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Università degli Studi di Macerata Facoltà di Scienze della formazione

Università degli Studi di Macerata Facoltà di Scienze della formazione. PEDAGOGIA DELLA DEVIANZA E DELLA MARGINALITA’ II SEMESTRE Dott.ssa Angela Fiorillo. PROSPETTIVE. Prospettiva medica Prospettiva antropologico-criminale Prospettiva psicologica Prospettiva sociologica

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Presentation Transcript


  1. Università degli Studi di MacerataFacoltà di Scienze della formazione PEDAGOGIA DELLA DEVIANZA E DELLA MARGINALITA’ II SEMESTRE Dott.ssa Angela Fiorillo

  2. PROSPETTIVE • Prospettiva medica • Prospettiva antropologico-criminale • Prospettiva psicologica • Prospettiva sociologica • Prospettiva pedagogica

  3. PROSPETTIVA MEDICA Riflessione scientifica sull’individualità e sulla singolarità. Il soggetto diviene oggetto di indagine scientifica. Localizzazione della malattia sull’organismo. Approccio clinico. Approccio scientifico sulla distinzione tra normalità e patologia.

  4. PROSPETTIVA MEDICA Prospettiva biologica: Soggetto come punto di osservazione dei fenomeni patogeni. Alternarsi di salute e malattia. Prospettiva psico-sociale: rapporto tra conformità e anomalia da rintracciare nella personalità. Contaminazione disciplinare tra sapere biologico e sapere sociale. Processo di medicalizzazione sociale.

  5. PROSPETTIVA MEDICA Modello di riferimento: l’uomo in salute. Configurazione e problematizzazione del soggetto patologico. Devianza e marginalità sociale. Nasce una nuova sensibilità nei confronti delle condizioni di vita, della natalità e mortalità, della famiglia. Sviluppo della perizia medico-legale nel rapporto tra crimine e soggetto criminale (punire per curare).

  6. PROSPETTIVA ANTROPOLOGICO-CRIMINALE Teoria positiva della devianza: ricerche scientifiche, metodo sperimentale. Quetelet: Teoria dell’uomo medio, definizione scientifica di normalità, metodo statistico applicato alla delinquenza. Lombroso: definizione del campo patologico della devianza basato sull’individualità e sulla personalità criminale del soggetto. Connessione tra strutturazione patogena della personalità deviante e caratterizzazione fisica e antropologica del criminale. Stabilire leggi e principi oggettivi.

  7. PROSPETTIVA ANTROPOLOGICO-CRIMINALE Criminale come tipologia antropologica sui generis. Personificazione patologica del deviante. Il delinquente nato: arresto evolutivo, somiglianza a un animale, regressione. Delinquenza come malattia. Introduzione dei fattori ambientali, economici, socio-educativi.

  8. PROSPETTIVA ANTROPOLOGICO-CRIMINALE Responsabilità del soggetto introdotta dalla Scuola positiva: soggetto malato non da punire ma da curare e da cui occorre difendersi. Soggetto irresponsabile quindi pericoloso. Prevenzione, controllo e cura. Individualizzare la pena in funzione delle diverse patologie.

  9. PROSPETTIVA PSICOLOGICA La psichiatria nel XIX secolo è la scienza della personalità patologica, anormale, deviante. Correlazione tra pericolosità e irresponsabilità e tra irresponsabilità e condizione patologica del soggetto. Attenzione medico-psichiatrica sul minore.

  10. PROSPETTIVA PSICOLOGICA Contributo della psicoanalisi (Freud) L’atto criminale si scatena dal senso di colpa e alla non risoluzione del complesso edipico. Super-io carente. Ricorso all’analisi. Winnicot: assenza di senso di colpa nel deviante. Klein: super-io rigido, punitivo. Adler: complesso di inferiorità che genera il comportamento criminoso.

  11. PROSPETTIVA PSICOLOGICA Vantaggi dell’apporto psicologico nello studio della devianza: Scardina il rapporto normalità-anormalità Analizza i fattori sociali e ambientali. Adeguamento dei paradigmi interpretativi

  12. PROSPETTIVA PSICOLOGICA Contributo della psicologia sociale: Centralità data all’identità sociale. Mailloux: identificazione negativa precoce Bowlby: relazione tra carenza di cure materne e devianza. Erikson: identità del soggetto come risultato di un processo di integrazione in 8 tappe, le fasi evolutive di Freud. L’identità richiede reciprocità psicosociale. Processo di ricerca dell’io. Rischio di cristallizzazione dell’io

  13. PROSPETTIVA SOCIOLOGICA I primi approcci cercano di definire il concetto di norma ma i rimedi sono ancora quelli repressivi. Durkheim nel XIX secolo: rapporto tra divisione del lavoro e nascita dei conflitti . La solidarietà sociale è resa critica dal capitalismo. Rischio di anomia e distacco dalle relazioni sociali. mancanza di norme e regole. Devianza come necessità sociale. I reati misurano la moralità collettiva. Richiedono la sanzione.

  14. PROSPETTIVA SOCIOLOGICA Scuola di Chicago: devianza come causa e effetto della disorganizzazione sociale. Si inizia a utilizzare il termine marginalità come forma di autoesclusione del soggetto. Invece devianza è la violazione attiva delle norme sociali. Parsons: sistema di valori della società come punto di riferimento. La società tende all’equilibrio e alla stabilità. Processo di socializzazione primario della famiglia. Processo di socializzazione secondario della scuola e dalle altre istituzioni sociali.

  15. PROSPETTIVA SOCIOLOGICA Il soggetto deviante si allontana dalle aspettative e ai valori della società. Merton: devianza come insufficienza di mezzi e scarso impegno nel raggiungere gli obiettivi. Socializzazione non adeguatamente sviluppata. Cloward e Ohlin: rapporto tra sistema culturale e classe sociale di appartenenza. Tre tipi di sottoculture devianti: criminali, conflittuali, astensionistiche.

  16. PROSPETTIVA SOCIOLOGICA Cohen: fenomeno delle bande giovanili., comunicativi. Comportamento reattivo verso i valori sociali dominanti dei giovani delle fasce sociali proletarie. Mead: prospettiva interazionista e costruttivista. Devianza come costruzione sociale influenzato dagli scambi sociali. Disomogeneità culturale e sociale. Il soggetto deviante è parte di un sistema complesso che contribuisce alla produzione degli eventi. Effetti sociali e etichettatura (labellingtheory), condotte stigmatizzate.

  17. PROSPETTIVA SOCIOLOGICA Lemert: Devianza primaria: condotte normalizzate informalmente per cui il soggetto non si percepisce come deviante. Devianza secondaria: comportamento deviante come risposta difensiva, aggressiva o di adattamento rispetto ai problemi di devianza primaria. due percorsi: ristrutturazione delle norme, accentuazione e rilevanza dell’aspetto di problematicità sociale del fenomeno percepito come deviante. Ricadute pedagogiche nel campo del trattamento degli adolescenti. Matza: dimensione della soggettività nello studio della devianza. Neutralizzazione come processo posto in essere dal deviante per giustificare le proprie azioni.

  18. PROSPETTIVA PEDAGOGICA Le condotte anomale, antisociali e devianti hanno un significato morale. Necessità di un paradigma pedagogico. Peculiarità delle azioni rivolte al minore: nascita del tribunale per i minorenni. Dalla figura del minore traviato a quella di minore irregolare nella condotta. Interventi di rieducazione, recupero, risocializzazione. Ruolo attivo dei soggetti implicati. Coinvolgimento di tutti i luoghi educativi, non solo la scuola (Illich)

  19. PROSPETTIVA PEDAGOGICA Processo di presa in carico educativa e decarcerizzazione. Bertolini: deviante come soggetto attivo che prende parte a un processo comunicativo interattivo e intenzionale. Prospettiva teorica della fenomenologia. Progettualità, promozione del soggetto, partecipazione. Apertura al possibile prevista in una relazione educativa. Cambiamento del soggetto e intenzionalità.

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