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Emilio Galanti Direzione Ambiente e Gestione Rifiuti Provincia di Firenze

L ’OSSERVATORIO INTERPROVINCIALE COME STRUMENTO DI MONITORAGGIO DEL PIANO DEI RIFIUTI E PROMOZIONE DI POLITICHE INTEGRATE. Emilio Galanti Direzione Ambiente e Gestione Rifiuti Provincia di Firenze. Il quadro normativo.

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Emilio Galanti Direzione Ambiente e Gestione Rifiuti Provincia di Firenze

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Presentation Transcript


  1. L’OSSERVATORIO INTERPROVINCIALE COME STRUMENTO DI MONITORAGGIO DEL PIANO DEI RIFIUTI E PROMOZIONE DI POLITICHE INTEGRATE Emilio Galanti Direzione Ambiente e Gestione Rifiuti Provincia di Firenze

  2. Il quadro normativo • Dlgs 22/97 all’Art. 26: istituiva l’Osservatorio Nazionale Rifiuti (O.N.R.) • Legge n° 93/2001 Art 10 c5: istituisce la Rete di Osservatori Provinciali a supporto di O.N.R. “Disposizioni in campo ambientale”, art. 10, comma 5, allo scopo di “realizzare un modello a rete dell’osservatorio nazionale dei rifiuti […] e dotarsi di sedi per il supporto alle funzioni di monitoraggio, di programmazione e di controllo dell’osservatorio stesso”.

  3. Il quadro normativo La definizione di ATO introdotta dalla Regione Toscana in seguito alle modifiche apportate alla LR 25/1998, con l’emanazione della LR 61/2007, e l’istituzione, con l’art. 24, di tre nuovi ATO (in particolare, per le province di Firenze, Prato e Pistoia, del nuovo “ATO Toscana Centro”), e dei nuovi strumenti di pianificazione previsti, rende necessario che anche la veste dell’OPR debba subire delle modifiche, adeguandosi alla nuova dimensione interprovinciale della gestione dei rifiuti.

  4. L’Osservatorio Interprovinciale • Necessità di rivalutare il ruolo degli OPR, alla luce di tale più complessa realtà territoriale prevedendo l’istituzione di un “Osservatorio Interprovinciale dei Rifiuti”, allo scopo di gestire a livello di Area Vasta le attività di monitoraggio della pianificazione (Piano Interprovinciale, Piano Straordinario) e di controllo della gestione dei rifiuti.

  5. Le funzioni dell’Osservatorio Interprovinciale dei Rifiuti: • Monitorare i dati relativi alla produzione ed alla gestione dei rifiuti, sia urbani che speciali a livello di Area Vasta, e fornire un quadro della situazione dei flussi dei rifiuti e dell’andamento della gestione dei medesimi; • Fornire il supporto necessario alla pianificazione ed alla verifica di attuazione della pianificazione a livello interprovinciale; • Fornire al pubblico un informazione periodica sullo stato della gestione dei rifiuti nell’intera area; • Promuovere intese e accordi di area vasta sulla riduzione della produzione dei rifiuti, sulla ottimizzazione della loro gestione, il riutilizzo e riciclo.

  6. Monitoraggio dello stato di attuazione della pianificazione L’ OIR acquisisce, elabora e interpreta i dati di produzione e gestione dei rifiuti urbani (indifferenziati e raccolte differenziate) e dei rifiuti speciali; Verifica i trend evolutivi e di monitoraggio dello stato di attuazione della pianificazione Interprovinciale in materia, al fine di controllare lo scostamento rispetto agli obiettivi delle politiche nazionali e locali. Effettua il monitoraggio sui costi di gestione dei rifiuti; Propone e controlla l’attuazione e la definizione di accordi di programma e protocolli di intesa con enti e operatori; Promuove progetti mirati;

  7. Il monitoraggio del Piano Interprovinciale dei rifiuti • Il monitoraggio costituisce l’attività di controllo degli effetti ambientali significativi prodotti in sede di attuazione del Piano, finalizzata ad intercettare tempestivamente eventuali effetti negativi e ad adottare le opportune misure di ri-orientamento. Gli obiettivi del monitoraggio sono i seguenti: • verificare il progressivo raggiungimento degli obiettivi di Piano • fornire le informazione necessarie per valutare gli effetti ambientali delle azioni messe del piano, consentendo di verificare se esse sono effettivamente in grado di conseguire i traguardi di qualità ambientale che il Piano si è posto • permettere di individuare tempestivamente le misure correttive che eventualmente dovessero rendersi necessarie.

  8. Il monitoraggio del Piano Interprovinciale dei rifiuti Il sistema di monitoraggio deve essere progettato in tempo utile per poter essere implementato fin dalle prime fasi di realizzazione delle previsioni di piano; La progettazione del sistema comprende: • l’identificazione delle competenze relative alle attività di monitoraggio; • l’individuazione degli indicatori e delle fonti dei dati, inclusa la definizione delle loro modalità di aggiornamento. • la definizione della periodicità e dei contenuti della relazione periodica di monitoraggio; • la definizione delle modalità di ri-orientamento del Piano Il monitoraggio non sarà onnicomprensivo e indefinito ma fortemente finalizzato, stabilendo ambiti di indagine e tematiche precise.

  9. Il monitoraggio del Piano Interprovinciale dei rifiuti I rapporti dell’ OIR (Oss.Interprov. Rifiuti) dovranno coincidere con la pubblicazione della relazione di monitoraggio, quindi avranno cadenza annuale; La relazione di monitoraggio dovrà contenere: • L’aggiornamento dei dati e la valutazione delle cause che possono avere determinato lo scostamento rispetto alle previsioni e le indicazioni per un eventuale re-indirizzo delle azioni; • l’andamento degli indicatori e la loro evoluzione, al fine di individuare le criticità. Ciò al fine di predisporre eventualmente una revisione delle azioni di piano, da effettuare anche attraverso eventuali varianti / integrazioni al piano stesso e la messa in campo di politiche complementari e integrative Potranno essere attivati processi di consultazione del pubblico sui contenuti della relazione di monitoraggio. Il pubblico può fornire un contributo all’individuazione di proposte correttive.

  10. Il sistema degli indicatori • Gli indicatori dovranno avere alcune proprietà, come: • popolabilità e aggiornabilità: l’indicatore deve poter essere calcolato. Devono cioè essere disponibili i dati per la misura dell’indicatore, con adeguata frequenza di aggiornamento; • costi di produzione e di elaborazione sostenibili; • sensibilità alle azioni di piano: l’indicatore deve essere in grado di riflettere le variazioni significative indotte dall’attuazione delle azioni di piano; • tempo di risposta adeguato: l’indicatore deve riflettere in un intervallo temporale sufficientemente breve i cambiamenti generati dalle azioni di piano; • comunicabilità: l’indicatore deve essere chiaro e semplice, al fine di risultare facilmente comprensibile anche a un pubblico non tecnico. Deve inoltre essere di agevole rappresentazione mediante strumenti quali tabelle, grafici o mappe. Ciò consentirà di agevolare commenti, osservazioni e suggerimenti da parte di soggetti con punti di vista differenti in merito alle dinamiche in atto sul territorio.

  11. Il sistema degli indicatori • Differenza (complessiva e provinciale) in punti percentuali tra la media di raccolta differenziata annuale e gli obiettivi di piano; • Variazione % (complessiva e provinciale) della produzione di rifiuti rispetto all’obiettivo di stabilità previsto dal piano (complessiva e provinciale); • % di raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei RUB da collocare a discarica (complessiva e provinciale); • % di recupero di materia degli imballaggi, rispetto agli obiettivi regionali e della Direttiva Europea Imballaggi (complessiva e provinciale); • % di comuni che hanno attivato la raccolta differenziata della frazione organica, con pesi diversi a seconda dell’attivazione della raccolta domiciliare spinta piuttosto che stradale a cassonetti (complessiva e provinciale); • % percentuale di Comuni che hanno attivato la tariffazione puntuale (PAYT) • Parametro relativo al destino dell’indifferenziato, con diversi pesi a seconda dell’utilizzo di discarica, recupero energetico, selezione con produzione CDR, trattamento meccanico biologico (complessivo e provinciale); • % di raggiungimento dell’autosufficienza nel trattamento a livello di ATO, con pesi maggiori a seconda delle frazioni più significative (es. indifferenziato, Forsu) • Valutazione della percentuale di effettivo riutilizzo, riciclo, recupero.

  12. Il sistema degli indicatori della sostenibilità delle azioni di Piano • Indicatori sul tema energetico • Quantità annuale di energia termica ed elettrica prodotta per termovalorizzazione dei rifiuti (GJ) • Produzione termica ed elettrica media per unità di rifiuto inviato a termovalorizzazione (MJ/t) • Quantità annuale di energia termica ed elettrica prodotta per combustione del biogas (GJ) • Emissioni di CO2 evitate dalla produzione di energia elettrica e termica da rifiuti (t) • Indicatori sul tema mobilità • Numero di km percorsi da automezzi per la raccolta rifiuti su rifiuto raccolto (km/t) • Percentuale di riempimento degli automezzi (%) • % di mezzi di raccolta a ridotto impatto ambientale (%) • Indicatori sul tema aria • Emissioni in atmosfera dalle attività di termovalorizzazione per i seguenti inquinanti su tonnellata di rifiuto trattato (kg/t) • NOx • PM10, 2,5 • Diossine • n° di segnalazioni di disturbo odorigeno in atmosfera dalle attività di compostaggio e biostabilizzazione e in generale delle emissioni degli impianti • Indicatori sul tema acque/suolo • Produzione di acque di processo della termovalorizzazione inviate a smaltimento (t) • Produzione di ceneri dalla termovalorizzazione inviate a smaltimento (t) • Captazione di percolato prodotto dalle discariche (ton) • Produzione annua di rifiuti pericolosi dal processo di termovalorizzazione (ton) • Ettari di superficie impermeabilizzata per effetto delle misure di piano (ha) • Indicatori di risposta • Misure di mitigazione / compensazione introdotte nella progettazione degli impianti (n. e tipologia)

  13. Verifica della correttezza della gestione dei rifiuti L’ Osservatorio effettua il monitoraggio della gestione dei flussi di rifiuti, con particolare attenzione ai fenomeni di illegalità. • indagini particolari su alcuni comparti produttivi significativi, e/o su specifiche tipologie di rifiuti; • studi sulle destinazioni delle principali tipologie di rifiuti speciali prodotti: impianti di recupero, impianti di trattamento, centri di stoccaggio e impianti di smaltimento finale; • acquisizione dati relativi alle quantità delle diverse tipologie di rifiuti speciali prodotti in ambiti extra-territoriali ed importati nel territorio interprovinciale nonché alla provenienza e destinazione degli stessi: impianti di recupero, impianti di trattamento, centri di stoccaggio e impianti di smaltimento finale; • individuazione delle attività e/o impianti che siano atti o potenzialmente idonei a svolgere attività di recupero dei rifiuti speciali.

  14. Gestione informazioni al pubblico sullo stato della gestione dei rifiuti L’ Osservatorio predispone momenti di comunicazione e formativi/informativi anche attraverso una documentazione periodica, rivolti ai cittadini, agli amministratori pubblici, alle associazioni ed alle imprese: • Gestione sportello informativo; • pubblicazione rapporto annuale sulla gestione dei rifiuti; • ideazione e promozione di interventi di sensibilizzazione rivolti all’utenza; • promozione di momenti formativi (convegni, seminari forum ed incontri).

  15. Una ipotesi di organizzazione dell’ OIR • Tutto questo rappresenta uno dei primi tentativi per avviare una gestione integrata dei rifiuti di area vasta. • E’ importante definire un regolamento per il funzionamento dell’ OIR • Si potrebbe ipotizzare di istituire un Coordinatore, un Comitato Direttivo e un Comitato Tecnico

  16. Una ipotesi di organizzazione dell’ OIR • Il Coordinatore, nominato dagli assessori all’Ambiente delle tre Province, gestisce l’attività, presenta la proposta di programma annuale al Comitato Direttivo, presenta la proposta di bilancio; • Il Comitato Direttivo svolge funzioni di indirizzo e approva il programma annuale di attività. E’ composto dai tre Assessori all’Ambiente delle Province di riferimento, dal Presidente dell’ ATO TC, da un rappresentante delle aziende e da uno delle CCIAA; • Il Comitato Tecnico ha il compito di attuare il programma annuale di attività e formulare pareri e proposte. E’ composto dai dirigenti del servizio ambiente di ciascuna Provincia, dal Coordinatore dell’ OIR, da un rappresentante dell’ ATO, di ARRR e di ARPAT. • L’esercizio delle funzioni potrebbe essere affidato alla Agenzia Fiorentina dell’Energia, con modalità in house; • La copertura finanziaria dovrà essere assicurata dalle tre Province a valere sulle risorse derivanti dalle sanzioni amministrative in materia di rifiuti.

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