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La gestione dei focolai nei rapporti istituzionali con il Ministero e il Centro di Referenza

La gestione dei focolai nei rapporti istituzionali con il Ministero e il Centro di Referenza. Forlì 26 ottobre 2006. Emergenza influenza-pandemia.

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La gestione dei focolai nei rapporti istituzionali con il Ministero e il Centro di Referenza

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  1. La gestione dei focolai nei rapporti istituzionali con il Ministero e il Centro di Referenza Forlì 26 ottobre 2006

  2. Emergenza influenza-pandemia • “La capacità di intervento contro una pandemia influenzale è una delle principali priorità dell’Unione europea e la Commissione europea riveste un ruolo importante affiancando gli Stati membri nella pianificazione degli interventi e nello sviluppo di una risposta coordinata a livello di Unione europea” Markos Kyprianou commissario europeo per la Salute e tutela dei consumatori.

  3. La CE ha messo in pratica i propositi con una serie di iniziative • esercitazioni di simulazione a livello europeo • la revisione della pianificazione della capacità d’intervento a livello nazionale • stanziamento di 20 milioni di euro per progetti di ricerca • una serie di incontri con le case farmaceutiche che verteranno sui vaccini e sui farmaci antivirali • un impegno per uno stanziamento di 211 milioni di euro per aiutare i paesi terzi a debellare l’influenza aviaria

  4. EMERGENZA Ogni situazione in cui i mezzi ed il personale disponibili in una determinata area risultino insufficienti all’esecuzione di un efficace intervento sanitario. Si tratta di avvenimenti improvvisi che richiedono un’azione decisa ed immediata (OMS).

  5. UNA GESTIONE EFFICACEDEI PIANI DI INTERVENTOÈ LEGATA • Rapidità di intervento • Professionalità degli operatori • Capacità di coordinamento

  6. MALATTIE EX LISTA A OIE DEFINIZIONE: Malattie infettive altamente contagiose in grado di diffondersi rapidamente tra nazioni diverse, con gravi conseguenze socio-economiche o di sanità pubblica. Sono malattie che possono condizionare i commerci internazionali di animali e loro prodotti.

  7. MALATTIE EX LISTA A OIE

  8. PREPARAZIONE E GESTIONEDEI PIANI DI INTERVENTO fase preparatoria: programmazione degli interventi • conoscenza del territorio • identificazione delle risorse, delle strutture e del personale di riferimento • educazione sanitaria, formazione ed aggiornamento • valutazione • informazione fase dell’emergenza • attività preliminari • attività operative fase del ritorno alla normalità

  9. FASE PREPARATORIACONOSCENZA DEL TERRITORIO Acquisizione, ai vari livelli, del necessario patrimonio di informazione sulle realtà produttive, commerciali e strutturali di interesse veterinario esistenti sul territorio di competenza (allevamenti, mangimifici, impianti per la distruzione delle carcasse, luoghi atti all’interramento degli animali, macelli, industrie di trasformazione degli alimenti, impianti frigoriferi) popolazioni di animali sinantropici e selvatici situazione epidemiologica

  10. Dispersione della popolazione avicola 3.300 allevamenti avicoli 95 milioni di volatili accasabili/ciclo 65% della produzione avicola nazionale

  11. FASE PREPARATORIACONOSCENZA DEL TERRITORIO Attivare azioni di sorveglianza monitoraggio e controllo dei fattori di rischio presenti nel territorio PER Prevedere e prevenire situazione di emergenza Programmare gli interventi Definire mezzi e risorse necessarie

  12. Epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità (H7N1) Distribuzione geografica dei focolai

  13. Epidemia di influenza aviaria a bassa patogenicità (H7N3) Distribuzione geografica dei focolai

  14. PREPARAZIONE E GESTIONEDEI PIANI DI INTERVENTO E’ necessario organizzare attentamente le attività dei servizi nelle tre fasi in cui deve articolarsi l’azione veterinaria in caso di emergenze Fase preparatoria: programmazione degli interventi Fase dell’emergenza Fase del ritorno alla normalità

  15. FASE ORDINARIA BASE INFORMATIVA Presupposto essenziale alla definizione, in caso di emergenza, di una razionale ed efficiente strategia di controllo

  16. BASE INFORMATIVA • situazione epidemiologica in ambito nazionale e internazionale (definizione di flussi informativi, programmi di sorveglianza) • censimento aggiornato popolazioni animali e strutture (allevamenti, stalle di sosta, macelli, caseifici, ecc.) • flussi di importazione e commerciali • protocolli operativi • misure di polizia veterinaria (fac-simili ordinanze e decreti) • modalità di trattamento e smaltimento delle spoglie animali (mappe idrogeologiche, stabilimenti per la distruzione delle carcasse, autocarri a tenuta, personale addestrato, ecc.) • metodi di disinfezione (stazioni mobili di disinfezione, personale addestrato, disinfettanti, ecc.) • censimento aggiornato, delle strutture ed attrezzature disponibili per le emergenze (dotazioni asl)

  17. Virus e volatili> il ruolo dei migratori N

  18. BASE INFORMATIVA DOCUMENTAZIONI • raccolta della normativa • pubblicazioni scientifiche, bollettini informativi, ecc. • cartine topografiche • modulistica

  19. AUDIT REGIONALE PIANO EMERGENZA INFLUENZA AVIARIA • Definizione di responsabilità e risorse • Coordinamento con altre strutture dell’AUSL • Normativa/documenti di riferimento disponibili • Gestione dell’anagrafe avicola • Disponibilità di elenchi di personale/ditte da coinvolgere per la gestione dei focolai • Disponibilità dati di enti/referenti esterni • Disponibilità di altre informazioni rilevanti per la gestione dei focolai • Disponibilità di materiali necessari per l’intervento in caso di focolai sospetti o confermati • Disponibilità di DPI necessari per l’intervento in caso di focolai sospetti o confermati e formazione per il loro impiego

  20. Attivazione della fase di emergenza Organizzazione degli interventi in caso di sospetto focolaio e focolaio confermato Definizione delle zone di restrizione Coinvolgimento di altri Enti/organizzazioni Comunicazione Formazione Vigilanza sull’applicazione delle norme di biosicurezza negli allevamenti avicoli Vigilanza sull’applicazione del D.L.vo 626/94 Vaccinazione con vaccino antinfluenzale stagionale Sorveglianza attiva delle persone potenzialmente esposte

  21. ATTIVITÀ DI AUDIT Progetto di audit regionale sul piano di emergenza influenza aviaria • Scopo: migliorare le capacità di intervento delle AUSL in caso di insorgenza nella popolazione animale di focolai sospetti o confermati di IA • Obiettivo generale: verificare il livello di adeguatezza dell’organizzazione dell’AUSL per affrontare l’emergenza IA facendo emergere i punti di forza sviluppati e eventuali criticità.

  22. ASSETTI ORGANIZZATIVI • UNITA’ DI CRISI CENTRALE • UNITA’ DI CRISI REGIONALE • UNITA’ DI CRISI LOCALE

  23. ASSETTI ORGANIZZATIVI • La UCC in fase di emergenza provvede a: • coordinare l'azione delle unità di crisi regionali e fornire supporto organizzativo e tecnico-scientifico; • coordinare i provvedimenti adottati dalle unità di crisi regionali, al fine di armonizzare i comportamenti delle regioni in materia di gestione delle emergenze; • fornire le risorse straordinarie eventualmente necessarie per la gestione delle attività di emergenza; • attivare, in collaborazione con il CNCM, i flussi informativi necessari alla gestione dei piani; • valutare, in collaborazione con il CNCM, la situazione epidemiologica determinatasi e definire le strategie d’intervento; • disporre accertamenti sanitari e verifiche epidemiologiche ad integrazione o supporto di quanto effettuato a livello regionale;

  24. definire, in collaborazione con il CNCM, i criteri per l’abbattimento preventivo degli allevamenti a rischio; • definire, in collaborazione con il CNCM, gli eventuali scenari di intervento in caso di vaccinazione di emergenza; • verificare, anche mediante l'intervento in loco, la corretta applicazione delle misure di profilassi e Polizia Veterinaria adottate e l'efficacia degli interventi effettuati in sede locale; • definire a livello nazionale l'adozione di misure di profilassi e Polizia Veterinaria e di controllo sanitario; • garantire la tempestiva diffusione a livello nazionale, delle informazioni sulla situazione epidemiologi­ca; • supportare il Ministero della Salute nei rapporti con i competenti Organismi internazionali; • tenere i contatti con altre Amministrazioni Pubbliche, con le forze dell’ordine e con altri servizi civili.

  25. GOVERNO REGIONALE La Regione: • Ha compiti di indirizzo e coordinamento in applicazione delle indicazioni e delle normative nazionali e della UE • può emanare provvedimenti con misure di carattere più restrittivo rispetto alle misure nazionali • può emanare provvedimenti in applicazione di misure nazionali o UE (es. zone di restrizione) quando hanno implicazioni che vanno oltre il livello locale

  26. PROVVEDIMENTI IN EMERGENZA • Ordinanze del Presidente della Giunta contingibili e urgenti che seguono il seguente iter • Stesura da parte del servizio proponente • Controllo ufficio giuridico D.G. Sanità • Firma Direttore Generale • Firma assessore • Parere di regolarità amministrativa dell’ufficio legislativo • Firma del Presidente della Giunta Regionale • Numerazione dell’ordinanza • Pubblicazione dell’ordinanza

  27. PIANO REGIONALE DI CONTROLLO DELL’INFLUENZA AVIARIA Collaborazione tra Direzione Generale Sanità, Servizio di Protezione Civile e IZS Nato per risolvere le più rilevanti criticità per la gestione dei focolai: • Reperimento del personale che effettua le operazioni di estinzione dei focolai • Smaltimento delle carcasse

  28. ASSETTI ORGANIZZATIVI: L’Unità Crisi Regionale istituita dal DPGR 38/2006 • L’Unità di Crisi Regionale è composta da: • Responsabile del Servizio Veterinario della Regione Emilia-Romagna (Responsabile Unità di Crisi) • Coordinatore delle Sezioni Provinciali IZS della Regione Emilia Romagna • Direttori dei Dipartimenti di sanità pubblica e dei Servizi veterinari delle AUSL interessate dall’Infezione ed eventualmente di quelle limitrofe • Responsabile CEREV della Regione Emilia-Romagna • Altre figure tecniche eventualmente nominate dal • Attivazione • L’Unità di Crisi Regionale è attivata dal Responsabile del Servizio Veterinario Regionale che la presiede.

  29. ASSETTI ORGANIZZATIVI: L’Unità Crisi Regionale • Si attiva in caso di emergenza veterinaria epidemica, in particolare in caso di focolai delle seguenti malattie: • Influenza aviaria • Malattia di Newcastle • Afta epizootica • Malattia vescicolare suina • Peste suina classica • Peste suina africana • Febbre catarrale degli ovini • - Pleuropolmonite contagiosa dei bovini

  30. ASSETTI ORGANIZZATIVI: L’Unità Crisi Regionale • Raccoglie le informazioni ed i dati relativi alla situazione epidemica determinatasi a livello regionale • Coordina l’azione delle unità di crisi locali anche fornendo indirizzi operativi e tecnico scientifici • Attiva la raccolta e l’analisi dei dati delle indagini epidemiologiche effettuate dalle unità di crisi locali • Collabora nella definizione degli ambiti territoriali delle zone sottoposte a restrizione, predisporre le prescrizioni ed i relativi atti, curandone l’adozione formale nel caso di provvedimenti di valenza regionale

  31. ASSETTI ORGANIZZATIVI:L’Unità Crisi Regionale • Verifica, anche mediante interventi sul territorio, la corretta applicazione delle misure di profilassi e Polizia Veterinaria adottate sul territorio stesso • Dispone l’eventuale abbattimento preventivo degli allevamenti a rischio seguendo i criteri stabiliti • Garantisce il flusso delle informazioni e dei dati a livello nazionale, interregionale e locale • Tiene i rapporti con Enti, Organismi locali e regionali e categorie interessate • Coordina le iniziative di informazione e comunicazione

  32. ASSETTI ORGANIZZATIVI: L’Unità Crisi Locale • L’Unità di Crisi Locale è composta almeno da: • Responsabile dell'Area Dipartimentale di Sanità Pubblica Veterinaria (Responsabile dell’unità di crisi) • Medici Veterinari della A.S.L. tra cui: il referente delle emergenze, il responsabile dell’area di sanità animale • Un veterinario della sezione provinciale dell’I.Z.S. • Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica (in caso di malattia zoonosica) • - Altre eventuali figure tecniche designate dal responsabile dell’Unità di crisi • Attivazione • L’Unità di Crisi Locale è attivata dal Responsabile dell'Area Dipartimentale di Sanità Pubblica Veterinaria

  33. ASSETTI ORGANIZZATIVI:L’Unità Crisi Locale • Si attiva in caso di focolaio di malattia veterinaria epidemica, in particolare in caso di focolai delle seguenti malattie: • Influenza aviaria • Malattia di Newcastle • Afta epizootica • Malattia vescicolare suina • Peste suina classica • Peste suina africana • Febbre catarrale degli ovini • - Pleuropolmonite contagiosa dei bovini

  34. ASSETTI ORGANIZZATIVI: L’Unità Crisi Locale • Coordina gli interventi in caso di sospetto focolaio / focolaio di malattia • Coordina l’applicazione nell’azienda infetta delle misure previste dal Regolamento di Polizia Veterinaria e dalla legislazione vigente in materia • Coordina l’attuazione operativa delle disposizioni e delle direttive impartite dall’unità di crisi regionale • Coordina gli interventi di rintraccio di animali e prodotti sospetti di contaminazione

  35. ASSETTI ORGANIZZATIVI: L’Unità Crisi Locale • Definisce le modalità per l'estinzione dei focolai in atto e per l’applicazione degli abbattimenti preventivi, con particolare riferimento all'abbattimento degli animali, alla distruzione delle carcasse animali e del materiale contaminato, alle operazioni di disinfezione e risanamento, identificando la direzione operativa della squadra che si occupa dell’intervento nel focolaio • Definisce e coordina le procedure e le modalità operative necessarie per spostare gli animali morti ed i materiali contaminati dall'azienda infetta per destinarli ai luoghi scelti per la loro distruzione o risanamento • Definisce gli ambiti territoriali delle zone sottoposte a restrizione in assenza di indicazioni regionali e predispone le prescrizioni e i relativi atti, curandone l'adozione formale

  36. ASSETTI ORGANIZZATIVI: L’Unità Crisi Locale • Definisce le misure sanitarie e le modalità operative e gestionali da attuare nell'ambito delle zone soggette a restrizione in assenza di indicazioni regionali • Provvede a reperire e coordinare le risorse necessarie, ad integrazione di quelle disponibili, per l’espletamento di interventi di emergenza sia nel focolaio che sul territorio • Attiva il responsabile della gestione degli aspetti amministrativi connessi al reperimento e all'impiego delle persone, dei mezzi e delle attrezzature necessarie • - Raccoglie ed aggiorna i dati epidemiologici dei focolai

  37. ASSETTI ORGANIZZATIVI: L’Unità Crisi Locale • Organizza le vaccinazioni di emergenza, se previste • Coinvolge il Servizio di Sanità Pubblica, per gli aspetti di competenza, se la malattia rappresenta una zoonosi. • Tiene i contatti con le Amministrazioni pubbliche, con la Prefettura e con gli altri servizi civili • Coordina la vigilanza sull’applicazione da parte degli allevatori e degli addetti del settore delle misure territoriali di Polizia veterinaria • - Alimenta i sistemi informativi

  38. ASSETTI ORGANIZZATIVI:L’UCL • coordina l’attuazione operativa delle disposizioni e delle direttive impartite dall’unità di crisi regionale; • definisce gli ambiti territoriali delle zone sottoposte a restrizione, predispone le prescrizioni e i relativi atti, curandone l'adozione formale; • raccoglie ed aggiornare i dati, epidemiologici dei focolai; • definisce le misure sanitarie, e le modalità operative e gestionali da attuare, nell'ambito delle zone soggette a restrizione;

  39. organizza le vaccinazioni di emergenza • assicura il supporto tecnico e operativo all’Osservatorio epidemiologico regionale; • tiene i contatti con le Amministrazioni pubbliche, con la Forza Pubblica e con gli altri servizi civili; • alimenta i sistemi informativi a supporto dei piani.

  40. GRUPPO DI ESPERTI • L’ Autorità Centrale si avvale di esperti in grado di assicurare costantemente un livello di conoscenza elevato ed aggiornato sulla malattia e sulla gestione dell‘emergenza epidemica. Tali esperti possono far parte delle Unità di Crisi ai vari livelli operativi. • A seconda delle esigenze operative il gruppo di esperti potrà cooptare : • Rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità, • Rappresentanti della struttura di interfaccia nazionale con l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, • Rappresentanti degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, • Docenti Universitari • Rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura, • Rappresentanti dei Servizi Veterinari Regionali • Esperti in Malattie della Lista OIE e in Gestione delle Emergenze Epidemiche.

  41. FASE DI EMERGENZA MALATTIE DELLA LISTA DELL’OIE ALLA SEGNALAZIONE DEL SOSPETTO: • Identificare chi la effettua • Individuare l’allevamento interessato • Allertare il settore veterinario e l’istituto zooprofilattico • Organizzare una risposta immediata sulla base di quanto previsto dal “piano emergenze”

  42. Direttiva 2005/94 Articolo 1Oggetto e campo di applicazione 1. La presente direttiva stabilisce: a) talune misure preventive relative alla sorveglianza, all'individuazione precoce dell'influenza aviaria, nonché alla sensibilizzazione delle autorità competenti e degli allevatori e a una loro maggiore preparazione ai rischi che tale malattia comporta; b) le misure minime di controllo da applicare in caso di comparsa di un focolaio di influenza aviaria nel pollame o in altri volatili in cattività, nonché per l'individuazione precoce di una possibile trasmissione dei virus dell'influenza aviaria ai mammiferi; (c) altre misure sussidiarie volte ad impedire la diffusione di virus influenzali aviari ad altre specie. 2. Gli Stati membri restano liberi di adottare misure più rigorose nel settore oggetto della presente direttiva.

  43. Articolo 5Notifica 1. Gli Stati membri provvedono affinché la sospetta presenza e la presenza di influenza aviaria siano obbligatoriamente e immediatamente notificate all'autorità competente. 2. Oltre a quanto prescritto dalla normativa comunitaria relativa alla notifica dei focolai di malattie degli animali, gli Stati membri – in forza dell'allegato II – notificano alla Commissione ogni influenza aviaria confermata dall'autorità competente in macelli, mezzi di trasporto, posti d'ispezione frontalieri e altri luoghi alle frontiere comunitarie e in impianti o stazioni di quarantena operanti a norma della legislazione comunitaria in materia di importazioni di pollame o altri volatili in cattività; 3. Gli Stati membri notificano i risultati della sorveglianza dell'influenza aviaria condotta sui mammiferi.

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