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Determinismo utopico e determinismo distopico, qual è la giusta via di mezzo?

Determinismo utopico e determinismo distopico, qual è la giusta via di mezzo?. Atteggiamenti di fronte alle Nuove Tecnologie (iniziale, attuale, possibili sviluppi futuri). Due atteggiamenti. Sull’introduzione delle nuove tecnologie. Di accettazione tout court. Critico problematico.

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Determinismo utopico e determinismo distopico, qual è la giusta via di mezzo?

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Presentation Transcript


  1. Determinismo utopico e determinismo distopico, qual è la giusta via di mezzo? Atteggiamenti di fronte alle Nuove Tecnologie (iniziale, attuale, possibili sviluppi futuri)

  2. Due atteggiamenti Sull’introduzione delle nuove tecnologie Di accettazione tout court Critico problematico una nuova tecnologia avrà successo senz’altro perché porta delle novità ed positive avanzate e sarà sicuramente adottata Non sempre una tecnologia più avanzata ha successo in una data società o contesto sociale. approccio deterministico al fenomeno dell’introduzione NT

  3. Approccio deterministico nell’introduzione NT determinismo distopico (pessimista) determinismo utopico (ottimista) [Tipico dei conservatori irriducibili] [Tipico dei fanatici irriducibili] = le nuove tecnologie sono un fatto, ma finiranno con disumanizzare l’uomo e la conoscenza, faranno dimenticare o surrogheranno i problemi veri e autentici, sono pericolose = fiducia incondizionata e convinzione che ogni strumento tecnologico nuovo sia di vantaggio e di progresso

  4. Una terza via … la mediazione tra determinismo utopico (ottimista) determinismo distopico (pessimista) Accettare il nuovo, saggiarne l’utilizzo • valutare vantaggi • valutare svantaggi Assumere atteggiamento critico:

  5. La terza via … la mediazione RIFLETTERE Come usare le NT nei percorsi curricolari e congiuntamente con le buone e vecchie pratiche? come e quali tecnologie possono tornare utili per la scuola e la didattica? Quale tipo di sapere strumentale alfabetittativo bisogna fornire e come?

  6. La terza via … la mediazione È la via dell’accoglienza, quella che sa valutare gli strumenti nella complessità degli atti educativi, che produce risorse rispondendo a problemi. Essere innovativi significa non perdere di vista le opportunità, le forze di adempimento dei progetti, nel non invischiarsi inopportunamente nel fare fragilie di sostanza. Non bisognerebbe essere obsoleti nell’innovazione tecnologica e questo è un rischio. Abbiamo a che fare con eventi educativi, carichi di emotività, di gesti e colori, con quelle intense sfumature che la presenza diretta può dare. Lo strumento può fare molto se si integra, viene gestito e ripensato in continuazione.

  7. Io e le nuove tecnologie ? Apertura al nuovo, progetto e sperimentazione domani Ancora ottimismo utopico + atteggiamento critico Ipertesti e multimedialità oggi formazione certificazione piattaforme determinismo utopico (ottimista) ieri formazione Ipertesti e multimedialità alfabetizzazione certificazione

  8. La mezza luna Quando ho iniziato ad interessarmi di informatica, l’ho fatto per sfida. Io, dotata per le discipline artistiche e poetiche, di professione insegnante di Filosofia … Una sfida allora ed oggi per scoprire attitudini che non avevo visto in me e che mi erano del tutto sconosciute. La sfida ha voluto dire, dapprima, incondizionata accettazione della tecnologia come assolutamente buona e progressiva. Oggi non ho cambiato questa idea perché cerco di arricchirla con punti di vista ed usi molteplici. Non sono diversa da ieri, almeno per le credenze, lo sono per la capacità, ottenuta mediante formazione continua, di manipolare sempre meglio gli strumenti e di fletterli secondo scopi didattici ed educativi. Il domani si prospetta come dimensione di conoscere il nuovo tecnologico e di provare.

  9. La mezza luna La mia luna, oggi, è ancora uno spicchio, seppur seducente. Mi sono addentrata nelle nuove tecnologie, ma la metafora di Diana al bagno, guardata da Atteone, mi lusinga senza proteggermi. Cosa voglio dire con questo? Che l’oggi è problematico: gli studenti guardano e fanno come Atteone, poi rischiano, come lui, di diventare da “cacciatori” di strumenti, preda degli stessi. Allora bilancio l’infinita e struggente poesia della conoscenza con la ricerca di rendere bello, potente e collaborativo il prodotto della parola e della mente mediante il tool, che è il libro, il computer, la rete, la scrittura.

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