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Il libro di Rut

Parrocchia Santa Maria della Consolazione. I venerdi di 2004 Avvento. Il libro di Rut. don Alfonso Capuano. Spazio. Paradiso Terra promessa Tempio. Tempo. Eternità Genealogia Discendenza. Il messaggio dell’A.T.

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Il libro di Rut

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Presentation Transcript


  1. Parrocchia Santa Maria della Consolazione I venerdi di 2004 Avvento Il libro di Rut don Alfonso Capuano

  2. Spazio • Paradiso • Terra promessa • Tempio

  3. Tempo • Eternità • Genealogia • Discendenza

  4. Il messaggio dell’A.T. Al centro del messaggio biblico troviamo Dio che rivela sé stesso e il suo disegno di salvezza che prende le mosse da un evento tragico che troviamo scolpito dallo Jahvista: il peccato originale.

  5. Il peccato originale In un contesto pienamente positivo (Dio è presente nello spazio [il Paradiso] e nel tempo [la prospettiva di una vita piena ed eterna]), la superbia e la mancanza di fiducia portano l’uomo all’esperienza della negazione di Dio.

  6. Il peccato originale Conseguenza immediata è la perdita dello spazio (cacciata dal Paradiso) e del tempo (“polvere sei e polvere ritornerai”). Tutto questo avviene sotto la categoria della maledizione che si propaga fino alla Torre di Babele in un susseguirsi di spaccature tra Dio, uomo e natura.

  7. La Benedizione La risposta di Dio non si fa attendere e si impernia sulla chiamata di Abramo, uomo giusto e timorato di Dio che ripone in Lui la sua fiducia, in cammino verso la terra promessa e proiettato nel tempo eterno mediante l’apertura della discendenza in Isacco (Alleanza con Abramo e benedizione).

  8. La genealogia di Gesù Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.

  9. La genealogia di Gesù Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.

  10. La genealogia di Gesù Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.

  11. La genealogia di Gesù La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici.

  12. La genealogia di Gesù Il 14 potrebbe essere legato al valore numerico delle consonanti del nome di Davide. Davide = 4 + 6 + 4 = 14

  13. La genealogia di Gesù Nella prospettiva apocalittica Gesù nasce alla fine della sesta e penultima settimana della storia. 3 volte 14 = 6 volte 7

  14. La genealogia di Gesù Da Fares a Davide 10 generazioni (cfr. Rut), per cui aggiungendo il padre di Fares e i tre patriarchi, Abramo Isacco e Giacobbe si arriva a 14.

  15. Il libro di Rut

  16. Il libro di Rut • Posto nel canone • Analisi • Aspetti particolari: • Legge del levirato • Teologia dei nomi • Teologia della retribuzione • Universalismo della salvezza

  17. Posto di Rut nel canone La Volgata latina e la versione dei Settanta mettono il libro di Rut dopo i Gdc, ma nella Bibbia ebraica si trova tra i Ketuvim (“Altri Scritti"), dopo Sal, Gb, Pr, nella serie dei cinque Megillót ("5 Rotoli"), cioè: Ct, Rt, Lam, Qo, Est. Inoltre nella liturgia ebraica si legge Rt tradizionalmente nella festa di Pentecoste (cf. Lv 23,15-22 e Dt 16,9-12), forse a motivo degli episodi narrati in 1,22-3,17 che si svolgono nel periodo della mietitura dell'orzo.

  18. Posto di Rut nel canone Quale sia stato il luogo che occupava originariamente (seppure ne aveva uno) non si sa. Il posto che fu assegnato al libro dalla versione greca e poi dalla Volgata, e che mantiene tuttora nelle nostre Bibbie, si deve verosimilmente alle parole iniziali: «Nei giorni in cui governavano i giudici...» (1,1).

  19. Analisi del racconto In un periodo di carestia, Elimélech abbandona la sua città, Betlemme, e si va a stabilire nei "campi di Moab" (in Transgiordania) con la sua famiglia, cioè la moglie Noemi e i due figli Maclon e Chilion. I figli sposano due ragazze moabite. Ma intanto muore il padre Elimélech. Dopo una decina d'anni muoiono anche i due giovani, Maclon e Chilion, senza lasciare figli. Restano così tre vedove: Noemi e le due nuore Orpa e Rut.

  20. Analisi del racconto Priva del marito e dei figli, a Noemi parve un nonsenso restare lontano dalla sua città; così si mise in cammino verso Giuda, diretta a Betlemme. Le due nuore all'inizio l'accompagnavano incuranti delle sue proteste: «Orsù, tornate ciascuna nella casa di vostra madre... Tornate indietro, figlie mie... troppo amara è per voi la mia sorte...» (1,8-13). Alla fine, Orpa baciò la suocera e se ne ritornò al suo popolo.

  21. Analisi del racconto Rut, invece, disse a Noemi: «Non forzarmi a lasciarti e ad allontanarmi da te, perché dove tu andrai, andrò anch'io... il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio. Dove tu morirai, morrò anch'io e lì sarò sepolta...» (1,16-17). Giunsero così tutt'e due a Betlemme al tempo della raccolta dell'orzo, cioè agli inizi del mese di aprile.

  22. Analisi del racconto Per venire incontro ai bisogni della suocera, Rut va a spigolare in un campo che - come viene a sapere appresso - appartiene a un parente prossimo (in ebr. go'el) di Elimélech, di nome Booz. Costui ammira la sua virtù e la colma di attenzioni (c. 2). Noemi vede la possibilità di suscitare posterità legale al suo defunto marito e consiglia a Rut di notificare a Booz che, essendo un suo parente prossimo, ha il dovere di sposarla.

  23. Analisi del racconto Booz non ha alcuna difficoltà a compiere il suo dovere di go'el; avverte però che c'è un parente più prossimo di lui: se questi rinunzierà al suo diritto-dovere, egli è pronto a succedergli. L'innominato go'el rinunzia solennemente. E Booz sposa Rut: il figlio, che nascerà dall'unione, legalmente sarà figlio di Noemi ed erede di Elimélech. «Noemi prese il bambino e se lo pose in grembo e gli fu nutrice. E le vicine dissero: È nato un figlio a Noemi!

  24. Analisi del racconto Essa lo chiamò Obed: egli fu il padre di Iesse, padre di Davide. Questa è la discendenza di Perez: Perez generò Chezron; Chezron generò Ram; Ram generò Amminadab; Amminadab generò Nacson; Nacson generò Salmon; Salmon generò Booz; Booz generò Obed; Obed generò Iesse e Iesse generò Davide».

  25. Legge del Levirato Nella storia della relazione tra Noemi e Booz vi è una questione di passaggio di proprietà immobiliare complicata dalla questione matrimoniale. Tralasciamo la prima questione e fermiamoci sulla seconda. Concerne una legge che con termine latino viene chiamata "levirato" (dal latino levir, cognato), legge codificata in Dt 25,5-10 (cf. Gen c. 38).

  26. Legge del Levirato Essa stabiliva che la vedova di un uomo morto senza lasciare figli doveva essere sposata dal fratello di costui, perché il defunto avesse una discendenza. Infatti il primo maschio che ne sarebbe nato, sarebbe stato considerato, dal punto di vista legale, figlio del morto, ne avrebbe ereditato i beni e perpetuato il nome.

  27. Legge del Levirato La legge aveva di mira la conservazione di una famiglia in Israele. Era concessa all'interessato la facoltà del rifiuto, ma questo doveva venire manifestato ufficialmente davanti a testimoni alla porta della città. Il rifiuto, però, comportava un notevole disonore: la donna infatti sputava in faccia al rinunciatario e gli sfilava un calzare, e ne veniva tramandato il disonore con l'espressione: "la famiglia dello scalzato".

  28. Legge del Levirato Si tratta di norme diffuse nelle civiltà dell'antico Oriente. Nel libro di Rut le circostanze sono piuttosto diverse sia dalle norme del Dt che di Gen 38,7-26. Sia Booz che l'altro innominato parente prossimo non sono cognati di Rut né di Noemi; non pare traspaia un obbligo grave né il rinunciatario è biasimato. Lo stesso rito della rinunzia è diverso in Dt 25,5-10 e in Rt 4,7-8; inoltre se Noemi poteva ancora avere figli, Booz avrebbe dovuto sposare lei per dare discendenza a Elimélech. Nonostante tutto ciò, il matrimonio di Rut con Booz è ispirato dalla pietà verso un parente defunto, dal desiderio di conservarne il nome e l'eredità in Israele: è perciò del tipo del levirato. Più che la legge nella sua materialità, abbiamo qui lo spirito del levirato o un aspetto particolare di esso.

  29. Teologia dei nomi Elimélech Noemi Maclon Chilion Orpa Rut "il mio Dio è re" "dolcezza mia" - "graziosa mia" "malattia" "annientamento" "nuca“ - "colei che volta le spalle" "amica" - "compagna"

  30. Teologia della retribuzione Il racconto, a lieto fine, si inserisce nel classico schema della teologia della retribuzione, che intravede il premio già su questa terra per il “giusto”. Infatti Dio premia la fedeltà e la dedizione di Rut facendole trovare, nel momento del bisogno e del pericolo, grazia ed ospitalità presso Booz che poi la sposerà.

  31. Universalismo della salvezza Rut è: una donna straniera che diventa esempio di donna virtuosa e fedele fino alla morte; una donna straniera che risalta a tal punto da dare il nome ad un libro sacro; una donna straniera bisnonna di Davide.

  32. Considerazioni finali Per quale scopo fu scritto questo delizioso libretto con uno spaccato di vita familiare fondata sulla fedeltà e sulla mutua dedizione, con tratti di sobria grandezza e con la descrizione dei personaggi - Noemi, Booz, Rut - in forma precisa e vivace, piena di simpatia? Una pagina di storia ebraica scritta da un grande maestro oppure una novella? L'ipotesi di una pura novella appare aprioristica: Rut ci si presenta come personaggio reale; non si comprende come uno scrittore avrebbe potuto presentare come storico il parto della sua fantasia e voler convincere i suoi connazionali - nel periodo xenofobo nel quale scrisse - che nelle vene del loro re più famoso e ammirato scorresse sangue straniero.

  33. Considerazioni finali D'altra parte l'affermazione del Vangelo di Matteo 1,5-6 - «... Booz generò Obed da Rut; Obed generò lesse; lesse generò il re Davide» - invita senz'altro a identificare questa Rut con l'omonima del nostro libro. Un complesso di osservazioni molto convincenti induce quindi a ritenere che il libro si basa su di un innegabile nucleo storico, e non solo nelle sue linee fondamentali. Oltre tutto un romanziere avrebbe reso più attendibile il racconto e più facile il suo lavoro uniformandosi alle disposizioni legali sul riscatto e sul levirato.

  34. Considerazioni finali Lo scrittore era un artista e immaginò le parole dei personaggi seguendo la verosimiglianza psicologica, sicché corrispondono ai sentimenti di una vedova, triste ma piena di fede e di spirito di sacrificio, agli slanci generosi delle nuore, specie di Rut, e all'attaccamento alla famiglia di Elimélech da parte di Booz. Nell'asserire in modo così sereno e solenne che una moabita entrò a fare parte del popolo ebraico, lo scrittore non pare sia stato mosso da intenti puramente storici: e qui è necessario porre la questione del tempo di composizione.

  35. Considerazioni finali Vi sono indizi favorevoli a una datazione preesilica: precisazioni geografiche e cronologiche, stile classico. Altri motivi suggeriscono una data più recente, cioè il primo periodo dell'epoca postesilica, al tempo delle riforme di Esdra e Neemia: aramaismi e neologismi, concezione universalistica della religione, senso di retribuzione e ricompensa delle sofferenze e, forse, anche un vivace senso di ribellione e di cosciente reazione alla mentalità ebraica contraria a contatti con gli stranieri e, in particolare, ai matrimoni misti così chiaramente riprovati da Dt 23,3-6, Esd cc. 9-10 e Ne 13,23-29.

  36. Considerazioni finali La datazione postesilica appare la più verosimile. La glorificazione della dinastia davidica e la contrapposizione di un quadro della sua storia a norme xenofobe che venivano prendendo corpo è molto probabile siano state tra i motivi che spinsero l'autore a ricamare sul nucleo storico incontestabile della famiglia di Davide.

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