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Il rapporto banca-impresa alla luce degli scenari attuali e di Basilea 3

Il rapporto banca-impresa alla luce degli scenari attuali e di Basilea 3. Milano – 14 dicembre 2011. Agenda. Analisi degli scenari attuali Come cambia il rapporto Banca impresa Analisi quantitativa Analisi Andamentale Analisi qualitativa Le garanzie Il PMI Tutoring.

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Il rapporto banca-impresa alla luce degli scenari attuali e di Basilea 3

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  1. Il rapporto banca-impresa alla luce degli scenari attuali e di Basilea 3 Milano – 14 dicembre 2011

  2. Agenda • Analisi degli scenari attuali • Come cambia il rapporto Banca impresa • Analisi quantitativa • Analisi Andamentale • Analisi qualitativa • Le garanzie • Il PMI Tutoring

  3. La crisi innescata dai mutui USA si estende con il crack Lehman alle banche di tutto il mondo e all’economia reale internazionale PIL -1.3% (+1,5 nel 2007) Investimenti fissi lordi -3,8% Spese per consumi delle famiglie-0,8% Esportazioni di beni e servizi -4,3% 2008 La peggiore recessione degli ultimi decenni: i Governi adottano importanti misure anti-crisi Primi segnali di ripresa nell’ultima parte dell’anno PIL -5,2% Investimenti fissi lordi -11,9% Spese per consumi delle famiglie-1,8% Esportazioni di beni e servizi -18,4% 2009 Ripresa fragile e disomogenea sostenuta dalle misure di sostegno pubblico. Primi segnali di crisi del debito sovrano nei paesi periferici (Grecia) PIL +1,2% Investimenti fissi lordi +2,5% Spese per consumi delle famiglie+1% Esportazioni di beni e servizi +9,1% 2010 In rallentamento la crescita economica. Acuirsi della crisi del debito sovrano con coinvolgimento di paesi come Spagna e Italia PIL atteso +0,7% Spese per consumi delle famiglie+0,9% Esportazioni di beni e servizi +4,9% 2011 Lo scenario attuale La crisi internazionale Riflessi sull’economia Italiana (1) FONTE: Prometeia Settembre 2011, Banca d’Italia

  4. Esposizione nette v/titoli debito sovrano Paesi PIIGS 66,1 58,1 45,9 41 34,4 20,9 14,7 12,5 13,3 10,2 7,5 3,5 5,6 1,4 3,7 0,4 0,7 0,4 0,1 0,2 • Gli istituti italiani sono fortemente esposte verso i titoli di stato emessi dai paesi con maggior difficoltà finanziaria (i c.d. GIIPS o PIIGS). Dei 340,8 miliardi di bond collegati ai “paesi a rischio” ISP e Unicredit sono esposte per 107 miliardi di cui 103 rappresentati da bond italiani

  5. La ripresa frenata dal propagarsi della crisi del debito sovrano in Europa • La crisi greca • Dicembre 2009 Moody’s declassa la Grecia. • Aprile 2010 la Grecia vara una maxi riforma da € 40 miliardi con interventi su stipendi, pensioni e tasse. • Maggio 2010 : intervento da 110 miliardi di euro del Fondo “Salva Stati” • Agosto 2011: nuovo intervento della UE da euro 106 miliardi e buy back di titoli del debito pubblico greco per euro 12,6 miliardi • “Accordo di Bruxelles” e il Fondo “Salva Stati” • Maggio 2010 il FMI vara un piano di aiuti “salva Euro” per € 750 miliardi (Accordo di Bruxelles) che prevede: • una dote di € 60 miliardi della Commissione UE per i paesi in difficoltà; • specifico veicolo finanziario da € 440 miliardi, garantito dai 16 paesi dell’Eurozona; • un Fondo salva Stati: prestiti del FMI fino a € 250 miliardi. • Settembre 2011: in attesa di approvazione l’aumento della dotazione del fondo “Salva Stati” da € 250 a € 440 miliardi • Gli effetti sul mercato: aumento dello spread BTP-Bund • Dopo il salvataggio della Grecia e di altre economie periferiche (Irlanda e Portogallo) da parte della UE, anche l’Italia e la Spagna sono finite nel mirino della speculazione globale. • Nel secondo e terzo trimestre 2011 si sono acuite le tensioni sui mercati dei titoli di stato di alcuni paesi. In Italia è da marzo 2010 che, seppur in modo difforme, si registra un trend di crescita dello spread coi Bund decennali tedeschi. (*) dato aggiornato al 6 settembre 2011

  6. Conseguenze dell’attuale scenario sui volumi delle banche Tasso di crescita impieghi imprese– principali paesi Euro Tasso di crescita impieghi Italia per dimensione banca Il tasso di crescita degli impieghi complessivi su base annua è rimasto positivo nonostante la contrazione delle banche maggiori e grandi Nel primo semestre la variazione % annua degli impieghi concessi alle aziende Italiane si conferma superiore alla media europea FONTE: Abi outlook e Banca d’Italia

  7. Il rafforzamento patrimoniale delle banche Le banche devono detenere un patrimonio di vigilanza superiore all’8% delle attività ponderate per il loro rischio. Il rischio degli impieghi bancari è suddiviso in Rischio di Credito (possibile inadempienza delle controparti agli obblighi contrattuali) e Rischio di Mercato (potenziali perdite dovute a variazioni dei prezzi delle attività finanziarie intermediate). Basilea 1 (1988) In vigore da gennaio 2007, prevede: • un patrimonio di vigilanza superiore all’8% del totale delle attività ponderate per il loro rischio. • il rischio degli impieghi bancari è suddiviso in: Rischio di Credito, Rischio di Mercato, e Rischio Operativo. Viene introdotta una nuova metodologia di valutazione delRischio di Credito e un modello di rating con attribuzione di coefficienti di ponderazione specifici in relazione alla solvibilità ed all’affidabilità finanziaria del debitore (Stati/ banche/ privati). Basilea 2 (2007) Le nuove regole saranno applicate gradualmente da gennaio 2013 con assetto definitivo al 2019: Basilea 3 (2013-2019) • rafforzamento dei requisiti di adeguatezza e qualità patrimoniale attraverso coefficienti patrimoniali più stringenti; • introduzione leverage ratio a contenimento del livello di attivo che una banca può detenere indipendentemente dal rischio ad esso associato; • l'introduzione di 2 nuovi requisiti minimi di liquidità, il liquidity coverage ratio (a breve) e net stable funding ratio (a lungo). I nuovi standard rischiano di irrigidire i criteri di concessione del credito e compromettere la ripresa dell’economia. Bisogna migliorare la qualità del capitale senza penalizzare il sostegno delle banche allo sviluppo dell’economia.

  8. Il Patrimonio di vigilanza delle Banche NUOVE E PIÙ SEVERE MODALITÀ DI CALCOLO DEL PATRIMONIO DI VIGILANZA Patrimonio di vigilanza = (TIER 1 + TIER 2 – Deduzioni)

  9. BASILEA 3 Rafforzamento patrimoniale • Obiettivo: garantire una maggiore stabilità del sistema finanziario, principalmente attraverso l'aumento dei capitali minimi che le banche devono detenere a fronte dei rischi. Perciò sono state alzate le soglie patrimoniali ed è stato modificato il modo di calcolarle. BASILEA 2

  10. I dati delle principali banche italiane Dati al 31.12.2009 Dati al 31.12.2010 10

  11. Requisiti liquidità

  12. Le fonti di finanziamento delle banche RACCOLTA DIRETTA * C/C PCT (consistenze) OBBLIGAZIONI (consistenze) * per esempio emissione Senior Intesa Sanpaolo Oggi 1,90% 2,39% 3,35% 5,10% Gen. 2011 1,52% 1,60% 2,95% 3,70% Crisi di fiducia. Il differenziale tra l’Euribor e l’Overnight Indexed Swap (OIS) a 0,99, con valori vicini all’autunno 2008 (fallimento di Lehman Brothers) MERCATO INTERBANCARIO PRESTITI BCE Solo negli ultimi giorni: • Allungate le scadenze oltre l’anno • Ampliato lo spettro di collaterali accettati come garanzia * Fonte: Outlook mensile ABI 12

  13. La situazione delle PMI 3,5 mln di PMI oltre 3 mln con meno di 5 addetti ROE medio ~ 6%, media europea ~ 10% Dimensioni ridotte Leva finanziaria ~ 58% media europea ~ 47% Bassa redditività operativa Ulteriori fattori congiunturali / strutturali: • Rincaro costi materie / costi operativi • Tassazione redditi + 10% rispetto alla media UE • ~ 500 mld di crediti commerciali a bilancio • Governance “chiusa” a investitori istituzionali Elevato indebitamento e sottocapitalizzazione

  14. La situazione delle PMI > Capitalizzazione Durante la crisi sono stati apportati nuovi capitali nella Sua impresa? No 69,8% Il 70% delle imprese non ha rafforzato il proprio patrimonio

  15. La situazione delle PMI > andamento fatturati Andamento fatturato aziendale 2010/2009, per settore di attività (valori percentuali) Circa l’80% delle imprese nel 2010 ha avuto fatturati stabili / in riduzione. Nell’attuale congiuntura, solo il 20% delle imprese cresce. Fonte: Unioncamere – Istituto G. Tagliacarne

  16. Riflessi sulla capacità di ottenere credito Cambiamenti della capacità di ottenere credito rispetto all’ultimo bilancio (valori percentuali) Il peggioramento dei fatturati indebolisce la struttura economico – finanziaria delle imprese e, per effetto del peggioramento del rating, si traduce in maggiore rischio per le banche (aumento fabbisogno patrimoniale) Fonte: Unioncamere – Istituto G. Tagliacarne

  17. Impatti della crisi delle PMI sulle banche italiane 20,3 20,8 17,9 14,0 Utili netti 9,2 7,7 7,9 7,4 Rettifiche sui crediti 2007 2009 2008 2010 ~ 30 miliardi di rettifiche su crediti incrementali nel triennio 2008–2010 Fonte: Moody’s e Banca d’Italia.

  18. Quale scenario si presenta per il futuro? • A fronte di prime ipotesi di ripresa del PIL 2011 e di una definitiva conclusione del ciclo recessivo, le stime più recenti convergono verso un nuovo rallentamento del quadro macro economico mondiale e italiano. Si fa sempre più concreto il rischio di un double-dip e di una brusca frenata dell’economia nei paesi industrializzati. • Fattori strutturali limiteranno la ripresa in Italia e saranno causati, oltre che dal mutato contesto economico internazionale in fase di peggioramento: • dal rafforzamento dell’euro che penalizzerà le nostre esportazioni; • dall’elevata inflazione che si manterrà su livelli superiori rispetto ai principali paesi europei; • dalla debolezza del mercato del lavoro che penalizzerà la ripresa della spesa delle famiglie; • dalle manovre di politica fiscale che, al fine di raggiungere il close to balance nei tempi prestabiliti, potrebbero essere particolarmente restrittive; • dal prezzo delle commodity in aumento che comprimerà i margini di guadagno aziendali, penalizzando la competitività. Secondo gli ultimi aggiornamenti di Prometeia, nel 2012 la crescita del Pil in Italia potrebbe essere solamente dello 0,2%, in conseguenza delle politiche fiscali restrittive finalizzate al riequilibrio dei conti pubblici. Stime : Prometeia settembre 2011

  19. Per le Banche Per le PMI Quale scenario si presenta per il futuro? FINANZIAMENTO ALLE PMI SEMPRE PIÙ COSTOSO PER LA BANCA CAPITALE DELLE BANCHE SEMPRE PIÙ “RAZIONATO” ACCESSO AL CREDITO A CONDIZIONI MOLTO PIÙ ONEROSE BISOGNA PORRE ATTENZIONE AD ALCUNI ASPETTI DELLA PROPRIA AZIENDA. NECESSARIO UN CAMBIO CULTURALE! Secondo le stime di Prometeia, la crescita più contenuta del Pil italiano e la manovra fiscale avranno soprattutto nel 2012 effetti sulla dinamica degli impieghi bancari (+3,7% rispetto al +5,2% del 2011). In particolare: • le famiglie a seguito della manovra fiscale registreranno una contrazione della crescita degli impieghi, che nel 2011beneficiano principalmente della domanda finalizzata all’acquisto di abitazioni. • la domanda di credito da parte delle imprese, che nel 2011 risulta sostenuta dai finanziamenti a breve per scorte e capitale circolante, nel 2012 sconterà gli effetti della manovra evidenziando un rallentamento.

  20. Agenda • Analisi degli scenari attuali • Come cambia il rapporto Banca impresa • Analisi quantitativa • Analisi Andamentale • Analisi qualitativa • Le garanzie • Il PMI Tutoring

  21. Individuazione, in sede di pianificazione, dell'impatto che ogni decisione strategica va ad avere sul rating, e la conseguente analisi delle diverse alternative riguardo alla gestione futura. L’azienda deve impostare una vera e propria partnership con la banca Confronto dei diversi approcci di ciascuna banca in modo da poter valutare l'offerta ed individuare la più idonea a soddisfare le proprie esigenze. Programmazione anticipata della necessità di risorse finanziarie; scelta di appropriate forme tecniche e rispetto delle scadenze (fonti/impieghi di breve termine, fonti/impieghi di medio e lungo termine). Predisposizione di materiale adeguato nella direzione della trasparenza informativa nei confronti delle banche: bilanci infrannuali aggiornati, ecc. Cosa cambia per le imprese • La situazione attuale e le nuove regole di Basilea 3 richiedono che la funzione finanziaria nelle PMI diventi strategica. Oggi troppo spesso vengono ricercate soluzioni di emergenza a situazioni di emergenza, che risolvono il problema nel breve ma che rischiano di creare maggiori problematiche alla struttura complessiva dell’azienda. Analisi quantitativa

  22. I criteri di assegnazione del rating • I metodi di assegnazione dei rating interni alle banche prevedono un insieme di metodi di valutazione del cliente che possono essere riassunti come segue: • Viene analizzata la situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’impresa. • Serve a determinare la capacità dell’impresa di generare nel tempo flussi di cassa positivi, mantenendo livelli di redditività soddisfacenti e una struttura finanziaria e patrimoniale equilibrate • Riguarda il comportamento dell’impresa nei confronti del sistema bancario e analizza: • DATI DISPONIBILI ALL’INTERNO DELLA BANCA assegni ed effetti insoluti, insoluti Riba e fatture presentate, sconfinamenti • DATI DISPONIBILI DAL SISTEMA (centrale rischi di Banca d’Italia): fido medio totale verso le banche, eventuali sconfinamenti rispetto ai fidi concessi, utilizzi liquidi medi, rate di mutui o finanziamenti scadute, ritardi nei pagamenti. 1. ANALISI QUANTITATIVA • Vengono raccolte e analizzate informazioni relative all’impresa e al settore di appartenenza. • Viene valutata la capacità dell’impresa di intraprendere decisioni strategiche coerenti con la propria dimensione e struttura, nonché con l’ambiente di riferimento e la sua evoluzione. 3. ANALISI ANDAMENTALE 2. ANALISI QUALITATIVA Analisi quantitativa

  23. Struttura Patrimoniale Situazione finanziaria Struttura economica Il cruscotto della valutazione • Riclassificazione dello SP che evidenzi in modo chiaro il vero valore dell’azienda. • Corretta riclassificazione del CE per evidenziare la marginalità caratteristica del business • Grado di indebitamento • Capacità di onorare il debito tramite l’autofinanziamento • Turnover • Incidenza costo indebitamento Mezzi di terzi / PN • Analisi redditività • Analisi solvibilità LIQUIDITÀ SOLIDITÀ ROE = risultato netto / PN Liq. corrente = AC / PC PFN / EBITDA ROI = risultato Operativo / CI Liq. immediata = (AC – magazzino)/PC Copertura OF = risultato Operativo / OF Fatturato / Capitale Investito Margine Struttura = PN - Immobilizzaz Grado capit. = PN/tot Debiti Finanziari • Misurazione della capacità di far rendere il C.I. più del costo dei finanziamenti Oneri finanziari / Fatturato • Analisi equilibrio patrimoniale COEFF. COPERTURA IMMOBILIZZAZIONI (PN + debiti fin a MLT)/tot. Immobilizz. ROI > i Analisi quantitativa

  24. (Patrimonio netto + passività a MLT) / Tot. Immob. Patrimonio netto – totale immobilizzazioni Coefficiente Copertura immobilizzazioni Margine di struttura primario Passività correnti Attivo Corrente Passività fisse Margine di struttura = 0 Attivo Mezzi Fisso propri Indici di solidità Esprime la copertura degli investimenti con mezzi propri. Se positivo, l'azienda è in grado di crescere con i propri mezzi. Se negativo, l’azienda per crescere deve ricorrere a fonti di finanziamento esterne, aspetto non necessariamente preoccupante (vedi grado indebitamento). Deve essere: • Patrimonio netto + passivo fisso > attivo fisso Analisi quantitativa

  25. Attivo corrente / passivo corrente (*) (Attivo corrente – magazzino) / passivo corrente Liquidità corrente Liquidità immediata Indici di liquidità Rapporto tra incassi da percepire ed impegni di pagamento a breve termine. Misura la capacità di un’azienda di far fronte a impegni a BT. se > 2: situazione ottimale, se compreso tra 1,5 e 2 situazione positiva (equilibrio finanziario) se compreso tra 1 e 1,5 situazione soddisfacente ma da controllare se < 1 situazione squilibrio finanziario. Indice di potenziale insolvenza. Si deve correre ai ripari convertendo parte dei debiti a BT in debiti a MLT Si differenzia precedente in quanto non considera le disponibilità (magazzino), di minore liquidabilità se > 1: tranquillità finanziaria se compreso tra 0,70 e 1: situazione soddisfacente ma da controllare se < 0,70: squilibrio finanziario (*) Attivo corrente = crediti vs clienti, altri crediti di funzionamento, cassa e banche attive, rimanenze finali Passivo corrente = debiti vs fornitori, altri debiti di funzionamento, banche e altri finanziatori a BT Analisi quantitativa

  26. PFN* / Patrimonio netto Oneri finanziari / PFN* Grado di indebitamento Costo indebitamento Indici finanziari Rappresenta la proporzione tra risorse proprie e capitale di terzi. Dimostra in che modo l’azienda riesce a finanziare la propria attività. Se =< 1: l’azienda finanzia le proprie attività prevalentemente con i mezzi propri Tipico delle PMI italiane un rapporto di indebitamento molto elevato Esprime il costo medio dell’indebitamento (ovvero il costo medio pagato ai terzi finanziatori dell’impresa). In generale deve essere minore del ROI, altrimenti non è conveniente investire capitali nell’azienda. * PFN (Posizione Finanziaria Netta) = disponibilità liquide – (debiti finanziari a BT e MLT) Analisi quantitativa

  27. Se il RO non copre gli oneri finanziari significa che la gestione caratteristica non riesce a coprire i costi del debito. Significa che non c’è capacità di rimborso. • In particolare gli oneri finanziari non dovrebbero essere > 50% del RO • Un valore elevato o superiore all’unità è sintomo di una tensione finanziaria con conseguente rischio per l’impresa di dover ricorrere ad ulteriore indebitamento per far fronte alle esigenze di copertura degli oneri finanziari, peggiorando lo squilibrio attuale • Misura l’incidenza del costo dell’indebitamento finanziario sul volume di affari. Valori compresi tra l’1% e il 2% sono considerati normali. OF / RO OF / MOL OF/Fatturato Gli oneri finanziari • Gli oneri finanziari rappresentano il costo dei finanziamenti e devono essere paragonati con alcuni valori: Analisi quantitativa

  28. risultato netto / patrimonio netto Risultato operativo / Capitale investito R.O.E. R.O.I. Indici di redditività Redditività netta dei mezzi propri, cioè la capacità della gestione di far fruttare (remunerare) il capitale investito nell’azienda dalla proprietà. Deve essere confrontato negli anni e con quello delle altre imprese dello stesso settore per poterne esprimere un giudizio in termini positivi o negativi. • se compreso tra 5% e 7% situazione soddisfacente • se superiore a 8% situazione positiva • se inferiore a 4% situazione negativa Rendimento medio degli investimenti. Misura l’efficienza globale della gestione operativa dell’attività d’impresa.Rappresenta la produttività di un’azienda indipendentemente dalle modalità con cui finanzia il proprio business. Se < 7% situazione di attenzione; Se > 13-14% situazione d’eccellenza Analisi quantitativa

  29. (crediti vs clienti + Altri crediti + magazzino) - (debiti vs fornitori + Altri debiti) CCNO Il capitale circolante netto operativo Indica il fabbisogno finanziario connesso con l’esercizio dell’attività d’impresa • Se CCNO > 0 emerge un fabbisogno finanziario da soddisfare (normalmente) • Se CCNO < 0 il ciclo si auto–finanzia e genera risorse (es. supermercati) + crediti vs/clienti = + ricavi non incassati - debiti vs/fornitori = - costi non pagati + scorte = + costi sospesi Diminuisce la liquidità e aumenta il fabbisogno finanziario CCNO aumenta - crediti vs/clienti = - ricavi non incassati + debiti vs/fornitori = + costi non pagati - scorte = - costi sospesi Aumenta la liquidità e diminuisce il fabbisogno finanziario CCNO diminuisce Analisi quantitativa

  30. Crediti vs clienti (fatturato / 360) Debiti vs fornitori (acquisti / 360) gg Clienti gg Fornitori gg Magazzino Magazzino (acquisti / 360) Il ciclo monetario Indica in media quanti giorni ci mettono i clienti a pagare i prodotti e/o servizi, in altre parole indica i giorni di dilazione accordati alla clientela. Indica i giorni medi di dilazione di pagamento dei fattori produttivi acquistati dall’impresa. Esprime quanti giorni, in media, le scorte permangono in magazzino. Da un punto di vista della teoria finanziaria, se aumentano i giorni di permanenza delle scorte in magazzino aumenta anche l’investimento in disponibilità e quindi il fabbisogno di capitali Analisi quantitativa

  31. gg clienti + gg magazzino – gg fornitori Ciclo Monetario Il ciclo monetario • Si utilizza per misurare il periodo di tempo intercorrente tra l'uscita monetaria collegata all'acquisizione di fattori produttivi e l'entrata monetaria relativa alle vendite dei prodotti o delle prestazioni. • Consente alla banca di valutare eventuali crisi o tensioni di liquidità dovute a sfasamenti tra il periodo degli incassi e quello dei pagamenti. Acquisto fattori Magazzino Produzione Magazzino Vendita prodotto • Se nel tempo il ciclo monetario aumenta significa che aumenta il fabbisogno finanziario. • I motivi dell’aumento del ciclo monetario si possono rinvenire nelle difficoltà di incasso rapido di elevati importi di fatturato (aumento dei crediti), nella congestione di prodotti in magazzino (aumento delle giacenze) o nella necessità di provvedere prontamente al regolamento degli acquisti in relazione alla fruizione di sconti o al mantenimento di talune gamme di prodotti (riduzione dei debiti commerciali). Analisi quantitativa

  32. L’azienda ha un comportamento “regolare” verso il sistema banche? Come e in che misura vengono utilizzati gli affidamenti? Come avviene in azienda la pianificazione del fabbisogno finanziario? In quale misura l’utilizzo dei fidi è congruo con l’operatività dell’impresa? Quali sono i tempi di incasso e pagamento? Dinamica dell’indebitamento finanziario Monitoraggio del grado di fiducia del sistema Monitoraggio di eventuali difficoltà Verifica dati forniti dall’impresa Obiettivi analisi andamentale: la Centrale Rischi • È un sistema informativo sull’indebitamento della clientela delle banche e degli intermediari finanziari vigilati dalla Banca d’Italia. • La CR censisce informazioni sui rapporti di credito e di garanzia che il sistema banca ha nei confronti dell’impresa. • NB! La centrale rischi oggi è il primissimo indicatore su cui la banca valuta il merito creditizio. Se ci sono problemi sulla CR il rapporto si blocca. OBIETTIVI Analisi andamentale

  33. CR raggruppata: che informazioni fornisce affidamenti “autoliquidanti”, concessi per lo smobilizzo di crediti commerciali: i castelletti di A.F. e/o Ri.Ba affidamenti “a scadenza”, che devono essere rimborsati a data fissa (o essere rinnovati): si tratta sia delle linee di credito temporanee che di linee a medio termine da rimborsare con rate periodiche, rientrano in questa categoria anche i leasing affidamenti “a revoca” che comprendono le linee di credito revocabili in qualunque momento dalla banca (cassa) importi “in sofferenza”, cioè importi relativi a linee di credito disdettate dalla banca e non rimborsate dall’azienda nei termini posti dall’istituto importi di firma, cioè le garanzie concesse dalla banca a favore dell’impresa (per esempio fideiussioni concesse dall’istituto per appalti e simili) Analisi andamentale

  34. La banca verifica i dati della Centrale Rischi mettendoli in confronto con quelli del bilancio, per valutare la veridicità dei dati del Bilancio CR come verifica dei dati di bilancio • Totale utilizzato CR ≈ Totale debti vs Banche • Autoliquidante utilizzato ≈ Crediti anticipati • Insoluti CR ≈ Svalutazione Crediti • Impegni di firma + Garanzie + Derivati ≈ Conti d’ordine Analisi andamentale

  35. Utilizzato > accordato su autoliquidanti e affidamenti a revoca 1 Utilizzato < accordato (ma presenza di sconfinamenti) 2 • La banca verifica il saldo medio di utilizzo mensile (% di utilizzo nel corso del mese). Se questo valore è superiore all’accordato la banca dà una valutazione molto negativa. Se questo dato è presente anche a livello di sistema (e non solo di singola banca) è ancora peggio. • Se sono presenti sconfini in presenza di utilizzato < accordato e saldo medio < accordato, la banca valuta il dato come cattiva gestione. In questo caso tendenzialmente l’importo degli affidamenti è congruo ma mal utilizzato. Utilizzato > accordato su debiti a scadenza 3 • Non è stata pagata una rata di un mutuo o di un finanziamento. È forse il segnale più grave che si può trovare in una CR. SCONFINAMENTI CR come sintomo di tensione finanziaria • Eventi negativi (calo di fatturato, ritardo nei pagamenti): segnalarlo in anticipo alle proprie banche. • Eventi positivi (aumento di fatturato per cui il monte affidamenti non è più sufficiente): chiedere un’estensione degli affidamenti, oppure valutare l’apertura di un nuovo rapporto. Analisi andamentale

  36. totale accordato CR ≈ 30 - 35% fatturato • Se questo rapporto è superiore significa che c’è un eccessivo ricorso al credito rispetto ai volumi. • Da considerare che nel caso di un finanziamento a MLT appena erogato, il rapporto subisce significative alterazioni, in questo caso giustificate. Utilizzato / accordato > 90% • L’utilizzo può arrivare anche al 100% degli affidamenti accordati. Nell’analisi andamentale la soglia ottimale di utilizzo è compresa tra il 50% e il 75% (oggi, soprattutto per le PMI, è una situazione quasi ideale). • Se la motivazione dell’utilizzo importante dei fidi, o dello sconfinamento, è: • legato al calo di fatturato  agire preventivamente sulla struttura dei costi. • legato a ritardi nell’incasso  avvisare le banche e monitorare i crediti. • legato ad esigenze di crescita del fatturato  opportuno richiedere in anticipo estensione degli affidamenti. CR ed equilibrio finanziario (autoliquidante + revoca) = ± 75% tot. Accordato • Il breve termine non dovrebbe essere, di norma, più del 75% del totale dell’indebitamente. In realtà spesso le PMI hanno soglie di indebitamento a BT superiori. • la banca deduce una situazione di squilibrio finanziario, di sovraesposizione a breve termine. L’impresa si sta finanziando in maniera impropria. • A fronte di shock potrebbe non essere più in grado di rispettare le scadenze. Analisi andamentale

  37. La gestione degli affidamenti > consigli • Il rischio è che in caso di effetti scaduti e impagati i crediti concessi si riverserebbero sul c/c ordinario, creando anche solo momentaneamente un ulteriore sconfinamento. • Soluzione 1: per ogni linea di autoliquidanti è consigliabile avere un fido a revoca capace di tollerare eventuali insoluti. Normalmente si quantifica nel seguente modo: revoca = circa 20 – 25% dell’autoliquidante. Meglio ancora se il fido a revoca è calcolato di anno in anno tenendo conto degli insoluti medi dell’anno precedente. • Questa porzione di fido a revoca deve essere riservata agli insoluti. • Soluzione 2: se non è possibile avere un fido a revoca valutare soluzioni alternative: cessione dei crediti commerciali (factoring). Situazione Conseguenze e soluzioni consigliate • AUTOLIQUIDANTI: Un errore che spesso si compie è farsi affidare su linee autoliquidanti (meno rischiose per la banca) senza che ad esse corrisponda un fido a revoca di dimensioni proporzionate. Analisi andamentale

  38. La gestione degli affidamenti > consigli • Spesso capita di vedere aziende che utilizzano lo scoperto di c/c per finanziare investimenti. Il rischio è che le banche chiedano un rientro (anche parziale) e l’azienda non abbia le risorse per soddisfare la richiesta. • Questa situazione ha anche come conseguenza certa quello dell’utilizzo dei fidi “a tappo” con rischio di continui sconfinamenti. Situazione pericolosa per un peggioramento del rating, limitazione delle linee di affidamento (quantità e pricing). • Soluzione: Per gli investimenti è necessario utilizzare solo ed esclusivamente affidamenti a scadenza: finanziamenti chirografari e/o mutui ipotecari. Situazione Conseguenze e soluzioni consigliate • FIDI A REVOCA: devono finanziare il capitale circolante e/o coprire eventuali sconfini su autoliquidanti Analisi andamentale

  39. La gestione degli affidamenti > consigli • Non bisogna prescindere da queste linee, sono lo strumento principale per poter agire con un minimo di orizzonte temporale. • Fra questi strumenti bisogna poi differenziare le scadenze, dando il giusto peso ad orizzonti temporali di medio/lungo periodo. • Più si chiede alla banca di affidare l’azienda nel MLT e per importi significative, più la banca chiederà garanzie accessorie (reali o di firma). • Se ci sono i presupposti è possibile utilizzare lo strumento delle garanzie consortili. Da non dimenticare anche la legge 662 (fondo di Garanzia MCC). Situazione Conseguenze e soluzioni consigliate • FIDI A SCADENZA: sono linee molto importanti che servono a riequilibrare la struttura finanziaria delle PMI Analisi andamentale

  40. Un esempio di Centrale Rischi – 1 Autoliquidante (cod 550200): si tratta di smobilizzo SBF o anticipo fatture (tipo att. 69). Rapporto regolare (stato rapp. 91) No presenza di garanzie (tip. Gar. 125) Accordato (31 - 32): 200.000 € Utilizzato (33): 180.000 € Analisi andamentale Analisi andamentale

  41. Un esempio di Centrale Rischi – 1 Rischio a scadenza (cod 550400): finanziamento a rimborso rateale (tipo att. 32), con durata residua inferiore a un anno (dur. Res. 1). Rapporto regolare (stato rapp. 91) No presenza di garanzie (tip. Gar. 125) Accordato (31 - 32): 100.000 € Utilizzato (33): 100.000 €. Significa che su questo finanziamento il cliente ha pagato tutte le rate. Analisi andamentale Analisi andamentale

  42. Un esempio di Centrale Rischi – 1 Rischio revoca (cod 550600): si tratta di un fido per cassa. Rapporto regolare (stato rapp. 91) No presenza di garanzie (tip. Gar. 125) Accordato (31 - 32): 90.000 € Utilizzato (33): 95.000 €. Saldo medio mensile (34): 85.000 € In questo caso c’è uno sconfinamento di € 5.000 e utilizzato mediamente nel mese entro i limiti di fido. Analisi andamentale Analisi andamentale

  43. Un esempio di Centrale Rischi – 1 Derivati finanziari (cod 553300): con scadenza a MLT (dur. Res. 2 anni). Valore del derivato: 250.000 € Nell’esempio con scadenza M/L. Se invece, dovesse scadere nel mese di rilevazione il cliente dovrebbe pagare alla Banca € 250.000. Nel bilancio, nei conti d’ordine, deve comparire questo importo. Analisi andamentale Analisi andamentale

  44. Un esempio di Centrale Rischi – 1 Rischi autoliquidanti – crediti scaduti (cod 555150): Incrociati con la colonna “Stato Rap.” indicano se pagati (92) o scaduti (93). Se scaduti, esiste il rischio di trasferimento sulle linee a revoca (fidi cassa). Difficilmente la Banca accetterà ulteriori anticipi, ma addebiterà le poste scadute e impagate incrementando lo sconfino. Analisi andamentale Analisi andamentale

  45. Il momento del bisogno > La richiesta di finanziamento Richiesta di Finanziamento/ Consolidamento Chi sono? • Storia della società e dell’imprenditore • Mercato – clienti - competitors • Riclassifica e indici di bilancio • Situazione intermedia • Investimento/Liquidità/Consolidamento • Come il finanziamento contribuisce a migliorare la redditività e/o l’equilibrio finanziario ? • L‘impresa è in grado di restituire il debito? • Dimostrarlo attraverso Business Plan o flussi economico-finanziari Cosa ne Faccio ? Comunicazione Impresa - Banca Come lo rimborso? Analisi qualitativa

  46. Gli elementi qualitativi Comunicazione Impresa - Banca Informazioni di carattere generale per capire la storia dell’azienda: ragione sociale, anno di fondazione, i fondatori sono ancora in azienda, recenti cambi al vertice, passaggi generazionali, core business, immobili di proprietà, ecc 1. Informazioni anagrafiche • Invito il direttore a visitare l’azienda • Condivido con lui progetti di investimento e difficoltà • Lo coinvolgo nella ricerca di informazioni su potenziali clienti • Il bilancio di fine anno lo porto io e non aspetto che me lo chiedano • Sono pronto a presentare situazioni infrannuali • Lo aggiorno sull’andamento del mio mercato • Confronto i miei dati con quelli del settore e dei competitors • Sono trasparente Chi sono i soci, ruoli chiave in azienda, numero dipendenti e collaboratori, evoluzione nel tempo, organizzazione del lavoro, ecc. 2. Struttura aziendale 3. Mercato di riferimento Chi sono i principali clienti, chi i competitor, esistono strategie di differenziazione, stato di salute e prospettive del settore di appartenenza, monitoraggio e scelta della nuova clientela, ecc. Analisi qualitativa

  47. Le garanzie con Basilea 3 Basilea 3riduce l’impatto delle garanzie dei consorzi fidi sull’assorbimento di capitale delle banche La garanzia o controgaranzia pubblica (es. MCC) riduce l’assorbimento di capitale, ma è molto restrittiva sui requisiti patrimoniali delle PMI. I Consorzi Fidi dovranno patrimonializzarsi per mantenere l’attuale riduzione di assorbimento di capitale e favorire l’accesso al credito • Per accedere alle garanzie pubbliche e per adeguarsi ai requisiti che verranno richiesti ai consorzi privati, molte aziende italiane risultano sottocapitalizzate. • Per poter accedere al credito, anche tramite i Consorzi Fidi, sarà sempre più importante avere un capitale sociale adeguato all’indebitamento e al volume d’affari. Le garanzie

  48. Il Fondo Centrale di Garanzia rilascia garanzie pubbliche a fronte di finanziamenti concessi dalle Banche. L’impresa che necessiti di un finanziamento può chiedere alla Banca di garantire l’operazione tramite il Fondo. MCC è gestore unico. L’attivazione della garanzia riduce il rischio per la Banca: in caso d’insolvenza dell’impresa si attiva il risarcimento da parte del Fondo Centrale di Garanzia, e in ultima istanza, dello Stato. In alternativa, l’impresa può richiedere l’attivazione della Controgaranzia o di una Cogaranzia rivolgendosi a un Confidi, il quale provvederà a inoltrare la richiesta al Fondo Centrale. Fondo Centrale di Garanzia Le garanzie

  49. Fondo Centrale di Garanzia > Valutazione Condizioni necessarie per poter accedere alla garanzia Principali indici di valutazione • Eventuale perdita ultimo esercizio < 5% fatturato • Calo fatturato ultimo esercizio max. 40% • Mezzi propri > 5% del passivo • Impresa economicamente e finanziariamente sana secondo indici di valutazione prestabiliti Mezzi propri + Debiti MLT =1/1,25 Immobilizzazioni Oneri fin. Max 5% fatturato Cash flow = 4% attivo Le garanzie

  50. Agenda • Analisi degli scenari attuali • Come cambia il rapporto Banca impresa • Analisi quantitativa • Analisi Andamentale • Analisi qualitativa • Le garanzie • Il PMI Tutoring

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