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IGIENE

IGIENE. LA PROFILASSI DELLE MALATTIE INFETTIVE: DISINFEZIONE E DISINFESTAZIONE. Sezione di Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dipartimento di Medicina Sperimentale ed Applicata Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Brescia . MEZZI CHIMICI DI DISINFEZIONE.

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  1. IGIENE LA PROFILASSI DELLE MALATTIE INFETTIVE: DISINFEZIONE E DISINFESTAZIONE Sezione di Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dipartimento di Medicina Sperimentale ed Applicata Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Brescia

  2. MEZZI CHIMICI DI DISINFEZIONE

  3. DISINFEZIONE Mezzi naturali: luce solare (U.V.- λ2250-3000Å essiccamento differenze brusche di temp. e pH concorrenza vitale batteriofagia diluizione Mezzi artificiali: fisici e chimici

  4. DETERGENTE Sostanza che modifica le forze di tensione superficiale. Il grasso e lo sporco in genere sono adesi alle superfici con forze superficiali: il detergente diminuisce la tensione superficiale tra sporco e superficie e favorisce l’asportazione dello sporco. La pulizia accurata con l’uso di detergenti abbassa notevolmente la carica batterica. ANTISETTICO/BATTERIOSTATICO E’ un composto chimico ad azione germicida utilizzato sui tessuti viventi, mucose, congiuntiva, cute (solo uso esterno) DISINFETTANTE E’ un composto chimico ad azione germicida utilizzato su oggetti e superfici

  5. DISINFETTANTI: MECCANISMI D’AZIONE

  6. DISINFETTANTI (1) Requisiti ideali: • Ampio spettro di azione (virus, forme vegetative e spore batteriche, miceti, protozoi) • Non tossicità • Capacità di agire anche in presenza di sostanze organiche (sangue, urine, feci, pus, tessuti necrotici, ecc.) • Non danni ai materiali da trattare (materiali) • Facilità di applicazione • Rapidità d’azione • Efficacia prolungata nel tempo • Facilità di conservazione, economicità e facilità di impiego.

  7. DISINFETTANTI (2) Requisiti complementari: • Elevato potere di penetrazione • Non ostacolare i processi di cicatrizzazione e di fagocitosi • Non irritare i tessuti e non indurre sensibilizzazioni • Essere miscelabile con tutti i liquidi (acqua potabile, acqua deionizzata e distillata, alcool, acetone, ecc.) senza precipitare o subire effetti di chelazione o inibizione.

  8. Fattori propri del disinfettante concentrazione delle soluzioni stabilità delle soluzioni pH delle soluzioni Fattori inerenti la popolazione microbica specie microbica e fase del ciclo vitale entità della popolazione microbica età delle cellule microbiche variazioni della resistenza batterica Fattori inerenti il materialida disinfettare pulizia preliminare o concomitante del substrato compatibilità completezza del contatto intimità del contatto tempo del contatto temperatura di impiego presenza di sostanze organiche Requisiti nei confronti della popolazione microbica efficacia FATTORI CHE INFLUENZANO L’AZIONE DEI DISINFETTANTI - FATTORI LIMITANTI

  9. RISCHI DA MEZZI CHIMICI DI DISINFEZIONE • EFFETTI BIOLOGICI: • TOSSICO • IRRITANTE • MUTAGENO • TERATOGENO • EFFETTI NON BIOLOGICI: • CORROSIONE • INFIAMMABILITA’ • INSTABILITA’

  10. Resistenza dei microrganismi • Una caratteristica dei microrganismi è la resistenza ai diversi agenti fisici e chimici • Alcuni microrganismi (gonococchi, meningococchi per es.) sono poco resistenti e sono rapidamente inattivati • La maggior parte dei virus è più resistente per l’assenza di una membrana che li riveste • I micobatteri sono naturalmente resistenti (bacilli acido-alcool resistenti)

  11. Scala di sensibilità dei microrganismi ai Disinfettanti Spore Micobatteri Virus non lipidici (poliovirus, coxsackie, rhinovirus, HAV) Funghi Batteri in forma vegetativa (pseudomonas aeruginosa, staphylococcus aureus, meningococco, gonococco, ecc) Virus lipidici (HSV,CMV,RSV,HBV,HIV, orto e paramixovirus)

  12. DISINFEZIONEModalità • Continua o concomitante • Terminale • Estemporanea • Periodica

  13. DISINFEZIONE DI LIVELLO ALTO La disinfezione d’alto livello permette l’inattivazione della maggior parte delle spore. La differenza con la sterilizzazione chimica dipende dal numero di spore che possono essere rimosse e quindi dalla carica infettante: la disinfezione d’alto livello distrugge i virus e i batteri, ma non garantisce l’inattivazione di tutte le spore se presenti in grande quantità. DISINFEZIONE DI LIVELLO INTERMEDIO Questi disinfettanti non sono sporicidi, anche se alcuni, teoricamente, prolungando molto il tempo di contatto, potrebbero avere una modesta azione sporicida. DISINFEZIONE DI LIVELLO BASSO In genere non hanno attività virucida, né sporicida. I tensioattivi cationici, in tempi lunghi, potrebbero alterare il capside virale e quindi portare alla perdita di infettività.

  14. LIVELLI DI AZIONE DEI DISINFETTANTI IN FUNZIONE DEL TIPO DI MICRORGANISMO (EPA)

  15. COMPOSIZIONE CHIMICA DEI DISINFETTANTI/ANTISETTICI INORGANICI: ACIDI ALCALI SALI DI METALLI PESANTI OSSIDANTI (O3, H2O2) (*) ALOGENI (Ipocloriti, Iodio, Iodofori) ORGANICI: ALCOLI ALDEIDI (glutaraldeide,formaldeide) (*) FENOLO E DERIVATI TENSIOATTIVI CATIONICI BIGUANIDI (Clorexidina)

  16. DISINFETTANTI INORGANICI • Acidi forti: • solforico, cloridrico, nitrico • Acidi deboli: • acetico, borico, tannico • Alcali: • Calce • Ossidanti diretti: • ozono, perossido di idrogeno, permanganato di potassio • Sali di metalli pesanti: • argento, oro, rame, mercurio

  17. SALI DI METALLI PESANTI DERIVATI ORGANICI DEL MERCURIO E DELL’ARGENTO MERCUROCROMO MERCUROFENE 1: 500 - 1: 5000 METAFENE MERTIOLATIOLATO (THIOMERSAL) MERFENILE ( fungistatico) NITRATO D’ARGENTO

  18. OSSIDANTI • H2O2 al 3-6%: antisettico cute (sterilizza al 30% o usato come gas plasma) (*) • O3: disinfettante (sterilizza all’8%) (*) • Permanganato di potassio: antisettico cute

  19. ALOGENI • Bromo • Cloro: • Cloro gassoso • Biossido di cloro (*) • Ipocloriti (Na, Ca, K) (candeggine) • Cloramine (steridrolo) • Iodio: • Sol. alcolica 2% o 7% (tintura di iodio) • Sol acquosa di iodio e ioduro di potassio 5% (liquido di Lugol) • Iodofori (povidone-iodio)

  20. CLORO E DERIVATI (1) • E’ un gas giallo verdastro di odore pungente, tossico per tutti gli organismi viventi • Per la disinfezione si usano i suoi composti più maneggevoli • La loro caratteristica comune è produrre in soluzione acquosa acido ipocloroso indissociato (HClO) dotato di elevata attività germicida • Tale attività è in rapporto al titolo in Cloro attivo cioè alla capacità di produrre acido ipocloroso non dissociato

  21. CLORO E DERIVATI (2) • Ha azione microbicida a dosi molto basse (0,3 mg/l) dovuta alla capacità di alogenare ed ossidare le sostanze proteiche • La sua azione interessa i gruppi sulfidrilici di alcune proteine enzimatiche • Agisce su Gram+, Gram-, virus non lipidici e spore COMPOSTI DEL CLORO • Ipoclorito di Sodio (NaClO): efficace al 5,5% (55.000 ppm) • Ipoclorito di Calcio - Ca(ClO)2:cloruro di calce • Cloramine • Biossido di cloro (*) sterilizzante 20mg/l, umidità 50%

  22. IODIO • I composti dello iodio sono tollerati dalla cute integra (disinfezione aree cutanee prima di interventi chirurgici e prelievi di sangue) • N.B. Se usati su ferite o abrasioni ritardano la cicatrizzazione • L’azione ossidante dello iodio è rivolta verso tutte le proteine, per cui l’efficacia disinfettante è limitata dalla presenza di sostanze proteiche • E’ corrosivo e può colorare il substrato in modo permanente • Si possono ridurre gli svantaggi, utilizzando IODIO coniugato con detergenti sintetici non ionici per formare composti detti IODOFORI

  23. Iodofori (I) • Sono composti dello IODIO in cui questo elemento è unito a vettori rappresentati da agenti tensioattivi, generalmente non ionici che svolgono azione detergente • Queste sostanze potenziano alcune proprietà dello Iodio: • Aumentano la solubilità in mezzo acquoso • Eliminano le proprietà istiolesive • Diminuiscono gli effetti di sensibilizzazione • Eliminano la tingibilità e il caratteristico odore Liberano lo Iodio in mezzo acquoso in modo graduale

  24. Iodofori (II) • Il più utilizzato è il Polivinilpirrolidone (PVP-I) (Betadine) che è un polimero solubile in acqua (soluzione idroalcolica) caratterizzato da alta pressione colloidale ed osmotica. • Le soluzioni che lo contengono hanno le seguenti caratteristiche: • Bassa tensione superficiale • Massima penetrazione nei tessuti • Le proprietà antisettiche e battericide sono conservate anche in presenza di sangue, siero, pus, tessuti necrotici • Non macchia cute e tessuti • E’ stabile e inodore • Prolunga il tempo di azione antisettica con una graduale e controllata cessione di iodio elementare attivo

  25. ALCOOLI (I) Sono coagulanti delle proteine plasmatiche. L’alcool per essere utilizzato deve essere In soluzione acquosa: ALCOOL ETILICO 50 – 70% ALCOOL ISOPROPILICO 30 – 50% L’acqua è necessaria perché l’alcool possa essere adsorbito sulla superficie della cellula microbica. L’alcool puro a concentrazioni elevate determinerebbe fenomeni coagulativi nello spessore della membrana citoplasmatica e/o alla periferia del citoplasma, formando una barriera in grado di proteggere efficacemente la cellula.

  26. ALCOOLI (II) • Sono utilizzati: • Come disinfettanti per cute e termometri • Elevato potere detergente e solvente • SVANTAGGI • Basso potere di penetrazione • Insufficiente azione sulle spore • Evaporazione rapida • Azione irritante sui tessuti • Possibilità di fenomeni allergici • L’alcool etilico può danneggiare strumenti ottici, oggetti in polietilene ed ha azione corrosiva sui metalli.

  27. COMPOSTI FENOLICI • Il fenolo (acido fenico) è stato il primo disinfettante ad essere utilizzato. Oggi sono utilizzati i composti con alcali e saponi (creoline). • VANTAGGI: • Costano poco • Non alterano i materiali • Mantengono a lungo azione residua • Sono compatibili con cere e saponi • Attivi su batteri (anche M. tubercolare) e alcuni virus • SVANTAGGI: • poco efficaci su virus idrofili e spore • I fenilfenoli e i fenoli alogenati (esaclorofene) hanno elevata attività e sono usati per la decontaminazione della pelle, spesso combinato con detergenti (lavaggio chirurgico delle mani).

  28. ALDEIDI FORMALDEIDE polimeri (paraformio) sol. acquosa 40% (formalina) sol. saponosa (lisoformio) GLUTARALDEIDE soluzione acquosa tamponata 2%

  29. FORMALDEIDE • Usata in forma gassosa, agisce per alchilazione denaturando e coagulando le proteine legandosi ai loro gruppi amminici liberi. Inattiva anche le spore. Agisce in condizioni ambientali obbligate: • Alta temperatura • Alta umidità • Adeguati tempi di contatto • Corrode i metalli. • Danneggia gomma e plastica. • Era usata allo stato gassoso in ambienti con umidità relativa maggiore al 50% per 12 ore. • TOSSICA, è irritante per cute e mucose, causa avvelenamento con dolori addominali, nausea, vomito, ansia, depressione SNC e coma. • Circolare del Ministero della Sanità n. 57/1983 “l’uso deve essere abbandonato per le operazioni routinarie di disinfezione e di pulizia”.

  30. GLUTARALDEIDE (I) • Agisce mediante alchilazione delle proteine batteriche: • Interferendo con proteine della membrana cellulare, alterandone la permeabilità • Interferendo con i processi enzimatici • Interferendo con la sintesi di DNA e RNA • Soluzioni acquose allo 0,02% sono rapidamente efficaci contro gram+ e gram- • Soluzioni al 2% sono in grado di: • uccidere entro 2 minuti molte specie vegetative • uccidere in 3 ore la maggior parte delle spore • effetto sterilizzante in 10-12 ore • Irritante su mucose e occhi • Non corrode i metalli • Non danneggia gomma e plastica

  31. GLUTARALDEIDE (II) • Usata per strumenti termolabili (endoscopi, dializzatori, tubi per spirometria, ecc.) • Gli strumenti prima di essere immersi nella soluzione devono essere lavati per eliminare residui organici • Dopo il trattamento, gli strumenti devono essere accuratamente lavati con acqua sterile per non lasciare tracce del composto • Gli operatori devono usare dispositivi di protezione per evitare l’inalazione e il contatto (dermatiti e irritazioni)

  32. GLUTARALDEIDE (III) Vantaggi • Attività di ampio spettro anche sulle spore • Attività in presenza di materiali organici • Azione non corrosiva su metalli, gomma, lenti di endoscopi • Facilità d’uso Svantaggi • Casi di sensibilizzazione tra il personale addetto

  33. BIGUANIDI(CLOREXIDINA) • Attività batteriostatica e ad alte concentrazioni battericida • Valore di pH ottimale intorno alla neutralità • Agisce sui Gram+ e Gram-, micobatteri, virus lipidici (HIV, herpes) a temperatura ambiente • Sostanze organiche limitano la sua azione • Può essere inattivata dai saponi • E’ tossica • E’ usata per la disinfezione della cute (mani), ferite (al 5%) ma anche di oggetti, pavimenti e superfici

  34. Composti quaternari dell’ammonio (I) • Composti di sintesi, tensioattivi, cioè capaci di abbassare la tensione superficiale dei liquidi in cui vengono sciolti. • Nella loro molecola è presente un gruppo idrofobo (lunga catena carboniosa) e un gruppo idrofilo (idrossile, carbossile, solfato): la molecola assume così una spiccata polarità e la capacità di disporsi nell’interfaccia tra acqua e fase diversa con il gruppo idrofilo orientato verso l’acqua. • In rapporto alla capacità di ionizzazione vengono suddivisi in : • - non ionici: buoni schiumogeni ed emulsionanti; • - anionici: buoni detergenti (detersivi comuni);

  35. Composti quaternari dell’ammonio (II) • cationici (cloruro di benzalconio): • dotati di scarso potere detergente ma buoni batteriostatici e disinfettanti nei confronti di forme vegetative (attivi su Gram+ , poco sui Gram-): alterano la membrana cit. e denaturano le proteine; • non agiscono su M. tubercolare, virus e spore, non sono tossici né irritanti; • impiegati per la disinfezione di pelle, stoviglie, strumentario, attrezzi e macchinari; l’azione antibatterica persiste per diverse ore dopo l’applicazione ma è inibita dalla presenza di sostanze organiche, saponi e detergenti; • le soluzioni acquose possono essere oggetto di contaminazione da agenti resistenti (es. Pseudomonas aeruginosa); • si usano anche in combinazione con altri disinfettanti (es. bialcol) • - anfoteri: detergenti e disinfettanti attivi su Gram+, Gram- e miceti, ma non su virus e spore.

  36. PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEI DISINFETTANTI DI COMUNE IMPIEGO

  37. DISINFEZIONE- STERILIZZAZIONE IN AMBIENTI SANITARI (1) • STRUMENTI MEDICO-CHIRURGICI (Classificazione di Spaulding) • STRUMENTI CRITICI • aghi, bisturi,cateteri cardiaci, impianti • endoscopi a fibre ottiche (1): laparoscopi, artroscopi, ecc. • apparecchi per circolazione extracorporea e per emodialisi (parte interna) • (1) che attraversano barriere cutanee e/o mucosali

  38. DISINFEZIONE- STERILIZZAZIONE IN AMBIENTI SANITARI (1) • STRUMENTI MEDICO-CHIRURGICI (Classificazione di Spaulding) • STRUMENTI SEMICRITICI • - endoscopi a fibre ottiche (2): laringoscopi, broncoscopi, gastroscopi, tubi e aspiratori endotracheali,circuiti respiratori, apparecchi per anestesia, speculi vaginali, cateteri urinari • (2) che non attraversano tali barriere

  39. DISINFEZIONE- STERILIZZAZIONE IN AMBIENTI SANITARI (1) • STRUMENTI MEDICO-CHIRURGICI (Classificazione di Spaulding) • STRUMENTI NON CRITICI • - mascherine facciali, bracciali di sfigmomanometri, elettrodi per diagnostica, superfici di apparecchi radiologici

  40. DISINFEZIONE-STERILIZZAZIONE IN AMBIENTI SANITARI (2) b)SUPERFICI CRITICHE: - di o per apparecchiature medico-chirurgiche: pomoli o maniglie di apparecchi per emodialisi, radiologia, riuniti odontoiatrici - piani di lavoro in raparti di emodialisi, laboratori clinici. NON CRITICHE: - di tipo domestico o alberghiero: pavimenti, pareti, davanzali, lavandini. piani di tavoli e di altre suppellettili, servizi igienici

  41. M M M E E E Z Z Z Z Z Z I I I D D D I I I A A A S S S E E E P P P S S S I I I M M M A A A S S S C C C H H H E E E R R R I I I N N N A A A Ì Ì Ì Di carta Di materiale sintetico Di garza o cotone ……. G G G U U U A A A N N N T T T I I I Ì Ì Ì S S S O O O V V V R R R A A A S S S C C C A A A R R R P P P E E E Ì Ì Ì O O O C C C C C C H H H I I I A A A L L L I I I Ì Ì C C C U U U F F F F F F I I I E E E Ì Ì C C C A A A M M M I I I C C C I I I Ì Ì Ì T T T E E E L L L I I I e e e t t t c c c . . . Ì Ì Ì

  42. Contenuto di alcune preparazioni disinfettanti del commercio

  43. USO DEGLI ANTISETTICI (1) 1. LAVAGGIO ANTISETTICO DELLE MANI: • CLOREXIDINA GLUCONATO AL 4% • POLIVINILPIRROLIDONE IODIO AL 7.5% O AL 10% • ALCOOL ISOPROPILICO AL 40% IN ASSOCIAZIONE CON ALCOOL N-PROPILICO AL 25% • IRGASAN DP 300 (2, 4, 4’-TRICLORO-2’ IDROSSI-DIFENILETERE) ALLO 0.3% E ALLO 0.5% 2. ANTISEPSI DELLA CUTE INTEGRA PRIMA DELLA TERAPIA INIETTIVA INTRAMUSCOLARE: • POLIVINILPIRROLONE IODIO AL 5% O AL 7.5% O AL 10% • SALI DI AMMONIO QUATERNARIO: • BENZALCONIO CLORURO ALLO 0.2% • BENZOXONIO CLORURO ALLO 0.1% • DIDECIL-DIMETIL-AMMONIO CLORURO ALLO 0.1% FRIZIONARE LA CUTE PER ALMENO 30 SECONDI CON TAMPONE IMBEVUTO SUL MOMENTO DI ANTISETTICO

  44. USO DEGLI ANTISETTICI (2) 3. ANTISEPSI DELLA CUTE INTEGRA PRIMA, DELL’INSERIMENTO DI CATETERI VENOSI, PUNTURE ESPLORATIVE O EVACUATIVE: • SOLUZIONE ALCOOLICA DI IODIO AL 2% (ALCOOL IODATO) • POLIVINILPIRROLONE IODIO AL 5% O AL 7.5% O AL 10% FRIZIONARE PER ALMENO UN MINUTO LA CUTE CON TAMPONE DI GARZA STERILE IMBEVUTA DI ANTISETTICO 4. ANTISEPSI PREOPERATORIA DELLA CUTE • SOLUZIONE ALCOOLICA DI IODIO AL 2% (ALCOOL IODATO) • POLIVINILPIRROLONE IODIO AL 5% O AL 7.5% O AL 10% LA CUTE DEL PAZIENTE DEVE ESSSERE PREVENTIVAMENTE DETERSA ED ASCIUGATA, PERTANTO è NECESSARIO PROCEDERE A DOCCIA O BAGNO PRE-OPERATORIO. FRIZIONARE L’AREA DEL CAMPO OPERATORIO PER 3-4 MINUTI CON TAMPONE STERILE DI GARZA IMBEVUTA DI ANTISETTICO ESEGUENDO UN MOVIMENTO CIRCOLARE DALL’INTERNO ALL’ESTERNO.

  45. UTILIZZO DEI DISINFETTANTI NELLE SITUAZIONI DI IMPIEGO PIU’ COMUNI (1)

  46. UTILIZZO DEI DISINFETTANTI NELLE SITUAZIONI DI IMPIEGO PIU’ COMUNI (2)

  47. UTILIZZO DEI DISINFETTANTI NELLE SITUAZIONI DI IMPIEGO PIU’ COMUNI (3)

  48. DISINFEZIONE DELLE MANI

  49. Il ruolo della mano nella trasmissione delle infezioni (in particolare ospedaliere)

  50. Infezioni respiratorie: I sorprendenti risultati di un nuovo studio «Mani pulite»: la cura che salva i polmoni La pratica igienica è la miglior difesa: contro tutti i tipi di virus una riduzione dell'80% (28 ottobre 2007 ) • Come è arrivato a questa conclusione, solo apparentemente scontata, dottor Jefferson? «Prendendola alla larga, come suol dirsi; con la mia équipe ho esaminato tutte le ricerche realizzate dal 1950 ad oggi sull'efficacia delle misure preventive per limitare la trasmissione dei virus respiratori: dalla quarantena all'isolamento, dai guanti e mascherine alle misure igieniche. Una faticaccia: di 2300 lavori presi in considerazione, solo 138 sono risultati attendibili. Di questi sei erano stati realizzati in piena emergenza Sars, la malattia che avrebbe dovuto distruggere il mondo e poi, fortunatamente, non l'ha fatto». • La misura efficace principale sembra essere il lavaggio della mani, contro tutti i tipi di virus respiratori, senza distinzione? «Assolutamente sì. La pratica riduce la trasmissione dei virus influenzali e parainfluenzali, ma anche dei virus del raffreddore (sono tanti!) dei pericolosi adenovirus e del virus respiratorio sinciziale, che provoca la bronchiolite nel bambino piccolissimo. Un successo che sfiora l'80 per cento, ma che arriva al 90 se si associano le mascherine, quelle semplici e poco costose che la gente usa in città contro lo smog». • Quante volte al giorno bisogna mettere le mani sotto l'acqua? E poi, con un sapone antisettico o un sapone neutro? «Almeno quattro, stando a questi studi, ma qualcuno dice dieci. Ma lo sa che ad una domanda così semplice non so darle una risposta "scientificamente" fondata? Bisogna fare altri studi, con fondi pubblici ovviamente; non ce le vedo le aziende a finanziare una ricerca del genere. Più facile rispondere alla seconda domanda: i saponi antisettici non garantiscono una protezione maggiore di quelli neutri, è dimostrato».

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