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l e fasi storiche della globalizzazione

l e fasi storiche della globalizzazione. Processo di lunga durata, eterogeneo nello spazio e nel tempo; frutto di 3 f orze principali: progresso tecnologico, volontà politica dei diversi paesi e processo di accumulazione capitalistica. FASI DELLA GLOBALIZZAZIONE:

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l e fasi storiche della globalizzazione

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  1. le fasi storiche della globalizzazione Processo di lunga durata, eterogeneo nello spazio e nel tempo; frutto di 3 forze principali: progresso tecnologico, volontà politica dei diversi paesi e processo di accumulazione capitalistica. FASI DELLA GLOBALIZZAZIONE: Fine XIX sec. – inizio XX sec. Periodo di restrizione della circolazione dei fattori produttivi: dal 1° dopoguerra agli anni ’30 1945 -1980 Dopo il 1980

  2. I fase: Belle Époque (1870- 1914) CAUSE: • innovazioni tecnologiche : trasporti e telegrafo • accordi commerciali bilaterali : liberalizzazioni • Alto tasso di mobilità • NECESSITA' dei paesi industrializzati che spinge all'integrazione economica. CARATTERISTICHE • Flusso NORD  SUD • inpoche areesi concentra la produzione: economie di scala e economie di agglomerazione • alta mobilità dei fattori produttivi Effetti positiva ma anche LIMITI: • Assenza di ORGANISMI INTERNAZIONALI : asimmetria dovuta alla gestione secondo rapporti di forza e al sistema di cambio del Gold Standard che favorisce i paesi sviluppati . • Disuguaglianza dei redditi famigliari cresce costantemente • effetto ambiguo sulla povertà: diminuiscono le persone che vivono sotto la soglia di povertà e aumentano i poveri ne mondo : la crescita economica non copre la rapida crescita demografica

  3. Nazionalismo, guerre e protezionismo [1914-1945] Contrazione degli scambi commerciali e finanziari ; vero e proprio regresso. anni 30: • Grande Depressione • Crisi del Gold Exchange Standard • rappresaglie commerciali • deflazione CAUSE: • ASSETTO POLITCO internazionale guerre mondiali politiche nazionaliste e protezioniste : USA: Smoot- HawleyTariffAct , 30, dazi sui beni importati  rappresaglie degli altri paesi : reazione a catena  nascono blocchi commerciali: ricalcano i blocchi politico – militari dell'epoca  svalutazione competitive : crollo del commercio internazionale

  4. II FASE: secondo dopoguerra [1945-1980] CAUSE: • Nuova politica: Internazionalizzazione: ricostruzione attraverso un disegno di respiro internazionale • Piano Marshall per la ricostruzione in Eu • riduzione dei dazi internazionali e liberalizzazioni: GATT • nascita delle prime istituzioni eco internazionali FMI e BM • liberalizzazione commerciale: cambia l'atteggiamento politico: solo PS + Tigri Asiatiche • Nascono aree privilegiate di scambio : BLOCCHI COMMERCIALI; diversi dai blocchi nazionalisti pre-bellici. es. Comunità Europea ('57 trattato di Roma) • flusso di investimenti e persone ripartono anche se inferiori al periodo precedente alla 1GM • flussi di capitale NON si accompagnano ai fattori produttivi: traiettorie diverse CONSEGUENZE: • aumento generale dei redditi nei paesi sviluppati : catching up (Baumol) mentre i PVS non si sviluppano ad eccezione dell’Asia. • Si mostra nella crescente disuguaglianza di redditi famigliariche nei paesi sviluppati viene limitata attraverso politiche sociali e di welfare state; mentre nei PVS cresce sia tra loro che all'interno del singolo stato. Di fatto la povertà aumento nei fattori non economici: aspettative di vita e scolarità.

  5. III fase: Globalizzazione accelerata [anni 80 ad oggi] CAUSE: • Politiche: fine guerra fredda, rafforzamento UE e istituzioni internazionali. • Economiche: rafforzamento di alcuni paesi emergenti : India e Cina ; liberalizzazione dei mercati; progressi tecnologici. CARATTERISTICHE: • crescita di intensità rispetto alla II fase: continuità dello sviluppo tecnologico • Scambi commerciali e finanziari superano la 1° fase • Coinvolgimenti di più paesi • Frammentazione del ciclo produttivo: • Interconnessione produttiva • Offshoring • Regionalizzazione degli scambi • Accrescono gli Investimenti diretti esteri : Cambiamento di volume, direzione e composizione degli scambi. • Sviluppo diMultinazionali

  6. CONSEGUENZE: • abbassamento dei costi • Aumento globale del commercio: PVS : dal 27% (anni 90) al 36% (2006) del commercio mondiale; Questo sviluppo dei PVS è dovuto al grande apporto dato dai Cina e India. • Scambi internazionali di servizi: Information technology. • Commercio internazionale: Trattati sia multilaterali che bilaterali Uruguay round - 1994: struttura internazionale del commercio cambia: • WTO: organizzazione mondiale del commercio: supervisione, dirime controversie e forum di discussione • diminuzione ulteriore delle barriere e dei dazi • modifica l'allocazione internazionale delle fasi di produzione • Outsourcing e offshoring : Cambiamento delle relazioni industriali e commerciali

  7. OUTSOURCING & OFFSHORING Alcune fasi della produzione, slegate ormai dalla catena, vengono commissionate ad imprese estere : OUTSOURCING, presentando un vantaggio comparato delle diverse fasi della produzione. Quando questo fenomeno diviene di carattere internazionale con attività spostate all'esterno: OFFSHORING. Non occorre che l'impresa sia in possesso all'impresa madre, si sviluppa unicamente un rapporti di fornitura. Le conseguenze di questo fenomeno sono 3: • impresa diventa multinazionale • flusso di IDE dalla casa madre alla consociata estera • aumento di prodotti intermedi Il commercio mondiale di parti o componenti è più che raddoppiato dal ’92 al 2003.

  8. REGIONALIZZAZIONE degli scambi Negoziazioni multilaterali sottoposte al controllo del Omc ma si sviluppano anche accordi preferenziali di libero scambio sia bilaterali che regionali. Integrazione e allargamento dell’UE Spazio di libero scambio in Nord America Fitta rete di accordi bilaterali tra paesi del sud-est asiatico Anche se non entrano in collisione con l’ Art. 24 del GATT e non vanno a formare blocchi antagonistici come era accaduto nel primo dopoguerra, comunque questi accordi non rispettano lo spirito di non discriminazione e reciprocità. questi legami non sono stati accompagnate restrizioni vero i paesi terzi. Risetto formale delle norme dell’OMC e i numerosi round internazionali hanno impedito un impatto negativo sulle aree non coinvolte da accordi L’introduzione di India (1995) e Cina (2001) nell’OMC favorendo pratiche di offshoring.

  9. Quote delleesportazioni intra-regionalitrapaesiappartenenti a unostessoaccordo di scambioregionale (%)Fonte WTO (2006)

  10. Movimenti internazionali di capitale • Accelerazione sia di quelli a lungo termine sia a breve termine. Un ruolo importante è assunto dalle rimessein crescita a causa dell’aumento dei migranti. • Crescita di Investimenti diretti esteri Si sviluppano accordi bilaterali o regionali per favorire i movimenti di capitale (meno tassazioni sugli IDE, eliminazione di dogane, dazi e ondata di privatizzazioni). • Attività che vede protagoniste anche piccole e medie imprese e PVS (≠ fase 1 e 2). • cambio di destinazione, composizione e volume degli investimenti • Sviluppo di Multinazionali, anche con sede in PVS. Non si può parlare di sfruttamento come vorrebbe la tesi dei No Global. • Aumento anche degli investimenti di portafoglio: Flussi finanziari sono associati alla migliore allocazione di risorse finanziarie e alla dispersione del rischio ma sono anche forieri di crisi finanziarie. • Interconnessione sempre più stretta : diminuzione dello spread • Rapida propagazione di crisi

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