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DISLESSIA: UN PICCOLO RIPASSO

DISLESSIA: UN PICCOLO RIPASSO. DEFINIZIONE. “ La dislessia evolutiva è una disabilità specifica dell’apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà di effettuare una lettura accurata e/o fluente e da abilità scadenti nella scrittura e nella decodifica.

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DISLESSIA: UN PICCOLO RIPASSO

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Presentation Transcript


  1. DISLESSIA: UN PICCOLO RIPASSO

  2. DEFINIZIONE “La dislessia evolutiva è una disabilità specifica dell’apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà di effettuare una lettura accurata e/o fluente e da abilità scadenti nella scrittura e nella decodifica. Queste difficoltà tipicamente derivano da un deficit nella componente fonologica del linguaggio che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un’adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura che può impedire la crescita del vocabolario e delle conoscenze generali.” Da International DyslexiaAssociation 2003

  3. CARATTERISTICHE Le difficoltà di codifica/decodifica comprometteranno la comprensione del testo e l’acquisizione delle conoscenze nella maggior parte delle materie, dato che nella nostra cultura la parola scritta ha un ruolo predominante.Difficoltà, concomitanti: • Disturbi nell’organizzazione dello spazio • Disturbi del linguaggio • Disturbi nella coordinazione motoria • Disturbi nell’esecuzione di procedure • Disturbi nella memoria di lavoro • Disturbi dell’attenzione e iperattività • Disturbi del comportamento e della condotta

  4. CARATTERISTICHE • la dislessia è il disturbo che ha la maggiore prevalenza epidemiologica in età evolutiva: è il problema più diffuso e più frequente che il bambino può incontrare in età scolare • la dislessia, e con essa anche gli altri D.S.A. che frequentemente vi sono associati, è un problema subdolo perché non ha un'identità propria. È una diversità senza diversità.

  5. CARATTERISTICHE Il comportamento del bambino con dislessia assomiglia infatti a quello del bambino svogliato, pigro, capriccioso, riluttante all'impegno e questa sua somiglianza fa sì che si scelgano sempre le spiegazioni più semplici e più a portata di mano. Anche perché, fuori dalla scuola questo bambino si comporta esattamente come gli altri: vivace, socievole, allegro

  6. CARATTERISTICHE • Il bambino cercherà di evitare il più possibile le situazioni in cui gli si richiede di decodificare un testo scritto e spesso assumerà per reazione atteggiamenti rinunciatari o di sfida, dovuti ad ansia da prestazione e ad una scarsa autostima.

  7. CARATTERISTICHE Altri caratteri utili per la definizione di DSA sono: • Il carattere evolutivo; • La diversa espressività del disturbo, nelle diverse fasi evolutive, dell’abilità in questione; • La quasi costante associazione ad altri disturbi (comorbilità); • Il carattere neurobiologico; • Il disturbo specifico deve comportare una compromissione significativa e negativa per l’adattamento scolastico e /o per l’attività nella vita quotidiana.

  8. INDICATORI PER GLI INSEGNANTI Elementi da osservare nella Scuola dell’Infanzia: • Disturbo del linguaggio; • Inadeguatezza nei giochi metafonologici; • Difficoltà a memorizzare filastrocche; • Difficoltà nella manualità fine; • Goffagine nel vestirsi, allacciarsi le scarpe, ecc..; • Inadeguato riconoscimento destra / sinistra

  9. INDICATORI PER GLI INSEGNANTI Elementi da osservare nella Scuola Primaria: • Difficoltà a memorizzare sequenze ( mesi, giorni, ordine alfabetico,…); • Difficoltà a copiare dalla lavagna; • Utilizzo difficoltoso dello spazio-pagina; • Lentezza nell’acquisizione del codice alfabetico e della corrispondenza grafema/fonema; • Scrittura speculare di grafemi e numeri; • Errori fonologici nella fase alfabetica della scrittura (inversioni, sostituzioni, omissioni, intrusioni); • Difficoltà con i digrammi e trigrammi; • Scarsa competenza metafonologica; • Difficoltà grafo-motorie;

  10. INDICATORI PER GLI INSEGNANTI • Lettura lenta con errori (salti di riga, ripetizione di riga, confusione tra grafemi p/b/d; a/e/o; u/n; m/n); • Difficoltà di calcolo a mente entro il 10; • Lentezza ed errori nella enumerazione all’indietro da 20 a 0; • Difficoltà nella lettura e scrittura dei numeri ad una cifra; • Difficoltà a memorizzare le procedure delle operazioni aritmetiche; • Difficoltà di attenzione; • Racconta i fatti quotidiani con occhi particolari e in tempi lunghi perdendo spesso l’uso di termini anche di uso quotidiano (disnomia); • Difficoltà nella lettura dell’orologio;

  11. INDICATORI PER GLI INSEGNANTI • Difficoltà nel ricordare le date importanti o il proprio numero di telefono; • Difficoltà nel pianificare ed organizzare le proprie attività; • Difficoltà nella gestione del tempo; • Ha poca autostima e sicurezza di sé.

  12. DISLESSIA, DISGRAFIA, DISORTOGRAFIA, DISCALCULIA • DISLESSIA: Difficoltà specifica nella lettura. In genere il bambino ha difficoltà a riconoscere e a comprendere i segni associati alla parola; • DISGRAFIA: Difficoltà a livello grafo-esecutivo. Il disturbo della scrittura riguarda la riproduzione dei segni alfabetici e numerici con tracciato incerto, irregolare. Riguarda la forma e non il contenuto;

  13. DISLESSIA, DISGRAFIA, DISORTOGRAFIA, DISCALCULIA • DISORTOGRAFIA: Difficoltà ortografica. In genere si riscontrano difficoltà nello scrivere le parole usando tutti i segni alfabetici e a collocarli al posto giusto e/o a rispettare le regole ortografiche (accenti, apostrofi, ecc..) • DISCALCULIA: Difficoltà nelle abilità di calcolo e di scrittura e lettura del numero. POSSONO MANIFESTARSI TUTTE INSIEME (ed è il caso più frequente) O COMPARIRE ISOLATAMENTE.

  14. INDIVIDUAZIONE PRECOCE • La dislessia in Italia riguarda il 5% della popolazione scolastica. La diagnosi, però, avviene spesso troppo tardi. I bambini dislessici perciò vengono considerati dai loro genitori e dagli insegnanti come svogliati e pigri. Da qui ne conseguono: l’abbassamento dell’autostima da parte del dislessico, problemi comportamentali e spesso l’abbandono della scuola. E’ importante quindi individuare il problema il prima possibile. • Gli SCREENING per l’individuazione precoce dei DSA e per le difficoltà di apprendimento, andrebbero condotti all’inizio dell’ultimo anno della scuola dell’Infanzia con l’obiettivo di realizzare attività didattico-pedagogiche mirate.

  15. INDIVIDUAZIONE PRECOCE • Uno screening, preceduto dalla formazione del corpo docente, contribuisce ad aumentare la qualità dell’insegnamento fornendo quelle INFORMAZIONI SPECIFICHE sulla natura del disturbo e i suoi effetti sull’apprendimento • e offrendo la possibilità di analizzare la didattica e quindi introdurre cambiamenti e sperimentazioni adeguate alla specificità della nostra lingua. • La politica dello screening inoltre permette alla scuola di ridurre gli invii agli specialisti contribuendo a limitare l’affollamento dei Servizi e permettendo ai docenti una prima gestione del problema e un successivo ridimensionamento dell’intervento senza ogni volta dover ricorrere a specialisti esterni.

  16. COSA PUO’ FARE L’INSEGNANTE “L’insegnante con il suo metodo non può causare la dislessia ma può aggravarne gli effetti.” Giacomo Stella

  17. PER LE CLASSE PRIME Consigli di buona pratica • Molto spesso ciò che utilizziamo per il bambino con DSA si rivela molto utile per tutti i suoi compagni • Nell’insegnamento della letto-scrittura preferire il METODO FONEMICO-SILLABICO a quello globale in quanto il primo agevola l’apprendimento accompagnato dal continuo riferimento all’aspetto semantico; • Il carattere di scrittura più idoneo è la STAMPATO MAIUSCOLO da utilizzare per tutto il tempo di presentazione dei grafemi – fonemi al fine di facilitare la stabilizzazione delle rappresentazioni grafemiche. Il carattere stampato maiuscolo risulta il più facile perché tutte le lettere occupano lo stesso spazio. Non richiedono una valutazione percettiva in più;

  18. PER LE CLASSI PRIME • Sarà importante seguire un ordine di presentazione delle lettere a partire dalle vocali per poi procedere con quelle i cui suoni siano allungabili, M N S F L R V e proponendo per ultime quelle dai suoni esplosivi P T B D per poi terminare con i digrammi. • Sarebbe opportuno progettare dei laboratori per migliorare le competenze linguistiche e percorsi di simbolizzazione che conducano alla consapevolezza delle funzioni dei segni; • Nella correzione degli errori bisognerebbe contare il numero di parole sbagliate e non quello degli errori.

  19. LABORATORIO FONOLOGICO L’obiettivo del laboratorio fonologico consiste nel facilitare la capacità di analizzare il linguaggio verbale attraverso un codice grafico condiviso. ATTIVITA’: • Stimolare la percezione e la discriminazione uditiva; • Rappresentare l’alternanza suono – silenzio facendovi corrispondere movimento – inattività; • Leggere e riprodurre sequenze ritmiche con materiali diversi: blocchi logici, gettoni, cerchi, ecc…; • Riconoscere i suoni iniziali e finali delle parole;

  20. LABORATORIO FONOLOGICO • Trovare assonanze e rime; • Giocare con le filastrocche; • Trasformare oralmente le parole da femminili a maschili e da grandi a piccole; • Riconoscere le sillabe: battiamo le mani per ogni sillaba; • Raggruppare figure che cominciano o che finiscono allo stesso modo; • Trovare parole e figure il cui nome comincia come … luna; • Cercare coppie di parole in rima, formando mazzi di carte con le quali giocare;

  21. LABORATORIO FONOLOGICO • Rappresentare i suoni con l’attività grafica. • Il segno grafico accompagna la voce: • All’interno dell’attività è utile dare importanza ai giochi con la voce attraverso i quali i bambini possono sperimentarela differenza tra suoni lunghi o brevi, continui (come la mmmmm, la ffff, la ssss) o esplosivi ( come p, t, b) • Successivamente usando materiali vari (come cubetti o palline) è possibile giocare a dividere: dalla frase alla parola, dalla parola alla sillaba per arrivare a conoscere il suono iniziale della parola. Tale attività contribuiscono ad affinare la competenze fonologiche.

  22. PERCORSI DI SIMBOLIZZAZIONE Percorso della lettura: • Lettura di tracce e impronte; • Interpretazione di simboli nella sezione/classe; • Interpretazione di simboli più convenzionali (etichette e simbologia negli elettrodomestici, ecc..); • Gioco del supermercato e lettura anticipata dei contenitori; • Riconoscimento di parole usate in sezione/classe; • Lettura per anticipazione di libri solo disegnati usati in sezione/classe; • Ascolto della lettura dell’adulto.

  23. PERCORSI DI SIMBOLIZZAZIONE Percorso della scrittura: • Costruzione dei simboli; • Scritture spontanee dei bambini e loro confronto; • Angolo della posta; • Visione dell’adulto che scrive cartelloni, elenchi, ecc..; • Costruzione di libri con storie inventate.

  24. PER TUTTE LE CLASSI (dove si ha la presenza di un bambino con dsa) • Scrivere alla lavagna utilizzando SEMPRE il carattere dello STAMPATO MAIUSCOLO; • Prima di cancellare la lavagna essere sicuri che tutti abbiano copiato e capito; • Fare verifiche programmate, strutturate e graduate; • Fare un fac-simile di verifica (non insistere con il rosso ma marcare le cose giuste); • Nelle verifiche orali usare SOLO domande univoche cioè essere chiari; • Non fare leggere ad alta voce il bambino con dsa ma preferire la lettura silente;

  25. PER TUTTE LE CLASSI (dove si ha la presenza di un bambino con dsa) • Utilizzare un programma di videoscrittura con correttore ortografico ; • Privilegiare la valutazione degli apprendimenti in forma orale; • Non penalizzare il bambino per gli errori di ortografia e rispettare i tempi esecutivi della scrittura; • Permettere l’uso dello stampatello qualora mostri di preferirlo; • Somministrare questionari, appunti, spiegazioni in forma scritta in modo da ridurre il carico cognitivo richiesto dalle operazioni grafomotorie, al fine di consentire la memorizzazione e l’apprendimento; • Utilizzare strategie per favorire la comprensione del testo quali il metodo parola chiave;

  26. STRUMENTI COMPENSATIVI E DISPENSATIVI • Proprio per tutte le difficoltà che deve vivere un dislessico nelle varie attività scolastiche esistono degli strumenti COMPENSATIVI che lo possono rendere autonomo. Questo è un obiettivo importante perché se riesce “a far da solo” si sentirà come gli altri aumentando la sua autostima e migliorando così le prestazioni.

  27. STRUMENTI COMPENSATIVI • Computer: + controllo sintattico + controllo ortografico + sintesi vocale • tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto e dei vari caratteri • tabella delle misure, tabella delle formule geometriche • tavola pitagorica • calcolatrice • audio registratore o lettore MP3 (con cuffia) • vocabolario multimediale

  28. STRUMENTI COMPENSATIVI • enciclopedia informatica multimediale su CD ROM • Libro parlato (centri) • Audiolibro • testi scolastici con allegati CD ROM • testi in formato PDF – Biblioteca Digitale A.I.D. • scanner - OCR • internet

  29. STRUMENTI DISPENSATIVI Parallelamente, in maniera commisurata alle necessità individuali e all’entità del disturbo di apprendimento, si dovrà garantire la dispensa da alcune attività: • Lettura a voce alta; • scrittura veloce sotto dettatura; • ricopiare dalla lavagna; • uso del vocabolario; • uso mnemonico delle tabelline;

  30. STRUMENTI DISPENSATIVI • dispensa, ove necessario, dallo studio delle lingue straniere in forma scritta; • programmazione di tempi più lunghi per prove scritte ; • riduzione del carico di lavoro; • interrogazioni programmate; • valutazione delle prove scritte ed orali che tengano conto del contenuto e non della forma.

  31. PEP (Percorso Educativo Personalizzato) Per non lasciare nulla al caso e perché la nostra didattica diventi efficace, occorre preparare il PEP con la collaborazione del team docente, e dei genitori che ne condividono metodi e finalità. Deve essere un documento unico per tutte le discipline e deve contenere: • Un carattere flessibile; • Un linguaggio semplice; • Un collegamento con la normativa.

  32. PEP (Percorso Educativo Personalizzato) Le strategie metodologiche terranno conto: • Tempi di elaborazione; • Tempi di produzione; • Quantità dei compiti; • Comprensione delle consegne; • Uso e scelta dei mediatori didattici che facilitano l’apprendimento (immagini, schemi, mappe).

  33. PEP (Percorso Educativo Personalizzato) Il documento conterrà: • Strumenti compensativi; • Misure dispensative; • Modalità di verifica; • Criteri di valutazione; • Accordi con la famiglia; • Firme di sottoscrizione: - Team di classe; - Dirigente; - Referente dislessia (non obbligatorio); - Genitori (meglio anche se non obb.); - studente (in base all’età); Tecnico (non obb.)

  34. PEP (Percorso Educativo Personalizzato). Esempio

  35. SITOGRAFIA www.aiditalia.org www.maestrantonella.it www.dislessia.org/forum www.ivana.it http://www.youtube.com/watch?v=y_hafvwplgc http://www.youtube.com/watch?v=7Dso5nx6OeU http://www.dislessiainrete.org/ http://www.youtube.com/watch?v=SWX78YIUtFE http://www.youtube.com/watch?v=7Dso5nx6OeU http://www.youtube.com/watch?v=KBNlS09OV-g

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