E N D
1. Modulo di cultura della comunicazione Prof. Gianni Ciofalo
Canale unico
a.a. 2005 - 2006
2. Modello di Gerbner (1956)
3. Modello di Gerbner (1956) Rispetto ai modelli lineari, si interpongono, tra fonte e ricevente, una serie di nodi problematici legati alla ricezione e alla decodifica.
Si pone l’accento sulla grande variabilità della percezione rispetto all’evento (E), sia da parte degli operatori (E1), sia da parte del ricevente (SE1).
4. Modello di Gerbner (1956) Si mette in luce:
il carattere creativo ed interattivo del processo percettivo
il valore del “contesto” nella lettura dei messaggi
la natura “aperta” della comunicazione umana: si sottolinea un rapporto dinamico e interattivo tra forma (S=segnale) e contenuto (E=evento) nel processo comunicativo.
5. Modello di Gerbner (1956)
6. Modello di Gerbner (1956)
7. Modello di Gerbner (1956)
8. Modello di Gerbner (1956) Dopo la selezione e l’attribuzione di significato, la percezione viene convertita in un messaggio, cioè in un segnale che ha un contenuto (E) e una forma (S)
9. Modello di Gerbner (1956) Dopo che l’evento è stato percepito e ritrasmesso attraverso la scelta dei canali e il controllo dei media con una forma ed un contenuto, si verifica un’interazione fra il ricevente M2 ed il messaggio
10. Si mette in luce:
il carattere creativo ed interattivo del processo percettivo
il valore del “contesto” nella lettura dei messaggi
la natura “aperta” della comunicazione umana: si sottolinea un rapporto dinamico e interattivo tra forma (S=segnale) e contenuto (E=evento) nel processo comunicativo. Modello di Gerbner (1956)
11. linkGeorge Gerbner Studioso ungherese immigrato in America, dove nel 1964 diventa il direttore della Annenberg School of Communication presso l’Università della Pennsylvania.
Principale teorico della “Teoria della coltivazione”, che ipotizza una discrasia tra la realtà e l’immagine che ne dà la tv
Autore di Living with Television: the Violence Profile (1976)
12. Modello di Berlo (1960)
13. Prende le mosse dalla teoria matematica dell’informazione: la sigla SMCR (Source, Message, Channel, Receiver) riprende gli elementi dello schema Shannon e Weaver.
Ma in più…
sottolinea l’importanza della cultura e del sistema sociale in cui la comunicazione si svolge.
Il flusso comunicativo è concepito linearmente Modello di Berlo (1960)
14. L’esistenza del feedback è soltanto ipotizzata
Il modello suggerisce che alla base di un atto comunicativo riuscito si debba porre l’accordo fra le abilità della fonte e quelle del ricevente
Si assiste ad una valorizzazione del contesto Modello di Berlo (1960)
16. Modello di Slama-Cazacu (1973)
17. Modello di Slama Cazacu (1973) Il modello sottolinea l’nfluenza dei contesti come sistemi di riferimento per i componenti dell’azione comunicativa.
E’ il contesto stesso a generare la comunicazione
18. Modello di Newcomb (1953)
19. Modello di Newcomb (1953)
20. Modello di Newcomb (1953) Secondo Newcomb la comunicazione ha il compito di mantenere l’equilibrio del sistema sociale.
In questo modello le relazioni sono interdipendenti: se cambia A, dovranno cambiare anche B e X e viceversa.
E’ lo scambio bidirezionale tra A e B a garantire l’equilibrio e la simmetria del sistema.
22. Modello di Westley e MacLean (1957)
24. Modello di Westley e MacLean (1957)
25. Modello di Westley e MacLean (1957)
Il rapporto tra A (fonte) e C, ovvero la struttura redazionale dei media che organizza e trasmette il messaggio, annulla la possibilità che B possa fare esperienza diretta di X (la realtà sociale, il contesto).
26. Modello di Westley e MacLean (1957) Nella società di massa l’unico mediatore tra A e B sono i media
I media espandono l’orizzonte percettivo di B, ma ne condizionano al contempo le modalità percettive e l’orientamento.
Infine il modello introduce l’elemento del feedback
28. Modello di Riley e Riley (1959)
29. Modello di Riley e Riley (1959) Emittente e ricevente sono influenzati nel processo di invio, ricevimento e scambio del messaggio da tre ordini sociali
Il gruppo primario di cui E e R sono membri; la comunità immediata, sociale, culturale e industriale a cui appartengono; il sistema sociale nel suo insieme
30. linkLa comunicazione a due fasi Lo schema di Lasswell (1948)
Chi ?
Dice che cosa ?
Attraverso quale canale ?
A chi ?
Con quale effetto ? Two-step flow of communication
1. Dai media agli opinion leader
2. Dagli O.L. attraverso canali interpersonali agli individui meno esposti.
32. Modello di Dance (1967)
33. Modello di Dance (1967)