990 likes | 1.56k Vues
2. 1. INTRODUZIONE. Sulla base dell'origine dell'attribuzione delle funzioni, possiamo anche distinguere tra:Stato unitario: quando le funzioni degli enti di livello pi
E N D
1. Teoria del federalismo fiscale
2. 2 1. INTRODUZIONE Sulla base dellorigine dellattribuzione delle funzioni, possiamo anche distinguere tra:
Stato unitario: quando le funzioni degli enti di livello pi basso sono assegnate da un governo di livello superiore;
Stato federale: quando lattribuzione delle funzioni definita dalla Costituzione e le modifiche avvengono con il consenso degli enti coinvolti.
3. 3 Una struttura federalista presenta un compromesso tra una struttura centralizzata, con politiche applicate uniformemente sul territorio nazionale, ed una struttura completamente decentrata con decisioni totalmente autonome delle giurisdizioni.
4. 4 Principali obiettivi della teoria del federalismo fiscale
Definire i vantaggi (soprattutto in termini di efficienza) di un sistema decentrato rispetto ad un sistema centralizzato, tenendo conto dei possibili interventi del governo centrale, diretti a correggere le eventuali inefficienze delle decisioni decentrate oppure a realizzare obiettivi perequativi;
individuare quali funzioni attribuire al governo centrale e quali invece alle giurisdizioni locali;
definire la dimensione ottimale delle giurisdizioni;
esaminare gli effetti del decentramento sulla spesa pubblica.
5. 5 N.B.
Le prime tre categorie di analisi sono di tipo normativo, mentre lultima , principalmente, di tipo positivo.
La teoria tradizionale del federalismo fiscale ipotizza che i governi massimizzano il benessere collettivo.
Per amministrazioni locali (jurisdictions) intendiamo aree geografiche definite, dotate di un governo eletto, responsabile di funzioni stabilite da una giurisdizione superiore, o tramite un patto costituzionale.
6. 6 Principali vantaggi del decentramento
Il decentramento tutela la libert del popolo, favorendone il coinvolgimento nellattivit politica e la capacit di controllo sullattivit di governo, ed educa allamministrazione pubblica ed al perseguimento di obiettivi pubblici (Jefferson, Madison, Montesquieu, de Tocqueville).
Migliora lefficienza amministrativa, attraverso la divisione del lavoro e la specializzazione.
D voce alle minoranze, a livello nazionale.
7. 7 Permette la sperimentazione di programmi diversi
Rappresenta uno strumento di disciplina del settore pubblico, a causa:
del confronto che pu essere fatto con altre amministrazioni locali e che pu avere influenza sulla probabilit di rielezione dellamministrazione in esame;
della mobilit residenziale e degli investimenti (in generale, della base imponibile) che pu determinare uno spostamento verso giurisdizioni pi efficienti.
Permette la realizzazione di programmi di spesa differenziati secondo le preferenze locali con miglioramenti in termini di efficienza e di numero di persone soddisfatte rispetto alla soluzione centralizzata (teorema del decentramento di Oates).
8. 8 Principali svantaggi del decentramento
Difficolt di realizzazione di politiche distributive (necessario un intervento perequativo da parte del governo centrale)
Differenziazione delle giurisdizioni in base al reddito (fiscal zoning e stratificazione sociale).
Mancata tutela delle minoranze e dei gruppi pi deboli, a livello locale.
Concorrenza fiscale eccessiva con conseguente riduzione della spesa pubblica.
9. 9 Alla base del decentramento fiscale esiste un fondamentale trade-off:
Il decentramento delle decisioni produce vantaggi derivanti dalla realizzazione di politiche vicine alle diverse preferenze dei cittadini e dalla responsabilizzazione delle Amministrazioni locali (attraverso la concorrenza fiscale e la mobilit di residenti ed investimenti); ma, allo stesso tempo, esso indebolisce i sistemi redistributivi di ricchezza e potenzialmente introduce condizioni di ineguaglianza nellofferta di servizi pubblici.
10. 10 Attribuzione delle funzioni
Un tema centrale nella letteratura sul federalismo fiscale quello dellattribuzione delle funzioni.
In Fiscal Federalism (1972), Oates afferma che un sistema federalista potrebbe rappresentare la forma di governo ottimale, che accomuna i vantaggi di una struttura di governo decentrata e di una struttura centralizzata, qualora sia in grado di assegnare in maniera ottimale le funzioni pubbliche ai governi di diverso livello.
11. 11 Infatti, il decentramento decisionale permetterebbe un spesa coerente con le preferenze locali, mentre la mobilit residenziale garantirebbe un sistema competitivo di allocazione delle risorse.
Si cercato, quindi, di stabilire quali funzioni possono essere svolte efficientemente dal governo centrale e quali invece dovrebbero essere assegnate ai livelli di governo pi bassi.
Quale regola si pu seguire nellassegnamento efficiente delle funzioni ai governi di diverso livello?
12. 12 Criterio guida:
ottima corrispondenza (o criterio dellequivalenza)
Perch una funzione sia svolta a livello efficiente, larea geografica entro la quale unattivit svolta da una giurisdizione manifesta i suoi effetti deve coincidere con i confini territoriali della giurisdizione stessa.
13. 13 2. ATTRIBUZIONE DELLE FUNZIONI Secondo la classificazione tradizionale di Musgrave, le tre principali funzioni della finanza pubblica sono:
1. Funzione allocativa
2. Funzione redistributiva
3. Funzione stabilizzatrice
14. 14 2.1. Funzione allocativa
Oates (1972) dimostra come sia desiderabile, sulla base del criterio di efficienza, che la funzione allocativa, indirizzata principalmente alla fornitura di beni e servizi, sia svolta ad un livello decisionale decentrato.
Infatti, in presenza di beni pubblici locali, cio di beni il cui beneficio marginale del consumo interessa solo quelli che risiedono in una data area (e la cui offerta ottimale soddisfa la regola di Samuelson), il decentramento decisionale permette di definire politiche modellate sulle preferenze della collettivit locale.
15. 15 Daltra parte, scelte centralizzate relative a beni pubblici locali devono tenere conto delle preferenze delle diverse collettivit e, pertanto, queste non possono essere migliori di quelle realizzate dalle amministrazioni locali.
Inoltre, se vi fosse incertezza, probabile che queste amministrazioni locali abbiano informazioni relative alla preferenze ed esigenze della loro collettivit non inferiori a quelle che avrebbe lamministrazione centrale.
16. 16 Il Teorema del decentramento di Oates (1972) dimostra come la soluzione decentrata di fornitura di bene pubblico sar preferibile alla soluzione centralizzata.
Ipotesi
Beni pubblici locali (assenza di effetti di traboccamento)
Scelta centralizzata uniforme
Rendimenti di scala costanti (assenza di risparmi dalla centralizzazione)
Preferenze omogenee? Non necessariamente! (N.B.: le scelte non sono determinate dallelettore mediano)
17. 17 Immaginiamo due comunit, A e B, separate tra loro (senza effetti esterni reciproci).
Le quantit ottimali, Paretoefficienti, di bene o servizio pubblico locale sono pari a Xa e Xb. Scegliamo qualsiasi singolo livello uniforme di bene pubblico offerto da unautorit centrale. Questo produrr un livello di benessere, aggregato per le due comunit, non superiore a quello determinato con le scelta decentrate.
18. 18 Immaginiamo che la quantit offerta in maniera centralizzata sia Xc. La perdita di benessere derivante dalla soluzione centralizzata, rispetto alle soluzioni decentrate, sar pari alle aree tratteggiate.
P
Da=?iSMSia Db =?iSMSib
CMgX
Dc
Xa Xc Xb X
19. 19 Commenti
Lipotesi di uniformit della offerta centralizzata pu sembrare eccessiva. In realt, per dimostrare il teorema sufficiente ipotizzare che lamministrazione centrale non sia capace di modellare la fornitura di bene pubblico in ogni localit, allo stesso modo dellamministrazione locale. Anche questa ipotesi tuttavia difficile da giustificare nel caso in cui ci sia informazione perfetta.
20. 20 Daltra parte ci possono essere informazioni incomplete che non permettono al governo centrale di avere la stessa quantit di informazione, e quindi di dettaglio, del governo locale. In questo modo, si avrebbe una maggiore uniformit con le scelte centralizzate.
Questa maggiore uniformit pu anche essere indotta da pressioni politiche o vincoli istituzionali (anche costituzionali) che impediscono al governo centrale di garantire diversi livelli di fornitura a comunit diverse.
21. 21 2. La perdita di efficienza causata dalla soluzione centralizzata aumenta con la eterogeneit tra le giurisdizioni.
3. La stessa perdita di efficienza cresce al diminuire della elasticit delle domande locali rispetto al prezzo. Un ulteriore sostegno al decentramento deriva, pertanto, dai numerosi studi empirici che suggeriscono come tale elasticit sia piuttosto bassa.
22. 22 I costi decisionali, che sarebbero notevoli in presenza di molteplici enti locali, potrebbero annullare i benefici derivanti dalle scelte decentrate.
Il traboccamento, al di fuori dei confini della comunit, dei benefici derivanti dallofferta di beni e servizi pubblici difficile da evitare. Quindi la quantit offerta non sar ottimale. Tuttavia si possono confrontare queste perdite di efficienza con quelli derivanti dalla scelta centralizzata (che crescono al crescere della eterogeneit tra le domande delle diverse comunit): soluzione di second-best.
N.B. Gli effetti esterni possono anche essere negativi, come nel caso di esportazione delle imposte, analizzato pi avanti.
23. 23 I benefici in termini di efficienza derivano dal decentramento ed essi esistono anche in assenza di mobilit! Quindi, si pu usufruire di questi anche in quei paesi con bassa mobilit di imprese e residenti.
N.B. Nel caso in cui le scelte locali non fossero Pareto ottimali, ma quelle, per esempio, preferite dallelettore mediano, e se le preferenze nelle comunit sono sufficientemente eterogenee, allora la soluzione centralizzata potrebbe essere superiore a quella decentrata (anche se questultima garantisce la soddisfazione di un maggior numero di individui).
In questo caso, si potrebbe ritenere che residenti potrebbero spostarsi in altre comunit che offrono una migliore combinazione di imposte e servizi. Cos si giungerebbe a comunit con preferenze omogenee: la mobilit residenziale permette ai soggetti di esprimere le proprie preferenze votando con i piedi (Tiebout, 1956).
N.N.B.B. La mobilit di persone ed imprese pu avere effetti ambigui sullefficienza, come vedremo con la concorrenza fiscale.
24. 24 2.2. Funzione distributiva
La funzione distribuzione del reddito dovrebbe essere centralizzata.
La ragione principale risiede nella mobilit dei soggetti tra le varie comunit locali:
se una comunit prover ad attuare una politica di redistributiva, essa attrarr beneficiari (soggetti a basso reddito) da altre comunit; ci rende la politica potenzialmente insostenibile e potrebbe anche favorire la fuoriuscita dei soggetti ad alto reddito.
25. 25 Si pu notare come la politica redistributiva in grado di causare spostamenti tra aree anche quando la politica distributiva, per esempio unimposta sul reddito, adottata dalle varie amministrazioni la medesima.
Infatti, anche in questo caso, le regioni pi ricche sono in grado di finanziare una maggiore quantit di bene pubblico: i benefici netti fiscali (dati dalla differenza tra spesa pubblica pro-capite ed imposta pagata), anche denominati fiscal residuum da Buchanan, saranno pi alti nelle comunit pi ricche e quindi ci sar un incentivo a spostarsi verso le comunit con un reddito medio pi alto del proprio.
N.B. Se i bilanci sono neutrali non vi sar incentivo a muoversi, se regressivi vi un incentivo a migrare nelle regioni a basso reddito.
26. 26 Linefficienza deriva dal fatto che le scelte di una amministrazione locale arrecano degli effetti esterni ad altre comunit per i quali la prima non compensata; questi effetti, quindi, non sono tenuti in considerazione nelle scelte delle singole amministrazioni.
Tuttavia, difficile escludere che le amministrazione locali realizzino politiche che abbiano un effetto redistributivo.
Le inefficienze conseguenti possono corrette da trasferimenti da parte del governo centrale.
27. 27 Uno studio di Pauly (1973) evidenzia, tuttavia, come le scelte redistributive possano non essere efficienti se completamente centralizzate oppure decentrate, in presenza di mobilit tra le comunit. Nel primo caso infatti si avrebbero delle politiche uniformi che non sono ottimali per le diverse comunit; nel secondo caso, invece, le politiche locali producono degli effetti esterni.
In casi come questo, si potrebbero realizzare politiche redistributive locali con correzioni adottate attraverso trasferimenti dal governo centrale.
N.B. Esistono, tuttavia, risultati che dimostrano politiche redistributive locali efficienti.
28. 28 2.2. Funzione stabilizzatrice
Questa funzione sar esercitata efficientemente a livello centrale poich, se esercitata da un governo locale, prevedibile che i suoi effetti si manifesteranno, almeno in parte, al di fuori della giurisdizione.
E ci indebolisce lefficacia della politica di stabilizzazione.
29. 29 3. EFFICIENZA INDOTTA DALLA MOBILIT 3.1. Offerta efficiente di beni e servizi pubblici locali
Il punto di partenza del fondamentale studio di Tiebout (A pure theory of local expenditure, JPE 1956) la risoluzione del problema di rivelazione delle preferenze per i beni pubblici.
30. 30 Samuelson (1954) aveva avvertito che, se gli individui percepiscono che il loro contributo al finanziamento di un bene pubblico puro dipende dalle rivelazioni delle proprie domande, il mercato non in grado di fornire un meccanismo in grado di rivelare le preferenze individuali sulla quantit di bene/servizio da produrre e quindi di determinare la quantit efficiente di bene/servizio pubblico da fornire.
Lo studio di Tiebout ha, quindi, lo scopo principale di disegnare un meccanismo di risoluzione del problema del free-riding.
31. 31 Tiebout evidenzia come la mobilit residenziale produca una situazione di quasi-mercato dove i residenti scelgono la giurisdizione che offre la migliore combinazione di imposte e servizi, come se questi fossero negozi che offrono diversi prodotti a diverso prezzo.
In questo modo, il problema posto da Samuelson non si applica ai beni pubblici locali.
Risultato:
La mobilit residenziale garantir un efficiente livello di beni/servizi pubblici locali
32. 32 Ipotesi del modello:
completa mobilit;
reddito da dividendi (mobilit non influenzata da ricerca di reddito);
conoscenza perfetta dellofferta delle giurisdizioni;
numero sufficientemente elevato di giurisdizioni;
5.nessun effetto di traboccamento;
6. produzione a rendimenti di scala costanti.
33. 33 Ulteriori ipotesi implicite nel modello sono che:
Tutte le comunit finanziano i servizi pubblici locali attraverso imposte di capitazione.
Tutte le comunit hanno una dimensione efficiente: la popolazione di ogni giurisdizione mantiene un livello di popolazione tale che ci si trovi al minimo della curva dei costi medi pro-capite di offerta dei beni pubblici (la cui forma ad U)
34. 34 Commenti
Le ipotesi di base del modello spesso considerate troppo specifiche ed in contrasto con la realt; in particolare, lipotesi che la mobilit degli individui sia completa e non influenzata dalla ricerca del lavoro sembra irrealistica a meno che non si tratti di piccoli spostamenti tra aree urbane. Inoltre, lo spostamento di un individuo creer effetti esterni, se i servizi sono soggetti a congestione.
35. 35 Le ipotesi, tuttavia, sono utili ad evidenziare come la semplice mobilit residenziale rappresenti un meccanismo di rivelazione sincera delle preferenze, diverso dal voto, che garantisce unefficiente fornitura di beni/servizi pubblici locali.
Questa analisi ha rilevanza anche per la teoria delle scelte collettive, in quanto introduce un sistema concorrenziale e dei vincoli per le decisioni politiche.
Pur essendo possibile che vi siano delle inefficienze nel sistema, in seguito allabbandono di una o pi ipotesi, la mobilit residenziale rappresenta un importante fenomeno economico che influenza il valore di beni patrimoniali e le scelte pubbliche (imposte e spesa).
36. 36 Lassetto politico-istituzionale non descritto.
Tiebout, inoltre, non specifica come finanziata lofferta di beni e servizi locali. Si deve supporre che ogni immigrante paghi il costo marginale per lincremento di offerta del servizio. Con rendimenti di scala costanti, il costo fisso.
In realt per, in un sistema decentrato, (negli Stati Uniti, per es.) i residenti sono tassati in base al patrimonio (criterio del beneficio) od al reddito. In questo caso, quali sono i risultati del modello?
37. 37 Immaginiamo il caso in cui il gettito locale derivi da unimposta sul patrimonio e proponendo due diverse ipotesi (Hamilton).
(a) Se una comunit applica unimposta sulla propriet, mentre le altre adottano unimposta pari al costo marginale, allora ci sar una domanda di locazioni nella prima comunit da parte di residenti esterni. Se il mercato concorrenziale, i proprietari non saranno danneggiati in quanto potranno rifarsi sul prezzo di affitto.
Linefficienza relativa alla scelta dei proprietari della dimensione della propria propriet: a causa dellimposta, verr scelta una dimensione inefficientemente bassa di abitazioni.
38. 38 (b) Se tutte le comunit applicano imposte sulla propriet, allora avremo 2 inefficienze: nelle scelta della dimensione e della comunit. Infatti, le comunit omogenee con propriet di elevata dimensione sovvenzionano chi ha una piccola propriet nella stessa comunit. Quindi, il valore di case con le stesse caratteristiche sar diverso nelle diverse comunit (propriet grandi in giurisdizioni con omogeneit di propriet piccole avranno un valore inferiore a propriet con le stesse dimensioni in giurisdizioni con omogeneit di propriet grandi) a causa del fenomeno di capitalizzazione.
Soluzione: introducendo una regolamentazione sulle dimensioni della propriet (per es. fissando una dimensione minima -zoning-), si separa lonere fiscale dalla scelta della dimensione delle propriet e abbiamo cos giurisdizioni omogenee
39. 39 Dal punto di vista normativo, il risultato di fiscal zoning, cio di diversificazione di Enti territoriali per classi di reddito, stato interpretato negativamente per le sue conseguenze distributive.
La mobilit residenziale sottovalutata in Europa, dove bassa. Tuttavia, negli Stati Uniti, vi sono riscontri empirici a favore della tesi di Tiebout che i residenti si spostano sulla base del mix servizi-imposte offerto dalle diverse giurisdizioni.
40. 40 Verifiche empiriche rilevano che il livello dei servizi e delle imposte (oltre ad altri fattori) sia capitalizzato nel valore del patrimonio (con correlazione negativa per le imposte e positiva per il livello di servizi).
Questa capitalizzazione delle livello dei servizi e delle imposte sembra confermare la validit del modello, anche se sembra indicare una situazione di disequilibrio (in equilibrio non dovremmo avere mobilit e quindi capitalizzazione, ed alcuni risultati indicano una progressiva riduzione dellimpatto della capitalizzazione nel lungo periodo).
41. 41 3.2. Dimensione ottimale della comunit
Lanalisi di Tiebout indica quale il livello efficiente di servizi o beni pubblici offerti dallEnte locale, ma non dice nulla riguardo alla dimensione dellEnte.
Buchanan considera le giurisdizioni come dei club (An economic theory of clubs, 1965) che forniscono servizi collettivamente ai loro membri.
42. 42 Due obiettivi:
definire il livello di produzione dellattivit (cio di offerta del servizio)
definire la dimensione del club (cio il no. di membri)
Ipotesi
I servizi offerti sono soggetti a congestione nel consumo che, quindi, cresce con lingresso di nuovi membri i quali, tuttavia, si addossano parte dei costi: quindi i nuovi arrivati provocheranno benefici e costi.
Servizi pubblici locali (ristretti solo ai membri della comunit).
Produzione con rendimenti di scala costanti.
43. 43 Modello
Indichiamo con:
Ci il costo totale pro-capite di produzione, in funzione del livello di attivit, per una data dimensione i. (N.B.: i costi decrescono al crescere della dimensione)
Bi il beneficio totale pro-capite, in funzione del livello di attivit, per una data dimensione i. (N.B.: i benefici decrescono al crescere della dimensione per effetto della congestione)
Cxi il costo totale pro-capite di produzione in funzione della dimensione, per una data attivit i. (N.B.: i costi crescono con lattivit)
Bxi il beneficio totale pro-capite, in funzione del livello di dimensione, per una data attivit i. (N.B.: i benefici crescono al crescere dellattivit, ma solo inizialmente al crescere della dimensione).
44. 44 Benefici e Costi individuali
B1 C1
C2
B2 C3
B3
Livello di attivit del club
A1 A2 A3
Benefici e Costi individuali
Bx3
Bx2
Cx3 Bx1
Cx1 Cx2
D1D2D3 Dimensione del club
45. 45 Dimensione
Dott
Aott
Livello di attivit
46. 46 Problemi
Il modello non considera come gli individui si raggruppano. Gli individui si considerano con preferenze simili. Se le preferenze sono tante e differenti, abbiamo molteplici raggruppamenti, ma cos si perde parte dei guadagni derivanti da un risparmio dei costi.
La presenza di un numero elevato di club pu portare ad un eccessivo frazionamento, tale che la dimensione ottima del club non verr raggiunta, allora gli equilibri che si ottengono possono essere instabili.
47. 47 Derivazione dei livelli ottimali di attivit e dimensione del club
Entrambi i livelli si ottengono attraverso lattivit di un pianificatore pubblico.
Consideriamo una comunit che offre un servizio pubblico. Il costo pro-capite C/N. Al crescere della dimensione N, i membri esistenti subiscono un costo di congestione pari a BM (beneficio marginale decrescente) e un guadagno pari alla riduzione di costo pro-capite pari in valore assoluto a C/N.
I benefici collettivi sono massimizzati quando:
-N(BM)=C/N
Questa equazione indica la dimensione ottimale
48. 48 Per ottenere un ammontare di servizio prodotto efficiente dobbiamo fare riferimento alla condizione di Samuelson.
Per la produzione con costi marginali costanti, il costo totale di produzione del servizio G : C=G(SMTGX), dove X un bene privato utilizzato come numerario.
La condizione di Samuelson : N(SMSGX)=SMTGX. Possiamo riscrivere questa condizione nella maniera seguente: GN(SMSGX)=G(SMTG,X); oppure: G(SMSGX)= G(SMTGX)/N=C/N. Quindi:
C/N = G(SMSGX)
Il livello di attivit ottimale si ha quando il contributo individuale eguaglia i benefici individuali derivanti dal consumo del servizio.
49. 49 3.3. Altri vantaggi legati alla mobilit
La mobilit residenziale pu anche produrre dei vantaggi di tipo politico; per esempio, votando con i propri piedi si potrebbe evitare di continuare a fare parte di una minoranza.
Inoltre, la presenza di amministrazioni con una composizione dellelettorato omogenea potrebbe ridurre la lo scopo per lesercizio di attivit di lobbying.
50. 50 4. IL FINANZIAMENTO DEGLI ENTI TERRITORIALI SUB-NAZIONALI 4.1. Introduzione
Esistono tre diverse fonti di finanziamento degli Enti locali: tariffe pubbliche e tasse, imposte, trasferimenti da Enti di livello superiore.
51. 51 Abbiamo visto come la mobilit di residenti possa fare ottenere risultati efficienti.
Tuttavia, la mobilit delle persone come dei beni e servizi e delle risorse produttive (lavoratori e capitale) possono anche causare decisioni decentrate inefficienti.
In particolare le scelte di unamministrazione locale relative a spese ed imposte possono produrre distorsioni nelleconomia ed effetti esterni fiscali che determinano scelte di localizzazione inefficienti.
52. 52 Da un punto di vista normativo potremmo chiederci, quindi, quali imposte sarebbe desiderabile accentrate e quali no.
4.2. Attribuzione del potere dimposta
Secondo Musgrave:
Alla responsabilit del governo centrale vanno attribuite le imposte con fini di stabilizzazione o con elevato impatto distributivo, o quelle su beni e fattori caratterizzati da forte mobilit (imposta personale sul reddito; imposta sui profitti delle societ; imposte specifiche, di consumo e produzione; imposta sulle vendite, se pagate alla fase di produzione)
53. 53 Al governo locale sono, invece, da attribuire le imposte su fattori immobili o le imposte basate sul criterio del beneficio (imposta sulle vendite, se al dettaglio e se le giurisdizioni non sono eccessivamente frazionate; imposta sulla terra e sugli immobili, specialmente se ad uso residenziale; tariffe/prezzi pubblici).
54. 54 Lanalisi su questo tema tipicamente condotta ipotizzando immobilit internazionale e completa mobilit di beni e/o persone e/o risorse a livello locale.
Si potrebbe ritenere che imposte applicate ad un livello decentrato su beni, persone, o fattori mobili dovrebbero essere evitate, poich esse producono inefficienze dovute al mutamento delle scelte determinato dal tentativo di evitare limposta.
55. 55 Tuttavia questo problema esiste per le imposte su tali unit mobili che non sono legate al principio del beneficio.
Lefficienza, invece, si ottiene se queste unit mobili sono tassate sulla base dei benefici che essi ricevono dalla fornitura di beni e servizi pubblici da parte dei governi locali.
Abbiamo visto questo risultato per i residenti mobili nel modello di Tiebout, ma vale anche per i fattori produttivi mobili.
56. 56 Al fine di esaminare il tipo di imposta che permette scelte di localizzazione efficienti, ipotizziamo:
due enti territoriali (regioni, comuni,) A, B
beni pubblici locali
assenza di congestione nel consumo e di effetti esterni
perfetta mobilit della popolazione (lavoratrice) determinata dal differenziale di utilit tra le due regioni
rendimenti di scala decrescenti nella produzione dei beni pubblici (la concentrazione in una regione evitata dalla produttivit marginale decrescente del lavoro e dalla disponibilit fissa del fattore immobile - per es. la terra - che accresce il prezzo dei beni di consumo - gli alloggi - allaumentare dellimmigrazione);
57. 57 In equilibrio, lutilit che un soggetto ha dal risiedere in A deve essere uguale allutilit che avr dal risiedere in B, in assenza di costi di mobilit:
UA=UB
Vedremo come questa condizione implica o no un equilibrio efficiente sulla base del tipo di imposte necessarie adottate per finanziare il bene pubblico locale.
Unimposta capitaria commisurata al beneficio che si riceve andando a risiedere nellente territoriale ottimale per ogni soggetto.
58. 58 Questa imposta non sarebbe lump-sum perch si potrebbe evitare scegliendo una residenza diversa (esistono potenzialmente diverse imposte capitarie per le diverse entit locali).
Potrebbe, quindi, essere una poll tax, se legata al diritto di voto.
Tuttavia, questo tipo di imposta assai raramente utilizzato.
Si potrebbero considerare altre imposte che funzionino da prezzo per lacquisto di servizi pubblici locali.
59. 59 4.3. Il finanziamento con i tributi locali
Solo in alcuni casi, tuttavia, i servizi pubblici possono essere finanziati attraverso un pagamento di un corrispettivo ogni qual volta si fruisca di un servizio.
Pi in generale, si ricorre allintroduzione di tributi che coprono totalmente o parzialmente i costi della prestazione di un servizio pubblico ad un gruppo definito di beneficiari (come nel caso di alcuni servizi pubblici locali: raccolta di rifiuti, approvvigionamento idrico).
60. 60 Inoltre, lapplicazione di tasse basate sul criterio del beneficio e, quindi, sulla domanda individuale, ostacolata, per esempio, dai costi di gestione che implicherebbero, dalle lacune dinformazione, o dalla presenza di un obiettivo di equit (politiche redistributive).
I servizi locali possono anche avere effetti esterni (sono almeno parzialmente a consumo collettivo) che non rendono efficienti tasse basate sul costo di fornitura.
Altri beni/servizi pubblici, poi, non sono escludibili e devono essere finanziati con sistemi generali di entrata.
61. 61 Queste imposte non basate sul beneficio possono essere applicate con difficolt dai governi locali, in presenza di unit economiche mobili.
Questo argomento suggerisce che, in questi casi, lautorit centrale dovrebbe avere (almeno in linea di principio) il potere di prelievo fiscale.
Pertanto, (come avviene anche in Italia) pi efficiente che il governo centrale prelevi risorse per conto dei governi locali, in eccesso del fabbisogno proprio, e poi le trasferisca a questi (trasferimenti intergovernativi). Questo processo anche definito come compartecipazione delle entrate (revenue sharing).
62. 62 Se, per, imposte devono essere prelevate a livello locale (per es. per garantire unadeguata autonomia), allora queste scelte fiscali possono causare inefficienze, dovute, per esempio, allesportazione delle imposte, ad effetti esterni di congestione o sulle entrate di altre amministrazioni.
63. 63 A questo proposito, lanalisi teorica suggerisce che imposte basate sul criterio della residenza (o della destinazione) cio imposte su fattori produttivi legate alla residenza del proprietario, oppure su beni e servizi legate alla residenza del consumatore hanno una maggiore difficolt ad essere esportate delle imposte basate sul criterio della fonte (o di origine) cio imposte su fattori produttivi legate al luogo in cui essi sono utilizzati, oppure su beni e servizi legate al luogo di acquisto anche se questultime possono essere pi semplici da amministrare.
64. 64 Infatti, le imposte sulle vendite applicate da una regione possono gravare su acquirenti non residenti nella regione; imposte sui profitti societari possono finire col colpire investitori non residenti; imposte sulla propriet possono essere essere pagate da proprietari non residenti.
Lesportazione delle imposte indurr quella regione ad eccedere nel livello delle imposte.
N.B.
Lesportazione delle imposte possono anche essere verticali. Per esempio, se le imposte locali sono deducibili dal pagamento delle imposte nazionali allora il governo centrale sussidia i prelievi fiscali locali.
65. 65 La teoria , inoltre, suggerisce lutilizzo di imposte su unit economiche relativamente immobili.
In questa prospettiva, sarebbe desiderabile tassare la propriet terriera, poich riguarda un fattore immobile, cio offerto in maniera perfettamente inelastica.
Queste imposte saranno ovviamente capitalizzate nel valore della terra e permetteranno di ridurre le imposte sui fattori pi mobili.
66. 66 Consideriamo lesempio precedente e supponiamo che lamministrazione A applichi unimposta basata sul criterio della residenza TA (imposta capitaria od imposta sul reddito), mentre laltra applica unimposta dello tesso tipo TB.
Pertanto, il beneficio sociale di un nuovo residente sar pari al beneficio del soggetto entrante pi la riduzione di costo per gli altri residenti. La condizione di efficienza generale richiede che:
UA+ TA=UB+TB
La condizione di equilibrio di uguaglianza di utilit per il soggetto coincider con la condizione di efficienza solo se TA=TB. Ma non vi nessuna ragione perch questo sia realizzato. Leffetto esterno causa inefficienza.
67. 67 Supponiamo, invece, che sia adottata unimposta che sia applicata sulla propriet di un fattore immobile, la terra. Allora, non vi sar pi leffetto esterno determinato dallingresso di un nuovo soggetto (anche nel caso in cui questo compri della terra al suo ingresso: infatti, limposta sar capitalizzata nel prezzo della terra): la condizione di equilibrio di uguaglianza di utilit anche la condizione di efficienza.
68. 68 Distinguendo tra le due categorie dimposte, fonte e destinazione, possiamo avere risultati radicalmente diversi se le spese sono tutte destinate al finanziamento di beni/servizi pubblici puri o di beni/servizi con benefici appropriabili. Nel primo caso, unimposta basata sul criterio della residenza produrr una inefficiente migrazione dei lavoratori. Nel secondo caso, invece, sarebbe inefficiente avere unimposta basata sul criterio della fonte.
69. 69 Chiaramente, se la spesa pubblica indirizzata allofferta di beni pubblici puri ed impuri (soggetti a congestione) e privati, allora preferibile utilizzare entrambe le forme dimposta.
Indichiamo con CCMI i costi marginali di congestione derivanti dallentrata di un nuovo soggetto nella comunit I=A,B. Allora la condizione di efficienza sar
UA+ TA- CCMA=UB+TB- CCMB
Gli effetti esterni ora saranno due.
70. 70 Se le amministrazioni adottano imposte basate sul criterio della fonte, allora non vi saranno imposte sui residenti e lequilibrio si otterrebbe solo se i costi marginali di congestione sarebbero casualmente uguali.
Tuttavia si potrebbe adottare una combinazione di imposte, una basata sul criterio della residenza (imposta capitaria) che eguaglia CCMI, ed una sulla fonte (od origine), per esempio sul fattore immobile, che copre il fabbisogno locale.
71. 71 Quindi la combinazione ottimale dei due principi sarebbe qui dipendente dalla natura dei beni e servizi pubblici locali.
Questo schema impositivo misto chiaramente difficile da implementare.
Un caso specifico rappresentato dalla presenza di beni pubblici completamente rivali.
Immaginando rendimenti costanti di scala, il costo unitario sarebbe uguale al costo di congestione marginale.
In questo caso, unimposta capitaria che compensi leffetto di congestione sarebbe sufficiente a coprire i costi.
72. 72 Esempio di politiche distributive in presenza di mobilit
Un noto studio di Epple e Romer (JPE, 1991) dimostra che una redistribuzione di reddito pu essere endogenamente selezionata da governi locali anche in presenza di perfetta mobilit.
Ipotesi principali del modello:
tre comunit a basso, medio ed alto reddito;
due beni di consumo: abitazioni ed un paniere di beni (numerario), entrambi beni normali;
imposta proporzionale sul valore dellabitazione che finanzia una spesa lump-sum per ogni residente;
perfetta mobilit;
scelte fatte a maggioranza (elettore mediano) con condizione di single crossing rispettata.
73. 73 Risultati
Ipotizzando una funzione di utilit Cobb-Douglas ed una distribuzione del reddito log-normale.
Comunit senza proprietari
Se consideriamo la comunit con reddito medio, questa sceglier un livello di trasferimenti positivo, peraltro piuttosto alto rispetto ai livelli generalmente osservati.
I residenti comprendono che proponendo un maggior livello di trasferimenti attireranno residenti (non c miopia dellelettorato) e quindi faranno incrementare il prezzo delle abitazioni. Tuttavia, una parte dei trasferimenti saranno pagati dai proprietari che non potranno spostare la loro propriet in unaltra comunit.
74. 74 Comunit con soli proprietari
Il risultato cambia drasticamente, ed il livello di redistribuzione sar modesto. La perdita di valore del capitale limita i vantaggi delle redistribuzione per lelettore mediano.
Comunit miste
Se locatari e proprietari sono insieme nella comunit, sar possibile una redistribuzione di reddito, anche se lintensit di questi diminuir al crescere della percentuale di proprietari nella comunit.
Indicazione importante dello studio: non la perfetta mobilit a ridurre lampiezza delle politiche redistributive locali ma le differenze nelle preferenze dellelettorato (dipendenti dai differenti costi della redistribuzione legati alla propriet o meno dellabitazione).
75. 75 4.4.Vantaggi e svantaggi dellautonomia impositiva locale
Vantaggi
Imposte basate sul criterio del beneficio sono desiderabili, quando sono applicabili.
Disciplina finanziaria: il finanziamento dei servizi locali da parte del governo centrale non fornisce incentivi adeguati per un utilizzo efficiente delle risorse e pu avere effetti esplosivi sulla spesa pubblica (free-riding): lutilizzo di imposte locali limita la tendenza ad inefficienze e spese eccessive.
76. 76 Maggiore capacit di realizzazione di autonomi programmi locali.
Svantaggi
Esportazione delle imposte.
Queste creano inefficienze: la differenza tra costi e benefici per i servizi locali potrebbe, per esempio, provocare una spesa eccessiva da parte delle giurisdizioni che esportano le imposte.
N.B. Ovviamente questi problemi si riducono dintensit man mano che cresce il territorio di applicazione.
77. 77 Concorrenza fiscale
Gli Enti locali possono avere un incentivo a ridurre le imposte locali per attirare base imponibile, ottenendo un effetto netto positivo sul gettito.
Comportamenti concorrenziali da parte degli Enti locali, senza coordinamento, possono provocare una corsa al ribasso delle spese sociali; inoltre si potrebbe avere un indirizzo di imposizione elevata sui contribuenti immobili (per es. proprietari di beni immobili, lavoratori) e ridotta sui contribuenti mobili (per es. imprese produttive) i quali potrebbero anche beneficiare di spesa dirette a loro servizio.
78. 78 La concorrenza fiscale richiama una situazione di dilemma del prigioniero: ogni amministrazione vorrebbe essere lunica a ridurre le proprie imposte.
Poich ciascuna ha lo stesso incentivo, in equilibrio concorrenziale tutte le amministrazioni riducono le imposte non riuscendo nellintento di attrarre capitale.
Questo problema pu essere risolto attraverso la cooperazione o trasferimenti da parte di amministrazioni di livello superiore.
Tuttavia, anche la cooperazione comporta dei problemi:
Incrementa imposte non basate sul criterio del beneficio
Toglie un vincolo alla crescita del settore pubblico (Leviatano)
79. 79 La concorrenza tra le varie amministrazioni pu anche portare ad una inefficiente allocazione dei fattori produttivi mobili.
Per esempio, in assenza di imposte, il capitale sarebbe attratto dalle regioni con pi alte prospettive di rendimento, portando ad una situazione di eguaglianza dei rendimenti nelle diverse regioni, in equilibrio.
Con diverse imposte locali, il capitale sar attratto dal rendimento netto e questo causer uninefficiente allocazione degli investimenti.
80. 80 Esempio
Consideriamo due regioni con mercato del capitale integrato.
La perfetta mobilit del capitale causa:
una convergenza dei rendimenti reali di capitale;
un aumento della produzione complessiva delle regioni interessate;
effetti redistributivi nelle regioni di origine e destinazione: nella regione di destinazione, si abbassa il prezzo del capitale e dei fattori sostituti, mentre aumenta il prezzo dei fattori complementari. Effetti opposti si verificano nella regione di origine.
Per esempio, con funzione di produzione F(K,L) supponiamo che K1 sia lammontare di capitale nella regione 1 (K2 in 2)
81. 81 1 2
r1* Fk1 Fk2
gettito perdita di efficienza
r1 r2
r1*(1-t) r2*
(1-t)Fk1
? K2? B A ? K2
Al punto A i rendimenti sono eguagliati
Se la regione 1 introduce un imposta sui rendimenti pari a t, capitale fuoriesce da 1 ed in equilibrio avremo: (1-t)Fk1 =Fk2; cio: (1-t)r1* =r2 ? I rendimenti netti del capitale si sono ridotti in entrambe le regioni.
82. 82 Se i rendimenti da capitale sono tassati attraverso imposte basate sul criterio di residenza, allora tutti i redditi dei residenti sono tassati allo stesso modo, indipendentemente da dove si originano.
Quindi, se ogni regione adotta una residence based tax, il rendimento lordo eguagliato nazionalmente, in equilibrio.
Ci implica che le produttivit marginali del capitale sono eguagliate: efficiente allocazione degli investimenti.
83. 83 Se ogni paese adotta una imposta basate sul criterio della fonte (source based tax) avremo uninefficiente allocazione, in equilibrio.
NB.
La residence tax difficile da implementare per problemi di informazione e cooperazione (free-riding).
La cooperazione fiscale necessita la creazione di regolamentazione nazionale in grado di garantirne limplementazione.
84. 84 Il problema della concorrenza fiscale considerato particolarmente rilevante e potrebbe avere implicazioni negative anche per la qualit dellambiente.
Tuttavia, vi sono dei lavori che dimostrano come la concorrenza possa favorire lefficienza. Infatti Oates e Schwab dimostrano che se i governi locali massimizzano il benessere collettivo, allora la concorrenza che si determiner tra di loro porter ad un risultato efficiente, con la scelta delle combinazioni ottimali di imposta e spese che ottimizza il trade-off tra benefici e costi di una variazione delle imposte.
Inoltre, i servizi saranno prodotti in maniera efficiente. Infatti, la concorrenza far in modo che le imprese ed i residenti sceglieranno le giurisdizioni che spenderanno meglio le risorse sottratte alla collettivit.
Daltra parte linterazione strategica che si potrebbe sviluppare tra le regioni spesso produce risultati subottimali.
La teoria sembra comunque suggerire livelli di subottimalit generalmente ben superiori a quelli riscontrati dalla verifica empirica.
85. 85 4.5.Categorie di imposte locali
Le tasse su servizi sono piuttosto rare. Hanno i vantaggi di poter essere commisurate sulla base del beneficio, di favorire il controllo dellelettorato sulla spesa pubblica, di evitare che residenti paghino per servizi di cui usufruiscono anche i non residenti.
Daltra parte difficile attuare una perfetta discriminazione che tenga conto dei benefici e di aspetti perequativi; la presenza di effetti esterni complica la fissazione del prezzo; i costi amministrativi sono molto alti.
86. 86 Le imposte locali pi diffuse sono generalmente quelle sulla propriet immobiliare. Difficili da esportare, esse hanno il pregio di poter essere commisurate ai benefici derivanti dai servizi finanziati e, allo stesso tempo, di tenere conto anche della capacit contributiva.
Le imposte sul reddito sono meno adatte ad essere gestite localmente perch possono causare ineguaglianze e concorrenza fiscale. Questultimo problema esiste anche per le imposte sulle vendite al dettaglio, le quali potrebbero anche essere esportate.
87. 87 N.B. Si pu parlare di imposte locali solo quando gli Enti locali hanno il potere di decidere il tipo dimposta e/o laliquota (il carico dimposta). In questo caso, gli Enti locali godono di autonomia tributaria.
Spesso, per, i governi locali non hanno unautonomia tributaria piena. Con le imposte in sovrapposizione, la base imponibile determinata a livello nazionale, mentre le aliquote sono determinate dal livello di governo inferiore e si applicano allimponibile, nel caso delle sovrimposte, o al gettito nel caso delle addizionali.
Con la compartecipazione alle imposte, la base e le aliquote sono decise a livello nazionale; si verifica semplicemente una devoluzione di una quota di gettito da un governo di livello superiore ad uno di livello inferiore.
88. 88 4.6. Trasferimenti intergovernativi
Prof. W. Oates
4.7. Il finanziamento degli Enti Locali in Italia
Nella prospettiva di una sempre maggiore razionalizzazione delle scelte e responsabilizzazione dei governi locali, ed alla luce delle modifiche apportate dalla legge costituzionale n.3 del 18/10/01 al Titolo V della parte seconda della Costituzione, diventa importante analizzare gli effetti delle imposte locali (intese come strumenti di programmazione), dal punto di vista dellefficienza e della distribuzione del reddito.
89. 89 La progressiva devoluzione di competenze e funzioni amministrative e lassegnazione di fonti autonome di entrate addossa ai vari livelli di Governo nuove responsabilit di politica economica fiscale.
In Italia, i principali tributi locali sono: IRAP, ICI e addizionale IRPEF.
90. 90 LIRAP (Imposta regionale sulle attivit produttive)
stata introdotta dal 1 gennaio 1998, contestualmente allabolizione dei contributi sanitari.
unimposta diretta avente come base imponibile il valore aggiunto netto (ottenuto come differenza tra valore della produzione e costo delle materie prime e dei beni intermedi)
Presenta una larga base imponibile, anche se questa erosa da recenti esenzioni.
Il gettito attribuito alle regioni. Laliquota pari al 4,25%. Alle regioni attribuito il potere di maggiorare laliquota per un massimo di un punto percentuale. Tuttavia, le leggi finanziarie 2003 e 2004 hanno impedito lapplicazione delle leggi regionali.
91. 91 LICI
unimposta comunale sugli immobili, in vigore dal 1993.
La base imponibile il valore degli immobili.
Laliquota compresa tra il 4 ed il 7 per mille.
Ha il vantaggio di essere basata sul criterio del beneficio e di avere un imponibile immobile.
Altre entrate per i Comuni:
imposte di registro, ipotecarie e catastali, tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, diritto sulle pubbliche affissioni; imposta comunale sulla pubblicit; tassa su occupazione di spazi in aree pubbliche; adizionale allimposta sul consumo di energia elettrica.
92. 92 Sovrimposte/addizionali e compartecipazioni
Le leggi Bassanini del 1997 hanno introdotto addizionali e compartecipazioni.
Sovrimposta (detta addizionale) allimponibile dellIRPEF; per le Regioni fissata tra lo 0,9% e un massimo dell 1,4%. Le Regioni hanno anche una compartecipazione al gettito IVA, nella misura del 25,7% ed una compartecipazione allaccisa sulle benzine.
Per i Comuni, per lanno 2005, la quota di compartecipazione al gettito dellIRPEF stabilita nella misura di 6,5% delle entrate 2004.
Per le Province, per lanno 2004, istituita una compartecipazione al gettito dellIRPEF nella misura dell1%.
93. 93 Altri tributi regionali
Tasse sulle concessioni regionali (tra cui la tassa di circolazione automobilistica); tassa per il diritto allo studio universitario; compartecipazione allaccisa sulla benzina (0,13 x litro); tasse su deposito rifiuti.
Altri tributi provinciali
Imposta su assicurazione RC; imposta prov. di trascrizione degli autoveicoli; addizionale allimposta sul consumo di9 energia elettrica; contributo sulla concessione edilizia; tributo prov. per i servizi di tutela ambientale
94. 94 TRASFERIMENTI
Aboliti tutti i trasferimenti a favore delle regioni ordinarie, le minori entrate sono compensate dallaumento delladdizionale IRPEF e dallintroduzione della compartecipazione allIVA (pari al 38,55%).
Inoltre, stato istituito un Fondo perequativo nazionale (introdotto dal decreto n.56/2000) per la realizzazione di obiettivi solidariet interregionale. Lobiettivo a consentire a tutte le Rso di svolgere le proprie funzioni e di erogare i servizi di loro competenza a livelli essenziali ed uniformi su tutto il territorio nazionale. Il fondo perequativo nazionale (introdotto dal decreto n.56/2000) finanziato attingendo alla compartecipazione allIVA ed eventualmente alla compartecipazione allaccisa sulla benzina.
95. 95 La determinazione delle quote effettuata in funzione di parametri riferiti alla popolazione residente ed alla capacit fiscale (le cui distanze rispetto alla media dovranno essere ridotte del 90%) ai fabbisogni sanitari e alla dimensione geografica di ciascuna regione.
Esse sono fissate in modo tale da assicurare comunque la copertura del fabbisogno sanitario alle regioni con insufficiente capacit fiscale
96. 96 Altri trasferimenti sono concessi ai Comuni per finanziare i servizi indispensabili delegati dallo stato ai comuni. Le risorse sono distribuite tenendo conto delle risorse erariali e del fabbisogno standardizzato (costo standard dei servizi indispensabili), ed anche del degrado delle condizioni socioeconomiche, della presenza di insediamenti militari, delle dimensioni demografiche.
97. 97 Inoltre, il Fondo perequativo per gli squilibri di fiscalit locale eroga trasferimenti ai comuni le cui basi o gettiti sono inferiori alla media della classe di appartenenza; il Fondo ordinario per gli investimenti eroga trasferimenti a Comuni e Province in funzione delle spese medie pro capite sostenute per lavori pubblici, mentre il Fondo nazionale speciale per gli investimenti trasferisce a favore di comuni in gravi condizioni di disagio economico-sociale o i cui consigli comunali sono stati sciolti per mafia.
Il Fondo Consolidato, infine, fornisce contributi per finanziare attivit specifiche che le municipalit dovrebbero realizzare.
98. 98 5. STRUTTURA FEDERALE E CONDIVISIONE DI RISCHIO La raccolta centralizzata delle imposte e la loro distribuzione tra le diverse regioni, pu permettere a queste di raggruppare i loro rischi specifici e, quindi, di assicurarsi.
99. 99 Uno studio di Asdrubali, Srensen e Yosha (QJE, 1996) esamina la condivisione di rischio negli Stati Uniti dal 1963 al 1990 e rileva che il 13% degli shock di produzione sopportati da singoli sono stati alleviati dal governo federale attraverso imposte, spese e trasferimenti federali (questi essendo responsabili dellattenuazione di solo il 2,5% degli shock).
Persson e Tabellini, in un interessante studio (Econometrica, 1996), esaminano il trade-off che in una federazione si ha con la centralizzazione delle scelte fiscali: i benefici assicurativi derivanti dalla condivisione di rischio vanno confrontati con le distorsioni nelle scelte locali legate al rischio morale generato dalla stessa condivisione del rischio.
100. 100 I risultati mostrano che la soluzione di first-best con piena condivisione di rischio e livello ottimale di investimenti locali pubblici per la riduzione del rischio si ottiene nellequilibrio cooperativo tra gli elettori mediani.
In equilibrio non cooperativo, invece, la condivisione del rischio sar completa ma gli investimenti saranno inferiori a quelli ottimali poich gli elettori non internalizzeranno gli effetti provocati alle altre regioni (third best).
Tuttavia, se la condivisione dei rischi scelta prima delle decisioni regionali sugli investimenti, la capacit di commitment del governo centrale induce un equilibrio di second-best dove la condivisone del rischio non completa ma gli investimenti sono meno subottimali di quelli nellequilibrio precedente (ci incentivato dalla assicurazione incompleta, legata al commitment)