1 / 16

Carta di Identità Lo Psicologo dello Sport

Carta di Identità Lo Psicologo dello Sport. Indice degli argomenti. Definizione e collocazione della PdS Sport psychology – Sportpsychologie - Psychologie du sport - Psicología del deporte.

elysia
Télécharger la présentation

Carta di Identità Lo Psicologo dello Sport

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Carta di Identità Lo Psicologo dello Sport

  2. Indice degli argomenti

  3. Definizione e collocazione della PdSSport psychology – Sportpsychologie - Psychologie du sport - Psicología del deporte La PdS è la disciplina psicologica che studia il comportamento umano nel contesto della reciproca influenza fra attività sportiva e sviluppo psicofisico. In quanto ambito di ricerca centrato sulle variabili psicologiche che contraddistinguono la situazione sportiva, costituisce una «scienza dello sport» che genera specifici costrutti e metodologie; in quanto settore della Psicologia Applicata connette conoscenze provenienti dalla Psicologia Generale e le proprie formulazioni teorico-tecniche (…) La diffusione esponenziale della PdS nel mondo non si è corrisposta però allo sviluppo di un corpus teorico-pratico integrato. Ciò sarebbe dovuto a due motivi storici interrelati: 1) la PdS è stata “costruita” nel tempo da più approcci psicologici, che spesso non hanno dialogato tra di loro; e 2) sin dall’inizio la PdS è segnata dalla doppia appartenenza all’ambito dell’Educazione Fisica e alla Psicologia Generale (…) definendo così la sua collocazione in ottica interdisciplinare con le altre «scienze dello sport» (v. Nascimbene, F. op. cit. 2007).

  4. Storia, fondazione ed evoluzione della PdS Vi è un certo consenso nell’indicare la nascita della PdS intorno agli albori del XX° secolo, negli Stati Uniti d’America e nell’Europa dell’Est. In questo periodo primeggiava l’interesse nello sviluppo della componente agonistica dell’attività sportiva, tramite le ricerche sul campo e in laboratorio. Da segnalare in particolare gli studi della cronometria in relazione ai tempi di reazione degli sportivi, così come altri argomenti come l’apprendimento motorio e la cosiddetta “memoria muscolare”. Nel frattempo, sulla sponda occidentale dell’Europa prevale invece, in sintonia con l’avvento dell’Olimpismo moderno (proclamato dal barone Pierre de Coubertin nella Carta della Riforma Sportiva del 1930), l’interesse per gli aspetti ludici dell’attività fisica. In quest’ottica, lo sport viene attraversato dagli ideali razionali della partecipazione: fair play, educazione, progresso, scienza e spirito sportivo, distinti dagli interessi commerciali, politici, etnici o religiosi. Infatti tra i 19 punti che la Carta propone vi è lo sviluppo di una “medicina dello sport” basata sullo stato di salute anziché su quello di malattia, dedicata a un miglior esame delle caratteristiche psichiche dell’individuo (16mo punto). Sempre nell’Europa Occidentale, una seconda fase della PdS è fortemente centrata sulla diagnosi e la prognosi dei tratti di personalità dell’atleta, nella sua correlazione con la pratica dell’attività fisica. In ciò che costituisce un’influenza del modello clinico all’ambito dello sport, la PdS dà ampio spazio alla valutazione di tipo psicopatologico, in contesti separati dallo sport. Nella seconda metà del XX° secolo l’accento sulla valutazione della personalità, in Europa occidentale e negli USA, lascia gradualmente posto allo studio delle variabili ambientali di tipo biologico, fisico e sociale, così come alla dimensione cognitiva dell’atleta e la sua performance (il pensiero in relazione alle sue emozioni, la relazione coach-squadra-sportivo, il decision-making e il problem-solving, ecc.).

  5. Nell’Europa dell’Est l’interesse invece versa maggiormente sugli approcci teorico-pratici della psicomotricità. Sulla scia di questa vitale produzione, la PdS viene ufficialmente riconosciuta nel 1965, con la celebrazione a Roma del Primo Congresso mondiale e Assemblea costitutiva della Società Internazionale di PdS (ISSP International Society of Sport Psychology), evento presieduto dallo psicologo dello sport italiano Ferruccio Antonelli, figura chiave per la successiva diffusione della PdS in Italia e nel mondo (per es. fu Antonelli a convincere l’editore Luigi Pozzi a pubblicare l’International Journal of Sport Psychology, e sempre lo stesso Antonelli a sedere nell’incarico di Presidente Onorario dell’ISSP fino alla sua morte nel anno 2000). Al primo Congresso internazionale parteciparono poco meno di 500 persone, vennero presentati circa 200 lavori, e da quell’evento nacquero circa 70 Associazioni di PdS in tutti e cinque i continenti (di cui una ventina in Europa). Nella stessa occasione nasce l’AIPS Associazione Italiana Psicologia dello Sport. Il medesimo Antonelli, insieme a A. M. Olsen, P. Kunath e J. Recla, pubblicava nel 1965 una rassegna dei 1.898 titoli di libri e articoli di PdS raccolti fino a quella data. Nel 1977 le pubblicazioni sulla materia raggiungevano i 4.000 titoli, testimoniando una crescita esponenziale della PdS, ben oltre alle aspettative dei fondatori. In questo modo, oggi ci troviamo di fronte alla cosiddetta “seconda generazione” degli psicologi dello sport.

  6. Obiettivi e funzioni della PdS Obiettivi generali della PdS sono la promozione del benessere psicofisico delle persone praticanti sport e l’ottimizzazione delle risorse psicologiche facilitanti il miglioramento della prestazione sportiva. Da questi orientamenti derivano due definizioni di ruolo dello psicologo dello sport. Nel primo caso, lavora con soggetti in età evolutiva, in contesto scolastico, oppure con soggetti portatori di handicap psico-fisico in programmi riabilitativi e/o terapeutici, con soggetti sintomatici in ambito psicoterapeutico, con anziani o con praticanti attività motoria a scopo prettamente ludico-ricreativo. Per questo motivo può essere ammessa, come indicato da Weinberg e Gould (1995 op. cit. cap. 1) l’accezione «PdS e dell’esercizio fisico». Nel secondo caso, lo psicologo dello sport svolge invece il ruolo di consulente specialista nella preparazione psicologica (mental training) degli sportivi in un contesto agonistico, tendenzialmente con soggetti asintomatici. Con Gould ed Eklund (1991, op. cit. pp. 10-21) questa duplice veste è denominata, rispettivamente e in senso ampio, «psicologo dello sport clinico» e «psicologo dello sport educativo».

  7. Oggetto e strumenti specifici della PdS Alcuni interessi storicamente pregnanti della PdS sono le motivazionialla pratica dello sport e dell’attività fisica; la personalità individuale dello sportivo e il suo profilo cognitivo-emotivo; gli stili attentivi (Nideffer, op cit 1976) e la concentrazione, l’ansia e l’attivazione psicofisiologica (arousal) associate alla prestazione. A questo scopo, Martens (1987, op. cit. pp. 67-76) individua cinque «abilità mentali di base», per le quali la PdS ha costruito metodologie ad hoc: la costruzione degli obiettivi (goal-settingskills); la gestione dell’arousal(psychicenergy management) e dello stress (stress management); le abilità di visualizzazione (imageryskills); e le abilità attentive (attentionalskills). Queste tecniche sono integrate in «Programmi multimodali di preparazione mentale», come indicato da Robazza, Bortoli e Gramaccioni (1994, op. cit. pp. 153-219). Interessi altrettanto importanti della PdS sono lo sviluppo psico-motorio degli sportivi in età evolutiva, la concezione dello sport come occasione di crescita psicofisica (acquisizione dei prerequisiti psicomotori ) e la dimensione pedagogica dello sport per bambini sani, ma anche per bambini con qualche svantaggio fisico o psichico (Le Boulch, 1991); la complessa relazione tra famiglia, atleta e coach (squadra) (v. Manzi, Gozzoli, 2009), l’influenza del pubblico e delle organizzazioni sportive, così come gli studi neurofisiologici sulla percezione, problematiche come il burn-out nello sport e l’ansia del fine-carriera (retirement). Infine rappresentano un’area d’interesse alcuni «disturbi psicologici specifici da sport»: Tamorri (1999, op. cit. pp. 307-312) riferisce i quadri «sindrome del campione» (master syndrome), «nikefobia» (success phobia), «ansia pre-agonistica» (prestart-anxiety), «depressione da successo», «complesso di Giacobbe» e «tendenza agli incidenti» (accidentproneness).

  8. Alcune tecniche specifiche della PdS Tecniche Self-report: • CSAI-2 COMPETITIVE ANXIETY TEST (MARTENS, 1977, 1990) • FLOW state scale (jackson & marsh, 1996) • pomS PROFILE OF MOODS STATES (Morgan 1974; Morgan & Johnson, 1978; Morgan & Pollock, (1977) . • PERFORMANCE PROFILING (BUTLER & HARDY, 1992) • Profilo delle emozioni (HANIN, 1989) • TAIS TEST OF ATTENTIONAL AND INTERPERSONAL STYLE (NIDEFFER, 1976)

  9. VALUTAZIONE OGGETTIVA • BIO-FEEDBACK • VALUTAZIONE PSICOMOTORIA FUNZIONALE MENTAL TRANING Programmi di allenamento ideomotorio: • STRESS INOCULATION TRAINING (MEINCHENBAUM, 1977) • STRESS MANAGEMENT TRAINING (SMITH, 1979) • VISUAL-MOTOR BEHAVIOR REHEARSAL (SUINN, 1976) • PROGRAMMA DI ALLENAMENTO IDEOMOTORIO (CEI, 1987) Programmi multimodali: • PSYCHOLOGICAL SKILL TRAINING (MARTENS & BUMP, 1987) • FIVE-STEP STRATEGY (SINGER, 1986) • INNER-MENTAL TRAINING (UNESTAHL, 1988) • MODELLO ISOMORFICO (ROBAZZA ET AL, 1994)

  10. tecniche non SPECIFICHE ma utilizzatE in PDS • training autogeno (schultz, 1932) • rilassamento muscolare progressivo (jacobson, 1938) • tests psicometrici e proiettive (Test di bender, test raven, TEST DEL DISEGNO http, ecc.) • SOCiogramma (moreno, 1951, 1980)

  11. Ruolo e contesti di lavoro dello PdS Lo psicologo dello sport è uno psicologo che in qualche misura appartiene al mondo sportivo e conosce la sua realtà, il suo modo di comunicare, i suoi tempi. Spesso è stato atleta, a vari livelli, oppure un allenatore in settori agonistici o promozionali, questo vissuto può rivelarsi un vantaggio nel sentire il mondo sportivo. E’ in grado di dimostrarsi flessibile nella gestione del suo ruolo, capace di rimanere aderente al contesto sportivo e di calarsi in esso pur sapendo di dover rispettare le necessarie distanze professionali. Lo psicologo dello sport agisce in un ambiente naturale (non medicalizzato), con competenze che gli permettono di riconoscere, e dove possibile intervenire, in situazioni di rischio che potrebbero rivelarsi manifestazioni di un disagio (prevenzione). Lo psicologo dello sport utilizza strumenti specifichi che gli permettono di osservare, capire valutare la realtà sportiva (psicodiagnostica). Come detto sopra, lo psicologo dello sport si occupa di preparazione mentale, prevenzione e benessere, parent’s training, integrazione di soggetti disabili, formazione e ricerca nel campo sportivo. Lo psicologo dello sport svolge, a seconda del contesto in cui opera e della funzione che ricopre, il ruolo di consulente, ricercatore, formatore o clinico. Di seguito verranno presentati i contesti di lavoro dello psicologo dello sport e al loro interno il ruolo da lui svolto.

  12. Enti Pubblici Ruoli dello Psicologo dello Sport Consulenza e formazione di educatori, genitori, allenatori, dirigenti, arbitri, preparatori, medici e fisioterapisti. Interventi individuali o di gruppo, per lo staff dirigenziale, gli allenatori, gli istruttori, e gli atleti di sport individuali o di squadra. Mental training per il settore agonistico. Progetti di formazione degli EDUCATORI/ALLENATORI dei settori giovanili (sport educativo, approccio psicomotorio). Parent’s training: progetti di consulenza per i genitori dei bambini sportivi. Progetti per integrazione soggetti disabili.

  13. Enti Sportivi CIO - Comitato Olimpico Internazionale (dalle iniziali del nome originale francese Comité International Olympique), è un'organizzazione non governativa creata da Pierre de Coubertin nel 1894, per far rinascere i Giochi olimpici della Grecia antica attraverso un evento sportivo quadriennale dove gli atleti di tutti i paesi potessero competere fra loro La missione del CIO è promuovere l'olimpismo nel mondo e guidare il Movimento Olimpico (http://www.olympic.org ) CONI - Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Regionale, Provinciale ( www.milano.coni.it ) Il CONI ha come obiettivo l'organizzazione e il potenziamento dello sport italiano attraverso le federazioni nazionali sportive e in particolare la preparazione degli atleti al fine di consentirne la partecipazione ai giochi olimpici; altro importante obiettivo del CONI è la promozione dello sport nazionale. CIP - Comitato Italiano Paralimpico: Comitato Regionale CIP Lombardia, Comitato Provinciale CIP Milano (milano@comitatoparalimpico.it ) Il CIP - Comitato Italiano Paralimpico (ex FISD), è impegnato nel regolare e gestire le attività sportive per disabili, per assicurare loro il diritto di partecipazione all’attività sportiva in condizione di uguaglianza e pari opportunità. Tale riconoscimento della valenza sociale del CIP riflette le finalità del Comitato a garantire il benessere psicofisico, la crescita culturale e la perfetta integrazione della persona disabile fisico o mentale, nella società (tratto da pubblicazione CIP). FEDERAZIONI Le Federazioni Sportive riconosciute dal CONI sono 45 ENTI DI PROMOZIONE SPORTIVA Associazione di cultura,sport e tempo libero (A.C.S.I.) Alleanza Sportiva Italiana (A.S.I.) Centro Nazionale Sportivo Libertas (C.N.S.Libertas) Centro Sportivo Educativo Nazionale (C.S.E.N.) Centro Universitario Sportivo Italiano (C.U.S.I.) Movimento Sport Azzurro Italia (MSP Italia) Unione Sportiva ACLI (U.S.ACLI) Associazione Italiana Cultura Sport (A.I.C.S.) Centri Sportivi Aziendali Industriali (C.S.A.IN.) Centro Sportivo Italiano (C.S.I.) Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale (E.N.D.A.S.) Polisportive Giovanili Salesiane (P.G.S.) Unione Italiana Sport Per tutti (U.I.S.P.)

  14. Consigli di Zona e comuni Attraverso le loro commissioni dedicate allo sport promuovono eventi, corsi, manifestazioni di carattere ludico-sportivo al fine di promuovere lo sport come mezzo di aggregazione e crescita personale degli individui. Scuola Attraverso i gruppi sportivi scolastici e le proposte di educazione fisica dei singoli istituti, promuove lo sport come mezzo di educazione e sviluppo per tutti i ragazzi.

  15. Enti Privati Ruoli dello Psicologo dello Sport Interventi individuali o di gruppo, per lo staff dirigenziale, gli allenatori, gli istruttori, e gli atleti di sport individuali o di squadra. Mental training per il settore agonistico. Progetti di formazione degli EDUCATORI/ALLENATORI dei settori giovanili (sport educativo, approccio psicomotorio). Parent’s training: progetti di consulenza per i genitori dei bambini sportivi. Progetti per integrazione soggetti disabili. Enti Privati • Società sportive dilettantistiche e professionali • Centri privati di consulenza sportiva • Associazioni di categoria (International Society of Sport Psychology-I.S.S.P; Associazione Italiana di Psicologia dello Sport - A.I.P.S; S.I.Psi.S. )

  16. Privato - Sociale Ruoli dello Psicologo dello Sport Consulenza e formazione di educatori, genitori. Progetti di formazione degli EDUCATORI/ALLENATORI dei settori giovanili (sport educativo, approccio psicomotorio). Parent’s training: progetti di consulenza per i genitori dei bambini sportivi. Progetti per integrazione soggetti disabili. Enti del Privato - Sociale • Associazioni e onlus • Cooperative sociali

More Related