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Classe 1a, scuola primaria. Periodo: fine anno scolastico. 6 anni, scuola primaria. Francese. Srivere senza errori. Gesto di memorizzazione. Preparazione di un dettato utilizzando principalmente il gesto di memorizzazione. Si tratta di un dettato di parole . Si chiede ai bambini:
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Classe 1a, scuola primaria Periodo: fine anno scolastico.
6 anni, scuola primaria Francese Srivere senza errori Gesto di memorizzazione
Preparazione di un dettato utilizzando principalmente il gesto di memorizzazione Si tratta di un dettato di parole. Si chiede ai bambini: - di memorizzare un elenco di tre parole - e di scriverle senza errori Nota: l’insegnante inizia sempre verificando se hanno una buona comprensione delle parole. Nell’attività che presentiamo, gli alunni conoscevano bene il significato delle parole, pertanto l’insegnante non si è soffermata su questo aspetto.
Doppio progetto Questo tipo di attività richiede, da parte degli alunni, un doppio progetto di memorizzazione: - Un progetto di memorizzazione della parole nella loro forma complessiva, associate al loro significato. - Un progetto di memorizzazione delle lettere di cui si compone l’ortografia delle parole e dell’ordine in cui tali lettere si succedono. Questo secondo progetto richiede un’attenzione ai dettagli formali. Questi progetti stimolano attività mentali diverse. Risulta quindi utile separarli, almeno all’inizio dell’allenamento. In seguito, i bambini potranno attivarli entrambi contemporaneamente, in modo pressoché automatico.
Messa in progetto di memorizzazione globale della prima parola
e metterle nella vostra testa per poterle riscrivere da soli domani mattina Vi chiedo di conservarle Impareremo a scrivere 3 parole senza errori.
Per scrivere una parola senza errori domani Guardiamo Ascoltiamo
Percezione- Evocazione Prime andate e ritorno
... alcuni muovono le labbra come se stessero dicendola mentalmente. I bambini la guardano in silenzio ...
Choucroute (crauti) ... e pronunciata La parola viene mostrata, poi nascosta... Ai bambini vengono proposti due input percettivi successivi (quindi dissociati).
Charlotte? Ho fatto una foto e ho visto la parola.
Florence? e l’ho messa in un armadio Ho guardato la parola
Di che colore erano le lettere? Di chi era la scrittura? Laura ? Ho fotografato la parola a colori. Le lettere erano grigie e attaccate Era la tua scrittura
Chi parlava? Arnaud? Ho sentito la parola tre volte Memorizzo meglio quando ascolto. Ho spinto un tasto. Era la tua voce.
Hai fatto qualcos’altro? Quante lettere aveva la parola? Chi ti diceva la parola? Adrien ? Mi sono detto la parola. Ho contato le lettere. Ce n’erano dieci. Ho fatto una foto. Era la mia voce.
Alexis ? ho fatto un cartello di «attenzione». Ho immaginato di scriverle Ho ingrandito le lettere. Ho guardato le lettere.
Messa in progetto di memorizzazione delle lettere che formano l’ortografia della parola.
Ora riscrivo la parola. Guardate attentamente ogni lettera della parola, osservate l’ordine in cui si succedono e chiedetevi se alcune potrebbero essere difficili da ritrovare. Individuate bene il suono che è presente due volte nella parola.
Percezione- Evocazione Seconde andate e ritorni.
verificare la vostra evocazione ed affinché possiate eventualmente correggerla. Ora riscrivo la parola
aggiusta il proprio pensiero, modifica o corregge gli evocati. Ogni bambino verifica la propria evocazione, Scrivo la parola alla lavagna.
Choucroute (crauti) ... e ripronunciata La parola viene mostrata, poi nascosta... Anche in questo caso, vengono proposti agli alunni due input percettivi successivi (quindi dissociati.
Piccola nota en passant! Poiché è stato chiesto ai bambini di osservare la parola in tutti i dettagli delle sue lettere, in questa fase si potrebbe sempre: • Chiedere loro quali lettere sono problematiche? • In base alle risposte, metterle in evidenza con segni colorati di forma diversa: ad esempio, cerchiare di giallo le due «ou», sottolineare la «e» finale di blu; se la parola si presta, incorniciarla per evidenziare le lettere che «salgono» e quelle che «scendono», disegnare nella parola, cambiare la grafia per la lettera che pone problemi o cambiare voce quando viene pronunciata, ecc. Questa modalità di agire consente a quei bambini, che altrimenti non avrebbero notato alcune difficoltà (caso frequente, soprattutto nei bambini che trattano l’informazione globalmente), di sentirle nominare e/o di prendere dei riferimenti aggiuntivi basati sui dettagli.
Loïc ? Ho contato le lettere: ho visto che c’erano solo due lettere grandi che salivano e che le altre erano piccole. poi li ho richiusi. Ho cercato di registrare la parola. Ho aperto gli occhi,
Cos’hai contato? Lucas ? Poi ho chiuso gli occhi. Ho fatto una foto. Ho contato le lettere. Ho contato.
Lydie? su un foglio nell’immaginario. Ho scritto la parola
Shana ? Ho visto che la «o» e la «u» che si danno la mano si pronunciano «ou» e che ci sono due volte nella parola.
Guillaume ? Sono stato contento di rivedere la parola una seconda volta perché mi ero dimenticato una lettera
Percezione- Evocazione Terze andate e ritorni.
Pensate a tutto quello che sapete per scrivere la parola senza errori. Adesso vi faccio vedere la parola un’ultima volta. Controllate di avere la parola e tutte le lettere nella vostra testa.
Attenzione, domani mattina, da soli, a memoria Cercate nella vostra testa le parole che ci avete messo oggi. riscriverete queste tre parole. Immaginate di essere al banco e di scrivere sul quaderno dei dettati. Viene lasciato un tempo di evocazione ai bambini per consentire loro di fare questo lavoro di anticipazione del futuro.
La stessa tecnica è stata utilizzata anche per le altre due parole: baffi e trottola.
Talvolta scrivo alla lavagna tutte le evocazioni citate durante i dialoghi pedagogici e faccio, con gli alunni, una scheda riassuntiva che potranno consultare anche in seguito per scegliere il procedimento che preferiscono quando devono «mettere nella loro testa».
Commento della maestra: Quando i bambini sono arrivati nella mia classe, in prima, a settembre, ho notato che avevano già l’abitudinbe di stare attenti e di evocare. Spontaneamente, senza che io dica niente, adottano l’atteggiamento di lavorare mentalmente. Credo senza alcun dubbio che sia tutto merito dello straordinario lavoro fatto dalla mia collega della sezione cinque anni della scuola per l’infanzia.
Commento della maestra Quando i bambini lavorano in questo modo, non hanno l’impressione di «lavorare». Tuttavia, ho notato che un’attività in Gestione Mentale richiede molta concentrazione da parte dei bambini che quindi si stancano molto. Credo sia importante dare loro qualche minuto per distrarsi con attività più ludiche, per poi riprendere il lavoro in Gestione Mentale. Véronique Lapaille, maestra del 1° anno.
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