430 likes | 670 Vues
Analisi del territorio (A.A. 2011/12). Cap. 1 - Magnier e Russo Tra città e sistema urbano. Dopo una fase di relativa stabilità nel rapporto tra società e territorio, si innescano dagli anni ‘80 in poi una serie di processi innovativi che riguardano: il mutamento delle strutture urbane ;
E N D
Analisi del territorio(A.A. 2011/12) Cap. 1 - Magnier e Russo Tra città e sistema urbano
Dopo una fase di relativa stabilità nel rapporto tra società e territorio, si innescano dagli anni ‘80 in poi una serie di processi innovativi che riguardano: • il mutamento delle strutture urbane; • un nuovo tipo di relazioni tra città e campagna.
Inadeguatezza del termine “città” per designare una vasta gamma di processi, funzioni, significati e attori a livelli territoriali diversi. Di fronte al nuovo protagonismo delle “periferie” è preferibile la nozione di sistema urbano. Diversa valenza dell’idea di “confine”: fluido, mobile, elastico, permeabile.
Questioni terminologiche ed evoluzione della teoria • INURBAMENTO = migrazione di popolazione dalla campagna alla città • URBANIZZAZIONE = aumento della quota di popolazione che vive in città
URBANIZZAZIONE PRIMARIA = provocata dal consolidamento economico della città e dalla conseguente offerta di posti di lavoro (es. l’Italia del triangolo industriale durante il boom economico degli anni ‘50 e ‘60) • URBANIZZAZIONE SECONDARIA = agisce di riflesso, senza un corrispettivo nella crescita economica (es. Italia meridionale negli anni ‘60 e ‘70)
URBANESIMO = diffusione della cultura della grande città anche in ambienti extra-urbani. Fenomeno nuovo e per certi versi omologante. Trasformazione a livello dei valori, degli atteggiamenti e dei comportamenti.
Le ipotesi del declino urbano • Tra gli anni ‘70 e ‘80 si affermano diverse ipotesi su un declino urbano dovuto alla progressiva perdita di capacità occupazionale da parte dell’industria. • I dati sulla popolazione delle principali città industriali europee , da Genova e Torino sino alle Midlands inglesi, a Glasgow e a Belfast, sembrano confermare la tendenza.
DE-URBANIZZAZIONE o CONTRO-URBANIZZAZIONE = fenomeno di abbandono delle città osservato negli USA negli anni ‘70 e presagito per l’Europa negli anni ‘80. Abbandono delle città sia in senso fisico che culturale attraverso l’abbandono dell’urbanesimo come stile di vita?
Sempre USA, anni ‘70: DOWNWARDS = dal più grande al più piccolo OUTWARDS = dal centro all’esterno ACROSS = dal vecchio al nuovo
Evoluzione delle FunctionalUrbanRegions (insiemi urbani metropolitani definiti sulla base di criteri strutturali e funzionali) in sei stadi: • Centralizzazione con contrazione • Centralizzazione assoluta • Relativa centralizzazione • Relativo decentramento • Decentramento assoluto • Decentramento con contrazione
Ipotesi della diffusione urbana EX URBANIZZAZIONE = termine generico riferito alla trasformazione socio-territoriale che investe i grandi insiemi urbani con la diffusione di strade e automobili, consistente in una espansione fisica della città e nella tendenza dei cittadini a vivere in aree residenziali situate all’esterno di essa, pur mantenendo uno stile di vita urbano: continua ad affermarsi l’urbanesimo ma viene meno l’urbanizzazione.
SUBURBANIZZAZIONE = paradossale conseguenza dell’ex urbanizzazione, che porta alla perdita di ogni base economica propria da parte degli insediamenti rurali e alla loro trasformazione in aree residenziali della città. La campagna diventa sobborgo, periferia.
RURBANIZZAZIONE = l’urbanesimo non si afferma in modo incontrastato, anzi si assiste alla nascita di nuovi stili di vita e modelli di utilizzazione del suolo. Col termine si intende l’intensificazione degli scambi di valori, modelli e culture tra città e campagna, che farebbe sì che, mentre nella campagna si adottano modelli cognitivi della vita della città, nelle aree urbane si reintroducono pezzi di cultura rurale (attenzione per le aree verdi, modelli di edilizia ispirati alla vita rurale)
Terminologia della diffusione urbana Agglomerazione urbana = insieme denso e contiguo di insediamenti con i tratti culturali dell’urbanesimo. Conurbazione = insieme urbano nato dall’espansione di una singola città dotata di qualche carattere di preminenza, che porta all’assimilazione dei centri minori che la circondavano. Area metropolitana = unità spaziale urbana composta di una città centrale di sufficiente dimensione demografica e di aree urbanizzate gravitanti intorno alla città centrale e con questa strettamente interrelate [Ardigò 1967].
Ruolo di preminenza della città centrale (il mondo urbano è un mondo gerarchico) Quando è difficile stabilire una gerarchia netta per la presenza di diverse città si parla di aree metropolitane policentriche, es. l’area metropolitana Venezia-Verona-Padova. (Altro termine usato oggi è “megalopoli”)
Terminologia della città diffusa Città diffusa = insediamento denso ma non dotato di leggibile struttura gerarchica né di chiara appartenenza ad una cultura urbana. Presente in molte regioni italiane, soprattutto nella “Terza Italia”, dove il modello insediativo è quello tipico della società mezzadrile o di piccola proprietà. Caratteristiche: forte policentrismo produttivo, scarsa distinguibilità funzionale e radicato connubio culturale tra città e campagna.
Campagna urbanizzata = tipologia insediativa che ha accompagnato l’industrializzazione in Toscana: un continuum territoriale di aree a medio-alta densità abitativa, caratterizzato da imprese strettamente dipendenti – nella loro storia di successo – dalla loro stessa localizzazione, da specializzazioni diverse ma tutte nell’ambito dell’industrializzazione leggera o di settori terziari ad essa collegati.
Come si distingue quindi la città dalla campagna? L’Istat usa una tipologia insediativa basata sulla dimensione dispersione-concentrazione per individuare aggregati inferiori al comune: Centro abitato Nucleo abitato Case sparse
È viva e vegeta! La relazione tra industrializzazione e urbanizzazione è complessa, in Occidente nell’ultimo millennio sembra essersi adeguata a un andamento ciclico [Gottman 1983]. Le mutate esigenze della produzione non sostituiscono la città, semmai la rimodellano: “città globali”, reti urbane dominanti, distretti, varie modalità di rigerarchizzazione. Occorre spostarsi sul piano problematico delle relazioni tra città e globalizzazione.
Una seconda rivoluzione urbana Negli ultimi cinquanta anni a livello globale il processo dominante non è di diffusione ma di accelerata concentrazione. Popolazione mondiale che vive in città: XIX sec. = 10% 1975 = 35% 2000 = 50% 2030 = 60% (4,9 mld di persone su 8,1)
Le aree urbane sono le protagoniste della globalizzazione: • Per la loro capacità di innovazione tecnologica; • la loro partecipazione alla rivoluzione cognitiva; • Le loro risorse economico-finanziarie; • Le migrazioni che richiamano; • La loro plurietnicità [e mutliculturlismo]; • Le forme e il livello di espressione delle nuove domande che vi si manifestano.
UnitedNation Center forHumanSettlements: “il mondo, in concreto, è completamente urbanizzato, perché questi campi di forze che sono le città hanno il potere di connettere tutti i luoghi del mondo e tutte le popolazioni in un’unità produttiva in costante adattamento” [2001] Esempio: Popolazionecontributo al p.i.l. Lima 30% 40% Bangkok 12% 40%
Diversi tassi di crescita tra Nord e Sud del mondo Le migrazioni dalla campagna sono ancora oggi maggiori dove i benefici dello sviluppo (reddito dignitoso, alloggi decenti, maggiore longevità) sono stati disegualmente distribuiti sul territorio nazionale: Tassi di urbanizzazione Africa 1,6% Paesi industrializzati 0,3% Mondo 0,8%
Città protagoniste anche del dibattito sulle emergenze della nostra epoca: disoccupazione, povertà ed esclusione sociale, degrado ambientale, sicurezza, carenza di servizi urbani, abitazioni adeguate …
Rassegna delle tesi più diffuse sull’impatto della globalizzazione sugli insediamenti umani [UNCHS] Tre livelli: • Trasformazioni morfologiche • Impatti negativi • Impatti positivi
Trasformazioni morfologiche • Concentrazione e crescita delle mega-citta (>10 mil. Ab.); • Crescita agglomerazioni medie (100-500 mila ab.) e più piccole; • Formazione di sistemi regionali • Frammentazione della struttura urbana e sviluppo di agglomerazioni policentriche • Accresciuta variabilità della popolazione urbana
Progressivo decentramento delle strutture di governo urbano; • Crescente diversificazione dei comportamenti e degli stili di vita dovuti alla presenza di culture (etnie) e ceti diversi.
Impatti negativi • Espansione insediamenti informali (70-95% nei pvs); • Crescente difficoltà di accesso all’abitazione (40-50% della popolazione urbana mondiale vive in slums); • Aumento dei fattori di esclusione sociale (la metà dei poveri a livello mondiale vive in aree urbane dei pvs); • Degrado dell’ambiente urbano • Crescita dell’insicurezza • Degrado di servizi e infrastrutture • Contrazione dell’economia formale • Congestione della mobilità
Riemergere di gravi problemi di salute e d’igiene malgrado una maggiore disponibilità di servizi sanitari • Crisi della gestione dei sistemi urbani
Abitazioni Oggi nel mondo 20 milioni di persone che vivono nelle aree urbane sono prive di abitazione • Problema dell’adeguatezzadell’abitazione • La garanzia di godimento: la fragilità del titolo di godimento è fattore di marginalità • Indice di affollamento (superficie abitativa per persona)
Il costo dell’alloggio incide molto di più sul reddito dei poveri
18% delle abitazioni urbane mondiali non sono strutture permanenti (125 milioni di case) • Il 25% non è conforme alle leggi (175 milioni) • La maggior parte delle case definite non adeguate dall’ONU si trova nei paesi poveri • La nuclearizzazione delle famiglie dovrebbe accrescere rapidamente la richiesta di nuove abitazioni
Le costruzioni “formali” nei pvs copre solo le esigenze delle classi medie e agiate • Per i poveri c’è soprattutto l’autocostruzione
Città e crisi ambientale globale • Pesanti costi ambientali che sfidano i vantaggi della città (prossimità, economie di scala, maggiore efficienza dell’uso delle risorse, in primis quelle energetiche)
Elementi positivi • Crescente produttività e capacità di innovazione • Diffondersi dell’economia informale come risorsa • Emergere di nuovi attori erogatori di servizi • Mutamenti nella cultura amministrativa • Accelerazione della transizione demografica • Sviluppo umano nelle aree urbane • Diffusione di sintomi di crescita della democrazia • Formazione di relazioni stabili tra città a livello nazionale o regionale
Diversità culturale Molteplicità di attori