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Dalla rete di organizzazioni all’organizzazione rete nella pianificazione di ambito

Dalla rete di organizzazioni all’organizzazione rete nella pianificazione di ambito. Verso un modello stabile di relazioni partenariali tra attori diversi, che costituisce un nuovo attore collettivo. Un modello.

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Dalla rete di organizzazioni all’organizzazione rete nella pianificazione di ambito

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Presentation Transcript


  1. Dalla rete di organizzazioni all’organizzazione retenella pianificazione di ambito Verso un modello stabile di relazioni partenariali tra attori diversi, che costituisce un nuovo attore collettivo Dr. Mauro Soli

  2. Un modello • Stabile in quanto le transazioni (relazioni) non sono occasionali ma hanno il carattere della continuità e della ricorrenza • Con uno “scambio simmetrico di risorse” • Con scopi e risultati comuni • Con un ampio grado di autonomia • Con carattere volontario • Con un’organizzazione non gerarchica Dr. Mauro Soli

  3. La pianificazione condivisa • La prospettiva sulla quale sembra avviarsi il processo di definizione dei piani sociali di ambito è quella relativa all’approccio «concertativo o partecipato» che è caratterizzato da un processo negoziale e di co-progettazione in cui interagiscono i diversi punti di vista. Dr. Mauro Soli

  4. Gli elementi innovativi • un processo di pianificazione dal basso in cui prevale il bottom up come direzione decisionale; • è anche un processo che tende a tutelare tanto i soggetti pubblici, che i soggetti del privato sociale per il carattere di essere costruito a partire dagli interessi del territorio • che assolve ad una «funzione educativa» di promozione delle capacità e delle competenze del territorio (community building). Dr. Mauro Soli

  5. Il processo • I Piani di Zona, si configurano pertanto come strumenti attraverso i quali si avvia un processo di cambiamento che interessa tanto i singoli soggetti che il gruppo di confronto (tavolo; gruppo di lavoro, team) e che conduce a profondi processi di formazione e di integrazione/interazione. Dr. Mauro Soli

  6. La «programmazione negoziata» • Può essere definita come «la regolamentazione concordata tra soggetti pubblici o tra il soggetto pubblico competente e la parte o le parti pubbliche o private per l'attuazione di interventi diversi, riferiti ad un'unica finalità di sviluppo, che richiedono una valutazione complessiva delle attività di competenza»[1]. • Espressamente richiamata dall’art. 3 della Legge 328/2000, la “Programmazione Negoziata” diventa uno strumento utilizzato anche nell’ambito delle politiche sociali. • [1] Legge 23 dicembre 1996 N. 662 Misure di razionalizzazione della finanza pubblica. (Art. 2 «misure in materia di servizi di pubblica utilità e per il sostegno dell’occupazione e dello sviluppo» comma 203 lett. a.). Dr. Mauro Soli

  7. La concertazione • “Concertazione come un accordo tra soggetti pubblici e privati (ma non solo) che si sostanzia e si formalizza sulla base di obiettivi concordati dai diversi attori i cui interessi possono non essere concordanti, anzi.” (A. Picchierri) Dr. Mauro Soli

  8. Gli accordi che regolano • Pertanto la concertazione locale è lo strumento attraverso il quale si opera in maniera legittimata la regolazione dei sistemi economici locali attraverso la definizioni di accordi che si sostanziano: • su una base territoriale definita; • su una materia che, sebbene ampia, attiene a progetti e/o politiche pubbliche; • tra un numero ampio di attori; • e su base negoziale in cui i diversi attori hanno definito sin dall’inizio priorità, compiti e ripartizione delle risorse. Dr. Mauro Soli

  9. Le finalità del processo concertativo sono: • la sostenibilità progettuale • lo sviluppo di competenze territoriali • creazione ed individuazione di obiettivi progettuali condivisi • individuazione e successiva codifica, nell’impianto del ciclo della pianificazione, di momenti attraverso i quali giungere a definire le fasi della partecipazione affinché ci sia lo sviluppo di pratiche progettuali in partenariato. Dr. Mauro Soli

  10. Gli elementi del metodo concertativo • Anzitutto la motivazione a stare insieme, • In secondo luogo la condivisione dell’obiettivo che attiene per gran parte al primo elemento, • Ed infine il coordinamento dell’azione. Dr. Mauro Soli

  11. Il coordinamento • L’azione svolta dentro il processo di concertazione è una conduzione che deve essere: • orientata al compito e cioè alla definizione dell’obiettivo, al chiarimento, all’implementazione, al metodo di lavoro efficace e strutturato, • orientata alle relazioni al fine di garantire il riconoscimento dei bisogni dei diversi attori e di assicurare un’elevata quantità di rapporti interpersonali, che consentono l’identificazione con il gruppo e un’alta motivazione Dr. Mauro Soli

  12. La pianificazione di ambito • È incardinata su «[…] due fondamentali paradigmi: • la dimensione comunitaria‑territoriale, intesa come ampia valorizzazione delle autonomie sociali in sede di programmazione condivisa, in sede di produzione di servizi con la costruzione di partnership, in sede di gestione di segmenti della propria realtà sociale come esercizio di sovranità pratica da parte delle famiglie e dei cittadini; • la dimensione collaborativa‑partecipativa, intesa come costruzione di un sistema di governo allargato, cioè di governance, dove tutti i livelli di governo e tutti i soggetti concorrono a definire, progettare, realizzare le politiche sociali.» Dr. Mauro Soli

  13. Il ciclo della pianificazione • Le tappe o meglio gli snodi che si sono attraversati possono essere articolati su cinque momenti che sono: • fase della ideazione dove avviene la pianificazione strategica condivisa; • fase della pianificazione concertativa; • fase della coprogettazione • fase dell’implementazione o della predisposizione e realizzazione degli interventi; • fase della valutazione partecipata. Dr. Mauro Soli

  14. Dr. Mauro Soli

  15. La programmazione condivisa • Questo momento è quello nel quale si sono individuati gli elementi sia politico/istituzionali (Conferenza Sindaci/Assessori, Tavolo della Concertazione) che tecnici (Promotore Sociale, Ufficio di Piano) in grado di garantire al percorso una cabina di regia, il necessario supporto tecnico per il suo funzionamento e l’individuazione, a livello di ambito di tutti quei gruppi, organizzazioni istituzionali e non e singoli individui che interagiscono con la programmazione sociale di Ambito. • Spetta al livello politico definire l’indirizzo politico delle scelte coordinando l’attività di programmazione e facilitando i processi di integrazione. Dr. Mauro Soli

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