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Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006

Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006. Competenze Chiave di Cittadinanza: comunicazione nella madre lingua comunicazione nelle lingue straniere competenza matematica competenze di base in scienza e tecnologia competenza digitale

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Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006

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Presentation Transcript


  1. Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 • Competenze Chiave di Cittadinanza: • comunicazione nella madre lingua • comunicazione nelle lingue straniere • competenza matematica • competenze di base in scienza e tecnologia • competenza digitale • imparare ad imparare • competenze sociali e civiche • spirito di iniziativa e imprenditorialità • consapevolezza ed espressione culturale

  2. Le competenze chiave sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione. Dovrebbero essere acquisite al termine del periodo obbligatorio di istruzione e servire come base al proseguimento dell’apprendimento nel quadro dell’istruzione e della formazione permanente. Competenze Indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale. Le competenze sono descritte in termine di responsabilità e autonomia. da Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 settembre 2006 – Quadro europeo delle Qualifiche e dei Titoli.

  3. Il nuovo obbligo di istruzione in Italia Asse Scientifico-tecnologico: competenze di base a conclusione dell’obbligo di istruzione • osservare, descrivere ed analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale e riconoscere nelle sue varie forme i concetti di sistema e di complessità • analizzare qualitativamente e quantitativamente fenomeni legati alle trasformazioni di energia a partire dall’esperienza • essere consapevole delle potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel contesto culturale e sociale in cui vengono applicate

  4. Competenza in ambito scientifico-tecnologico “La competenza in campo scientifico si riferisce alla capacità e alla disponibilità a usare l’insieme delle conoscenze e delle metodologie possedute per spiegare il mondo che ci circonda sapendo identificare le problematiche e traendo le conclusioni che siano basate su fatti comprovati.” La competenza in campo tecnologico è considerata l’applicazione di tale conoscenza e metodologia per dare risposta ai desideri o bisogni avvertiti dagli esseri umani. La competenza in campo scientifico e tecnologico comporta la comprensione dei cambiamenti determinati dall’attività umana e la consapevolezza della responsabilità di ciascun cittadino.

  5. Dalla scuola del programma alla formazione per competenze • Nella scuola del programma: • il focus è puntato sui contenuti • il programma deve essere sostanzialmente svolto per intero seguendo rigidi criteri di sequenzialità ( si privilegia la quantità degli argomenti trattati) • lo studente è l’oggetto, spesso passivo, dell’azione didattica • gli studenti acquisiscono nozioni, conoscenze, saperi spesso non correlati • il docente è il depositario della verità e giudica le performances dei discenti in giusto o sbagliato • si valutano delle conoscenze

  6. Nella formazione per competenze: • il focus è puntato sullo studente • del programma vengono privilegiati i concetti strutturanti, i nuclei fondamentali, le parti qualitativamente fondanti (si privilegia la qualità dell’azione didattica) • lo studente è protagonista attivo del proprio apprendimento • il docente è un accompagnatore che stimola, guida e accoglie senza pregiudizi le idee degli studenti • gli studenti costruiscono reti concettuali in cui conoscenze e saperi sono strettamente correlati • si valutano processi e si certificano traguardi di competenza

  7. Come afferma Edgar Morin richiamando una frase di Montagne: “è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena” e distingue tra “una testa nella quale il sapere è accumulato (…..) e non dispone di un principio di selezione e di organizzazione che gli dia senso” e una testa ben fatta che comporta “un’attitudine generale a porre e a trattare i problemi, principi organizzatori che permettano di collegare i saperi e di dare loro senso”

  8. Finalita’dell’insegnamento scientifico • INFORMATIVA: trasmissione di informazioni, nozioni, leggi. Fine: cultura generale e/o professionalizzante • ADDESTRATIVA: conseguimento di abilità e capacità nell’uso di strumenti e metodi. Fine: soluzione di problemi standard • FORMATIVA: acquisizione di idee, metodi, atteggiamenti. Fine: affinamento di senso critico e capacità razionali

  9. Come raggiungere questa finalità? Sia le Indicazioni per il curricolo che le Raccomandazioni del Parlamento europeo riconoscono all’attività laboratoriale un ruolo fondamentale per un efficace insegnamento/apprendimento delle scienze: “Presupposto di un efficace insegnamento/apprendimento delle scienze è un’interazione diretta degli alunni con gli oggetti e le idee coinvolti nell’osservazione e nello studio, che ha bisogno sia di spazi fisici adatti alle esperienze concrete e alle sperimentazioni, sia di tempi e modalità di lavoro che diano ampio margine alla discussione e al confronto. Infatti il coinvolgimento diretto, individuale e in gruppo con i fenomeni rafforza e sviluppa la comprensione e la motivazione, attiva il lavoro operativo e mentale che deve essere prima progettato e poi valutato; aiuta a individuare problemi significativi a partire dal contesto esplorato e a prospettare soluzioni; sollecita il desiderio di continuare ad apprendere.” Indicazioni per il curricolo –La scuola del primo ciclo – Scienze naturali e sperimentali “Possono offrire contributi molto importanti metodologie didattiche capaci di valorizzare l’attività di laboratorio e l’apprendimento centrato sull’esperienza.” Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 18 dicembre 2006 – Competenze chiave per l’apprendimento permanente

  10. Laboratorio Verificativo Agli studenti vengono fornite schede preconfezionate che, in nome della sicurezza, devono essere rigidamente seguite. L’allievo lavora realizzando in modo passivo le diverse fasi della sequenza operativa, il più delle volte senza comprendere, né chiedere al docente, il motivo di ciò che fa. L’obiettivo è quello di verificare un comportamento o una legge precedentemente studiata. • Esperimento • è un protocollo chiuso • ogni fase è rigidamente controllata (sostanze, quantità, condizioni di lavoro, ecc) • lo studente è un esecutore passivo • l’imprevisto mette in crisi l’esperimento

  11. Laboratorio Addestrativo L’obiettivo è quello di far apprendere delle metodiche. Attraverso ripetute esercitazioni l’allievo, comunque passivo, impara ad utilizzare con sicurezza strumenti e attrezzature e si impossessa di procedure finalizzate alla risoluzione di problemi standard. • Esercitazione • ha indicazioni imperative • è un processo ripetitivo • ha finalità addestrative • è utile quando si voglia verificare l’apprendimento, da parte dello studente, di una procedura standard

  12. Laboratorio Formativo L’attività parte da una situazione problematica che, discussa tra alunni e docente, porta alla formulazione di ipotesi e alla progettazione di attività sperimentali per verificarne la fondatezza. Attraverso fasi successive di analisi di fattibilità, esecuzione delle esperienze, raccolta ed organizzazione dati, analisi ed interpretazione dei risultati, (eventuale riprogettazione), si arriva a trarre conclusioni e a valutare limiti. • Esperienza • è un processo aperto • è un processo di ricerca • lo studente è un protagonista attivo perché opera delle scelte • del protocollo può conservare la struttura, maprevede possibilità alternative (sostanze, quantità, condizioni di lavoro, ecc) • l’imprevisto è solo una possibilità di cui non si era tenuto conto

  13. Allora il laboratorio non è: eseguire ricette preconfezionate fare per ottenere risultati prestabiliti fare per scoprire leggi • ma • promuovere atteggiamenti positivi e comportamenti costruttivi • educare all’operatività mentale e manuale • costruire conoscenza (non scoprire leggi fisiche o chimiche, ma pervenire a ritenere ragionevoli ed accettabili quelle proposte)

  14. esperienza esperimento L’esperimento diventa significativo quando non è più una ricetta, ma quando è il percorso migliore (in termini di risultati ottenuti, di riproducibilità, ecc) di tutte le possibilità sperimentate.

  15. COMPETENZA come insieme di risorse COGNITIVE (conoscenze, capacità, abilità) CONATIVE (sfera emotivo-affettiva- motivazionale) FISICO-CORPOREE (capacità percettive, psico-motorie, abilità pratico- manipolative) interne (soggettive) CONTESTUALI ( spaziali, organizzative, tecnico-materiali esterne (oggettive) che lo studente mobilita per affrontare compiti o situazioni complesse a cui deve fare fronte in autonomia. D. Maccario

  16. Costruire conoscenza è dunque necessario, sicuramente fondamentale, ma non sufficiente perché gli studenti raggiungano traguardi di competenza. • La competenza è la risultante di tre fattori: • saper agire → mobilitare le proprie risorse (conoscenze, capacità, atteggiamenti) in situazione • voler agire → motivazione personale • poter agire → contesto che consente e legittima la possibilità di assumere responsabilità e rischi Le Boterf G. (2008), Costruire le competenze individuali e collettive, Napoli, Guida, p. 89.

  17. Raggiungere traguardi di competenza vuol dire avere a disposizione risorse (conoscenze, abilità, capacità relazionali, ecc.) che si conquistano lentamente, giorno dopo giorno. Ma affinché lo studente sia motivato a partecipare in modo attivo alla costruzione del proprio sapere è necessario che gli risulti evidente la motivazione di ciò che apprende. Un insegnamento che non tenga conto dei “contesti di senso” rischia di allargare sempre di più la forbice tra scuola e vita che spesso è alla base dell’abbandono scolastico. Messa a fuoco la situazione problematica, la si indaga, la si discute, la si interpreta e, se necessario, la si affronta con attività di tipo laboratoriale. La progettazione dell’esperienza nasce dalla discussione in classe: il docente ha il ruolo di guida, facilitatore, moderatore, ma sono gli studenti che per ogni fase dell’esperienza propongono modalità operative e condizioni di lavoro.

  18. Allora con didattica laboratoriale non si intende la passiva esecuzione di protocolli operativi, ma una progettazione condivisa che espliciti gli obiettivi della ricerca, individui grandezze varianti ed invarianti e definisca procedure operative mirate alla verifica delle ipotesi formulate. La realizzazione dell’esperienza e l’analisi dei risultati mediante il confronto tra i gruppi di lavoro porta all’interpretazione, alla modellizzazione e/o alla riprogettazione.

  19. Il ruolo di protagonista dello studente nella didattica laboratoriale lo educa progressivamente all’individuazione dei problemi, alla capacità di formulare ipotesi, operare scelte e padroneggiare processi. Infatti, se è importante che gli studenti abbiano consapevolezza della situazione problematica di partenza e dei risultati della ricerca, è altrettanto importante che sappiano giustificare ed argomentare le scelte fatte, ciò che imparino a prendere coscienza delle proprie strategie e del proprio modo di apprendere per migliorarlo e renderlo più efficace (metariflessione)

  20. La consapevolezza che la sua partecipazione contribuisce al successo del lavoro del gruppo è per lo studente fonte di motivazione, di emozione, di acquisizione di fiducia nelle proprie capacità,quindi di crescita di autostima e gli consente di raggiungere traguardi di competenza specifici e relazionali via via più elevati. L’uso di metodologie didattiche quali il Cooperative Learning e la Peer Education concorrono efficacemente ad educare lo studente ad acquisire capacità di autocontrollo, a saper gestire dinamiche di gruppo, ad assumere ruoli diresponsabilità, a far ricorso alle proprie risorse e a metterle a disposizione degli altri in un’ottica di condivisione di processi (obiettivi di cittadinanza)

  21. Asse dei linguaggi - Padronanza della lingua italiana - Utilizzare una lingua straniera per i principali scopi comunicativi e operativi - Utilizzare gli strumenti fondamentali per una fruizione consapevole del patrimonio artistico e letterario - Utilizzare e produrre testi multimediali Asse dei linguaggi Comunicare Imparare ad imparare Asse matematico - Utilizzare le tecniche e le procedure del calcolo aritmetico ed algebrico, rappresentandole anche sotto forma grafica - Confrontare ed analizzare figure geometriche, individuando invarianti e relazioni - Individuare le strategie appropriate per la soluzione di problemi - Analizzare dati e interpretarli…… Asse matematico Collaborare e partecipare Agire in modo autonomo e responsabile Asse scientifico-tecnologico - Osservare, descrivere ed analizzare fenomeni, appartenenti alla realtà naturale e artificiale e riconoscere nelle sue varie forme i concetti di sistema e di complessità - Analizzare qualitativamente e quantitativamente fenomeni legati alle trasformazioni di energia a partire dall’esperienza - Essere consapevole delle potenzialità delle tecnologie rispetto al contesto culturale e sociale in cui vengono applicate Asse scientifico-tecnologico Risolvere problemi Acquisire ed interpretare l’informazione Individuare collegamenti e relazioni Asse storico-sociale - Comprendere il cambiamento e la diversita’ dei tempi storici in una dimensione diacronica attraverso il confronto fra epoche e in una dimensione sincronica attraverso il confronto fra aree geografiche e culturali. - Collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti della Costituzione, della persona, della collettività, dell’ambiente - Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio Progettare Asse storico - sociale

  22. L’iceberg della competenza M. Castoldi

  23. Lo studente competente Lo studente competente è lo studente che possiede conoscenze,abilità, capacità e che sa mobilizzare queste sue risorse in un contesto diverso • per interpretare problemi • per progettare e mettere in atto strategie risolutive • per riflettere sulle strategie adottate ed autoregolare la propria azione redox

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