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AREZZO

AREZZO. NO RESTRAINT 16 OTTOBRE 2008 Per un’Europa senza manicomi, senza contenzioni, senza torture e senza pena di morte. 2 Cosa si intende per no restraint. A) La pratica di non legare mai il paziente al letto In Grecia: si incatena B) La pratica di lavorare con la porta aperta.

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Presentation Transcript


  1. AREZZO NO RESTRAINT 16 OTTOBRE 2008 Per un’Europa senza manicomi, senza contenzioni, senza torture e senza pena di morte

  2. 2Cosa si intende per no restraint A) La pratica di non legare mai il paziente al letto • In Grecia: si incatena B) La pratica di lavorare con la porta aperta

  3. 3Premessa storica • L’utopia della cura in ospedale (e non nelle segrete) • Pinel – è vero che la medicalizzazione della follia rappresentò una nuova forma di internamento • Tuke – filantropo e quacchero • Connolly – gestiva l’istituzione all’insegna del rispetto • Simon – il buon governo in nome del lavoro. (La contenzione per non più di venti minuti) • La psichiatria istituzionale stessa nasce come pensiero utopico

  4. 4L’UTOPIA è ciò che si persegue sempre e non si raggiunge mai. Il fatto e la consapevolezza che non raggiungeremo mai l’ utopia non è tuttavia, per chi vi crede, un motivo sufficiente per non continuare a perseguirla …… tutta la vita

  5. 5A) Motivi per il NO RESTRAINT 1 Terapeutico 2 Di buon governo 3 Sicurezza (626 in SPDC) 4 Dialettica dei percorsi 5 La questione dell’ostaggio 6 Prevenzione primaria 7 Definire la cultura di tutto il servizio 8 Contenzione, maltrattamento e tortura 9 Uso dei farmaci 10 Aspetti etici

  6. 6B) Come si realizza 11) Organizzazione del Dipartimento (fra fuori e dentro) 12) Clima (responsabilità dal basso verso l’alto) 13) Holding 14) Limitazione del numero di posti letto 15) Allargamento delle fasce orarie dei servizi esterni 16) Residenzialità territoriale a)sufficiente b) ben gestita 17) Controllo della porta o controllo delle persone 18) Spostamento del controllo sulla relazione 19) Volontà di attuarlo

  7. 7 A) MOTIVI per il NO RESTRAINT

  8. 81)Motivi terapeutici per il no restraint • Legare un paziente non può avere mai un valore terapeutico • Il fatto di non legare ci costringe alla relazione • Legando un soggetto debole ci si sottrae alla relazione, si entra in una relazione asimmetrica • Legare significa negare alcun senso al linguaggio della follia • Legare significa silenziare

  9. 9 2) Motivo di buon governo del no restraint • Legare significa creare un clima di paura • La violenza del clima legittima la repressione in reparto • I pazienti provengono dalla società civile • Se non conoscono un reparto “duro” non hanno motivo di avere paura • Evitare di innescare un circolo vizioso, una spirale di violenza • Il personale che ha provato non vuol più tornare indietro • Il personale che non sa cosa voglia dire legare percepisce tale misura come un’umiliazione anche per se stesso.

  10. 103) Motivi di Sicurezza del no restraint • 626 in SPDC • l’atmosfera terapeutica • gli scontri fisici divengono rarissimi • la holding

  11. 114) Dialettica dei percorsi • non possiamo organizzare i nostri servizi per il massimo controllo, per la guerra. • non possiamo calibrarci sull’onnipotenza della psichiatria • dobbiamo consentire alla gente anche di trasgredirci • si calcolano i rischi, ma un margine di rischio ci deve essere • senza rischio non c’è pedagogia. • se al bambino non consenti di toccare il fuoco, come fa ad imparare che scotta?

  12. 125) La questione dell’ostaggio • Nei reparti chiusi il paziente è ostaggio dei medici (e degli infermieri) • Nei reparti aperti sono i medici (e gli infermieri) ad essere ostaggio dei pazienti • Da quel momento in poi puoi cominciare ad essere terapeutico Franco Basaglia

  13. 136) Prevenzione primaria • Il reparto chiuso come faro della sragione • Contaminazione ideologica • Soprattutto in ospedale • Ma anche nella comunità extraospedaliera • Il manicomio in ospedale • La legittimazione della ragione attraverso la sottolineatura della sragione

  14. 147) Definire la cultura di tutto il servizio • Il fatto che ci sia anche un solo luogo dove si contiene e si isola determina la cultura di tutto il servizio, • che si calibra e si modella ideologicamente su quel retroterra • Bruciare le navi (Cortes) • La commistione fra assistenza e controllo non è più delegata esclusivamente all’SPDeC

  15. 158) contenzione COME MALTRATTAMENTO e TORTURA

  16. 16 9) USO dei FARMACI

  17. 1710) Aspetti etici SI TRATTA SEMPLICEMENTE dei DIRITTI INTANGIBILI della PERSONA UMANA

  18. 18 B) COME si REALIZZA il NO RESTRAINT

  19. 1911) Organizzazione del Dipartimento (fra fuori e dentro) • Definizione dell’area di riferimento • Un buon criterio per l’identificazione del medico di riferimento. • Esempio: i medici di base come criterio • Un criterio anche per i (rari) “fuori zona” • Evitare le tentazione dello “scarico” in SPDeC • NO équipe di reparto • Ognuno si segue i suoi dentro e fuori • Principio della continuità dentro e fuori • Un solo medico opera in SPDeC a “part time” • Per il resto è anch’egli territoriale

  20. 2012) Clima • Punto di partenza • Responsabilità dal basso verso l’alto • Fiducia • E insieme punto di arrivo • Allentamento dell’atmosfera • Scioglimento delle tensioni • Le violenze si fanno rarissime • Perdita della memoria storica della contenzione e dell’isolamento • Cultura dell’accoglienza • Perdita della memoria storica degli “orari di visite”

  21. 2113) Holding • Nei rarissimi casi in cui questo si renda necessario • Winnicot e l’autismo infantile • Una contaminazione di corpi • Una contaminazione di sentiti • Rischio di contaminazione ideologica

  22. 22 14) LIMITAZIONE del NUMERO di POSTI LETTO

  23. 2315) Allargamento delle fasce orarie dei servizi esterni • CSM 24 ORE 7 GIORNI SU 7 • o almeno campagne per poterli attuare • ed ottenere • La questione del “mobile crisis team”

  24. 2416) Residenzialità territoriale • sufficiente. Numero di p.l. sufficienti • ben gestita. Affrontare la crisi nelle residenze – senza risolverle in SPDeC

  25. 2517) Controllo della porta o controllo delle persone • Il superamento della contenzione fisica e l’apertura delle porte rappresentano il primo motore della deistituzionalizzazione • Non è vero che la D.I. sia finita con la chiusura dei manicomi • All’inizio si chiede: come fare? • Di solito si inizia con il controllo della porta

  26. 2618) Spostamento del controllo sulla relazione • In una fase successiva si sposta il controllo della porta sul controllo della persona • Ma quest’ultimo si traduce rapidamente in una relazione. • Una relazione uno a uno, che diventa assistenza • E’ chiaro che a questo punto è importante il decentramento delle situazioni acute (CSM 24 ore)

  27. 2719) Volontà di attuarlo • Non ci sono tuttavia ricette né formule per il know how del “no restraint” • Alla fine prevale la volontà di attuarlo • Una volta instaurato non si vuole più tornare indietro • Legare non è dignitoso per nessuno • Rimane anche una conquista quotidiana

  28. 28C)EQUIVOCI • Equivoco della MEDICALIZZAZIONE • Equivoco dell’ORDINE PUBBLICO

  29. 29D) Mantenere la CAPACITA’ di SCANDALIZZARSI III REICH Ratzinger

  30. 30E)AccreditamentoF) Club degli SPDeC aperti e senza contenzioniUn club esclusivo dove chiunque può entrareConfronto con gli “altri” SPDC

  31. 31IL NO RESTRAINT • E’ POSSIBILE • E CIO’ CHE SI PUO’ • SI DEVE

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