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Dalla centralita’ del programma alla centralita’ dello studente

Dalla centralita’ del programma alla centralita’ dello studente. T. Pera, R. Carpignano, G. Cerrato, D. Lanfranco CnS Ottobre – Dicembre 2008. Chi fra gli insegnanti non considera fondamentale la centralità degli studenti?. Favola di Ermanno Bencivenga “Le due scuole”

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Dalla centralita’ del programma alla centralita’ dello studente

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Presentation Transcript


  1. Dalla centralita’ del programma alla centralita’ dello studente T. Pera, R. Carpignano, G. Cerrato, D. Lanfranco CnS Ottobre – Dicembre 2008

  2. Chi fra gli insegnanti non considera fondamentale la centralità degli studenti?

  3. Favola di Ermanno Bencivenga “Le due scuole” Scuola delle cose vere Scuola delle cose false

  4. A quale di queste scuole assomiglia la nostra?

  5. Le leggi dimostrate nei laboratori sono verità? Le leggi sono valide fino a prova contraria. I modelli delle scienze hanno valore ristretto, relativo, parziale

  6. Chi propone Scienza non propone “verità”, ma modelli interpretativi sottoposti al vaglio dell’esperienza critica, cioè al vaglio dello studente in apprendimento.

  7. Centralità dello studente con ruolo attivo sul terreno dell’esperienza di ricerca, costruzione e falsificazione di modelli, non tanto e solo quello della verifica preconfezionata e costruita da altri.

  8. Scuola PrimariaEsperienza: ossidazione del Ferro Metodologia: peer education Contesto di senso: Dopo aver portato diversi oggetti arrugginiti si è deciso di sperimentare. Informazione: È stato detto loro che il ferro si combina con l’ossigeno dell’aria “caricandoselo sulle spalle”

  9. Ogni allievo sceglie un oggetto e cambia l’ambiente al contorno

  10. Ogni bambino descrive la caratteristiche del materiale presceltoEs: paglietta non inox

  11. Dopo due settimane si riosserva l’oggettoEs: paglietta non inox

  12. Si chiede ai piccoli Secondo voi pesa di più il chiodo arrugginito o quello iniziale?

  13. Risposta attesa Poiché è stata data la notizia che il ferro quando arrugginisce “si carica sulle spalle uno zainetto pieno di ossigeno” ci si aspetta che tutti dicano: Il chiodo arrugginito pesa di più

  14. E invece: La classe si divide in due Più della metà da’ la risposta prevedibile Un gruppo significativo afferma che no pesa di meno

  15. Primo approccio La maestra: Ma no, bambini, pensateci bene: se il ferro arrugginisce si carica di ossigeno, è ovvio che il chiodo peserà di più quando sarà ruggine, non vi pare?

  16. Conseguenza Essa, abile nel proporre didattica attraverso le analogie,mette i bambini di fronte ad una logica razionale e perfino coinvolgente e i bambini sono portati a scartare la loro ipotesi come “errata”. Lo studente è portato a considerare quanto sia importante seguire i ragionamenti della maestra e quanto siano meno importanti i suoi. Questo porta alla passività dello studente che si adagia in una scuola ripetitiva che soddisfa le attese presunte dall’insegnante più che a costruire percorsi di apprendimento autonomo.

  17. SECONDO APPROCCIO Comportamento “delle bisociazioni” (“gioco della doppia visione”) partendo dalla idea che non esiste “una” sola ragione ed “una” sola risposta. La maestra ponendosi in una prospettiva d’indagine chiede: “perché dite così? Per quali ragioni dite che il chiodo con l’arrugginimento perderebbe peso?”

  18. Conseguenza Risponde un allievo: “Vedi maestra, dico così perché guarda … vedi che qui nella provetta dove c’è il chiodo arrugginito nell’acqua si è staccata un po’ di ruggine che se ne andata sul fondo? Dunque il chiodo adesso pesa meno” Come non convenire che l’allievo ha ragione?

  19. Quale approccio quindi? Sono differenti e portano a risposte diverse, ciò che conta è che entrambe sono corrette rispetto alle logiche relative da cui prendono le mosse. Il primo si riferisce al sistema chiuso dell’equazione chimica il Fe diventa Fe2O3. Il secondo si riferisce al sistema in sé il chiodo arrugginito perde parti. Condividendo entrambi la stessa esperienza condividendo l’attuazione e i criteri di osservazione “contratto formativo”

  20. Allora • Ragioni coesistenti • Piacere di studiare • Tempo e sua qualità • Insegnamento come ricerca cosciente

  21. Quindi • Ascoltare gli alunni • Ancorare i contenuti alle esperienze e conoscenze possedute • Contestualizzare i saperi • Essere coerenti nei percorsi per evitare l’episodicità • Potenziare significativamente le attività di gruppo • Prevedere momenti di riflessione collettiva • Porre attenzione alla creazione del gruppo e alle dinamiche relazionali

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