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RADIOTERAPIA Dott.ssa T.Palmieri

L’oncologia e la psicologia di genere Implicazioni della malattia e delle cure sulla sessualità e sulla fertilità della donna. RADIOTERAPIA Dott.ssa T.Palmieri. Venerdì 24 settembre 2010 Hotel Astoria Mercure- Reggio Emilia.

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RADIOTERAPIA Dott.ssa T.Palmieri

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Presentation Transcript


  1. L’oncologia e la psicologia di genereImplicazioni della malattia e delle cure sulla sessualità e sulla fertilità della donna RADIOTERAPIA Dott.ssa T.Palmieri Venerdì 24 settembre 2010 Hotel Astoria Mercure- Reggio Emilia

  2. Qualunque sia la diagnosi,la prognosi, la risposta alle terapie, non esistono tumori di scarsa rilevanza. Il cancro rappresenta infatti, per il paziente e per la famiglia una prova sconvolgente. Il trattamento del paziente oncologico deve avere come obiettivo oltre alla cura del cancro, anche quello di limitare il rischio di conseguenze psicopatologiche che possano condizionare in futuro la vita del malato

  3. STRATEGIA GENERALE • Approccio multidisciplinare • Controindicazioni e fattori favorenti la radiotossicità • Coinvolgimento delle pazienti nel programma terapeutico • Impostazione terapeutica

  4. APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE La valutazione iniziale delle pazienti dovrebbe avvalersi del contributo di tutte le figure coinvolte nella stadiazione e nella programmazione terapeutica.

  5. Coinvolgimento delle pazienti nel programma terapeutico • Prima dell’inizio di un trattamento radiante la paziente deve ricevere una adeguata e completa informazione sugli effetti collaterali legati alla radioterapia e sugli eventuali rimedi da adottare

  6. In fase acuta transitorie e destinate a risolversi nell’arco di poche settimane eritema cutaneo, ben controllabile con la terapia topica cortisonica edema del tessuto mammario residuo, più evidente se la mammella è voluminosa.. COMPLICANZERADIOTERAPICHE NEL CA MAMMARIO

  7. COMPLICANZERADIOTERAPICHE NEL CA MAMMARIO • In fase TARDIVA • FIBROSI TISSUTALE più o meno marcata a carico dei tessuti compresi nel volume di irradiazione. A maggior rischio, secondo alcuni studi, sono le pazienti precedentemente trattate con chemioterapia adiuvante • Se la radioterapia è stata eseguita tecnicamente in modo corretto il grado di fibrosi è comunque in genere modesto.

  8. PRIMA DI CHIRURGIA

  9. FOTO MAMMELLE DOPO INTERVENTO ED RT

  10. Corpo uterino Cervice uterina Neoplasie ginecologiche di interesse radioterapico

  11. Coinvolgimento delle pazienti nel programma terapeutico • Prima dell’inizio di un trattamento radiante la paziente deve ricevere una adeguata e completa informazione sul rischio di ripresa di malattia e sulla natura e gravità delle possibili sequele, con particolare riferimento ai potenziali disturbi vescicali, rettali ed alle stenosi vaginali ove si reputi indicata la brachiterapia endovaginale

  12. Neoplasie del corpo uterino • Il trattamento primario del carcinoma endometriale è stato e rimane a tutt’oggi la chirurgia. • La radioterapia ha un ruolo adiuvante in presenza di fattori di rischio.

  13. Neoplasie della cervice • E’ indispensabile una adeguata stadiazione pretrattamento che permetta di formulare una valutazione prognostica di ogni singolo caso, e di definire il programma terapeutico più adeguato e di valutare i risultati in termini di mortalità e di morbilità

  14. Sintomi uro-genitali cistite (transitoria) ematuria uretrite tenesmo vescicale vaginite Terapia antalgica se necessaria antispastici antibiotica solo per provata infezione Regressione dei sintomi spontaneamente in pochi giorni ( Anderson 102 pts 18% EA a grado lieve-moderato) Tossicità in radioterapiaAcuta:effetti collaterali che si verificano entro i primi 3 mesi dal trattamento • Sintomi rettali: • proctite • tenesmo rettale Terapia: clismi medicati (steroidi, sucralfato, salicilati)

  15. Tossicità in radioterapiaTardiva :effetti collaterali che si verificano dopo i primi 3 mesi dal trattamento Stenosi  educazione della paziente Secchezza mucose  trattamenti topici Dispareunia  educazione della paziente Telangectasie e fragilità mucosa

  16. Tossicità in radioterapia Teleangectasie vaginali Ulcera rettale

  17. TECNICA A BOX IMRT

  18. STENOSI VAGINALE • La radioterapia nei trattamenti per cancro dell’utero può portare a fibrosi/stenosi vaginale • Il rischio aumenta dopo brachiterapia • La mucosa vaginale diventa meno elastica tanto che le pareti vaginali possono collabire rendendo a volte impossibile una normale attività sessuale.

  19. Brachiterapia • La Brachiterapia è una tecnica che consiste nell’impiego di sostanze radioattive che sono introdotte o poste a contatto con il tessuto neoplastico.

  20. VAGINAL APPLICATOR SET

  21. BRACHITERAPIA

  22. Gli effetti collaterali acuti • Sono lievi di grado 1-2 e sono rappresentati da • Mucosite vaginale transitoria • Telengectasie della cupola vaginale • Disuria temporanea • Diarrea • Dispareunia

  23. Quali sono gli effetti collaterali della radioterapia che possono in qualche modo influenzare la sessualità?

  24. Tra i trattamenti è necessario distinguere quelli che rendono disagevole e compromettono la sessualità da quelli che rendono impossibile alla paziente l’espletameto dell’attività sessuale.

  25. Effetti collaterali tardivi • Atrofia vaginale • Adesione delle pareti vaginali

  26. STENOSI VAGINALECOSA FARE? • La donne sessualmente attive devono essere incoraggiate a restare tali • L’uso di dilatatori vaginali con o senza creme estrogeniche devono essere utilizzate tre volte alla settimana. • La paziente deve essere istruita all’uso ed alla pulizia dei dilatatori, uso dei quali è importante anche per poter permettere un corretto esame clinico durante le visite di controllo

  27. La diagnosi di tumore ginecologico può determinare un’alterazione significativa non solo per la paziente ma anche per la vita di coppia e conseguentemente della sfera sessuale

  28. Parlare di sessulalità è spesso considerato come frivolo o estraneo rispetto ad altri fattori più importanti ed immediati, come le emergenze prioritarie di tipo clinico. • Questo atteggiamento da parte dei curanti e dei pazienti continua anche quando la fase acuta della malattia è superata e gli eventuali problemi inerenti alla sfera sessuale entrano a far parte della propria vita

  29. Il cancro è una malattia con uno stigma, evoca morte, dolore, paura. • Come si può parlare di sesso?

  30. Il personale medico ed infermieristico si trova spesso ad affrontare temi intimi e personali senza un’adeguata formazione • L’imbarazzo ed eccessivo senso di pudore vanno messi da parte: occorre esser molto diretti e decisi, ma discreti e non invasivi.

  31. Dati epidemiologici evidenziano, grazie alla prevenzione ed alle cure sempre più mirate una cronicizzazione del fenomeno cancro • Da qui l’importanza di garantire una buona qualità di vità tale da comprendere anche il soddisfacimento di bisogni quali il desiderio sessuale

  32. APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE La valutazione iniziale delle pazienti dovrebbe avvalersi del contributo di tutte le figure coinvolte nella stadiazione e nella programmazione terapeutica.

  33. Cosa manca? • Manca spesso una figura capace di invitare il paziente a porre ogni domanda, cogliere ogni timida richiesto d’aiuto, leggendo tra le righe di quello che viene timidamente esternato. • Capace di introdurre la discussione circa i problemi sessuali senza aspettare che il paziente dia voce alle sue preoccupazioni rispettando le sue scelte, gli atteggiamenti e le sue esperienze legate alla vita sessuale.

  34. Grazie!

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