice l'acqua ed il raccolto, riconfermando il suo patto d'amore e protezione con la gente del Promontorio. Quando lo stesso giorno la statua dal santuario ritorna in cattedrale, la processione è accompagnata dallo scoppiettare dei fuochi pirotecnici. Il 10, infine si svolge la festa del paese tra musica, bande e, nuovamente, fuochi d'artificio.
Festa di San Vito Martire a Polignano a Mare (Ba) La festa ha inizio il 14 giugno quando l'effige del Santo viene posta a bordo di uno zatterone, quindi condotta per mare dal porticciolo di San Vito, fino a Cala Paura. Giunti in porto l'icona viene portata a spalla in piazza Vittorio Emanuele, dove, con una solenne celebrazione, gli vengono consegnate simbolicamente le chiavi della città. L’immagine del Santo viene poi posta su di un altare allestito per l'occasione, dove vi rimarrà sino al termine della festa. Il giorno 15 ha luogo la solenne processione, momento in cui le reliquie del santo patrono vengono portate in visione, in piccole teche, per le strade del paese. Il 16, giornata conclusiva della celebrazione, ha luogo la processione conclusiva che ricondurrà l'effige del santo dall’altare alla Chiesa Matrice.
Festa della Madonna della Madia a Monopoli (Ba) La Festa della Madonna della Madia è un appuntamento irrinunciabile: venerdì 16 dicembre l’immagine della Madonna arriva dal mare su una zattera, e viene portata in processione verso la Cattedrale. Racconta la tradizione che questa immagine della Vergine sfuggì al sacco di Costantinopoli del 1117, quando i Turchi misero a ferro e fuoco la città, e giunse miracolosamente intatta a Monopoli grazie ad un’imbarcazione di fortuna. La zattera è ancora conservata nella cattedrale e parte del legno viene rimessa in mare con l’immagine della Madonna, da qui viene poi riconsegnata al Vescovo accompagnata da sub e marinai. All’alba, alle 6, torce sottomarine e fuochi artificiali regalano uno spettacolo di suggestiva bellezza, mentre alle 7 inizia la processione per raggiungere la Cattedrale di Monopoli.
FESTA dei SANTI MEDICI ad Alberobello (Ba) Si svolge da oltre due secoli nel mese di settembre. Devoti e pellegrini accorrono da tutta la regione raggiungendo, anche a piedi, la Chiesa per devozione ai Santi Anargiri, Cosma e Damiano. Le celebrazioni eucaristiche prendono avvio con la messa che si celebra la mattina del 27, le solenni processioni si svolgono la mattina del 27 e la sera del 28. Si passa dalla tradizionale fiera del bestiame alle bancarelle del mercato che per diversi giorni occupa le strade della città. Le bande, la cassa armonica, l' illuminazione, i fuochi d'artificio e poi le tradizionali "olive alla calce", la "carne al fornello", la "focaccia con la mortadella e il provolone piccante" costituiscono gli elementi più noti e tradizionali. Gli spettacoli dei fuochi di artificio, allestiti da rinomate ditte, danno vita ad una imparagonabile fantasmagoria di colori che rompe l'ebano del cielo autunnale, concludendo la festa.
Festa di Sant’Oronzo a Turi (Ba) La Festainizia il 15 agosto con l’apertura dei festeggiamenti in onore del santo e si protraggono fino al 29 agosto con manifestazioni civili e religiose. La sera del 25 un'imponente processione di fedeli accompagna, pregando, il busto del Santo Vescovo, dalla Chiesa Madre alla periferica Chiesa di Sant'Oronzo alla Grotta; la stessa "ritornerà" in paese, tra ali di folla festante, la sera del giorno dopo, il 26 agosto, sul Carro Trionfale, una torre lignea tutta decorata, opera di maestri locali, tirata da 6 mule, che viene accolta in piazza dalle luminarie, lanci di fiori, palloncini, fuochi d'artificio e la musica delle Bande (quella di Turi, sul Carro, quella ospite sulla cassa armonica) che si danno "battaglia" a suon di... note. Il 26 mattina c'e l'asta per portare il Santo nella grande e favolosa processione di gala, composta da autorità civili e religiose, anticipate da un lungo corteo storico, sbandieratori, bande e una grandissima cavalcata storica.
Festa della Madonna del Pozzo a Capurso (Ba) Si festeggia l’ultima domenica di agosto. E’ l'avvenimento turistico-religioso più importante non solo di Capurso, quanto dei paesi vicini. I festeggiamenti iniziano dalla sera del venerdì con la processione del quadro della Madonna che fu rinvenuto in un pozzo in località Piscino, nella seconda metà del XVIII secolo. Il ritrovamento è attribuito a don Domenico Tanzella che, gravemente malato, guarì dopo aver bevuto l’acqua del pozzo, secondo quanto suggeritogli dalla Madonna che gli era apparsa in sogno. In seguito a ciò fu costruita sul posto una cappella e poi una basilica-santuario dove sono custoditi centinaia di ex voto. Il paese diventa meta obbligata di molti fedeli che arrivano da ogni parte per venerare la protettrice di Capurso. Le processioni del venerdì, della domenica, del carro trionfale a tre piani, trainato dai fedeli e la processione del lunedì, sono tutte caratterizzate dal lancio di palloni aerostatici, dai fuochi d'artificio e dall’immancabile banda musicale. La festa sacra procede in sintonia con gli odori e sapori tipici della sagra paesana dove è possibile degustare numerose specialità, dagli ghjemerìedde (involtini d’interiora d'agnello) alle salzizze (salsicce), formaggi freschi e stagionati, pane e focaccia.
Corteo storico e lancio del pallone ad Acquaviva delle Fonti (Ba) Durante i festeggiamenti in onore della Madonna di Costantinopoli, la domenica che precede il primo martedì di Settembre, si svolge il corteo storico. In tale occasione una copia del quadro raffigurante la Madonna viene portato su un carro trainato dai buoi e collocato sulla Cassarmonica. Il primo martedì di Settembre invece, che è il giorno della festa della patrona della città, a mezzanotte viene lanciato il "pallone", una mongolfiera di carta di notevole dimensione (altezza 21 mt., circonferenza 42 mt. diametro d'imboccatura 3 mt.); tale tradizione si perpetua sin dal 1848. Il Pallone viene lanciato dal Palazzo Panizza, in P.zza Vittorio Emanuele, poiché l'altezza della facciata e la sua posizione, riparati dal vento di ponente che spesso spira nelle ore notturne, permettono la regolare gonfiatura che avviene tramite la combustione di paglia di orzo umida. E' un momento molto suggestivo che richiama la curiosità e l'attenzione degli stessi cittadini e di innumerevoli forestieri.
Festa di San Giuseppe ad Acquaviva delle Fonti (Ba) Il giorno della festa di San Giuseppe in tutti i rioni della città si accendono i falò. Al calore della brace vengono consumati taralli, ceci abbrustoliti, noccioline, mandorle e buon vino primitivo. Il falò ha origini molto antiche, forse risalenti all'epoca della Magna Grecia: sacro e profano si intrecciano sin dalla notte dei tempi. Si vuole, per tradizione, che nel 1600, a seguito di una grave pestilenza, per grazia ricevuta (Acquaviva fu colpita solo marginalmente dall'episodio), gli Acquavivesi vollero istituire tale festa in onore della Madonna di Costantinopoli, responsabile della preservazione del paese dal terribile morbo. Ad Acquaviva, narrano le cronache, i panni delle vittime del grave flagello furono bruciati a titolo cautelativo nella grande pira allestita per l'occasione. Da allora i contadini, ogni anno, solevano raccogliere molta legna, portarla in città, preparare una grande catasta sormontata da un trionfino in legno carico di doni ("la cima cime") e, la sera del secondo martedì di Marzo, dare fuoco al tutto, realizzando un grande falò tra nutrite ali di folla. Si racconta che in tempi antichi il falò così allestito fosse veramente grandioso e durasse per giorni e giorni.
LA CAVALCATA STORICA DI SAN ROCCO a Conversano (Ba) Il Corteo rappresenta il momento più suggestivo per l'atmosfera che si respira a Conversano tra i suoi vicoli. Oltre 200 i figuranti che partecipano alla CAVALCATA STORICA DI SAN ROCCO, l'unica a svolgersi in concomitanza della processione del Santo seguendo uno specifico itinerario nel cuore della cittadina. E’ la tappa di un viaggio nel tempo e negli ambienti della devozione al Santo pellegrino di Montpellier. Sono protagonisti nobili famiglie e clero, popolani e pellegrini, danzatrici, compagnie d'armi e cavalieri, soldati - sbandieratori e templari a difesa di un percorso itinerante che rievoca le diversità sociali fino al primo Rinascimento. Una Rievocazione itinerante che narra le pratiche devozionali del passato, con l'impegno di esperti gruppi di cittadini e formazioni varie tra cui molti giovanissimi interpreti, con abilità specifiche, acquisite nella scuola e funzionale all'allestimento rievocativo.
Festa di san Trifone ad Adelfia (Ba) La festa più importante di Adelfia, è la venerazione di san Trifone, patrono di Montrone che secondo la tradizione protesse il paese durante l'epidemia di peste del 1691 e scacciò un'invasione di cavallette. L'evento è ricordato nell'iconografia del santo, che presenta sempre una cavalletta sulla lancia. La festa si celebra ogni anno dal 1 all' 11 novembre e in particolare nei giorni conclusivi, per la sua celebre gara di giochi pirotecnici, fa convergere nella città molti turisti provenienti da tutta Italia. Sin dal primo giorno, la Bassa Musica di Adelfia, localmente nota come u Tammorre ("il Tamburo"), percorre giorno e notte il centro abitato suonando instancabilmente pezzi popolari, tra i quali l'intramontabile "Marcie du ciuccie" ("Marcia dell'asino"). La sera del 9 novembre il quadro del santo viene portato in processione fino in piazza e si procede al lancio della mongolfiera. Da quel momento la serata si anima con i concerti di diverse bande giunte ad Adelfia per l'occasione, i quali si protraggono fino a notte inoltrata. Il giorno successivo, alle 4 di notte, un colpo secco sparato da un mortaio di 12 cm di diametro sancisce l'inizio della giornata clou: molti fedeli raggiungono quindi la chiesa di San Nicola per assistere alla prima messa, alle 4.30. I concerti bandistici, dalle 10, e la riffa, ossia un susseguirsi di offerte dei fedeli che desiderano portare a spalla la statua del santo, precedono la processione. Questa percorre le vie cittadine accompagnata - tra gli altri - da molti bambini che per devozione familiare indossano abiti analoghi a quelli del santo. Alcuni dei bambini accompagnano la processione su cavalli bardati a festa. La consegna delle chiavi della città da parte del sindaco chiude la processione. Nel pomeriggio ha luogo la celebre gara pirotecnica, della durata di circa tre ore.
LA SCAMICIATA a Fasano (Br) La Scamiciata è la rievocazione storica che si tiene a Fasano (Brindisi) in memoria della vittoria ottenuta sui Turchi il 2 giugno 1678. In questo giorno, infatti, dopo anni o secoli di scorrerie turchesche subite in paziente rassegnazione, i Fasanesi sconfissero definitivamnete i Turchi in una battaglia campale sotto le mura della Città. I tre momenti in cui si svolge la manifestazione vedono coinvolti i centri di Pozzo Faceto, dove si trova il santuario della Protettrice di Fasano; Pezze di Greco, che insiste sull'antica via che da Fasano porta al santuario, e Fasano centro. La Scamiciata ha inizio con il pellegrinaggio in costume al santuario di Pozzo Faceto dove, con una suggestiva cerimonia religiosa, vengono benedetti I labari di Santo Stefano, San Giovanni e della Madonna di Pozzo Faceto, Patroni della terra di Fasano. Segue un canto di supplica affinché la Vergine protegga la comunità. Dopo una breve sosta in piazza del Miracolo il corteo rientra in Fasano attraversando Pezze di Greco. I celebri Cortei Storici delle città ospiti aprono il Corteo Storico de "La Scamiciata". Precede il Corteo il banditore, che, con le parole poste sulla lapide del 1678 di via del Balì, ricorda la battaglia ed il valore dei fasanesi i quali con "l'aiuto possente dei Titolari della Terra" riuscirono, nonostante fossero stati colti di sorpresa ed impreparati alla difesa, a sconfiggere gli invasori, ed invita il popolo alle solenni celebrazioni per ricordare il valore dei Padri.
Segue la drammatizzazione della battaglia tra i fasanesi ed i turchi: la rabbia dei vinti e l'esultanza dei vincitori affascinano lo spettatore, che si vede coinvolto continuamente nella rappresentazione del dramma attraverso l'intero percorso del corteo. I suono delle chiarine, il rullo dei tamburi, lo sventolio delle bandiere, sottolineano l'inizio della grande Festa: Fasano può rivivere il più importante momento di storia patria; orgogliosa, celebra la sua vittoria. Sfilano lo stendardo dell'Universitas e la dama con le chiavi della Città, i dignitari, i rappresentanti famiglie nobili con i propri stemmi; la bandiera del Baliaggio di Santo Stefano precede la carrozza del luogotenente Fra' Zurlo da Crema, accompagnato dal sindaco Pompeo Mignozza; la bandiera del Balì di Malta fra' Brancaccio precede la sua carrozza; segue il popolo in festa, interpretato da giovani fasanesi e gruppi folcloristici. II capo dei turchi viene scortato da armigeri e precede gli "scamiciati", i fasanesi che vinsero la battaglia, i quali, gioendo del fortunato esito, tra canti e balli della tradizione pugliese e napoletana, circondano il carro che ricorda il trionfo, una grande barca su cui gli "scamiciati" issano i labari dei Santi Patroni: Nostra Signora di Pozzo Faceto, San Giovanni Battista, Santo Stefano Protomartire.
Corteo storico di Federico II ed il Torneo dei Rioni a Oria (Br) La manifestazione prende spunto dall'attesa di Federico II nel 1225, per l'arrivo della sposa Iolanda di Brienne (già sposata per procura alcuni mesi prima), a Brindisi, confermandone il vincolo matrimoniale già contratto a distanza nella locale Cattedrale. Durante l'attesa Federico II emana un bando di un torneo tra i 4 rioni di Oria per onorare il suocero Giovanni di Brienne, padre della giovanissima sposa e ospite della corte di Federico II. Il venerdì prima del corteo, presso la Basilica Cattedrale di Oria, si celebra la Benedizione del Palio e l'investitura del cavaliere. Durante il sabato che precede la gara si svolge nelle strade cittadine un imponente sfilata in costume, che coinvolge circa seicento figuranti di differenti tipologie: Nobili, Dame, Cavalieri e armati di diverso tipo (fanti e arcieri). È anche riprodotta l'esotica corte federiciana, con numerosi animali selvatici, odalische e la fedele guardia personale dell'Imperatore: i Saraceni, cui storicamente l'imperatore assegnò la cittadina di Lucera. Del corteo fanno parte anche numerosi portastendardi e sbandieratori. Sfilano infine i quattro rioni della città con i loro stendardi e coppie di nobili, dame, cavalieri e atleti. La giornata del corteo culmina in tarda serata nella principale piazza cittadina, piazza Manfredi, dove in una splendida atmosfera d'attesa viene presentato il palio alla cittadinanza e all'intera popolazione. Dopo la lettura del "bando del Torneo" da parte dell'Araldo, segue uno spettacolo di danzatrici, mangiafuoco e sbandieratori. Ogni anno il palio viene offerto da una città o da un ente differente alla città di Oria, ed è opera di differenti artisti.
Festa del "cavallo parato“ a Brindisi La festa della Processione del cavallo parato si tiene a Brindisi per il Corpus Domini e rievoca un episodio del 1250 quando San Luigi IX, re di Francia, di ritorno dalla Terra Santa fu sorpreso da una tempesta e approdò, dopo varie disavventure, miracolosamente salvo a Brindisi. Qui l'arcivescovo della città pugliese lo ricevette e in sella ad un cavallo bianco si recò dal re per mettere in salvo l'Ostia Consacrata. Naturalmente anche oggi la ricorrenza ha come simbolo il cavallo bianco che bardato a festa precede la processione che percorre le vie di Brindisi sotto un lancio di fiori.
Feste natalizie • Il Presepe pugliese • Tradizioni Natalizie in Puglia • Tradizioni Natalizie a Bari • Natale a Monopoli (Ba) • Fiera di Santa Lucia a Lecce • Presepe nell’Anfiteatro romano a Lecce • Il presepe medievale a Castro (Le) • Il presepe vivente nell’agrumeto a Maglie (Le) • Il presepe permanente a Salice Salentino (Le) • Il presepe vivente a Tricase (Le) • Festa de le Panare” a Spongano (Le) • Presepe vivente a Pezze di Greco (Br) • Cavalcata dei re Magi a Mesagne (BR) • La tradizione sul Gargano
Il Presepe pugliese Il presepe in Puglia risale al XV secolo, il primo affresco fu realizzato per la chiesa francescana di S. Caterina in Galatina, ritenuto il più antico presepe di Puglia, di cui sono conservati solo gli elementi relativi alla natività, realizzato dallo scultore Nuzzo Barba. A partire dal XVI secolo la rappresentazione del presepe in Puglia, trova la sua massima affermazione con sculture realizzate in pietra. Tra gli artisti del XVII secolo il più noto fu Stefano da Putignano, definito il migliore scultore del rinascimento pugliese che realizzò i presepi in pietra policroma nella cattedrale di Polignano a Mare e Gallipoli, mentre a Grottaglie in provincia di Taranto, nella chiesa della Madonna del Carmine, si può visitare uno dei più antichi e celebri presepi realizzati dallo scultore datato 1530.
Nei secoli successivi, i presepi furono realizzati con la tecnica della cartapesta, il più noto scultore tra il XVII e XVIII secolo fu Pietro Sorgente, (detto maestro Pietro de Cristi, perché modellava figure sacre ) definito il più grande scultore di cartapesta dell’ottocento. Alla fine del XVIII secolo, accanto agli artisti professionisti, si evidenziarono artisti popolari come i barbieri di Lecce, che imitavano la lavorazione della cartapesta, realizzando anche personaggi modellati a mano con la creta. Le statuine realizzate venivano poi vendute alla fiera dei pupi e pastori che ancora oggi si svolge a Lecce nella giornata dedicata a S. Lucia. In quest’ultimo secolo la tradizione del presepe sta rivivendo, attraverso il folklore e l’artigianato locale, con l’opera di artisti che utilizzano la cartapesta nelle loro rappresentazioni per il presepe o per modellare personaggi del luogo.
Tradizioni Natalizie in Puglia Nel periodo natalizio è possibile scoprire come la Puglia si trasformi nella "Terra dei Presepi", con una serie di eventi, manifestazioni, mostre e celebrazioni dall'elevato contenuto artistico e culturale. Le vie dei borghi, le piazze, le chiese, diventano luoghi privilegiati per celebrare il Natale e l'evento della Natività, con presepi artistici, presepi meccanici, presepi viventi, presepi animati, presepi statici a grandezza naturale, che molto spesso fondono culture e tradizioni differenti provenienti da ogni angolo d'Italia. Il tutto da abbinare ad eventi enogastronomici, degustazioni, mostre, musica, concerti e mercatini, nella suggestiva cornice naturale di borghi incantati rimasti intatti nel tempo.
Tradizioni Natalizie a Bari Già la sera dell’antivigilia , la notte fra il 23 ed il 24 Dicembre, i baresi iniziano a preparare la festa, invadendo i mercatini rionali, che rimangono aperti tutta la notte. Le bancarelle addobbate, illuminate da luci improvvisate, fanno bella mostra di sé, offrendo allo sguardo degli acquirenti forme di formaggi e di ricotta marzotica, accatastate una sull’altra in equilibrio instabile, mozzarelle lattiginose, salumi appesi a mo’ di collane, finocchi, cipolle, montagne di carciofi, ananas, arance, melanzane, cavolfiori, capitoni ancora vivi e tutti i tipi di frutti di mare, che costituiscono la base del “crudo”, consumato in larga quantità dal barese (perché si ritiene abbia virtù afrodisiache), polpi arricciati, allievi, cime di rape e quant’altro possa stuzzicare la golosità del compratore.
Natale a Monopoli (Ba) Nei giorni della festa di Santa Lucia si svolge a Monopoli la tradizionale Fiera di Santa Lucia. Sono allestite una doppia serie di bancarelle che sono posizionate in via Cavour sino ad arrivare al sagrato della chiesa dedicata alla Vergine Martire. Questa è la manifestazione che precede tutte le festività legate al Natale. Questo caratteristico mercatino rimane aperto per tutta la notte ed offre bellissimi pezzi artigianali come addobbi e decorazioni per l'albero di natale e per la casa, giocattoli e splendide statuette per il presepe. La tradizione vuole che siano acquistati dei tegami in terracotta, in particolare i tradizionali "coccheriddi" (piccole ciotole decorative in terracotta).
Fiera di Santa Lucia a Lecce l'antica Fiera dei Presepi e dei Pupi E’ un appuntamento importantissimo di Lecce in inverno.La fiera apre il 5 dicembre e chiude il 6 gennaio. Una mostra mercato dei presepi e dei pastori della cultura salentina, costruiti artigianalmente dalle abili mani degli ultimi artigiani (pupari): cartapesta e terracotta, due forme d’arte della produzione indigena, modellate per dar vita a pastori, animali, figure rappresentative della Natività, grotte e tutto quello che occorre per allestire il presepe. La mostra, oltre ad essere un evento di notevole importanza artistica, storica e culturale, richiama visitatori da ogni parte d’Italia, e non solo, affascinati dall’arte e dalla cultura del Salento. La Fiera di Santa Lucia a Lecce rappresenta l’occasione giusta per regalarsi momenti piacevoli alla scoperta di antiche tradizioni natalizie, ammirando capolavori di un’arte povera che racchiude in sé la memoria di una terra unica e, essendo anche mercato, offre ai suoi visitatori la possibilità di aggiungere un po’ di Salento anche nei loro presepi.
Presepe nell’Anfiteatro romano a Lecce Il presepe è situato all’interno dell’anfiteatro romano in pieno centro a Piazza Santo Oronzo. Per vederlo basta affacciarsi dalla balaustra (l’anfiteatro si trova, infatti, a un livello inferiore rispetto alla piazza). Il presepe è molto Salento style perchè l’ambientazione di solito è la campagna salentina con le pajare (i trulli locali) e i muretti a secco.
Il presepe medievale a Castro (Le) A Castro la situazione è molto particolare, non si ritorna nella Palestina, nella Betlemme, bensì nel medioevo. Le strade del centro antico della città si animano di rievocazioni di vita medievale con arti e mestieri, spettacoli itineranti, cantastorie, danzatrici, sbandieratori. Mentre le taverne locali servono cibo e vino della tradizione. Anche qui si trovano i lavori del tempo, il fornaio, il ciabattino, l’armaiolo, persino duelli tra cavalieri. Dal Castello parte poi un corteo di prigionieri, maghi, araldi, soldati e contadini per rievocare la leggenda di Castro. Si chiama Natale in Contea e alla fine del percorso appare la scena della Natività. Mentre il 6 gennaio arrivano i re Magi a cavallo.
Il presepe vivente nell’agrumeto a Maglie (Le) La particolarità di questo presepe vivente è la sua localizzazione: in un agrumeto, quello del cortile del Centro diurno Stella Orientis. Sono centinaie le persone che si occupano della sua realizzazione a partire dai primi giorni di dicembre. Nel cortile si trovano mestieranti in costume, un pittore, il panettiere, le locande a cui bussarono Giuseppe e Maria e dove non trovarono alcuna stanza libera, i pastori e la corte di Erode scortata dai centurioni. Al centro del percorso si trova la capanna della Natività.
Il presepe permanente a Salice Salentino E’ un presepe di circa 300 metri quadrati, servizi, laboratorio. Tutto nella casa di Francesco Spagnolo, il suo ideatore e curatore. E’ un presepe permanente ma in continuo cambiamento, anzi ampliamento perchè adesso conta 26 scene in cartapesta e circa 250 statuine (aumentano di anno in anno).