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NEREO ALFIERI. ARCHEOLOGIA E TERRITORIO

NEREO ALFIERI. ARCHEOLOGIA E TERRITORIO. ANNO SCOLASTICO 2006-2007. ... con la stessa curiosità che lo ha accompagnato nelle sue scoperte. CREDITI. Anno scolastico 2006 – 07 SULLE ORME DEGLI ESTENSI TRA TERRA E ACQUA PFI-NEREO ALFIERI. ARCHEOLOGIA E TERRITORIO

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NEREO ALFIERI. ARCHEOLOGIA E TERRITORIO

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  1. NEREO ALFIERI. ARCHEOLOGIA E TERRITORIO ANNO SCOLASTICO 2006-2007 ... con la stessa curiosità che lo ha accompagnato nelle sue scoperte ...

  2. CREDITI Anno scolastico 2006 – 07 SULLE ORME DEGLI ESTENSI TRA TERRA E ACQUA PFI-NEREO ALFIERI. ARCHEOLOGIA E TERRITORIO PFI-1,2,3,4: Laboratorio Didattico di Archeologia Nereo Alfieri e classe IV A Corso OFI Rif.PA 329-2007/Fe “Percorsi integrati nell’istruzione liceale” L’archeologia urbana a Ferrara - I , liceo classico “L. Ariosto” Ferrara. Docente di riferimento: Silvana Onofri. Docenti coinvolti : Anna Bazzanini, Paola Correggioli, Cinzia Solera. Ha collaborato il gruppo di lavoro Ariosto Verde. Si ringraziano per la consulenza scientifica e per la collaborazione: Arch’è, Associazione Culturale Nereo Alfieri; Chiara Guarnieri, Dir. Archeologo coord. Sovrintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia Romagna; Valentina Lapierre, comunicazione esterna Fondazione Carife; Elena Leone, archeologo professionista; Alain Rosa, operatore archeologo Soprintendenza dell’Emilia Romagna; Francesco Scafuri, responsabile delle ricerche storiche, Servizio Beni Monumentali del Comune di Ferrara; Giovanni Santarato, professore associato di indagini geofisiche, Università degli Studi di Ferrara; Carmela Vaccaro, professore associato di petrografia, docente di Archeometria, Università degli Studi di Ferrara. Cecilia Vallini, archeologo professionista. PFI-5,6: Classe II A, indirizzo classico linguistico”G. Bassani” dell’Istituto “R Brindisi”. Docente referente: Cinzia Soffritti. Ha collaborato Raffaele Araneo. Si ringrazia per la consulenza e la collaborazione: Aniello Zamboni, studioso di storia di Comacchio e del Delta del Po; Sauro Gelichi, docente di Archeologia Medievale, Dipartimento di Scienze dell’Antichità e del vicino Oriente, Università Ca’ Foscari – Venezia. Gli Istituti alberghieri “O. Vergani” di Ferrara e “R. Brindisi”di Comacchio provvedono ai cestini con prodotti locali e/o a una degustazione di piatti tipici. Docenti referenti: Maura Tortonesi e Cinzia Soffritti

  3. PFI 1. PRIMA GIORNATA Archeologia sperimentale negli orti e giardini del Palazzo di Castello -Sacrati L’intera giornata prevede attività pratiche di archeologia sperimentale nel Laboratorio Didattico di Archeologia “Nereo Alfieri” del Liceo Ariosto, uno spazio attrezzato di 5.000 mq. immerso nel verde. Situato sugli orti e giardini di Palazzo di Castello Sacrati, nel cuore dell’Addizione erculea, è intitolato all’archeologo che ha diretto gli scavi della città etrusca di Spina. ORTI E GIARDINI DEL PALAZZO DI CASTELLO -SACRATI LABORATORIO DI ARCHEOLOGIA

  4. SVILUPPO URBANISTICO DI FERRARA E LE SUE MURA Le mura di Borso. 1451 Le mura di Ercole I. 1493-1505 Le mura di Alfonso I. 1512-1518 Le mura di Alfonso II. 1575-1585 Le mura dei Papi, sec. XVII

  5. PFI-1. LABORATORIO MATTINA: Accoglienza all’Ariosto: presentazione delle sei giornate e distribuzione di materiale didattico. Intervallo: Meglio la mela che un pacchetto di patatine, sei più sazio ed in forma. Laboratorio di archeologia sperimentale: ricognizione, triangolazione, catalogazione reperti. Pranzo sul campo: l’alimentazione dell’archeologo (cestino Vergani). POMERIGGIO Laboratorio di archeologia sperimentale: scavo, flottazione, documentazione grafica e fotografica. Impariamo divertendoci: orienteering con caccia al tesoro. Cena con degustazione di piatti tipici; pernottamento in ostello (l’ostello comunale adiacente al liceo Ariosto, è attrezzato anche per accogliere classi e insegnanti e mette a disposizione anche le biciclette) o albergo a tre stelle, prima colazione. Ariosto di sera: Proiezione di un Powerpoint in cui gli ospiti sono i protagonisti delle attività della giornata. In alternativa: proiezione dei filmati: Il mestiere dell’Archeologo o Archeologi in campo, Fuoriclasse - Rai Edu- MIUR- girati nel laboratorio di archeologia del Liceo Ariosto .

  6. ATTIVITA’ RICOGNIZIONE TERRITORIALE TRIANGOLAZIONE http://www.liceoariosto.it/identità/progetto/lda

  7. QUADRETTATURA SURFACE RIDUZIONE IN SCALA FLOTTAZIONE E SETACCIO

  8. SIMULAZIONE DI SCAVO DOCUMENTAZIONE GRAFICA http://arche.ferrara.googlepages.com

  9. PULITURA DEL SITO PULITURA DEI REPERTI http://arche.ferrara.googlepages.com/ attività/lda

  10. VISITA GUIDATA PANNELLI DIDATTICI FOTO ARCHEOLOGICHE

  11. INTERVALLO: COSA MANGIAMO? Meglio la mela che un pacchetto di patatine, sei più sazio ed in forma Nei distributori della scuola sono presenti diversi prodotti • frutta e macedonia • insalata pronta, lavata e solo da condire • yogurt • latte al cioccolato • succhi e passati di frutta • panini imbottiti freschi E’ importante mangiar sano perché • non mi vengono i brufoli • le proteine sono importanti per la massa muscolare e faccio l’effetto del macho • sto in linea saziandomi • le vitamine proteggono e mantengono sana, liscia e vellutata la pelle • rimango in forma ed in salute • prevengo tumori ed arteriosclerosi

  12. IMPARIAMO DIVERTENDOCIorienteering con caccia al tesoro L’orienteering, o corsa di orientamento è una prova a cronometro in terreno vario in cui il concorrente, con  carta e bussola, deve raggiungere il traguardo passando per una serie di punti di controllo (lanterne) da raggiungere nell’ordine e nel numero dato. Il tracciato di gara è stampato con colore rosso sulla carta ed è formato da: indica il punto di partenza; indica i punti di controllo; indica i punti di arrivo. Strumenti: bussola, testimone, lanterna, punzonatrice, cartina muta.

  13. PFI 2. SECONDA GIORNATA Archeologia tra giardini veri e dipinti: dagli Spineti agli Estensi In bicicletta visiteremo i luoghi che testimoniano la presenza degli antichi sul territorio, gli etruschi al museo Archeologico Nazionale, i romani al Civico lapidario, ma anche monasteri, delizie e dimore signorili che, tra orti e giardini veri o dipinti, ci permettono di ricostruire aspetti di vita all’epoca degli Estensi.

  14. PFI-2. PERCORSO DI VISITAin bicicletta MATTINA: 1. Museo Archeologico Nazionale: i reperti di Spina nella dimora di Ludovico il Moro; il labirinto ricostruito e la corte dipinta nella Sala del Tesoro. 2. S. Antonio in Polesine: il monastero di Beatrice D’Este e il “miracolo nel chiostro”. 3. Casa Romei: Polissena d’ Este e il giardino in una stanza; le ricche ceramiche delle monache. 4. Sosta pranzo al punto di ristoro nel giardino di Schifanoia (cestino Vergani). POMERIGGIO: 5. La delizia di Schifanoia, Borso d’Este e i giardini dipinti del Salone dei mesi. 6. I Romani al Civico Lapidario. 7. La palazzina Marfisa e la loggia del giardino. 8. Cena con degustazione di piatti tipici punto di ristoro Principessa Pio ; pernottamento in ostello o albergo a tre stelle, prima colazione. 8. Ariosto di sera: proiezione di Il ritrovamento di Spina di C. Bornazzini.

  15. 1. MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DETTO DI SPINA CORREDI E MITI Situato nel Palazzo Constabili, un prestigioso edificio rossettiano, ospita una delle più importanti raccolte di ceramiche attiche del mondo provenienti dalle necropoli di Valle Pega e di Valle Trebba, frutto delle campagne di scavo a Spina, alcune delle quali dirette da Nereo Alfieri http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/Ferrara

  16. 1. IL LABIRINTO RITROVATO E IL CIELO IN UNA STANZA IL CIELO IN UNA STANZA IL LABIRINTO RITROVATO Palazzo Constabili, progettato da Biagio Rossetti forse per ospitare Ludovico il Moro, è impreziosito da un giardino con labirinto su cui apre la sala del Tesoro. Gli affreschi di Benvenuto Tisi di Garofaloche ne decorano il soffitto, costituiscono un eccezionalespaccato della vita di corte. Dal balcone, tra alberi da frutto, putti, scimmiette, preziosi tappeti e strumenti musicali, si affacciano i personaggi della corte Estense tra cui Beatrice, sposa di Ludovico e la sorella Isabella. http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/mostre/ferrara_sala_tesoro.htm

  17. 2. Sant’ Antonio in Polesine, il monastero di Beatrice II d’Este e il “”miracolo” nel chiostro Il monastero di Sant’Antonio in Polesine si trovava su di un’isola del vecchio corso del Po ed è stato annesso alla città con l’Addizione di Borso. Ospita, sin dal 1257, una comunità Benedettina di clausura fondata dalla Beata Beatrice II d’Este. Il monastero, che accoglieva soprattutto fanciulle di nobili famiglie, è dotato di ampi spazi ortivi e di un chiostro dove ogni anno avviene un “miracolo”: la Sacra Pietra che copriva l’antica sepoltura di Beatrice , da ottobre a marzo, trasuda le” lacrime della Beata”, acqua con proprietà ritenute miracolose. LUCREZIA BORGIA COME BEATRICE II IL CHIOSTRO http://www.frara.it/arte_in_provincia/monastero_sant_antonio_6. htm

  18. 3. Casa Romei: Polissena d’Este e il giardino in una stanza. Le ricche ceramiche delle monache. IL GIARDINO IN UNA STANZA La casa che Giovanni Romei costruì a Ferrara nel XV secolo, ampliandola e arricchendola nel corso del tempo, rappresenta un classico esempio di dimora signorile. Dal cortile d’onore, frutto dell’unione di elementi medievali con altri rinascimentali si accede alla sala delle Sibille, che, affrescata in occasione del matrimonio di Polissena d’Este con Francesco Romei, fornisce un esempio di raffinato giardino cortese dipinto. Nel 1483 la casa fu donata alle Clarisse dell’adiacente convento del Corpus Domini e ha ospitato anche Lucrezia Borgia. Attualmente è sede museale e, in una sala sono esposti anche oggetti ricercati e preziosi provenienti dal monastero di Sant’ Antonio in Polesine che accoglieva le più nobili fanciulle della società estense. http://soprintendenzaravenna.beniculturali.it/index.php?it/128/museo-di-casa-romei

  19. 5. Gli Estensi e la delizia di Schifanoia Palazzo Schifanoia, eretto nel 1385 per volere di Alberto V d'Este, era una “delizia” destinata a rappresentanza e, come testimoniato dal toponimo, a schivare la noia ). Sotto Borso d'Este (1451-1471) l'architetto Pietro Benvenuto degli Ordini amplia il palazzo che viene dotato di un imponente portale marmoreo, sovrastato dal grande stemma estense e dall'Unicorno, a ricordo delle bonifiche volute dal Duca e il Salone dei mesi, dipinto dai pittori dell’Officina ferrarese, propaganda il buon governo del Signore. Edificio di primaria importanza per la storia dell'architettura e della pittura ferrarese del '400, è sede del Museo Civico di Arte Antica, e una parte di quello che resta degli antichi giardini ospita un punto di ristoro. http://www.comune.fe.it/musei-aa/schifanoia/skifa.html http://www.castelloestense.it/castello/delizie

  20. 5. Borso e gli orti e i giardini dipinti del Salone dei mesi BORSO D’ESTE Nel Salone dei Mesi, Borso d’Este vuole propagandare i lavori agricoli che le bonifiche, da lui attuate, hanno incentivato, ma la natura viene nobilitata anche con riferimenti al mondo classico. Un esempio è il Mese di Aprile in cui il trionfo di Venere su Marte, inginocchiato ai suoi piedi, appare ricco di riferimenti botanici carichi di significati simbolici. La dea ha il capo cinto da un serto di rose rosse e bianche che alludono alll’amore e porta in mano garofani rossi, un'arancia amara e una mela cotogna, con significato di fertilità. In un locus amoenus, che rievoca il giardino cortese, tipico delle delizie estensi, gli innamorati tengono tra le mani i fiori cari a Venere e, tra i melograni e cespugli di mirto, i numerosi conigli alludono alla fecondità della terra. http://www.italica.rai.it/rinascimento/parole_chiave/schede/schifan.htm

  21. 6. I Romani al Civico Lapidario IMPARIAMO DIVERTENDOCI Il lapidario Civico è situato nella chiesa sconsacrata di Santa Libera, attigua a Palazzo Schifanoia. Espone sarcofagi, epigrafi, cippi, stele provenienti dal territorio di dominazione romana. Tra i pezzi più significativi si segnalano la stele con le effigi dei Cesii, del I secolo a. C., ritrovata nel giardino della Delizia di Belriguardo e il sarcofago di Annia Faustina, ritrovato nel sito romano di Voghenza. Per superare le difficoltà di approccio con un museo epigrafico di complessa lettura e promuoverne la conoscenza presso tutte le scuole di ordine e grado, i Musei di Arte Antica di Ferrara hanno realizzato, con il contributo della Regione Emilia Romagna, una Cartella Didattica contenete materiale informativo a più livelli destinato agli insegnanti e agli allievi da utilizzare in classe e durante la visita al Museo. http://musei2.educ.uniroma3.it/musei/convegni/incontri/tel/mgul.htm

  22. 7. La Palazzina Marfisa La Palazzina Marfisa D’Este fu costruita a partire dal 1559 per volere del Marchese Francesco d’ Este, figlio di Alfonso I e Lucrezia Borgia. Dal 1578 passò in eredità alla figlia di Francesco, Marfisa, amante delle arti e protettrice di Torquato Tasso. A sinistra della palazzina su di un antico giardino segreto, si apriva la "Loggia degli Aranci". E’ un ambiente porticato con la volta decorata a tralci di vite con uccellini e animali e veniva utilizzato come serra e come luogo di spettacoli. Si dice che il Tasso vi abbia rappresentato, in onore della bella dama di cui era sincero ammiratore, lo sua «Aminta». L’adiacente "Sala della Loggia"è’ decorata da un’ampia fascia con scene di caccia e di pesca che in alcuni squarci riecheggiano il paesaggio ferrarese. Marfisa d’Este IL MITO http://www.fondazionecarife.it/rivista n°5/Antichi splendori...

  23. PFI-3. TERZA GIORNATA Archeologia tra il verde – Dagli Estensi ai legati Pontifici trekking urbano PFI 3. TERZA GIORNATA La giornata prevede un trekking archeologico- naturalistico sulle mura degli Estensi e dei Papi, tra scavi e spazi espositivi alternativi. La visita al Castello Estense con la sua storia, i miti e le leggende ci preparerà agli apparati di Cristoforo da Messisbugo il conte Palatino, scalco ducale, alla cucina degli Estensi e al Palio di S. Giorgio. Palio http://www.paliodiferrara.it/

  24. PFI-3. PERCORSO DI VISITA MATTINA: 1.Trekking sulle mura della città: le mura estensi: archeologia tra i giardini ducali. 2. Visita al cimitero ebraico. 3. Sosta pranzo nel punto di ristoro dell’Azienda Agricola Principessa Pio, sugli antichi orti della Rotonda, la delizia della Montagnola. POMERIGGIO: 4. Uno spazio espositivo “alternativo”: il Residence “Il Chiozzino” tra storia e leggenda. 5. Il Castello Estense e la casa d’Este, un percorso tra imbarcaderi, cucine, cappelle e giardini e gli affreschi riflessi negli specchi di Gae Aulenti. 6. Palazzo Pendaglia: la cucina degli estensi, lo scalco ducale Cristoforo da Messisbugo e gli apparati. Degustazione di piatti locali presso l’Istituto o in ristorante convenzionato. Spettacolo dei figuranti del Palio.

  25. PF I 3. Trekking urbano Le mura estensi: archeologia tra i giardini ducali

  26. VALLO INTERNO Torrionedel Barco FERITOIA Mura degli Angeli ERCOLE I

  27. vallo esterno allagato dal vallo esterno a quello interno CANNONIERA camminamento di ronda e fuciliere FUCILIERA

  28. ALFONSO I Mura di Alfonso I, il vallo esterno TORRIONE DI S. TOMMASO GARRITTA Mura di Alfonso II, iI vallo esterno BALUARDO DI S. ANTONIO ALFONSO II

  29. LE PORTE DELLE MURA Porta S. Pietro Porta degli Angeli Prospettiva della Giovecca Porta Paola Porta San Giovanni

  30. 4. Uno spazio espositivo “alternativo”: il Residence “Il Chiozzino” Treppiedi Lo scavo archeologico realizzato prima della costruzione del Residence “Il Chiozzino” , ha portato in luce un imponente scarico di ceramiche e di scarti di lavorazione riferibili ad una fornace attiva attorno al XVII secolo. Accanto a questa testimonianza sono stati rinvenuti altri indizi che indicano la presenza di ulteriori attività, come la lavorazione dei metalli. Presso lo stesso residence, è stata allestita una singolare esposizione di alcuni oggetti rinvenuti nel corso degli scavi. Pannelli didattici forniscono dati esaurienti sul contesto urbano e sulle attività lavorative. Le bacheche del Chiozzino sono dotate di un efficiente sistema di allarme collegato con l’istituto di vigilanza. Ceramica graffita Biscotto Ceramica invetriata http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/chiozzino_fe/chiozzino_97.htm

  31. 5. Il castello Giardino pensile detto degli aranci L'imponente fortezza al centro della città, simbolo degli Estensi, fu fatta innalzare nel 1385 da Nicolò II° d'Este a protezione dagli attacchi esterni. Circondato da un fossato alimentato dall’antico Cavo del Duca e realizzata su progetto dell'architetto di corte Bartolino da Novara, la nuova costruzione venne munita di ben quattro torri angolari congiunte fra loro da cortine murarie. Per diversi decenni il castello fu solo una potente macchina militare, fino a quando, a partire dal 1450, venne progressivamente trasformato in dimora signorile e spazio per la corte, con continui abbellimenti interni ed ampliamenti. Nicolò II http://www.castelloestense.it/

  32. Le prigioni: Ugo e Parisina Ugo d’Este Parisina Malatesta Le prigioni del Castello erano destinate a personaggi i d’alto rango o, comunque, prigionieri sui quali gli Estensi intendevano assicurare una particolare sorveglianza. Negli interrati delle torri è possibile ancora oggi scorgere, graffite sui mattoni delle pareti, le scritte tracciate dai reclusi a memoria della loro infelice sorte. Queste segrete, come ricordano le cronache antiche, furono teatro della tragica fine di Ugo e Parisina, i giovani amanti decapitati in fondo alla Torre Marchesana. Erano rispettivamente figlio e moglie del marchese Nicolò III, entrambi ventenni quando, nel 1425, vennero condotti al patibolo. Si legge nel Diario Ferrarese di anonimo: «MCCCCXXV, del mese de Marcio, uno luni, a hore XXIIII, fu taiata la testa a Ugo,figliolo de lo illustre marchexe Nicolò da Este, et a madona Parexina, che era madregna de dictoUgo;et questo perché lui havea uxado carnalmente con lei. […] Et f urono morti in Castel Vechio, in la Tore Marchexana: et la nocte furno portati suxo una careta a Sancto Francesco et ivi furno sepulti». http://www.parente.fe.it/maria_teresa_mistri/ferrara/fatti_miracoli_leggende/index.htm

  33. Cristoforo da Messisbugo, scalco ducale e le cucine Oriundo dalle Fiandre, Cristoforo da Messisbugo fu al servizio di Alfonso I ed Ercole II d’Este, dal 1524 al 1548. Presso la corte estense organizzava gli splendidi convivi da lui descritti in Banchetti, compositioni di vivande, et apparecchio generale, testo che fornisce notizie dettagliate sulle consuetudini alimentari della corte e sugli apparati delle scenografiche feste e banchetti. Alla sua morte viene sepolto nel monastero estense di Sant'Antonio in Polesine. PAMPAPATO IL PAN RITORTO TORTELLETTI http://www.castelloestense.it/ita/castello/visita/cucine.html http://www.cookaround.com/cucina/lastoria/messisbugo.html

  34. I “giochi” degli Estensi negli specchi di Gae Aulenti IMPARIAMO DIVERTENDOCI Il nuoto Il cesto Il gioco degli otri Il combattimento gladiatorio Il telesiaco Il gioco dei birilli Il gioco della trottola Il gioco della fionda La lotta La pesca Il gioco della palla nel cerchio Il gioco della racchetta Il girotondo L’altalena L’alteristica La corsa delle quadrighe La danza pirrica Il paleo I reziarii Allestimento di Gae Aulenti http://www.castelloestense.it/ita/castello/visita/salettagiochi.html

  35. PFI 4. QUARTA GIORNATA Tra Necropoli romane e Delizie estensi Visiteremo la necropoli romana di Voghenza e la Delizia di Belriguardo dove, nella sala della Vigna, un interessante percorso didattico ci permette di seguire le fasi di lavorazione della tipica ceramica ferrarese. Ci si sposterà poi alla delizia del Verginese immersa nel verde, eccezionale esempio di restauro vegetazionale del brolo e seguiremo l’affascinante storia, dal ritrovamento all’esposizione, del sepolcreto dei Fadieni.

  36. PFI-4. PROPOSTA DI PERCORSO MATTINA: 1. I romani sul territorio: la necropoli romana di Voghenza e un percorso espositivo accessibile ai non vedenti nel Museo Civico. 2. La delizia di Belriguardo e le ceramiche ferraresi nella sala della Vigna. Tecniche di lavorazione della ceramica ferrarese: dalla lavorazione dell’argilla all’opera finita. 3. Sosta pranzo all’ Agriturismo Ai due Laghi del Verginese e la storia del ritrovamento del sepolcreto dei Fadieni. POMERIGGIO: 4. Il Verginese, una delizia extraurbana tra storia e leggenda: Alfonso I e Laura Eustochia Dianti. 5. Un esempio di archeologia vegetazionale: il brolo del Verginese e il suo ripristino. 6. I Fadieni: dal ritrovamento alla museazione attraverso testimonianze dirette. Cena con degustazione di piatti tipici; pernottamento in ostello o albergo a tre stelle ai Lidi di Comacchio, prima colazione.

  37. 1. La necropoli romana di Voghenza e la delizia di Belriguardo La delizia, fatta costruire dagli Estensi a partire dal 1435, ospita il Museo Civico di Belriguardo. Al suo interno sono conservati reperti di epoca romana (I a.C. I d.C.) provenienti dalla vicina necropoli di Voghenza. La sala della Vigna, così denominata dagli affreschi cinquecenteschi che ne decorano il soffitto, offre un percorso didattico corredato da pannelli sui metodi di lavorazione della ceramica ferrarese. Fasi di realizzazione di una fiasca da pellegrino http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/Ferrara/area.htm

  38. 3. Ai due laghi del Verginese. Sosta pranzo Nelle adiacenze dell’agriturismo Ai due laghi del Verginese, durante lavori di aratura, è stato ritrovato il sepolcreto dei Fadieni. Sentiremo il racconto del ritovamento dalla voce del proprietario del terreno e, dopo il pranzo, avremo modo di vedere le fotografie che lo documentano.

  39. 2. La delizia del Verginese e il brolo recuperato Alfonso I Laura Dianti La Delizia del Verginese era un luogo di distrazione e otium, voluto per il piacere della corte nelle campagne intorno a Ferrara. La vita di corte si svolgeva fra feste e simposi letterari ed il giardino ne era una parte importante. Precisi canoni estetici scandivano lo spazio del brolo (orto-giardino) e lo trasformavano in simbolica rappresentazione del mondo. Il brolo del Verginese è stato appena restaurato con l’aiuto dei repertori botanici degli erbari estensi; vi sono stati impiantati alberi da frutto e fiori di varietà antiche. La Delizia del Verginese era in origine un casale di proprietà di Alfonso I d’Este, che, nel 1534, lo donò a Laura Eustochia Dianti, ventenne figlia di un berrettaio, e per questo soprannominata “ la bertaia” . Fu lei, alla morte di Alfonso I, a trasformare il Verginese in una “delizia” ad opera di Girolamo da Carpi. www.fondazionecarife.it/rivista/ n° 24/ un brolo...

  40. 3. I Fadieni: storia di una scoperta, dal ritrovamento casuale alla museazione Il pavimento disegnato Negli spazi interni della delizia è allestita l’interessante mostra “I Fadieni” che espone i risultati di una scoperta, avvenuta casualmente nel 2002, a cui fece seguito un’indagine archeologica che portò alla luce la necropoli dei Fadieni, una famiglia del luogo imparentata con la Gens Valeria. http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/mostre/gambulaga.htm

  41. Comacchio è il centro più originale ed affascinante del Parco del Delta del Po dell’Emilia-RomagnaIl Parco possiede caratteristiche territoriali ed ecologiche che lo rendono unico nel suo genere. Copre infatti una superficie complessiva di oltre 52.000 ettari di aree considerate tra le più ricche di biodiversità. Esso comprende la parte meridionale dell’attuale Delta padano, il “delta storico”, e un’ ampia porzione di zone umide collocate più a sud, di grande pregio dal punto di vista naturalistico. Si estende dal ramo del Po di Goro a Nord, alle Saline di Cervia a Sud, per oltre 60 km, lungo la Costa Adriatica delle province di Ferrara e Ravenna. PFI 5. QUINTA GIORNATA • Il territorio del Parco è ripartito in sei stazioni, • tre di queste sono indicate nella cartina qui a fianco e fanno parte dei nostri itinerari: • Stazione n.1 : • Volano- Mesola-Goro • Stazione n.2 : • Comacchio centro storico • Stazione n.3 : • Valli di Comacchio e la Salina

  42. PF I- 5. PROPOSTA DI PERCORSOtrekking e birdwatching • MATTINA: • Accoglienza al R. Brindisi. • Visita al centro storico di Comacchio, tra gli “usci senza porta” e le ”stalie”. • Ospedale degli Infermi: visita alla mostra Genti del Delta o, dall’ottobre 2007, del Museo delle Culture Umane del Delta del Po. • Museo del Carico della nave romana. • Sosta pranzo: la cucina delle vallipresso l’Istituto alberghiero R. Brindisi o cestino. • POMERIGGIO: • Visita didattica alla salina di Comacchio. Dalla Stazione da pesca Foce, a piedi • ( trekking per circa 3 km e birdwatching), si prende l’argine di grande suggestione verso Valle Fattibello, fino alla Torre Rossa, per arrivare alla Salinetta e al centro operativo. • Cenacon degustazione di piatti tipici; pernottamento in ostello o albergo a tre stelle, prima colazione

  43. Comacchio: archeologia, storia e natura La giornata prevede la visita al centro storico di Comacchio, per conoscere i principali monumenti, musei e i valori più caratteristici del tessuto urbano generale: quel suo particolare insieme di edilizia e di canali con le stallie che li costeggiano, le androne e gli usci senza porta. Passeggiando, se si presta l'orecchio a quel che si dicono gli abitanti di questa cittadina, si noterà senza dubbio la strana fonetica che lo caratterizza. La particolare composizione della sua struttura urbana risale ai primi anni del Seicento, ed è stata dettata dall’acqua che la circondava e la attraversava fino alla fine del XX secolo, quando le bonifiche modificarono il secolare rapporto con l’ambiente naturale circostante. Intorno alle Valli si è incentrata e sviluppata la vicenda storica ed economica del territorio di Comacchio; si tratta di un esempio pressoché unico di integrazione tra l’ambiente naturale e l’attività dell’uomo, dove la produzione del sale e la pescahanno sempre rappresentato le basi economiche primarie alle quali era prevalentemente legato l’artigianato locale. Si prevede trekking naturalistico e birdwatching alle Valli di Comacchio con visita didattica alla Salina . Anguilla Valli di Comacchio

  44. Comacchio città emporio e l’archeologia urbana SCAVI ARCHEOLOGICI ANFORA www.archeobo.arti.beniculturali.it/Ferrara/scavi http://www.comune.comacchio.fe.it/

  45. La forma attuale della città risale all’inizio del Seicento quando, dopo la devoluzionedel ducato Estense nel 1598, Comacchio era ormai parte dello Stato Pontificio. Le testimonianze architettoniche rimaste sono molte e pregevoli sia religiose, come il Santuario di Santa Maria in Aula Regia e la cattedrale di San Cassiano, che civili , come l’Ospedale degli Infermi, la Loggia del Grano e il Ponte Pallotta Ponte dei Trepponti

  46. Dopo le opere di bonifica della Valle Trebba, iniziate a partire dal 1919, si ha notizia dei primi ritrovamenti ascrivibili alla necropoli di Spina fin dal 1920, ma fu nel 1922 che la Regia Soprintendenza agli Scavi e ai Musei avviò le indagini archeologiche. In Valle Trebba furono trovate 1213 tombe.Gli scavi furono riaperti nel 1953. il Professore Nereo Alfieri già da quell’anno, prima sotto la direzione di Arias, poi come nuovo direttore degli scavi, volge la sua attenzione alle due necropoli spinetiche: Valle Trebba, e quella che viene scoperta proprio nel 1953, Valle Pega, portando alla luce oltre 2800 tombe. Egli può far rivivere sul terreno ciò che gli hanno trasmesso le fonti… Nereo Alfieri e gli scavi di Spina http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/comunicati_stampa/ferrara

  47. Spina tra storia e leggenda: dai Pelasgi al mito di Fetonte La fondazione di Spina è attribuita, nelle fonti antiche greche – Ecateo di Mileto (seconda metà VI secolo a.C.), Dionigi di Alicarnasso (I secolo a.C.) – ai Pelasgi, popolazione pregreca che si era stanziata,in un’epoca mitica, prima in Argolide e poi in Tessaglia. Un’altra fonte, ripresa da Plinio il Vecchio (Storia Naturale. III, 115-122), autore latino del I secolo d.C., ne attribuisce la fondazione all’eroe greco Diomede. I documenti che ci parlano di Spina sono di epoca romana. Il geografo Strabone, vissuto durante l’impero d’Augusto, riporta che “[…] a Delfi suole mostrarsi il tesoro degli abitanti di Spina, ed altre cose si è soliti raccontare intorno ad essi, cioè di un popolo una volta potente sul mare […]”

  48. ….tra i miti, la storia più nota è quella che narra la tragica corsa attraverso il cielo dello sfortunato Fetonte, figlio del Sole. Il giovane si pose alla guida del cocchio di fuoco e, essendo inesperto, si trovò ben presto in difficoltà, perse il controllo dei cavalli e il carro uscì dalla sue rotta bruciando cielo e terra. Giove intervenne e con un fulmine sbalzò Fetonte dal carro. Il suo corpo precipitò nel fiume Eridano, in seguito chiamato Po. Le sorelle, le Eliadi, lo piansero tanto che gli dei, impietositi, le trasformarono in pioppi…. ( Ovidio, Metamorfosi II ) La caduta di Fetonte

  49. Museo delle Culture Umane del Delta del Po • IL contenitore: l’Ospedale degli infermi è una preziosa testimonianza, l’unica a Comacchio, del Neoclassicismo, fu eretto tra il 1778 e il 1784 su volere di papa Clemente XIV. • Fu inaugurato nel 1814 e, non più rispondente alle mutate esigenze, cessò la propria attività nel 1976. • E’ un interessante esempio di restauro conservativo, oggi istituto museale, Museo delle Culture Umane del Delta del Po che ospita attualmente la mostra “ Genti del Delta, da Spina a Comacchio” Tombe esposte

  50. Museo della Nave romana di Comacchio Il museo della naveromana è stato allestito e aperto all’inizio del 2001. l’edificio ristrutturato fa parte dell’antico complesso industriale di Palazzo Bellini, destinato a magazzini e alla marinatura delle anguille e del pesce di valle. Una parte del museo inoltre si trova in alcune stanze delle carceri mandamentali di epoca estense. I reperti sono esposti in due sale. http://www.comune.comacchio.fe.it/.htm

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