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IGIENE E MEDICINA SOCIALE

IGIENE E MEDICINA SOCIALE. Corso di Laurea in Scienze e Tecniche del Servizio Sociale Prof. Gianfranco Tarsitani. Igiene.

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IGIENE E MEDICINA SOCIALE

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Presentation Transcript


  1. IGIENE E MEDICINA SOCIALE Corso di Laurea in Scienze e Tecniche del Servizio Sociale Prof. Gianfranco Tarsitani

  2. Igiene Igea: Figlia di Asclepio e di Epione, è la dea della salute e dell'igiene. Nella religione greca e romana, Igea viene invocata per prevenire malattie e danni fisici; Asclepio per la cura delle malattie e il ristabilimento della salute persa. L’Igiene è la disciplina medica che ha come obiettivo il mantenimento, il potenziamento e la promozione della salute del singolo individuo e della collettività. IGIENE EPIDEMIOLOGIA PREVENZIONE EDUCAZIONE SANITARIA

  3. Salute OMS, 1948 “Stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia o infermità”. ARTICOLO 32 “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

  4. Epidemiologia L’epidemiologia (επι = sopra, δημος= popolo, λογος= discorso, studio) è la disciplina che studia la distribuzione dei fenomeni legati alla salute e alla malattia e i determinanti di queste condizioni in diverse popolazioni. OBIETTIVI • Descrivere lo stato di salute e di malattia nella popolazione • Individuare i determinanti di salute e di malattia • Progettare e quindi valutare l’efficacia degli interventi sanitari (preventivi, curativi e riabilitativi)

  5. Determinanti di salute Dahlgren e Whitehead, 1993

  6. Prevenzione Primaria Insieme di misure tendenti ad evitare l’insorgenza della malattia agendo sulle cause e sui fattori di ri-schio; consiste nella promozione e nel mante-nimento della salute attraverso interventi individuali o collettivi effettuati sulla popolazione sana.

  7. PrevenzioneSecondaria È un atto clinico-diagnostico che ha lo scopo di identificare precocemente un processo morboso per un immediato intervento terapeutico che ne inter-rompa o ne rallenti il decorso (ad es. gli screening).

  8. PrevenzioneTerziaria È l’insieme delle misure da attuare al fine di prevenire l’insorgenza di complicanze, cronicizzazione e disabi-lità contribuendo ad allungare la sopravvivenza e migliorare la qualità della vita.

  9. Educazione Sanitaria “Processo di comunicazione interpersonale diretto a fornire le informazioni necessarie per un esame critico dei problemi della salute ed a responsabilizzare gli individui ed i gruppi sociali nelle scelte comportamentali che hanno effetti, diretti o indiretti, sulla salute fisica e psichica dei singoli e della collettività”. Alessandro Seppilli, 1970

  10. Carta di Ottawa (1986) AZIONI PRIORITARIE costruire politiche pubbliche per la salute creare ambienti favorevoli per la salute potenziarel’azione della comunità per la salute sviluppare le abilità personali ri-orientare i servizi sanitari STRATEGIE patrocinare condizioni che promuovono salute mettere in grado la popolazione di controllare i determinanti di salute per ridurre le disparità Mediare tra differenti interessi della società

  11. Demografia L’insieme di descrizioni e analisi che mirano a identificare le norme e le regole che presiedono: • la vita biologica degli individui (nascite e decessi) • la vita sociale (matrimoni, composizione della famiglia, insediamento e mobilità della popolazione) • l’attività economico-sociale (diverse condizioni profes-sionale e ambientali) e mediante tali norme individuare le leggi che regolano la formazione, l’evoluzione e l’estinzione delle popolazioni. (SomogyiS., 1979)

  12. Le fonti demografiche in Italia Istituto Centrale di Statistica Censimenti Demografici Rilevazione delle caratteristiche generali dello stato della popolazione all’inizio di ogni decade. Movimento della popolazione Nascite, decessi e matrimoni (Annuario di Statistiche Demografiche); iscrizione e cancellazione anagrafiche; espatri e rimpatri di cittadini italiani e movimento da e per l’estero di cittadini stranieri (Popolazione e movimento anagrafico dei comuni). Situazione Sanitaria Cause di decesso. Denuncia di malattie infettive e diffusive. Ricoverati negli istituti di cura secondo le cause di ricovero (Annuario di Statistiche Sanitarie).

  13. Le fonti demografiche nel mondo Agenzie internazionali ed enti collegati • WHO-OMS World Health Organization • FAO Food and Agricultural Organization • UNFPA UN Population Fund • UNDP UN Development Program • UNHCR UN High Commission for Refugees

  14. Dati • Disponibili (raccolti per obblighi di legge o per sistemi cre-ati ad hoc) • Parzialmente disponibili (ad es. elaborati in forma aggre-gata) • Non disponibili • In forma aggregata (descrivono un fenomeno in un gruppo o in una popolazione, ad es. tassi di mortalità, prevalenza di un fattore di rischio, livelli medi di un inquinante) • Dati individuali (riguardano osservazioni o misurazioni di-rette sulla persona, come i valori ematici di un metabolita, terapie somministrate, percezioni soggettive)

  15. Misure Epidemiologiche • Misure della frequenza degli eventi • Misure di effetto o associazione • Misure di impatto sulla popolazione Nell’ambito delle misure epidemiologiche di frequenza, distin-guiamo: • Descrizione del numero di eventi (semplice quantificazione in termini assoluti di un fenomeno, ad es. il numero di femmine in aula) • Rapporti (esprime la relazione tra due quantità indipendenti tra loro, ad es. il rapporto femmine:maschi in aula) • Proporzioni (tipo particolare di rapporto, in cui il numeratore è incluso nel denominatore; il risultato può assumere valori tra 0 e 1 ed essere espresso come percentuale, ad es. percentuale di fem-mine fra i presenti) • Tassi (particolare rapporto che inserisce la variabile temporale)

  16. EQUAZIONE FONDAMENTALE Misure Demografiche Pt0 = n - m + (i – e) Pt0 popolazione nel tempo t con 0 nnascite m decessi (i – e)saldo migratorio i immigrazioni; e emigrazioni

  17. Demografia P1 – P0 T = k Tasso di crescita della popolazione P0

  18. Tasso di crescita nel mondo

  19. Piramide delle età 1901 Italia 2001

  20. Indicatori di Mortalità M TASSO GREZZO DI MORTALITÀ = x 1.000 P M = NUMERO DEI DECESSI NEL TEMPO t (solitamente un anno) P = POPOLAZIONE TOTALE NEL TEMPO t (solitamente la media della po-polazione in un anno o la popolazione totale a metà anno) TASSO DI MORTALITA’ INFANTILE Num. annuale di decessi nel primo anno di vita Num. nati vivi nello stesso anno x 1.000

  21. Cause di Morte in Italia

  22. Mortalità infantile nel mondo Fonte ISS, 2000

  23. Indicatori di Natalità e Fecondità TASSO DI NATALITA’ Numero annuale di nati vivi Popolazione (media in un anno o a metà anno) x 1.000 TASSO DI FECONDITA’ GENERALE Numero annuale di nati vivi Popolazione femminile fertile (età 15-49 anni)* x 1.000 * Standard suggerito dall’OMS

  24. Tassi di natalità EUROPA DELL’EST 15,31‰ ITALIA 9,9‰ PAKISTAN 45,8‰ BANGLADESH 39,6‰ AFRICA MEDITERRANEA 35,7‰ AFRICA ORIENTALE 47,62‰ AFRICA OCCIDENTALE 47,62‰

  25. Speranza di vita e QALY Speranza di vita media alla nascita: la media degli anni di vita che i nuovi nati avrebbero davanti a sé con i tassi di mortalità specifici per sesso ed età di preciso quel momento QALY (QualityAdjusted Life Year): usato come indicatore dei benefici derivati da un intervento sanitario. Tiene conto non solo della “quantità” della vita, in termini di anni guadagnati, ma anche della qualità della stessa, in base ad un indicatore di autopercezione. QALY = n°anni x coefficiente qualità della vita Un anno in buona salute = 1 - Anni in cattiva salute < 1 – Morte = 0

  26. Misure Epidemiologiche • Grezze o generali: non tengono conto di alcuna diversità all’interno della popolazione in esame • Specifiche: prendono in esame il parametro in studio nei diversi sottogruppi che compongono la popolazione, ad es. mortalità per classi d’età e sesso, incidenza di malattia in diverse classi sociali • Standardizzate: misure che vengono “aggiustate” ponendole in relazione con una popolazione standard di riferimento; questo permette di confrontare i dati provenienti da popolazioni di composizione differente

  27. Tassi grezzi I Tassi Grezzi di differenti popolazioni non sono facilmente paragonabili fra loro, per-ché spesso i gruppi considerati non sono omogenei tra loro; infatti vi possono es-sere diversità anche notevoli riguardo alla distribuzione per età, sesso, classe sociale, attività lavorativa ecc.

  28. Tassi grezzi di mortalità a confronto Mortalità in Svezia Mortalità a Panama 9,8 7,7 in Svezia si muore più che a Panama?

  29. Tassi specifici di mortalità Mortalità per classi d’età in Svezia Mortalità per classi d’età a Panama 9,8 1,1 3,6 45,7 7,7 5,3 5,2 50,1

  30. Distribuzione per fasce d’età

  31. Confrontare i Tassi grezzi Questi confronti sono corretti, ma scomodi perché numerosi. In molte circostanze sarebbe utile avere un solo tasso riassuntivo per popolazione che tenga però conto delle differenze nella struttura della popolazione. Che fare dunque? Per rimuovere l’influenza di qualche variabile confondente quale l’età e poter confrontare due o più popolazioni usiamo la STANDARDIZZAZIONE

  32. Standardizzazione Consiste nel paragonare i dati delle due popolazioni sulla base di una popolazione standard di riferimento. La popolazione standard di riferimento può essere: • una delle due popolazioni in studio (generalmente la più numerosa) • le due popolazioni in studio combinate (per esempio, la loro media) • una popolazione standard esterna (per esempio una delle popolazioni fornite dall’OMS)

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