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MASTER INTERNAZIONALE IN SCIENZE CRIMINOLOGICO-FORENSI

MASTER INTERNAZIONALE IN SCIENZE CRIMINOLOGICO-FORENSI. Dott. Gabriel Nardiello. La verità e i discorsi criminologici. La criminalità come elemento della criminologia Quando si applica la pena: - il potere punitivo - l’aspetto criminale

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MASTER INTERNAZIONALE IN SCIENZE CRIMINOLOGICO-FORENSI

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Presentation Transcript


  1. MASTER INTERNAZIONALE IN SCIENZE CRIMINOLOGICO-FORENSI Dott. Gabriel Nardiello

  2. La verità e i discorsi criminologici La criminalità come elemento della criminologia Quando si applica la pena: - il potere punitivo - l’aspetto criminale David Garland: il delitto un problema sociale cronico la riabilitazione: termine che dà luogo ad equivoci, è di matrice sociale Foucault: indagine, investigazione 1215: la finalità è perseguire l’eresia dei catari di Languedac Peccato + Morale + Politica Tribunale composto da sacerdoti giuridici

  3. La verità e le forme giuridiche • critica a Nieztche: la conoscenza • Le pratiche generano un sapere che produce oggetti. I concetti danno luogo a nuove forme di soggettività. • Nella pratica giudiziale si possono rilevare con facilità l’emergenza di nuove soggettività

  4. LE FORME DELLA VERITA’ Greca (Omero): disputa di due guerrieri davanti ai dei litigio, viene persuaso da ricordi Germana (“Faida”): diritto: forma regolamentata della guerra La Pace “Wertgeld” sempre con azione privata Feudale: Ordalia. La vittima è sempre pubblica XIII sec.: i principi espropriano Sorge la “Visitatio”: amministrazione della gestione, esercizio del potere

  5. L’INQUISIZIONE • Qualcosa di nocivo provoca panico • Il pericolo viene ingigantito • Quel panico viene attribuito a soggetti vulnerabili • Vengono stigmatizzati i soggetti vulnerabili e tutti coloro che criticano il potere • L’unica soluzione è la punizione

  6. La causa • Aveva inizio con la detenzione preventiva • Beni sotto sequestro • Confessione • Se non confessava: tortura • permetteva di conoscere la verità e purificava

  7. 1280:“Manuale degli Inquisitori” (Bernardo Gui) • 1486: “Malleus Maleficarum” (ordine domenicano Kraemer – Sprenger) *primo discorso criminologico che abilita la punizione * argomenti:a) analisi del reato eretico b) analisi del soggetto passivo di diritto penale c) analisi della ricerca della verità • 1681: Friedrich (gesuita) in Cautio Criminis fa una critica del Malleus Maleficarum

  8. 1550: Giambattista Della Porta il primo criminologo * ricerca dell’eziologia criminale nell’individuo 1586: “Dé Humane Physognomia” * rapporto tra aspetto fisico e qualità morale NO alla riabiliatzione/ risocializzazione SI alla prevenzione situazionale 1532: Constituto Criminale Carolina: opera più processuale che criminale 219 articoli: delitti (imprecazioni, eresia, bigamia) pene (fuoco, asfissia, ferro rovente)

  9. CONTRATTUALISMO Fondato sul contratto sociale • Dispotismo illuminato: (Kant-Hobbes) la pena è qualcosa di immorale ma dovere dello Stato. • Contrattualismo liberale: (Feuverbash) distinzione tra morale e diritto. La pena è coazione psicologica. • Contrattualismo socialista: (Marat) disuguaglianza sociale, l’individuo abbandonato dallo Stato torna al suo stato naturale.

  10. 1739 - DAVID HUME Trattato sulla natura umana Influenza di Beccaria e Bentham 1764: Sui delitti e sulle pene Beccaria: • La pena non è vendetta • Principio di legalità • Proporzionalità tra fatto e punizione

  11. BENTHAM JEREMY • Pragmatico • Rifiuta ciò che è soggettivo • La pena: dissuasione, adeguatezza tra premi e punizioni • Utilità + Sentimento = Felicità • Piacere dell’autore • Dolore della società

  12. GIANDOMENICO ROMAGNOSI (1761-1835) “Genesi del diritto penale” DIFESA SOCIALE per evitare l’insorgere di reati

  13. CLAUK NATT • Lezioni di Storia Naturale sulla razza negra e la caucasica (1844) Negri e donne sono soggetti inferiori (spiegazione scientifica e religiosa) MARIANO CUBI I SOLER (discipolo di Catalán) • I soggetti criminali: a) criminale nato (malformazioni nel cranio e cervello) B) criminale ocassionale (mancanza di educazione)

  14. HERBERT SPENCER • Darvinismo sociale • Concezione biologica della società • L’umanità: è un organismo in evoluzione processo di selezione naturale La lotta capitalista fa diventare forti i deboli quindi lo Stato non deve aiutarli per non interferire nella loro evoluzione

  15. POSITIVISMO CRIMINOLOGICO (fine del XIX secolo) • Giustificazione scientifico-burocratica della punizione • L’uomo delinquente: - è diverso dal resto degli uomini - in passato erano chiamati indemoniati

  16. LOMBROSO (1835 – 1909) Delitto: malattia mentale L’uomo delinquente (1876) Autopsia del delinquente Vilella: ritardo evolutivo, incompleto sviluppo embrionale, senza morale, perverso, insensibile al dolore.

  17. ENRICO FERRI (1856-1929) Il libero arbitrio è una finzione Fattori della difesa: crimine, fisico, sociale La risocializzazione è possibile soltanto entro un ambiente strutturato (ad. es. colonie agricole) La pena ha una duplice funzione: risocializzante ed eliminatoria

  18. GAROFALO R (1851-1934) L’uomo ha due sentimenti: pietà e giustizia Chi non rispetta questi principi non ha la possibilità di essere risocializzato, quindi, l’unica soluzione è l’espulsione e/o la pena di morte. Conia il termine “mala vita” (tossicodipendenti, giocatori d’azzardo, prostitute). Oggi chiamati “under class”

  19. DORADO MONTERO (1861-1919) Salamanca “I problemi del diritto penale” Il delitto è qualcosa di politico non di sociale - ha una matrice politica - avviene in un momento e spazio storico concreto - un delitto non è sempre tale in tutte le società Determinismo attenuato: è la società a stabilire quali fatti sono sbagliati No alla repressione, no alla pena Si alla funzione preventiva, si alla tutela

  20. FRANZ VONZ LISZT (1882) Programma di Marburgo: dogmatica (esclusivamente giuridico) Il Diritto Penale: scienza totale (criminologia, politica criminale) La pena è per mantenere l’ordine giuridico Hans Gross (austriaco, 1919): crea la criminalità: Lavoro giuridico + Polizia scientifica

  21. EMILY DURKHEIM Il funzionalismo abbandona l’idea di fare affermazioni universali. “Le regole del momento sociologico” (1895) - metodo obiettivo - i fatti sociali sono cose - ciò che è normale è sinonimo di generale - osservazione sociale

  22. Il delitto non è lo stesso in tutte le società • E’ diversa anche la punizione • L’unica caratteristica permanente: è che sono atti disapprovati dalla collettività • La pena è diventata strumento di difesa per la società

  23. Il delitto è un momento di frattura delle norme sociali contenute nel diritto. Il delitto è un fatto sociale che diventa anormale quando raggiunge livelli esagerati. Non esiste società senza criminalità. Se il delitto fosse una malattia, quest’ultima non sarebbe qualcosa di contingente bensì farebbe parte della società. Questa posizione è diversa da quella positivista in quanto ritiene che il delitto non sia un qualcosa di naturale

  24. La punizione: * emozione irrazionale * assenza di controllo istituzionale • La pena: reazione passionale della società verso quelli che hanno violato le regole di comportamento • Cambiamenti quantitativi e qualitativi subiti lungo la storia: democrazia più benevola, tirannia più severa. Il delitto e la pena rafforzano l’adesione della collettività ai valori dominanti, quindi, sono funzionali

  25. Nel 1897 il suicidio introduce il concetto di anomia assenza di coscienza collettiva ANOMIA assenza di norme pluralità di norme Per uscire di questa situazione è necessaria la riaffermazione di alcuni valori su altri

  26. WEBER Bisogno di metodi per fenomeni sociali diversi da quelli delle scienze naturali. Una volta compresa la situazione sociale occorre mettersi al posto del protagonista per: * estenderli * applicarli Azione sociale e reazione sociale: sono utili alla dominazione. La punizione burocratica giustifica un meccanismo strumentale.

  27. FUNZIONALISMO CRIMINOLOGICO Robert – King – Merton (2003) Vengono applicati i concetti di Durkheim: prigione dell’anomia 1938: “Struttura Sociale ed Anomia” 1949: “Teoria e strutture sociali” - non credono alla patologia dei comportamenti devianti. - visione anarchica del mondo - la struttura sociale fagocita l’individuo - la società non provoca disubbidienza ma consenso - non si può pensare la società in termini individuali - la devianza è prodotto della struttura sociale: il comportamento deviante è così normale come il comportamento conformista.

  28. Comportamento deviante e comportamento conformista sono provocati dal sistema sociale esercitano pressione su certe persone e di conseguenza anticonformismo Il deviante è diverso dal malato di mente Contraddizione tra Stato sociale e Stato culturale disuguaglianza tra gli individui

  29. Origine della devianza Anomia: crisi della struttura culturale, discrepanza tra norme e fini culturali. La devianza è dentro la struttura sociale: non permette all’individuo di comportarsi secondo i propri principi e finalità. L’individuo può accettare/ rifiutare le norme.

  30. I comportamenti no devianti: condivisione di finalità e mezzi legittimi per averla. Deviante innovatore: aderisce alla cultura ma non hai mezzi (tipico comportamento criminale) Deviante rituale: accetta i mezzi solo formalmente Deviante apatico: rifiuta mezzi e finalità Deviante ribelle: sostituisce le finalità avute con mezzi alternativi. Critica i valori La società sarà integrata quando tutti gli individui riusciranno ad usare mezzi legittimi

  31. Manifeste: ricercate, volute dagli individui Funzioni dei fatti sociali Latenti: non ricercate, non volute dagli individui

  32. SUTHERLAND (1950) • Mette in discussione la criminalità per cause biologiche e/o psicologiche • Critica gli osservatori esterni • Non mette in relazione delinquenza e povertà • L’organizzazione sociale è responsabile dei reati

  33. “Contatti differenziali”: in ogni area gli individui imparano modelli e schemi di comportamento DETERMINATO GENERICAMENTE NO PROBLEMI DI PERSONALITA’ POVERTA’ COMPORTAMENTO DELINQUENZIALESI COMPORTAMENTO IMPARATO MEDIANTE CONTATTO DIFFERENZIALE Il comportamento delinquenziale si verifica perché molto facilitato dall’ambiente

  34. I contatti differenziali: • Sono variabili non permanenti • Ognuno ha una propria influenza • Sono agevolati dal prestigio e dal benessere

  35. Livelli di delinquenza:individuale sociale “Il ladro professionista” (1937) Un ladro professionista evita di andare in carcere grazie a bravi avvocati, e alla conoscenza della Legge. Non è prodotto di un problema di socializzazione ma una socializzazione che ha valori diversi a quelli della Legge.

  36. I delinquenti di “colletto bianco” Fanno precipitare la validità di certi argomenti quali la genetica, la psicometria, l’inferiorità individuale. 1) l’opinione pubblica non percepisce il pericolo 2) i reati vengono pubblicati nella sezione di economia 3) status dei delinquenti 4) assenza di adeguata specializzazione per giudicarli

  37. Sottoculture: compaiono nel periodo compreso tra Merton e Sutherland. • Argomento sviluppato da Cohen • Sottoculture giovanili: • Provocano piacere e permettono di riconoscersi • La solidarietà: rafforza l’indipendenza del gruppo • Ha autonomia grazie alla resistenza ad un altro gruppo

  38. Il giovane non sentendosi riconosciuto dalla società può: * cercare di applicarsi e di superarsi * rinunciare alle proprie aspirazioni * far parte della sottocultura criminale La delinquenza è un modo per acquisire lo status (non già economico come sosteneva Merton) e sentirsi riconosciuto dagli altri

  39. WILLIAM SHELDON (1977)Fondatore della Criminologia Clinica “L’atlante dei criminali” L’aspetto embriologico è determinante (eredità) Il lavoro del criminologo è differenziale * endomorfico: meno violento, più lussurioso * mesomorfico: più violento, più dinamico * ectomorfico: introverso, sensibile

  40. Benigno Di Tullio (1979) Notevole influenza del suo pensiero in Argentina Delinquente: * occasionale * morboso o inimputabile * costituzionale

  41. LABELLING APPROACH Basato sulla fenomenologia (produce una frattura nel modo di abbordare la conoscenza della verità poiché la mente non soltanto percepisce ma anche crea) Hiedegger (nazismo) Opposta alla criminologia positivista La criminologia della reazione sociale: * non si domanda chi è il criminale * non si studia più la criminalità bensì i processi di criminalizzazione

  42. FRANK TANNENBAUM (1938) Processo Etichettamento (allontanato della società, accolto della delinquenza) Indurimento (inizio di conflitti e scontri nella società) BECKER H (1953) I gruppi sociali impongono delle regole ed etichettano gli “stranei” Il comportamento deviante non esiste ontologicamente; è un attributo imposto alla reazione sociale L’etichettamento è creato da chi stabilisce le regole

  43. LA CULTURA MARXISTA Riflessione sul conflitto e il sistema capitalista. Il conflitto sociale è circoscritto al capitale e al lavoro. Il conflitto ha a che vedere con l’esistenza di forme punitive.

  44. WILLIEN BONGER(1940)Olandese. Si è suicidato quando l’Olanda è stata invasa dal nazismo “Criminalità ed economia” Il capitalismo: causa del delitto Il socialismo: follia Spinge l’individuo a delinquere per soddisfare i suoi bisogni economici Il problema non è la natura dell’uomo Bisogna analizzare la natura capitalista

  45. EUGENI PASHWKANIS (1938) RUSSO Critica all’idea di contratto poiché non c’è uguaglianza Mentalità dei giuristi Punizione capitalista tipica = prigione Diritto penale = terrorismo di Stato legale

  46. GEORG RUSCHE (1950) “Pena e struttura sociale” Assieme a Otto Kircheimer (discipolo di Smith) Rapporti permanenti tra il mercato del lavoro e il sistema punitivo La pena non è conseguenza del delitto, non è un mezzo per la risocializzazione. La pena è un fenomeno sociale indipendente. Come devono essere le condizioni in carcere?

  47. FOUCAULT E IL POTERE Osservazione degli aspetti ideologici dello Stato (scuola, chiesa, mass media) L’osservazione non deve prendere in considerazione l’aspetto economico poiché non è l’unica funzione dello Stato. Illusione soggettiva: costruita e condivisa socialmente

  48. Il potere • Determinato da molteplici forze. • Il corpo può essere modificato mediante l’uso di tecniche: così viene riconosciuta l’identità

  49. SORVEGLIARE E PUNIRE (1975) • Studio della metamorfosi dei momenti di punizione a partire di una tecnologia sul corpo. • Grazie a un momento caratterizzato da particolari rapporti col potere e con l’oggetto • 1° parte: Corpi segnati

  50. 2° parte: descrizione dei diversi ambiti (scuola, fabbrica) I diagrammi del potere creano degli standard: scuola: pedagogia prigione: criminologia

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