1 / 49

LE RIMANENZE DI MAGAZZINO: LEGISLAZIONE CIVILISTICA E PRINCIPI CONTABILI

Ottobre- novembre 2010. LE RIMANENZE DI MAGAZZINO: LEGISLAZIONE CIVILISTICA E PRINCIPI CONTABILI. OIC e IAS/IFRS. Dott. Prof. Massimo Boidi.

bryant
Télécharger la présentation

LE RIMANENZE DI MAGAZZINO: LEGISLAZIONE CIVILISTICA E PRINCIPI CONTABILI

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Ottobre- novembre 2010 LE RIMANENZE DI MAGAZZINO:LEGISLAZIONE CIVILISTICA E PRINCIPI CONTABILI OIC e IAS/IFRS Dott. Prof. Massimo Boidi

  2. Art. 2424 c.c. (Contenuto dello Stato Patrimoniale)ATTIVO CIRCOLANTE PUNTO C I così individuate:- materie prime, sussidiarie e di consumo;- prodotti in corso di lavorazione e semilavorati;- lavori in corso su ordinazione;- prodotti finiti e merci;- acconti. PRINCIPALI NORME CIVILISTICHE

  3. Art. 2425 c.c. (Contenuto del Conto Economico)Il valore delle rimanenze viene così suddiviso:- nel valore produzione le variazioni positive o negative delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti;- nei costi di produzione le variazioni positive o negative delle materie prime, sussidiarie di consumo e merci.

  4. Art. 2426 c.c. (Criteri di valutazione)n. 9) Le rimanenze, i titoli e le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni sono iscritti al costo di acquisto o di produzione, calcolato secondo il numero 1), ovvero al valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato, se minore; tale minor valore non può essere mantenuto nei successivi bilanci se ne sono venuti meno i motivi. I costi di distribuzione non possono essere computati nel costo di produzione.

  5. Art. 2426 c.c. (Criteri di valutazione)n. 1) Le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto o di produzione. Nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori. Il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al prodotto. Può comprendere anche altri costi, per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può essere utilizzato; con gli stessi criteri possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione, interna o presso terzi.

  6. Relazione Ministeriale all’art. 2426«Quanto al costo di produzione, si stabilisce che oltre ai costi direttamente imputabili al prodotto esso può comprendere anche i costi cosiddetti di indiretta imputazione, per la quota che ragionevolmente possa essere imputata al prodotto: deve trattarsi naturalmente di costi di competenza del periodo di fabbricazione, il quale deve essere considerato concluso dal momento in cui il bene è oggettivamente utilizzabile (ciò ad evitare che vengano capitalizzate anche quote di costi generali relativi a tempi successivi, con la giustificazione che il prodotto, di fatto, non è stato ancora utilizzato).

  7. La formula «può comprendere» non intende attribuire ai redattori del bilancio una facoltà di scelta arbitraria, ma si riferisce alla ragionevole applicazione della discriminalità tecnica, in relazione alla specifica situazione produttiva, in conformità al principio generale della «rappresentazione veritiera e corretta».

  8. n. 10): Il costo dei beni fungibili può essere calcolato col metodo della media ponderata o con quelli «primo entrato, primo uscito» o: «ultimo entrato, primo uscito»; se il valore così ottenuto differisce in misura apprezzabile dai costi correnti alla chiusura dell’esercizio, la differenza deve essere indicata, per categoria di beni, nella nota integrativa.

  9. Art. 2423, 4° comma c.c.: si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dell’esercizio, anche se conosciuti dopo la chiusura di questo.Art. 2429, 2° comma c.c.: il Collegio Sindacale deve riferire all’assemblea ….., con particolare riferimento all’esercizio della deroga di cui all’art. 2423, 4° comma.

  10. In sostanza:a) non possono essere effettuate riduzioni arbitrarie del valore del magazzino, in quanto contrarie ai requisiti di “rappresentazione veritiera e corretta” (art. 2423) e a quelli di “evidenza e verità degli utili conseguiti e delle perdite subite (art. 2217);

  11. in caso di minor valore corrente, rispetto al costo di acquisto o di produzione, occorre svalutare il magazzino: tale minor valore non può essere mantenuto nei successivi bilanci, se sono venuti meno i motivi; per evitare la mancata evidenza di riserve occulte, se il valore FIFO o LIFO o media ponderata è inferiore al costo corrente, la differenza deve essere indicata nella nota integrativa.

  12. Art. 2427 c.c. (Contenuto della nota integrativa) n. 1): i criteri applicati nella valutazione delle voci del bilancio, nelle rettifiche di valore e nella conversione dei valori non espressi all’origine in moneta avente corso legale nello Stato.Occorre quindi precisare per le rimanenze sia il metodo di valutazione seguito, sia le metodologie per la formazione del costo, sia i criteri per la determinazione delle rettifiche di valore. La svalutazione dei valori riferiti alle rimanenze deve essere imputata a rettifica diretta del valore dell’attivo.

  13. Art. 2426, n. 12): le attrezzature industriali e commerciali, le materie prime, sussidiarie e di consumo, possono essere iscritte nell’attivo ad un valore costante qualora siano costantemente rinnovate, e complessivamente di scarsa importanza in rapporto all’attivo di bilancio, sempreché non si abbiano variazioni sensibili nella loro entità, valore e composizione.

  14. Le rimanenze di magazzino includono i beni destinati alla vendita o che concorrono alla loro produzione nella normale attività di impresa.Riguardano processi produttivi iniziati e non conclusi alla fine di un esercizio che troveranno compimento in quello successivo mediante:il realizzo diretto (beni destinati al mercato);il realizzo indiretto (beni da trasformare). Principi Contabili (OIC 13)Definizione

  15. - Criterio generale:Il passaggio della sostanzialità dei rischi (e quindi non solo formale) e dei benefici associati ai beni in giacenza, determina l’inclusione o meno di un bene nelle rimanenze di magazzino.Il passaggio del titolo di proprietà avviene di solito per i beni mobili alla data di spedizione o di consegna, secondo le modalità contrattuali dell’acquisto ed in base al trasferimento dei rischi dal punto di vista sostanziale.Per i beni immobili assume invece rilevanza la data di stipulazione dell’atto di compravendita. Elementi costitutivi

  16. Vi rientrano pertanto:Beni fisicamente esistenti nei magazzini e nelle aree di produzione dell’azienda (escluse le merci in deposito, in prova, in visione, in c/lavorazione, etc…);Beni in viaggio (quando l’impresa ne ha acquisito il titolo di proprietà);Beni in viaggio (quando l’impresa non ha ancora trasferito il titolo di proprietà ai terzi);Beni di proprietà dell’impresa presso terzi. Elementi costitutivi (continua)

  17. Comprendono:- Materie prime- Materie sussidiarie e di consumo- Semilavorati- Prodotti in corso di lavorazione- Prodotti finiti- Merci Elementi costitutivi (continua)

  18. Materie prime:- Destinate ad essere direttamente trasformate nel processo produttivoMaterie sussidiarie e di consumo:- Destinate a partecipare indirettamente al processo produttivo (es. lubrificanti) Elementi costitutivi (continua)

  19. Semilavorati:- parti finite d’acquisto e/o di produzione che si trovano in uno stadio intermedio del processo produttivo;- vendibili separatamente.Prodotti in corso di lavorazione: - materiali, parti, assiemi in fase di avanzamento;- non vendibili separatamente. Elementi costitutivi (continua)

  20. Prodotti finiti:- Giunti al termine del processo di produzione/trasformazione;- Pronti per essere venduti.Merci: - Prodotti acquistati per la rivendita. Elementi costitutivi (continua)

  21. Stato patrimoniale (art. 2424 C.C.) :C) ATTIVO CIRCOLANTEI. Rimanenze 1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 2) Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati 3) Lavori in corso su ordinazione 4) Prodotti finiti e merci 5) Acconti Classificazione nel bilancio ITA GAAP

  22. Classificazione nel bilancio ITA GAAP Conto economico (art. 2425 C.C.):A) VALORE DELLE PRODUZIONE2) Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e prodotti finiti B) COSTI DELLA PRODUZIONE11) Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci

  23. Classificazione nel bilancio ITA GAAPEsempio pratico:

  24. Normativa di riferimento:- Principi italiani: OIC 13;- IAS/FRS: IAS 2.NON sussistono differenze sostanziali, ad esclusione:- applicabilità LIFO (solo in ITA GAAP);- alcune disclosures Principi contabili: ITA GAAP vs. IAS/IFRS

  25. Prima della valutazione è necessario procedere ad un’accurata rilevazione delle quantità.Può avvenire:- per conta fisica (o inventario fisico)- attraverso un sistema affidabile di scritture contabili di magazzino (rilevazioni permanenti di magazzino) la rilevazione permanente va testata sulla base della conta fisica, da effettuarsi almeno una volta all’anno alla chiusura dell’esercizio o a data diversa, anche a rotazione RILEVAZIONE DELLE QUANTITA’ DA VALORIZZARE

  26. Le rimanenze sono iscritte al minore fra il costo d’acquisto o di produzione ed il valore di realizzo desumibile dall’andamento del mercato.Necessario quindi approfondire:1. Nozione di costo;2. Nozione di valore di mercato. Criteri di valutazione

  27. Nozione di costo: - COSTO D’ACQUISTO: + prezzo d’acquisto + oneri accessori (es: trasporto, dogana, assicurazione etc.) Si applica: 1) materie prime; 2) materiali di consumo; 3) materie accessorie; 4) merci Criteri di valutazione (continua)

  28. Nozione di costo:- COSTO DI PRODUZIONE: + Costo d’acquisto; + Costi diretti di produzione (manodopera diretta, licenze di produzione etc); + Spese generali di produzione o industriali (costi indiretti) Si applica: 1) prodotti in corso di lavorazione; 2) semilavorati; 3) prodotti finiti; Criteri di valutazione (continua)

  29. Spese generali di produzione o industriali REGOLA GENERALE DI IMPUTAZIONE:Oneri che hanno contribuito a portare le giacenze di magazzino nel LUOGO e nelle CONDIZIONI in cui si trovano, per la quota RAGIONEVOLMENTE imputabile al prodotto e fino al momento in cui il bene può essere utilizzato Criteri di valutazione (continua)

  30. Esempi:- stipendi, salari e oneri relativi alla manodopera indiretta e il personale tecnico di stabilimento;- ammortamenti economico-tecnici dei cespiti destinati alla produzione;- manutenzioni e riparazioni;- materiali di consumo. Criteri di valutazione (continua)

  31. Criteri di valutazione (continua)Spese generali di produzione: quick test

  32. Criterio per l’imputazione dei costi indiretti - la normale capacità produttiva:- L’imputazione di costi indiretti di produzione al costo di fabbricazione dei prodotti è fondata sulla capacità normale di produzione dell’impresa, definita in base ai mezzi di cui dispone ed alla produzione che ragionevolmente si attende;- La capacità produttiva normale rappresenta la potenzialità dell’impianto a produrre con ragionevoli livelli di efficienza. Criteri di valutazione (continua)

  33. Criteri di valutazione (continua)Esempio di calcolo della capacità normale:

  34. Le tecniche di determinazione del costo previste sono:- Costo specifico- FIFO- LIFO (non ammesso dagli IAS(IFRS)- Costo medio ponderato Metodi di determinazione del costo

  35. Costo specifico:- questo metodo identifica i singoli beni acquistati con i relativi costi (questo criterio può essere adottato solo se le voci delle rimanenze non sono intercambiabili) Metodi di determinazione del costo

  36. FIFO (First In, First Out):- la valutazione delle rimanenze di magazzino al FIFO consente che si assegnino prima gli ultimi costi sostenuti per le ultime quantità acquisite nell’esercizio a corrispondenti quantità in giacenza; poi i penultimi costi sostenuti per le penultime quantità acquisite, e così via fino a coprire tutte le quantità in giacenza. Metodi di determinazione del costo (continua)

  37. Metodi di determinazione del costo (continua)FIFO (First In, First Out):

  38. Metodi di determinazione del costo (continua)FIFO – esempio di calcolo

  39. LIFO (Last In, First Out – NON ammesso dagli IAS/IFRS):- si ipotizza che gli acquisti o le produzioni più recenti siano i primi a essere venduti, di conseguenza si ipotizza che restino in magazzino le quantità relative agli acquisti o alle produzioni più remote, valutate pertanto al costo di tali acquisti o produzioni. Metodi di determinazione del costo (continua)

  40. Metodi di determinazione del costo (continua) LIFO (Last In, First Out – NON ammesso dagli IAS/IFRS):

  41. Il metodo del LIFO ha 2 varianti:- Continuo: ogni scarico è valorizzato in base ai costi delle ultime quantità acquistate;- A scatti: non permette di ottenere risultati definitivi quando è applicato nel corso dell’esercizio per la valorizzazione degli scarichi del magazzino. Metodi di determinazione del costo (continua)

  42. Metodi di determinazione del costo (continua)LIFO continuo – esempio di calcolo

  43. LIFO a scatti – esempio di calcolo:PRIMO ANNO - le quantità in giacenza possono essere valutate discrezionalmente: al CMP (costo medio ponderato) al LIFO continuo Metodi di determinazione del costo (continua)

  44. DAL SECONDO ANNO si possono verificare tre possibilità Q. FIN. = Q. INIZ. Stessa valorizzazione Es. precedente Q. FIN. > Q. INIZ. (Q. pari a quella di inizio Es.) x (costo a quella data) (Incremento di quantità) x (CMP acquisti dell’anno) Q. FIN. < Q. INIZ. Si valorizza applicando i costi e le quantità delle singole classi di LIFO più remote componenti le Rim. all’inizio dell’Es.

  45. COSTO MEDIO PONDERATO- I beni omogenei, ma acquistati o prodotti in periodi diversi e con costi diversi, vengono valutati ad un costo che rappresenta la media ponderata;- Le quantità prodotte o acquistate non sono più individualmente identificabili e fanno parte di un insieme in cui i beni sono ugualmente disponibili. Metodi di determinazione del costo (continua)

  46. Metodi di determinazione del costo (continua) Il Costo Medio può essere ponderato:- Per Movimento: il costo medio viene ricalcolato dopo ogni singolo acquisto e gli scarichi dal magazzino vengono valorizzati con il costo medio ponderato calcolato dopo l’ultimo acquisto effettuato;- Per Periodo: alle quantità ed ai costi in inventario all’inizio del periodo si aggiungono gli acquisti o la produzione di un periodo e si determinano i costi ponderati alla fine del periodo stesso.

  47. Metodi di determinazione del costo (continua)CMP per Movimento – esempio di calcolo

  48. Metodi di determinazione del costo (continua)CMP per Periodo – esempio di calcolo

  49. - il principio generale di valutazione ed il metodo del costo adottato (MP, FIFO, LIFO, CS);- criteri adottati per la svalutazione al valore di mercato, distinguendo tra quelle obsolete e quelle a lento rigiro;- qualsiasi gravame (es. pegno) relativo alle rimanenze di magazzino;- eventuale cambiamento dei metodi di valutazione con il relativo effetto sul conto economico;- eventuali interessi inclusi nei costi delle rimanenze. ESPOSIZIONE IN BILANCIO ED INFORMAZIONI DA FORNIRE NELLA NOTA INTEGRATIVA:

More Related