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tempo e linguaggio A.A. 08-09 prof. Francesco Orilia

tempo e linguaggio A.A. 08-09 prof. Francesco Orilia. Filosofia analitica del linguaggio, mod. ontologia (laurea magistrale, cl. LM-7818/S) Filosofia del linguaggio M (laurea triennale, cl. 29) Lezz. 22-24. Lez. 22. 30/3/09. de re/de dicto. Giovanni cerca un unicorno

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Presentation Transcript


  1. tempo e linguaggioA.A. 08-09prof. Francesco Orilia Filosofia analitica del linguaggio, mod. ontologia (laurea magistrale, cl. LM-7818/S) Filosofia del linguaggio M (laurea triennale, cl. 29) Lezz. 22-24

  2. Lez. 22 • 30/3/09

  3. de re/de dicto • Giovanni cerca un unicorno • Interpretazione de dicto: • Giovanni tenta di realizzare |x(x è unicorno e Giovanni trova x)| • Interpretazione de re • x (x è unicorno e Giovanni tenta di realizzare |Giovanni trova x|) • Questa all’incirca è la proposta di Richard Montague (Formal Philosophy, 1974), che presuppone un’analisi di ‘cercare’ come ‘tentare di trovare’ • C’è un problema: si confonde l’interpretazione de re con quella “specifica”. Si può avere in mente uno specifico unicorno (che si vuole trovare), senza che ciò implichi che esista veramente un unicorno: • F Giovanni tenta di realizzare |1x((x è unicorno e x è F) e Giovanni trova x)| • Giovanni cerca un CERTO unicorno (avente una certa proprietà F), per es. quello che Carlo dice di aver visto nel bosco

  4. de re/de dicto, credenza, modalità, tempo • Giovanni crede che l’autore del furto è straniero • Giovanni crede che uno straniero ha commesso il furto • E’ necessario che 9 è maggiore di 7 • Il marito di Elisabeth Taylor vincerà un Oscar • Lettura de re: consente la “generalizzazione esistenziale” e la “sostituibilità degli identici”/spesso confusa con la lettura specifica • Lettura de dicto: NON consente la “generalizzazione esistenziale” e la “sostituibilità degli identici”/spesso confusa con la lettura non-specifica • Giovanni crede Paolo è un straniero? • Esiste uno straniero del quale Giovanni crede che ha commesso il furto? • E’ necessario che il numero dei pianeti è maggiore di 7? • Richard Burton vincerà un Oscar? • Esiste un marito di Elisabeth Taylor?

  5. Torniamo alla casa • Giovanni sta costruendo una casa • Lettura de dicto: • Giovanni tenta di realizzare | x(x è casa e Giovanni è autore di x)| • Ciò non implica che Giovanni costruì una casa, ossia che esiste un momento in cui esiste una casa di cui Giovanni è autore • Lettura de re: •  x (x è casa e Giovanni tenta di realizzare |e Giovanni è autore di x|) • Possiamo anche ammettere che la grammatica consenta l’interpretazione de re (sulla base del fatto che, sintatticamente la frase è del tutto analoga a “G. sta riparando un violino”) • Tuttavia, la proposizione espressa nella lettura de re è da considerarsi una contraddizione in termini (come “esiste un quadrato rotondo”) perché asserisce l’esistenza di una cosa che deve ancora essere costruita

  6. Più in generale • In generale, un enunciato imperfettivo come “Giovanni sta facendo F” è vero in un certo istante t se Giovanni ha a t proprietà temporali del tipo ‘essere F# a t-1’, ‘essere F## a t-2’, ecc. e proprietà disposizionali del tipo ‘intende/tenta/ ha una propensione per essere F* a t+1’, ‘ … essere F** a t+2’, ecc. • F#, F*, ecc. sono proprietà “simili” (se non identiche) a F, nel senso illustrato dall’es. seguente • Es.: Giovanni sta correndo all’istante t, se a t ha le proprietà ‘essere a p-1 nel momento t-2’, ‘essere a p-2 nel momento t-2’, …, ‘essere a p+1 nel momento t+1’, ‘essere a p+2 nel momento t+2’, … • Ciò è compatibile con il fatto che Giovanni si arresti a t+1 (per es. la corsa è frenata da un ostacolo imprevisto che blocca la realizzazione della disposizione) • Questo vuole essere un approccio aristotelico (in quanto basato sulla distinzione potenza/atto) compatibile con il presentismo • Infatti è compatibile con l’idea che esistono solo gli oggetti e le eventualità dell’istante presente

  7. Lez. 23 • 31/3/09

  8. I vantaggi del presentismo • Nelle precedenti lezioni in cui abbiamo discusso il paradosso dell’imperfettivo ho fatto notare come la quantificazione su eventi che possono valere in tempi passati o futuri o l’assunzione che le proposizioni sono vere rispetto a intervalli piuttosto che a istanti è in conflitto con il presentismo (almeno prima facie) • Ho quindi cercato di proporre un approccio al paradosso compatibile con il presentismo. Perché? • Il presentismo: • Coglie l’intuizione che il passato non esiste più e il futuro non esiste ancora (Agostino (354-430), Libro XI, cap. 15) • Coglie l’intuizione che dobbiamo essere contenti per u dolore ormai trascorso (Prior, “thanks goodness, it’s over!”)

  9. Problemi • Apparente riferimento a oggetti passati: Napoleone è stato un gran generale • Le relazioni causali sembrano presupporre relata passati • Il problema dei fattori di verità: che cosa rende vero ora un enunciato sul passato (o futuro)? • Il presente percepito (spesso detto “specious”) sembra avere una durata piuttosto che essere “puntuale”, il che suggerisce l’esistenza ora di eventi passati o futuri (provate a osservare una foglia mossa dal vento o riflettete sulla percezione di una melodia, successione di note) (v. Gale, The Philosophy of Time, 1968, p. 293). Ma il presentismo sembra richiedere che il presente sia puntuale altrimenti avrebbe un prima e un dopo, il che sembra implicare l’esistenza di passato e futuro (Agostino, Confessioni, libro XI, cap. 15; v. anche Sesto Empirico (II-III sec. D.C., Contro i dogmatici) • Ci soffermiamo adesso sull’ultimo problema

  10. Precisazione terminologica • “specious present” (termine introdotto dallo psicologo Clay e reso famoso da William James nei Principles of Psychology, 1890) in realtà è usato da James per far riferimento a un periodo che può durare persino un minuto. Sarebbe “the period which we are able to keep at the forefront of our consciousness” (Le Poideven, The images of time, 2007, p. 80) • A noi interessa adesso concentrarci sul presente percepito – con oggetti in movimento – piuttosto che sullo specious present così inteso

  11. presente percepito • Osserviamo oggetti in movimento • Sembra esserci un prima e un dopo dentro il presente • Questo suggerisce che il presente è un intervallo piuttosto che un istante • Hanno dunque ragione i sostenitori della “verità rispetto a intervalli”?

  12. Dati empirici • La soglia di discriminazione del movimento è di circa 20 millisecondi. Per es., al di sotto di questa soglia non vediamo un punto di luce che si muove su uno schermo, ma uno schermo completamente illuminato • La soglia di discriminazione dei suoni è di 2-3 millisecondi. Al di sotto di questa soglia due suoni in successione non sono percepiti come tali (ma come fusi?) • V. Le Poidevin, p. 80

  13. Un paradosso fenomenologico? • Le Podevin (cit., 87) parla di “paradosso fenomenologico” • Da un lato, dovremmo ammettere che se percepiamo due eventi/stati/ecc. come presenti essi sono simultanei • Dall’altro, se ciò che percepiamo come presente è un corpo in movimento o una melodia, siamo portati a dire che ciò coinvolge eventi/stati/ecc. NON simultanei ma in successione (con un prima e un dopo) • Opzioni: (i) percepiamo enti non presenti? (ii) non è vero che percepiamo enti in successione? (iii) percepiamo qualcosa di realmente contraddittorio?

  14. Una soluzione presentista • Le Poidevin vede il paradosso come un argomento contro il presentismo • Dal punto di vista presentista, Il problema del presente percepito forse si può risolvere assumendo l’approccio aristotelico visto nella lezione precedente • al momento presente t percepiamo che un oggetto in movimento x ha le proprietà ‘in p-1 a t-1’, ‘in p a t’, ‘propensità a essere in p+1 a t+1’, ecc. • in un certo senso accettiamo l’opzione (ii): non è vero che percepiamo enti in successione, ma solo stati di cose simultanei, però coinvolgenti proprietà del tipo ‘nel passato immediato, F’, ‘nel futuro immediato, propensione a essere F’

  15. Lez. 24 • 2/4/08

  16. La classificazione di Vendler • In corrispondenza con i già visti 4 tipi di eventualità, Vendler (1957, 1967) distingue 4 tipi di verbi (v. BZ, 133)

  17. Rivediamo ancora i tipi di eventualità (occorrenze) • stati (esser biondo, credere che la neve è bianca): non scomponibili in fasi qualitativamente diverse, di solito permangono per un periodo esteso • attività (muoversi, correre, nuotare, mangiare): comportano fasi successive qualitativamente distinguibili e NON hanno necessariamente un momento culminante (in linea di principio si può correre all’infinito) (si usa anche [Ma Parsons le tratta come fatte di “culminazioni intermedi”] (si usa anche “processo” invece di “attività”) • compimenti/accomplishments (ho usato “risultati” in lucidi precedenti) (costruire una casa, dimostrare un teorema): comportano fasi successive qualitativamente distinguibili e HANNO necessariamente un momento culminante • culminazioni/achievements (ho usato “compimenti” in lucidi precedenti) (es., tagliare il traguardo): non scomponibili in fasi qualitativamente diverse, occupano (idealmente) un solo istante

  18. Criteri • Vendler individua varie caratteristiche che contraddistinguono questi 4 tipi di verbi. Per es.: • i pred. stativi non vogliono il progressivo e ammettono avv. di durata, ma non di delimitazione temporale (dt) ?Terry stava essendo a casa Terry stette a casa per un’ora/in un’ora ? (ok con significato ‘arrivare’) • i pred. di attività ammettono il progr. e gli avverbi di durata, ma non di dt Terry stava passeggiando Terry passeggiò per un’ora/ in un’ora? • i pred. di compimento accettano il progr. e avv. di dt, ma non gli avverbi di durata • Terry attraversò la strada in un secondo • ? Terry attraversò la strada per un’ora • i pred. culminazione non vogliono il progressivo e non ammettono avv. di durata. Accettano avv. di dt ? Terry stava notando Armando Terry riconobbe Armando per un secondo?/in un secondo

  19. A seconda del tipo di predicato, possiamo classificare gli enunciati come stativi, ecc. • Dowty (linguista alla Montague; 1979) ha fornito condizioni di verità relative a intervalli per i 4 tipi di enunciati in questione, che cercano di predire/spiegare le caratteristiche che distinguono i diversi tipi di pred. (v. BZ, p. 149 e p. 152) • NB: Vendler non è seguito in tutto. Per es., per Vendler gli enunciati di culminazione, Giovanni tagliò il traguardo, sono veri rispetto a un istante, ma per Dowty sono veri rispetto a un intervallo perché la loro verità richiede un cambiamento

  20. semantica di Dowty • stativi: ‘Terry essere a casa’ è vero a i sse è vero in ogni sottointervallo di i • attività o compimento/culminazione: ‘Terry correre’, ‘Terry costruire una casa’, ‘Terry notare Armando’ sono veri a i sse i dura più di un istante • compimento/culminazione: ‘Terry costruire una casa’, ‘Terry notare Armando’, se veri a i, allora sono falsi in ogni sottointervallo PROPRIO di i • attività: ‘Terry correre’ se vero a i, allora è vero a ogni sottointervallo di i che abbia una certa durata minima (più di un istante)

  21. Dowty fornisce anche un’analisi semantica degli avverbi di durata e delimitazione temporale • Terry fu a Parigi per 3 giorni • “P per 3 giorni Terry essere a Parigi” è vero ora sse vi è un intervallo passato i che dura 3 gg. e per ogni sottointervallo i’ di i, “Terry essere a Parigi” è vero a i’ • Terry attraversò la strada in un secondo • “In un secondo P Terry attraversare la strada” è vero ora sse vi è un intervallo passato i che dura un secondo ed esiste un unico intervallo i’ incluso in i (NB: i’ può essere = i) tale che “Terry attraversare la strada” è vero a i’

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