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Regioni e governo locale. Un lungo viaggio verso il federalismo?

Regioni e governo locale. Un lungo viaggio verso il federalismo?. Obiettivi del capitolo. Evidenziare le tappe principali del percorso che ha portato alla nascita delle regioni e degli enti locali Descrivere il funzionamento delle regioni durante la Prima Repubblica

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Regioni e governo locale. Un lungo viaggio verso il federalismo?

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Presentation Transcript


  1. Regioni e governo locale.Un lungo viaggio verso il federalismo?

  2. Obiettivi del capitolo • Evidenziare le tappe principali del percorso che ha portato alla nascita delle regioni e degli enti locali • Descrivere il funzionamento delle regioni durante la Prima Repubblica • Presentare le principali argomentazioni elaborate per spiegare le differenze di rendimento delle varie regioni • Illustrare le riforme che dagli anni 90 hanno trasformato le competenze e il profilo di regioni ed enti locali • Analizzare le conseguenze delle ultime riforme e discutere i temi al centro dell’attuale dibattito politico

  3. Stato unitario e fratture territoriali • Lo stato italiano nasce con una struttura centralizzata ma con evidenti fratture territoriali • Le amministrazioni municipali potevano contare su un alto gradi di identificazione da parte dei cittadini • In sintesi, dalla nascita dello stato unitario all’avvento del fascismo, il sistema politico italiano era ispirato a un’idea unitaria, pur non potendo contare su una comunità politica coesa

  4. Il localismo • Gli studiosi hanno sottolineato l’esistenza di forti squilibri territoriali che hanno influenzato la costituzione dello stato • L’attenzione di storici ed economisti è stata rivolta soprattutto alla questione meridionale • Banfield (1958) apre una riflessione antropologica e sociologica sul mezzogiorno condizionato dal “familismo amorale” • Secondo Putnam (1993) il rendimento istituzionale delle regioni è influenzato dalla sedimentazione delel tradizioni civiche (capitale sociale)‏

  5. Le autonomie territorialinella costituzione repubblicana • La costituzione del 1948 riconosce le autonomie territoriali e prevede forme di decentramento amministrativo (art. 5) • Il titolo V (artt. 114-133) individua tre livelli di governo sub-nazionale: i comuni, le province e le regioni • La costituzione (art. 121) prevede che le regioni abbiano una forma di governo di tipo parlamentare • 5 regioni a statuto speciale vennero create nei territori più “periferici”

  6. Il dibattito della costituente sulle regioni • Le attribuzioni delle regioni furono frutto di compromesso tra “centralisti” e ”federalisti” • La sinistra era riluttante alla devoluzione di troppe funzioni alle regioni, che poteva rappresentare un ostacolo all’azione modernizzatrice “del centro” • I democristiani erano più federalisti, data la loro avversione per lo stato centrale e la fiducia che riponevano nel principio di “sussidiarietà”

  7. L'attuazione del regionalismo • Le regioni a statuto ordinario furono attuate solo nel 1970 (l. 108/1968 e l. 281/1970)‏ • Le competenze delle regioni furono specificate da una legge solo nel 1975 (l.382/1975)‏ • Tra il 1975 e il 1978 le regioni a statuto ordinario vennero dotate di risorse umane • L'azione di queste regioni si è scontrata con due limiti: • limitata autonomia finanziaria • la natura solo “concorrente” del loro potere legislativo

  8. Un sistema consensuale • Per l'art. 121 della costituzione ogni regione doveva eleggere un consiglio • Il consiglio doveva accordare la fiducia alla giunta regionale (esecutivo)‏ • La giunta regionale era guidata da un presidente • Il rapporto tra consiglio e giunta ricordava quello della prima repubblica • Il consiglio era predominante • Il presidente della giunta era debole • Le elezioni regionali diventarono “elezioni di secondo ordine”

  9. Il governo locale dopo il 1990 • Attorno al 1990 si crearono le condizioni per riformare il sistema di governo locale • Le origini profonde del cambiamento vanno cercate nella maggiore richiesta di autonomia degli enti locali • La crisi della politica dei primi anni '90 ha aperto una finestra di opportunità per introdurre alcune riforme innovative

  10. La trasformazione del sistema locale • 1990: Legge di riassetto del governo locale (n.142)‏ • 1993: Introduzione dell'elezione diretta dei sindaci, dei presidenti di provincia e nuovo sistema di governo regionale (l.81)‏ • 1995: Riforma del sistema elettorale regionale • 1997/8: Leggi Bassanini (I, II, III) sulla riorganizzazione degli enti locali • 2000: Testo unico di coordinamento delle normative sul governo locale (l.265)‏ • 2001: Riforma del titolo V della costituzione (l.cost. 3/2001)‏ • 2003: Legge La Loggia di applicazione della riforma costituzionale (l.131)‏ • 2005: Riforma costituzionale include la devoluzione e il senato federale • 2006: Esito negativo del referendum sulla riforma costituzionale • 2009: legge delega 42 delinea i principi del federalismo fiscale

  11. La nuova forma di governo locale • Comuni e Province assumono una forma di governo chiamata “neoparlamentare”: • il capo dell'esecutivo è eletto direttamente e contestualmente all'elezione del consiglio • il capo dell'esecutivo nomina e licenzia gli assessori • il consiglio può sfiduciare la giunta, ma questo atto determina anche il suo scioglimento (simul stabunt simul cadent)‏ • Anche le regioni hanno visto il rafforzamento dell'esecutivo: • il Presidente della giunta è eletto direttamente • il vecchio sistema elettorale fu corretto con un premio di maggioranza collegato alle liste maggioritarie • Successivamente l’affermazione dei sistemi elettorali autonomi conferma il premio di maggioranza

  12. Le leggi Bassanini (1996-1999)‏ • Le cosiddette leggi Bassanini sono tre decreti delegati che hanno riformato il diritto degli enti locali: • si è affermato il principio di autonomia decisionale delle autorità locali • introduzione della valutazione amministrativa • più responsabilità alla dirigenza • maggiore mobilità del personale

  13. La riforma costituzionale del 2001 • La riforma del titolo V della costituzione (l. cost. 3/2001) definisce il regionalismo in Italia • L'art. 117 viene rovesciato nella sua struttura fondamentale: l'articolo elenca le materie su cui lo stato centrale ha potere legislativo esclusivo o concorrente • L'art. 114 introduce un nuovo livello, le città metropolitane, che in alcune zone dovrebbero sostituire le province (non ancora attuate)‏ • L'art. 119 stabilisce il principio dell'autonomia finanziaria

  14. Quale e quanto federalismo? Gli ultimi sviluppi • Nella XV legislatura il governo di centro destra ha varato una ulteriore riforma del titolo V, che tuttavia è stata successivamente rigettata dal referendum confermativo (2006)‏ • Il “federalismo” appare ancora troppo confuso, sia sulle responsabilità di policy sia per quanto concerne l'autonomia finanziaria • Il fallimento della riforma del 2005 evidenzia il mancato raggiungimento di un obiettivo già fallito nel 2001: ridurre la complessità degli enti locali • Con il nuovo ciclo di centro destra (2008-...) si apre la stagione del federalismo fiscale, introdotto via legge ordinaria (l. 42/2009)

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