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LA FIABA E IL MITO

LA FIABA E IL MITO. IL MITO. LA FIABA. FIABA E MITO A CONFRONTO. ATTIVITA' ESPRESSIVE DELLA FIABA. ALLEGATI. IL MITO.

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LA FIABA E IL MITO

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Presentation Transcript


  1. LA FIABA E IL MITO

  2. IL MITO LA FIABA FIABA E MITO A CONFRONTO ATTIVITA' ESPRESSIVE DELLA FIABA ALLEGATI

  3. IL MITO Imiti(dal termine greco mythos, che significa “parola” “discorso”) sono una particolare forma di narrazione fantastica, che si prefigge di dare una spiegazionea diversi aspetti della realtà. Fin dalle epochepiùremote, l’uomo cercò di trovare risposta a tutti i grandi interrogativi che gli venivano posti, dal fatto stesso di vivere e di osservare quanto lo circondava. Qual è l’origine dell’universo? Chi ha creato l’uomo? Perché il giorno finisce e viene il buio? Perché cambiano le stagioni? Chi ha insegnato all’uomo l’uso del fuoco?

  4. RELAZIONI TRA LE COSE SEMPLICI E QUELLE SCONOSCIUTE. Il mito crea relazioni tra le cose semplici e note e quelle difficili e sconosciute.Il fuoco ha qualcosa in comune col sole ; l’oro, che non arrugginisce mai e non invecchia, simboleggia l’immortalità ; poiché l’uovo dà origine alla vita, il mondo fu creato da un uovo, e così via.

  5. VARI TIPI DI MITO. Nei miti si parla dell’origine del mondo e della creazione, cioè si spiega quando, come, perché una cosa o l’intero universo ha cominciato ad esistere; oppure vengono spiegate le ragioni di qualche legge naturale, come l’avvicendarsi delle stagioni; in altri casi si racconta di un particolare avvenimento che avrebbe fatto perdere all’uomo la felicità e l’immortalità.

  6. TEMPI E PERSONAGGI.Il tempoin cui si sarebbero verificati i fatti narrati nei miti è sempre imprecisato, anche se comunque lontanoe legato, il più delle volte, alle origini dell’universo o dell’umanità. Iprotagonisti sono in genere divinità,personificazioni delle forze della natura, creature fantastiche, ma,talvolta anche uomini, sia pure con le caratteristiche eccezionali che solo gli eroipossiedono.RELIGIOSITA’ DEI MITILegato al soprannaturale, il mito era considerato sacro, e tramandato di generazione in generazione attraverso racconti, canti, danze e scene animate.

  7. -Struttura del mito Tempi: indeterminati,ma sempre molto lontani,spesso legati all’origine del mondo o della specie umana(“In principio”,”C’era una volta…”,”Un tempo…”). Luoghi:sono in genere immaginari; a volte sono reali,ma immersi in un’atmosfera fantastica(“un isolotto deserto emerso come per caso dall’oceano…”,”il mondo sotterraneo, fatto di roccia,senza alberi,con radi rigagnoli…”). Personaggi:esseri soprannaturali(dèi,spiriti...);oppure creature fantastiche(mostri,giganti,animali parlanti e con poteri eccezionali);oppure uomini ed eroi. Le caratteristiche della narrazione mitologica

  8. INTERPRETAZIONE DEL MITO. -Avvenimenti:creazioni dell’universo o dell’uomo;creazione di una componente importante della realtà(gli astri,il fuoco...);spiegazione di un fenomeno naturale o di una condizione dell’uomo o di altri esseri viventi(il perché della pioggia,della morte,del colore degli uccelli);narrazione o spiegazione di un evento eccezionale(il diluvio). -Collocazione storico-geografica Dalla lettura di un mito si possono ricavare informazioni sul popolo che lo ha creato: sull’ambiente (ostile, favorevole, ricco di fiumi, soggetto a terremoti…) sulla società (nomade, agricola, pastorale, organizzata…). Per comprendere il significato del mito, è necessario riconoscere i valori simbolici di certi personaggi e di determinare azioni (l’ariete simboleggia la purezza , Il serpente l’ambiente ostile, il soffio della divinità e simbolo della vita e della creazione, il diluvio è manifestazione di una volontà divina con i viventi...).

  9. La fiaba Le fiabe sono racconti di fantasia di origine molto antica, tramandati a voce dalla tradizione popolare attraverso i secoli e divenuti oggetto di trascrizione solo in epoche a noi più vicine. Sono racconti pieni di mistero e di incanto, ricchi delle più straordinarie avventure, nei quali sopravvivono credenze primitive legate alla magia. In essi la natura si anima ancora di presenze magiche che non esitano a rivelarsi agli uomini: sono fate, gnomi, folletti che popolano le foreste.

  10. I PERSONAGGI DELLE FIABE. L’incredibile ricchezza di episodi,fa sì che le fiabe si assomigliano un po’ tutte, perché basate in realtà su schemi fissi, che si ripropongono, sia pure con illimitate varianti come tematica: LA LOTTA TRA IL BENE E IL MALE. I personaggi si ripartiscono perciò in buoni e cattivi, in modo netto, che non consente sfumature.

  11. LE PROVE. I buoni dovranno affrontare PROVE in apparenza insormontabili, ma poi, con l’aiuto delle proprie virtù e l’intervento dei MEZZI MAGICI, riusciranno nel loro intento, consentendo al racconto di chiudersi nel modo più felice, con un lieto fine che afferra il trionfo del bene e che soddisfa, almeno nella fantasia, il desiderio di un mondo più giusto.

  12. L’IMPORTANZA DELLE FIABE. L’importanza della fiaba nella vita mentale del bambino fu sottolineata già da Freud nel suo scritto “Materiale fiabesco nei sogni”(1913). Il racconto fiabesco sembra, quindi, manifestarsi con modalità espressive primordialmente ed universalmente conosciute. È infatti Bruno Bettelheim ad illustrarci, con lucida ed elegante analisi, come sia lo stesso linguaggio magico ed animistico delle fiabe a coinvolgere ed interessare il bambino. Proprio in virtù della loro comprensibilità per il bambino, osserva Bettelheim, le fiabe offrono un grande spazio fantastico nel quale egli può elaborare i temi dei suoi primi anni di vita. Paure, desideri, invidie, sentimenti proiettati tra i personaggi e le situazioni fiabesche, vengono innocuamente vissuti nella fantasia, facendo familiarizzare Il fanciullo con il proprio mondo interno. È importante notare come, per Bettelheim, le fiabe assolvano anche il grande compito di mettere un po’ di ordine nel caos di sentimenti indifferenziati che il bambino vive.

  13. LE CARATTERISTICHE DELLA FIABA La struttura -il tempo è indeterminato -il luogo è anch’ esso indeterminato: talvolta corrisponde ad ambienti che possiamo trovare nella realtà ( un castello, un bosco, monti e valli … ), spesso è invece immaginario, frutto della fantasia. Gli ambienti,in ogni caso non sono mai descritti con ricchezza di particolari. -i personaggi hanno parecchi ruoli fissi e molte figure ricorrenti.Solitamente i caratteri sono netti ,ben definiti e in contrasto tra loro (il buono ed il cattivo…) Il linguaggio -espressioni di tipo comune quotidiano -dialoghi frequenti ,vivaci, rapidi e ricchi di sorprese -nomi particolari attribuiti ai diversi personaggi -formule fisse sia all’inizio che alla conclusione della fiaba -brevi filastrocche -uso di voci verbali al modo indicativo, nel tempo presente.

  14. LE FUNZIONI DI PROPP. Il testo di una fiaba si può osservare da differenti punti di vista e analizzare con metodi diversi. Il sovietico Vladimir Propp, studiando cento fiabe popolari russe raccolte da Afanasjev, scoprì, sotto la ricca varietà dei testi, un numero finito di elementi costanti; propose quindi un metodo di analisi,fondato sulla ricerca di queste unità semplici che formano lo schema narrativo del testo. Il metodo è interessante perché,mette in luce meccanismi di funzionamento della fiaba; meccanismi che si possono utilizzare anche per produrre nuove storie. Nel suo libro “Morfologia della fiaba”, Propp definisce il campo della sua indagine: egli studia, di tutte le narrazioni popolari ,quella particolare categoria che si può chiamare delle <fiabe di magia>. La fiaba,osserva Propp,è un movimento,uno sviluppo narrativo,in cui si passa da situazioni narrative (allontanamento, divieto, danneggiamento, mancanza, ostacolo) a funzioni che rovesciano o superano quella iniziale. I movimenti possono essere più di uno ma la conclusione in genere è positiva. Il processo narrativo avviene attraverso la successione delle azioni che i personaggi compiono. I personaggi sono diversi per nome e per attributi; diverse sono le situazioni specifiche, gli ambienti e le motivazioni per cui essi agiscono; ma le loro azioni svolgono delle funzioni costanti e limitate.

  15. LE 31 FUNZIONI DI PROPP. • Propp individua complessivamente 31 funzioni. • Esse non sono tutte presenti in ogni fiaba; tuttavia l’ordine di successione, tranne poche eccezioni, è sempre lo stesso. • La serie delle funzioni costituisce lo schema narrativo della fiaba. Spesso succede che un gruppo di funzioni sia ripetuto nella fiaba: generalmente si tratta di un raddoppiamento o di una triplicazione. • Le funzioni ricadono su pochi personaggi: • - ANTAGONISTA, che danneggia l’eroe • -DONATORE, che consegna il mezzo magico • -AIUTANTE, che aiuta o salva l’eroe • -PERSONA RICERCATA, persona ricercata per esempio la principessa • -MANDANTE, che ricopre la sfera d’azione dell’invio dell’eroe • -EROE, che combatte contro l’antagonista; può essere eroe o vittima o eroe cercatore se parte dalla ricerca. • -FALSO EROE, che avanza pretese infondate nei riguardi della persona ricercata.

  16. LE STRUTTURE COMUNI DI FIABA E MITO NELLE CULTURE ANTICHE • La FIABA ed il MITO hanno strutture comuni per i seguenti motivi: • perché la fiaba, e per alcuni anche il mito, sono racconti conosciuti dai ragazzi fin dalla prima infanzia; • perché comuni a tutti i popoli; • perché possono essere usati per l ’insegnamento delle norme sociali; • perché ci permettono di capovolgere l ’ eurocentrismo e analizzare il concetto di identità culturale, di integrazione e di convivenza.

  17. DIMENSIONE STORICA DI FIABA E MITO. Propp sostiene che molte delle fiabe popolari giunte fino a noi sono nate in epoca preistorica,nel momento di trapasso dalla società dei clan,fondata sulla caccia,alle prime comunità basate sull’agricoltura.Caratteristici delle primitive tribù di cacciatori erano i riti di iniziazione,a cui veniva sottoposto ogni ragazzo al sopraggiungere della pubertà,e per i quali egli diventava membro effettivo del gruppo e acquistava il diritto di contrarre matrimonio.

  18. L’INIZIAZIONE. L’iniziazione veniva sempre celebrata nel folto della foresta o dalla boscaglia, ed era circondata dal più profondo mistero; talvolta si costruivano per questo scopo apposite case o capanne. Il periodo dell’iniziazione era un tirocinio più o meno lungo e severo. Finito il tempo delle celebrazioni, i giovani tornavano alla comunità, con un nome nuovo ed una nuova personalità sociale:da quel momento venivano considerati veri uomini, cacciatori, capaci di garantire la sopravvivenza di sé e la continuità del gruppo. Quando la rivoluzione neolitica rese possibili modi diversi di organizzazione economica, i riti di iniziazione persero la loro funzione sociale e caddero in disuso. Rimase però il ricordo, legato alle rappresentazioni della morte; i racconti segreti dei rituali cominciarono ad essere mandati senza più alcun rapporto con le istituzioni in cui prima erano inseriti. Nacquero così i miti e le fiabe, che sono interconnessi e spesso presentano motivi comuni.

  19. MOTIVI FIABISTICI E ANTICHI RITUALI. I miti però, a differenza delle fiabe, si sviluppano nell’aria del sacro e hanno quasi sempre un finale tragico:i loro eroi inoltre sono esseri unici e sovrumani, mentre i protagonisti delle fiabe rimangono personaggi umani alquanto tipici, pur nella straordinarietà delle loro azioni.Studiando le connessioni tra riti, miti e fiabe si giunge a dimostrare che i motivi fiabistici più noti hanno un preciso riscontro negli antichi rituali.L’intreccio primitivo della fiaba, in seguito, assorbì altre particolarità o complicazioni, derivate dalle nuove realtà sociali che si venivano formando.Attraverso tutte le epoche della storia, le fiabe continuarono e continuarono la loro evoluzione. Ogni ascoltatore , a sua volta , è un potenziale futuro esecutore, che, nell’imitazione del già sentito, introdurrà altri mutamenti .Le fiabe per secoli e millenni sono vissute nella tradizione orale, che permette al vecchio di plasmarsi continuamente nel nuovo. I mutamenti venivano introdotti dal narratore per adattare il materiale alle nuove situazioni. Le fiabe, quindi, oltre che piacevoli narrazioni, sono documenti di cultura popolare e come tali si possono osservare per scoprirvi il riflesso di situazioni del passato, modi di esistenza, usanze della vita quotidiana.

  20. Saper cogliere l'universalità dei sentimenti e dei bisogni umani MITO E FIABA: Comuni a tutti i popoli Insegnamento norme sociali Rovesciamento dell’eurocentrismo LINGUA: Colonizzazione linguistica Civiltà dell’oralità Binomi:Bianco-nero Nazione-tribù Lingua-dialetto DIRITTI UMANI Diritti naturali Diritti riconosciuti Dovere di solidarietà FLUSSI MIGRATORI: Comprendere le motivazioni del fenomeno Valutare serenamente il fenomeno Riconoscere la positività della differenza(culturale).

  21. ATTIVITA' ESPRESSIVE DELLA FIABA: ILLUSTRAZIONE SONORIZZAZIONE DRAMMATIZZAZIONE TRAMA A RICALCO INVENTARE UNA FIABA

  22. ILLUSTRAZIONE DELLA FIABA. • Fasi del lavoro. • Leggere una fiaba; analizzare il testo, dividerlo in sequenze. • Scegliere alcune sequenze da illustrare: le più significative e interessanti o quelle che suggeriscono più immediatamente un’immagine visiva. Di ognuna individuare i personaggi, le azioni, l’ambiente. • Progettare i personaggi, dando loro un’immagine che sia espressiva degli attributi; studiare per ciascun personaggio un abito adatto, che serva a connotarlo nella sua funzione. • Individuare le scene da rappresentare; decidere il formato, il punto di vista, lo sfondo, i gesti dei personaggi, le espressioni del viso. • Decidere le dimensioni dei fogli e il mezzo tecnico da usare. • Le illustrazioni possono essere completate da didascalie…

  23. SONORIZZAZIONE DELLA FIABA. • Fasi del lavoro • Scegliere una fiaba non troppo lunga, preferibilmente ricca di dialoghi; leggere il testo, analizzarlo, dividerlo in sequenze. • Preparare la recitazione a più voci del testo. • Registrare su una cassetta il testo recitato. Misurare il tempo di recitazione di ogni sequenza. • Sequenza per sequenza, evidenziare i suoni e i rumori suggeriti dal racconto l’atmosfera delle scene, gli stati d’ animo. • Decidere il tipo di musica e quali suoni e rumori introdurre in ogni sequenza; con quali mezzi vocali o strumenti produrli. • Registrare le musiche, i suoni e i rumori su una seconda cassetta, rispettando il tempo di recitazione di ogni sequenza. • sovrapporre il sonoro al parlato e registrare, il tutto.

  24. DRAMMATIZZAZIONE DELLA FIABA. Fasi del lavoro -Scegliere una fiaba non troppo lunga, ricca di dialoghi e di personaggi (anche corali). Fare una lettura complessiva a più voci del testo. -Trasformare la fiaba in testo teatrale, eliminando le parti narrative e ampliando i dialoghi. -Dividere il testo teatrale in scene. -Analizzare i personaggi; provare ad immaginare come si muovono, come camminano, come parlano. Assegnare ad ogni ragazzo la parte di un personaggio. -Scena per scena provare la rappresentazione;quando la rappresentazione di una scena risulta soddisfacente, curare i personaggi da una scena all’altra. -Individuare le musiche, i suoni, i rumori da inserire nella rappresentazione. -Preparare il materiale scenografico essenziale e i costumi. -Rappresentare lo spettacolo.

  25. TRAMA A RICALCO. Leggere una fiaba, elencarne i personaggi e gli ambienti, analizzarla, ricavarne le funzioni, rappresentarne lo schema narrativo. Scegliere una nuova situazione iniziale, personaggi e ambienti diversi, poi, seguendo lo schema della fiaba, inventare una nuova trama.

  26. DATO UNO SCHEMA INVENTARE UNA FIABA. Sia dato ad esempio uno schema narrativo come questo: -Situazione iniziale. -Antagonista arreca danno ad uno dei membri della famiglia. -La sciagura o mancanza è resa nota; ci si rivolge all’eroe. -L’eroe acconsente. -L’eroe è messo alla prova. -L’eroe reagisce. -Ecco il mezzo magico in aiuto dell’eroe. -L’eroe e l’antagonista ingannano direttamente la lotta. -L’antagonista è vinto . -Viene rimossa la sciagura o la mancanza. -L’eroe ritorna. -L’eroe si sposa e sale al trono ...

  27. Allegati: Planisfero di Peters Mito africano (creazione) Racconto della creazione (Genesi) Diluvio Universale (Genesi) Bibliografia della fiaba Bibliografia del mito Dischi Carl G. Jung e gli archetipi

  28. Mito africano La creazione In principio la terra era un arido squallido deserto, ove dimorava un drago di nome Nenaunir. Iddio scese dal cielo, combatté contro il drago e lo vinse. Il liquido che fluì dal cadavere, cioè l’acqua, fecondò la petraia selvaggia. Là dove Iddio aveva ucciso il mostro e dal suo cadavere era sgorgato il sangue,sorse il Paradiso, un giardino ricco di vegetazione lussureggiante. Ormai la terra era sicura. Allora Iddio per virtù della sua parola creò il sole, la luna, le stelle, le piante e gli animali, e finalmente fece la prima coppia umana. L’uomo, Maitumbè, fu da lui mandato giù dal cielo, mentre la donna, Naiterogòb, emerse per ordine di Dio dal seno della terra. L’uomo e la donna si incontrarono nel paradiso, dove gli alberi erano carichi dei frutti deliziosi (la Iddio aveva condotto Maitumbè). Iddio disse alla copia: << Voi mangerete di tutti questi frutti; essi saranno il vostro nutrimento. Soltanto di un albero,quello là – e l’indicò con la mano- non mangerete i frutti.Questo è il mio comandamento>>. I due annuirono, e vissero poi da pastori tranquillamente senza pensieri. Al mattino con un toro, tre vacche e un paio di capre se ne andavano al pascolo, si cibavano durante il giorno di frutta, e la sera si coricavano sul muschio e le fronde, non avendo una capanna, e nemmeno dei vestiti.

  29. 1 IL RACCONTO DELLA CREAZIONE In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era in forme e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse:<<Sia la luce!>>. E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamo la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno. Dio disse:<<Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque>>. Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattino: secondo giorno. Dio disse:<<Le acque che sono sotto il cielo si raccolga in un solo luogo e appaia l’asciutto>>. E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era così buona. E Dio disse:<<La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto; che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie>>. E così avvenne:terzo giorno. Dio disse:<<Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni e servano da luci

  30. 2 nel firmamento del cielo per illuminare la terra>>. E così avvenne: Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per regolare giorno e la notte per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno. Dio disse:<<Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo>>. Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: << siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari;gli uccelli si moltiplichino sulla terra>>.Fu sera e fu mattina :quinto giorno. Dio disse:<<La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie>>. E così avvenne: Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. E Dio disse:<<Facciamo l’uomo a nostra immagine, e nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra>>.

  31. 3 Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: <<Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; Soggiogatela e dominate Sui pesci del mare E sugli uccelli del cielo E su ogni essere vivente, Che striscia sulla terra>>.

  32. 4 • E Dio disse .<<Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è frutto che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde>>. E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. • Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Allora Dio nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò, nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati.

  33. 1 IL DILUVIO UNIVERSALE Vide pertanto il Signore che la malvagità degli uomini sulla terra era grande e che le aspirazioni dei pensieri del loro cuore erano volte di continuo al male, e il Signore si pentì d’aver fatto l’uomo sulla terra, se ne dolse nel suo cuore e disse:”Sterminerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato, dall’uomo fino agli animali domestici, fino ai rettili e fino agli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli fatti “. Ma Noè trovò grazia all’occhio del signore. Questa è la storia di Noè. Noè fu uomo giusto e intemerato fra i suoi contemporanei; Noè inoltre camminò con Dio. E Noè generò tre figli: Sem,Cam e Lafet. Ora, la terra era corrotta davanti a Dio, anzi la terra era ripiena di ogni violenza. Dio vide dunque la terra ed ecco che era corrotta; infatti ogni carne aveva depravato la sua condotta sulla terra. Perciò disse a Noè: “La fine di ogni carne giunga davanti a me, perché la terra, per cagion loro è piena di violenza; deh ecco, io li sterminerò insieme alla terra. Fatti un’ arca di legname resinoso; falla a piccole celle e spalmala di bitume di dentro e di fuori. Ed ecco come la devi fare: la lunghezza dell’ arca sarà di 300 cubiti. Darai luce all’ arca su in alto ad un cubito dal tetto e da un suo lato metterai la porta dell’ arca; farai poi i piani,

  34. 2 uno in basso, un secondo ed un terzo. Ed ecco, io manderò sulla terra il diluvio delle acque, per distruggere ogni carne che ha alito vitale sotto il cielo; tutto ciò che è sulla terra perirà. Ma con te farò un patto: entrerai pertanto nell’ arca, tu e i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli con te. In oltre, di ogni vivente, di tutto ciò che è carne, ne farai entrare nell’arca una coppia di ogni specie per conservarli in vita con te: saranno maschio e femmina. Degli uccelli secondo la loro specie,degli animali domestici secondo la loro specie, di tutti i rettili della terra secondo la loro specie, una coppia di tutti verranno da te, per essere conservati in vita. Tu poi prenditi ogni sorta di cibo che si mangia e portalo con te: servirà e te e a loro di nutrimento”. E Noè eseguì tutto quello che Dio gli aveva comandato. Così fece. Quindi il Signore disse a Noè: “Entra nell’ arca tu e tutta la famiglia, perché ti ho visto giusto davanti a me, in mezzo a questa generazione. Di tutti gli animali domestici puri ne prenderai sette paia, un maschio e la sua femmina; invece , degli animali domestici che non sono puri, un paio, un maschio e la sua femmina , per conservare in vita la razza sulla faccia di tutta la terra. Infatti, fra sette giorni io farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti e sterminerò dalla faccia della terra tutti gli esseri che ho fatto “. Noè eseguì tutto ciò che il Signore gli aveva comandato ora Noè aveva seicento anni quando venne sulla terra il diluvio delle acque. Noè dunque insieme ai suoi figli e a sua moglie e alle mogli dei suoi figli entrò nell’arca prima delle acque del diluvio. Degli animali domestici puri e degli animali domestici che non sono puri, degli uccelli e di tutto quello che striscia sulla terra.

  35. 3 Terra, una coppia entrò nell’arca con Noè, un maschio ed una femmina, come Dio aveva comandato a Noè. E avvenne che in capo a sette giorni le acque del diluvio inondarono la terra. Nell’ anno seicentesimo della vita di Noè, il 17 del secondo mese, in quel giorno si ruppero tutte le fonti del grande abisso e si aprirono le cateratte del cielo e la pioggia cadde sulla terra per 40 giorni e 40 notti. In quel quel giorno appunto Noè e i suoi figli, Sam, Cam, e Iafet, la moglie di Noè, e le tre mogli dei suoi figli entrarono nell’ arca, loro e tutti gli animali selvatici secondo la loro specie, tutti gli animali domestici secondo la loro specie, ogni rettile che striscia sulla terra secondo la loro specie e tutti gli uccelli secondo la loro specie. Vennero dunque a Noe nell’ arca due a due di ogni carne in cui è il soffio di vita: è quelli che vennero maschi e femmina di ogni carne, come Dio gli aveva comandato. Il Signore poi chiuse l’arca dietro di lui. E per quaranta giorni sulla terra ci fu il diluvio e le acque aumentarono e sollevarono l’arca, la quale si alzò al di sopra della terra. Le acque dunque si rinforzarono e aumentarono grandemente sulla terra e l’arca galleggiava sulla superficie delle acque. Le acque infatti si rinforzarono oltremodo sopra la terra e ricoprirono tutti i più alti monti che sono sotto il cielo. Le acque si innalzarono quindici cubiti, perciò ricoprirono i monti. Allora perì ogni carne che si muove sulla terra .

  36. 4 Quella degli uccelli, degli animali domestici, degli animali selvatici e di tutti i rettili che strisciano sopra la terra e ogni uomo. Tutto quanto ha alito vitale nelle proprie narici fra tutto ciò che è sulla terra asciutta morì. Fu così sterminato sulla faccia della terra, dall’uomo agli animali domestici, ai rettili e agli uccelli del cielo; tutto fu dunque sterminato sulla terra; rimase solo Noè e coloro che erano con lui sull’arca. E le acque rimasero alte sopra la terra per centocinquanta giorni.

  37. BIBLIOGRAFIA SULLA FIABA • BERNE, A che gioco giochiamo, Bompiani, MI,67 • BERNE, Ciao … e poi?, Bompiani, MI?, 79 • BETTELHEIM, Il mondo incantato, FELTRINELLI, MI,77 • FREUD, Il materiale fiabesco nei sogni, in opere (1912-1913) Vol. ||, Boringhieri • E. Fromm, Il linguaggio dimenticato, Bompiani MI, 61 • Propp,Morfologia della fiaba, Einaudi, TO, 66 • Propp, Le radici storiche dei racconti, Newton Compton Ed., 82 • J. W. Grimm, Fiabe, Mondadori • H. C. Andersen, Fiabe, Malipiero • C. Perault, Fiabe, Mondadori

  38. AAVV,Racconti da tutto il mondo,La Scuola F. BECKER,Fiabe Africane,Mondadori VON FRANZ,Il femminile nella fiaba,Boringhieri A. GALLONE,Perché le donne hanno i capelli lunghi,fiabe Nigeriane, EMI AAVV,Le più antiche storie del mondo, Einaudi AAVV,Fiabe e leggende dell’ estremo oriente,Principato AAVV,Fiabe cinesi Mondadori M.GUIDACCI, Antichi racconti cinesi,Universale Capelli G. VALLEREY,Racconti e leggende della Cina,SAIE,TO R. FOUGERE, Racconti e leggende dell’India,SAIE,TO F .CHALLAYE,Racconti e leggende del Giappone, Saie, TO

  39. BIBLIOGRAFIA DEL MITO -Moretta,Miti delle antiche civiltà messicane, Longanesi,1984. -Moretta, Miti indiani, Longanesi, 1982. -Pizza, Miti e leggende dei pellerossa, Newton Compton, 1982. -Jung,Gli archetipi dell’inconscio collettivo, Bollati Boringhieri. -Detienne, L’invenzione della mitologia, Bollati Boringhieri, 1987. -Knappert, Dei, spiriti e re della mitologia africana,Mondadori,1987. -Mazzoleni, Miti e leggende dell’ Africa, Newton Compton -Seznec,Sopravvivenze degli antichi dei,Bollati Boringhieri,1981 -Campell,Le figure del mito,Red,1991 -R. Pettazzoni,Miti e leggende,Utet, To,1963 -R. Graves,I miti greci, Longanesi. -E. Galbiati, La Bibbia, To; 1973 -Mitologia Classica, Hoepli. -T. Gaster, Le più antiche storie del mondo, Einaudi, 1960 -L. Orvieto, Storie della storia del mondo, Fabbri, Mi. -Miti, Saghe e leggende, Mondadori, Mi, 1962 -R. Darthes, Miti d’oggi, Einaudi, 1974.

  40. DISCHI • S. PROKOFIEV, Pierino e il lupo • HAYDN, Sinfonia dei giocattoli • ROSSINI-O. RESPINGHI, La bottega fantastica • N. RIMSKIJ KORSAKOV, Sherazade • P. CAJKOVSKIJ, Il lago dei cigni • La bella addormentata nel bosco • Lo schiaccianoci • SAINT-SAENS, Il carnevale degli animali0 • DUKAS, L’ apprendista stregone • DELIBES, Coppelia • A. ADAMS,Giselle

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