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VALUTARE IN AMBITO SOCIALE

VALUTARE IN AMBITO SOCIALE. Antonella Rissotto Laboratorio professionalizzante su “Analisi valutativa di un servizio sociale” antonella.rissotto@istc.cnr.it. QUALI CONSEGUENZE PER QUALITÀ E VALUTAZIONE?. La qualità in ambito sociale.

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VALUTARE IN AMBITO SOCIALE

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Presentation Transcript


  1. VALUTARE IN AMBITO SOCIALE Antonella Rissotto Laboratorio professionalizzante su “Analisi valutativa di un servizio sociale” antonella.rissotto@istc.cnr.it

  2. QUALI CONSEGUENZE PER QUALITÀ E VALUTAZIONE?

  3. La qualità in ambito sociale • Qualità come caratteristica definita una volta per tutte da esperti del settore. • Non si può formulare una definizione statica e univoca di qualità. • Non c’è una sola qualità: soggetti diversi hanno punti di vista diversi sulla qualità, spesso conflittuali tra loro. • Non esiste un punto di vista superpartes • I diversi punti di vista non possono essere sintetizzati in un’unica concezione.

  4. Quale valutazione? • Dalla centralità del ruolo dell’esperto alla necessità di coinvolgere attivamente i diversi attori sociali. • Dall’evento eccezionale allo strumento di lavoro. • Lavorare per/sulla qualità dei servizi implica l’avvio di processi di negoziazione che coinvolgano tutti gli attori. • La valutazione non solo e non tanto come verifica, ma come stimolo al cambiamento. • Se si associa alla qualità un significato complesso e articolato quale valutazione è possibile? Conseguenze:

  5. Il concetto ed il metodo della valutazione partecipata può essere descritto a partire da tre prospettive: La valutazione partecipata • Come dare voce ai diversi attori presenti nei servizi • come esplicitazione di scopi, aspettative, criteri • come negoziazione degli interessi dei vari attori sociali • come strategia di empowerment. • Come strumento di lavoro • come appropriazione da parte degli operatori • come peerevaluation • come processo antigerarchico e sostenibile. • Come riconoscimento di valore e knowledge management • come valorizzazione delle conoscenze tacite e delle buone pratiche; • come operazione che consente il riconoscimento, l’esplicitazione e circolazione della conoscenza degli operatori.

  6. Istruzioni per l’uso (1) Sono possibili delle ricette? Quando si può parlare di valutazione partecipata? Non c’è un unico modello di valutazione partecipata (Cousin, Fetterman, House) e la dimensione operativa non si può/deve esaurire in una sequenza statica e predefinita di attività. L’aspetto importante è quello metodologico, l’ottica di interesse, apertura e attenzione all’interno del quale porsi. Come partire? Una esperienza di valutazione partecipata può nascere anche da una autovalutazione decisa dalle persone implicate nella realizzazione di uno o più servizi, ma occorre essere consapevoli della necessità di ampliare il coinvolgimento ad altri soggetti.

  7. Istruzioni per l’uso (2) Chi coinvolgere? E’ uno degli aspetti che influenza maggiormente la qualità di una esperienza di valutazione partecipata. Non è necessario coinvolgere la totalità degli attori. Si possono ipotizzare modalità diverse di coinvolgimento. Occorre tenere presente che alcuni attori più di altri influenzano la qualità della valutazione (ad esempio decisori e utenti perché più di altri influenzano la qualità). Non è solo importante la quantità, ma anche la qualitàdel coinvolgimento, lo spazio, il protagonismo e in ultima analisi il potere che si riconosce ai diversi soggetti.

  8. Istruzioni per l’uso (3) Quali obiettivi? È particolarmente utile quando si intende: • promuovere l’integrazione tra attori diversi (linguaggi, significati, procedure, strumenti) es. carcere o dei Centri di aggregazione; • attivare processi di confronto e negoziazione (quando i punti di vista sono divergenti) es. la costruzione del sistema di valutazione dei Centri diurni; • cogliere efficacemente l’ottica dei soggetti deboli es. residenze per la salute mentale; • favorire l’inserimento della valutazione tra le normali prassi di lavoro; sostenere il cambiamento di un servizio. esCarta della qualità degli Uepe. È sconsigliabile quando non si è sicuri che tutti gli attori abbiano compreso di cosa si tratta, non c’è tempo, si sa già che non si intende dare attenzione a certi attori, non si intende modificare lo stato delle cose.

  9. Istruzioni per l’uso (4) Quali aspetti critici? Promuove l’esplicitazione dei conflitti. Produce cambiamenti a livello diverso nei diversi attori e ne alimenta le aspettative. Il risultato non è interamente prevedibile a priori. Quali punti di forza? Rispetta la complessità degli oggetti della valutazione. Permette di non banalizzare o idealizzare il ruolo della valutazione. Consente di assumere decisioni condivise. Permette di esplicitare e riduce le resistenze alla valutazione.

  10. Istruzioni per l’uso (5) Quali risorse? La presenza di uno o più facilitatori può sostenere la realizzazione di una esperienza di valutazione partecipata, ma è necessario il reale coinvolgimento dei diretti interessati. In particolare dei decisori. Con quali strumenti? Interviste, focus gruop, questionari, gruppi di discussione, etc. Difficile definirli a priori. Si dovrebbe sceglierli in funzione degli attori, del tipo di informazioni che si intende acquisire, del tempo a disposizione, delle caratteristiche degli attori.

  11. La valutazione dei servizi Perché la valutazione partecipata è adatta alla valutazione dei servizi in ambito sociale? • adotta un approccio multi-dimensionale coerente con la complessità dell’oggetto della valutazione • attiva un processo corale che promuove la costruzione di un linguaggio comune e l’attribuzione di significati condivisi • permette di ridefinire il ruolo dei diversi soggetti • sostiene la crescita di competenze dei tecnici delle istituzioni e degli operatori del privato sociale • permette di “costruire correggendo”.

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