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Prog. “Tutor universitario di studenti sordi”. PSICOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE Catania 2006 Analisi e definizione della comunicazione: teorie psicologiche e modelli di riferimento Prof. Giuseppe Greco pigreco@gte.it. Comunicare: prima di cominciare. Ci presentiamo.
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Prog. “Tutor universitario di studenti sordi” PSICOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE Catania 2006 Analisi e definizione della comunicazione: teorie psicologiche e modelli di riferimento Prof. Giuseppe Greco pigreco@gte.it
Comunicare: prima di cominciare • Ci presentiamo. • In un corso di … • In un preciso momento storico … • della società … e dell’università italiana … • all’interno di un processo formativo. Alla fine …
STORICIZZIAMO L’INCONTRO Noi, le nostre parole, la comunicazione La fatica dell’essere e la comodità dell’apparire L’ascolto e l’arte della parola Novecento, secolo della comunicazione e della psicologia Le immagini che parlano Il sogno, la realtà, le istituzioni
La comunicazione • “Dalla nascita alla morte, da quando ci alziamo la mattina fino a quando andiamo a dormire la sera, viviamo immersi in un flusso di comunicazioni. Il primo degli assiomi della comunicazione dice che non è possibile non comunicare: qualunque cosa facciamo appare agli altri come comunicazione e ogni comportamento altrui, ogni stato del mondo, ci comunica qualcosa (…)”. • Fra le comunicazioni, consideriamo notevolmente sviluppate quelle di massa, quali la televisione, la radio, la pubblicità), che arrivano contemporaneamente a grandi gruppi di persone. Il “controllo” della comunicazione nella società globale rappresenta sicuramente una questione fondamentale per le sorti della democrazia (…). • Anche la comunicazione interpersonale è straordinariamente ricca in modo particola-re nel suo aspetto non verbale. Avete mai provato ad osservare gli automobilisti fermi ad un semaforo? Nella illusoria intimità della propria auto compiono una serie di gesti che ad un osservatore attento rivelano molti aspetti della personalità o del loro stato d’animo. • Ma è nella “quotidianità” della nostra vita che la comunicazione si presenta nella sua dimensione più completa. Teniamo presente che possiamo analizzarla con una certa facilità utilizzando delle semplici tecniche di osservazione, di ascolto, di relazione …
La comunicazione, oggi Come si può fare a meno di comunicare, oggi ? “Interagiamo” costantemente e comunichiamo. Viviamo attraverso il nostro comportamento e ci esprimiamo attraverso il rapporto con gli altri: siamo talmente in interazione che una qualsiasi modificazione di ciascuno di noi comporta una modificazione di tutti gli altri. Le nostre azioni, le nostre reazioni, le attitudini e quindi i nostri comportamenti sviluppano delle relazioni e così …. comunichiamo in mille modi e maniere: parlando stando in silenzio indicando sgranando gli occhi portandoci le mani sul viso o chinando la testa …. ... ma quanto si è consapevoli di questi processi?
Noi, le nostre parole… * Le nostre azioni e le risposte agli stimoli comportamentali, sociali e culturali sono determinate dal nostro modo di comunicare. * La qualità della vita riflette la qualità delle comunicazioni. * Ogni comunicazione è un’azione e ha una conseguenza sia per noi che per gli altri. Coloro che hanno imparato a servirsi in maniera efficace della comunicazione hanno cambiato la propria esperienza del mondo e l’esperienza che il mondo ha di loro * Tutti noi produciamo due forme di comunicazione: - Comunicazione interna(riferita alle cose che immaginiamo, sentiamo interiormente …) - Comunicazione esterna(parole, tonalità della voce, espressioni del viso, azioni fisiche) Il livello di soddisfazione, di felicità, di successo che si prova nella vita è il diretto risultato del nostro modo di comunicare con noi stessi Dal livello di padronanza della comunicazione col mondo esterno dipende ogni relazione che instauriamo con gli altri
Comunicare: Io, altri, ambiente … COMUNICARE È UN ASPETTO ESSENZIALE DELLA VITA Ciascuno di noi, attraverso una serie di segnali che si sono sviluppati ed evoluti nel corso dei secoli, comunica costantemente con gli altri esseri viventi e con l’ambiente circostante • TEORIE CLASSICHE: scambio di informazioni tra persone • TEORIA DEI SISTEMI: insieme delle relazioni che intercorrono e che si sviluppano tra gli individui e tra questi ultimi e il loro ambiente naturale. Si può ragionevolmente parlare di comunicazione solo se si prende in considerazione l’interazione tra due o più soggetti
La comunicazione efficace • Che cosa si comunica ? • Dati di conoscenza • Modalità di operazione su di essi • Stati d’animo, emozioni • Atteggiamenti, valori • A che livello ? • Superficiale (cognitivo, informativo) I SIMPSON • Profondo (motivazionale, persuasivo) • Con che mezzi ? • Linguaggio verbale (orale, scritto) • Linguaggio grafico • Linguaggio gestuale • Linguaggio mimico • Linguaggio comportamentale • Suoni non verbali • Il silenzio
Trasmissione del messaggio codifica decodifica Ricevente Emittente Canale Feedback
COMUNICAZIONE VERBALE E COMUNICAZIONE NON VERBALE Importanza dell'interazione tra due o più soggetti Quando descrivo o commento le azioni comunicative del mio interlocutore come indipendenti da me, di fatto cancello una parte dell'evento comunicativo. Detto in altri termini non mi assumo parte della responsabilità di quanto sta avvenendo (a livello di relazione). Sono 3 i "canali" attraverso i quali l’emittente invia informazioni al proprio interlocutore: 1. Verbale 2. Paraverbale (tono, timbro, ritmo, volume della voce) 3. Corporeo (movimenti del corpo)
Elementi della comunicazione • MESSAGGIO:quella struttura cognitiva (storia, spiegazione, segnalazione, richiesta …) che è presente nella mente di chi dà l’avvio alla comunicazione e che intende trasmettere al destinatario, rendere presente nella sua mente • CODICE:l’insieme degli elementi semantici e sintattici che costituiscono un certo linguaggio. Es.: lingua (italiano, inglese, dialet), linguaggio con altri elementi (matematici, grafici, musicali …) • EMITTENTE:colui che avvia la comunicazione, chi elabora un messaggio mentalmente, gli dà un codice espressivo, lo affida ad un canale con l’obiettivo di farlo arrivare a destinazione • CANALE:tutto ciò che si trova tra emittente e ricevente. Per es.: le vibrazioni nell’aria prodotte dalla voce, la linea telefonica, la posta tradizionale, quella elettronica, la registrazione e la registrazione radiofonica o televisiva • DESTINATARIO:colui cui è diretta la comunicazione, presente o assente (per esempio de visu o telefonicamente) o presente virtualmente (lettera, video) • FEEDBACK:letteralmente “alimentazione di ritorno”, “segnale” dal ricevente all’emittente; immediato e completo (de visu), limitato (telefono), ridotto e differito (lettera). Il feedback può comunicare molto: attenzione, distrazione, noia, stanchezza, saturazione psichica, comprensione, assenso, dissenso ecc. La mancanza di feedback generalmente provoca disagio comunicativo nell’emittente del messaggio che non percepisce alcun “ritorno”
Difficoltà nella comunicazione Varie cause di incompletezza nella comunicazione (parti mancanti nel messaggio) o distorsione e fraintendimento (parti interpretate con significato differente da emittente e ricevente) • MESSAGGIO:assenza di struttura; mancanza di ordine logico (argomentazioni in ordine sparso, inversioni, ritorni improvvisi); ripetizioni superflue, passaggi non meditati, omissioni. Il messaggio risulta piatto, monotono, confuso o carente. E’ necessaria una maggior organizzazione e riflessione sugli elementi del messaggio stesso • CODICE:inadatto al messaggio (per es.: utilizzare un linguaggio comune per affrontare un tema specialistico con addetti ai lavori); non condiviso (l’esempio opposto al precedente) • CANALE:i disturbi (scariche elettriche del telefono, grafia illeggibile di una lettera, pagine strappate di un libro, rumore di fondo nella comunicazione verbale o invisibilità dell’emittente / per es.: il prof “nascosto” dietro alla cattedra). Strategia della “leggera ridondanza” : ripetere presentando con termini leggermente diversi il contenuto del messaggio appena presentato. Utile in classe per dare la possibilità di ricevere il messaggio a chi si è perso la prima esposizione e per “capire di aver capito” a chi invece lo ha già recepito • EMITTENTE/DESTINATARIO:atteggiamento egocentrico. Per l’emittente egocentrismo cognitivo e valutativo, per il ricevente atteggiamento tipico dell’aver recepito tutto quanto c’era da recepire nel messaggio, senza significati incompresi o sfuggiti. Emittente: sviluppare la tendenza al “dubbio sistematico”. Ricevente: chiedersi/chiedere chiarimenti • FEEDBACK:l’emittente dovrebbe privilegiare il feedback completo e possibilmente immediato, provocandolo se non spontaneo. Necessario inoltre abituarsi a coglierlo, a leggerlo attribuendo significato anche ai minimi segnali
LA COMUNICAZIONEe la riflessione pedagogica La comunicazione costituisce uno dei problemi basilari della riflessione pedagogica in virtù della impostazione interattiva che assume necessariamente ogni relazione umana che muova, anche se in termini empirici e occasionali, da una intenzionalità formativa.
LA COMUNICAZIONE:SEI AREE DI ATTENZIONE • Chi ? EMITTENTE • A chi ? RICEVENTE • Perché ? OBIETTIVO • Cosa ? MESSAGGIO • Come ? CANALE • Dove/Quando?CONTESTO
LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE:linguaggi non verbali, paraverbali e verbali Ecco le percentuali ricavate da ricerche volte a considerare quanto le persone utilizzano i tre diversi aspetti della comunicazione: Il linguaggio è la modalità verbale attraverso cui passa la comunicazione I diversi linguaggi conosciuti costituiscono sistemi differenti per rappresentare la realtà, essi dipendono dai diversi effetti che la cultura ha prodotto. Per essere efficaci nel comunicare occorre tener conto sia del proprio linguaggio che di quello dei propri interlocutori: solo così si diviene flessibili nell'uso della comunicazione.
Introduzione alla pragmatica della comunicazione umana Tre settori di studio * Sintassi:si occupa dell’informazione: dei problemi della codificazione, dei canali, della capacità, del rumore, della ridondanza e di altre caratteristiche statistiche del linguaggio; non prende in considerazione l’analisi dei significati insiti nelle unità di comunicazione. * Semantica:si occupa dell’analisi del significato dei simboli che vengono trasmessi da un individuo all’altro nell’interazione comunicativa, presupponendo l’esistenza di convenzioni semantiche che permettono la trasmissione delle informazioni. * Pragmatica: si occupa della “motivazione” del linguaggio e della comunicazione-comportamento: si potrebbe definire come la previsione ed il controllo delle azioni altrui, coordinate con le azioni proprie. Tale motivazione pragmatica compare precocemente nello sviluppo ed è fortemente assecondata dalla interazione sociale: essa può gettare luce sulla conquista infantile del linguaggio, una delle maggiori conquiste di tutta la vita mentale.
Assiomi della comunicazione E' impossibile non comunicare. Ogni comportamento è comunicazione ed è impossibile non avere dei comportamenti (immobilità o mutismo sono anch'essi dei comportamenti) che comunque si riflettono sugli altri. La "meta comunicazione“. Avviene quando due o più persone in interazione si scambiano informazioni sul loro modo di comunicare. Essa può essere esplicita ('ti ho rimproverato perché ero adirato con te' ) o implicita (guardando fisso negli occhi mentre si parla si metacomunica l'importanza del messaggio) La punteggiatura può determinare il senso della comunicazione. Il taglio dato ad una sequenza di fatti può divergere spesso da un interlocutore ad un altro ed essere causa di incomprensioni anche profonde. Ciascuno potrebbe considerare ad esempio il proprio atteggiamento come risposta al comportamento dell'altro: questo 'diverso taglio della situazione. porta ad accuse reciproche che guastano la relazione e quindi danneggiano la comunicazione. Anche i 'punti di vista diversi’ possono rovinare delle relazioni: conviene non insistere nella ricerca del giusto o falso, ma prendere coscienza del processo non presupponendo la malafede. Gli essere umani comunicano sia in modo "digitale" che "analogico" Questo concetto, apparentemente applicabile solo ad apparecchiature come i computer, sta a significare che l'organismo umano utilizza sistemi di comunicazione precisi (come il sistema neurologico che utilizza stimoli di tipo elettrico) e sistemi, quali i messaggeri chimici del nostro organismo (gli ormoni), che trasmettono sensazioni ed emozioni su base "analogica"(della relazione). Ogni interazione è simmetrica o complementare Nel modello simmetrico l'accento verrà posto sugli sforzi impiegati per mantenere l'uguaglianza (reciprocità), nel modello complementare la relazione è fondata sul riconoscimento della differenza e quindi dei ruoli e di compiti connessi.
ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONEMentale Research Institute, Palo Alto, California 1. Non è possibile non comunicare 2. Ogni comunicazione contiene due aspetti: uno relativo al contenuto ed un altro relativo alla relazione 3. La punteggiatura: la natura di una relazione dipende da valutazioni e interpretazioni soggettive che finiscono per modificare a più riprese il processo comunicativo in corso 4. Linguaggio numerico e analogico: “Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico o digitale (parola, scrittura) che con quello analogico (gesti, posizioni, azioni)” 5. Gli scambi comunicativi tra due o più persone possono essere simmetrici (qualora siano basati sull’uguaglianza) o complementari (quando sono basati sulla differenza)
I modi dell’ascoltare … Ascolto finto. Ascolto "a tratti", lasciandosi catturare da distrazioni, dall'immaginazione e comunque fidandosi dell'intuito che precocemente cattura le cose "importanti" tralasciando quelle meno importanti. Ascolto quindi passivo, senza reazioni, vissuto solo come opportunità per poter parlare. Ascolto logico. Ci si sente già soddisfatti quando ci si scopre ad ascoltare applicando un efficace controllo del significato logico di quello che ci viene detto. L'attenzione sarà concentrata sul contenuto di ciò che viene espresso ed anche l'interlocutore potrebbe avere l'errata convinzione di essere stato capito. Ascolto attivo empatico. Ci si mette in condizione di "ascolto efficace" provando a mettersi "nei panni dell' altro", cercando di entrare nel punto di vista del nostro interlocutore e comunque condividendo, per quello che è umanamente possibile, le sensazioni che manifesta. Attenzione: da questa modalità è escluso il giudizio, ma anche il consiglio e la tensione del "dover darsi da fare" per risolvere il problema.
ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE 1° Assioma: Non è possibile non comunicare • L’ intero comportamento ha valore di messaggio • Ogni comportamento umano che si manifesta nelle situazioni interpersonali comunica qualcosa ed ha valore di messaggio: le parole, i gesti, la mimica, le posizioni, le azioni. • In quanto appare impossibile non assumere un comportamento è anche impossibile non comunicare. L’attività o l’inattività, le parole o il silenzio hanno tutti valore di messaggio: influenzano gli altri, e gli altri, a loro volta, non possono non rispondere a queste comunicazioni … e in tal modo comunicano anche loro.
ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE 2° Assioma La metacomunicazione Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto (la notizia, l’informazione) ed uno di relazione(le indicazioni per il ricevente sul cosa fare con il messaggio), con il quale l’emittente dimostra quale è la sua posizione e quali reazioni vuol far scaturire nel destinatario. E’ la relazione che fornisce il senso del contenuto Es.: la mamma che ordina al bambino di andare a fare il bagno esprime, oltre al contenuto (la volontà che il bambino si lavi), anche la relazione che intercorre tra chi comunica e chi è oggetto della comunicazione, nel caso particolare quella di superiore/subordinato.
ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE 3° Assioma La punteggiatura La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione dei comunicanti Per analizzare una comunicazione non possiamo fotografarne solo un singolo istante, pretendendo poi di comprendere tutta la catena di stimoli risposte e rinforzi che essa comporta. Bisogna andare alla radice di un comportamento, alla radice dell’atto comunicativo per comprendere le cause del rapporto comunicativo, che è fatto appunto di stimoli, di risposte agli stimoli e di rinforzi, di stimoli dopo i rinforzi che si ripetono circolarmente secondo una punteggiatura di sequenze di comunicazione. Esempio: insegnante-allievo
ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE 4° Assioma: Linguaggio numerico e linguaggio analogico “Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico o verbale o digitale(parola, scrittura)che con quello analogico(gesti, posizioni, azioni)”. * Il linguaggio numerico o digitaleha una sintassi logica assai complessa e di estrema efficacia, ma manca di una semantica adeguata nel settore della relazione. * Il linguaggio analogicoha la semantica, ma non ha alcuna sintassi adeguata per definire in un modo che non sia ambiguo la natura delle relazioni”. Il livello di contenuto è trasmesso di preferenza con il modulo numerico. Il livello di relazione è trasmesso di preferenza con il modulo analogico. Il livello di contenuto è trasmesso di preferenza con il modulo numerico (digitale). Il livello di relazione è trasmesso di preferenza con il modulo analogico.
ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE 5° Assioma: Complementarietà e simmetria L’interazione può essere: - complementare(basata sulla differenza: one-up, one-down) - simmetrica(basata sull’eguaglianza). - In alcuni scambi interattivi può prevalere un modo di comunicare basato sull’eguaglianza quando le parti si pongono sullo stesso piano(simmetria). -In altri scambi interattivi domina un modo di comunicare basato sulla differenza dove c’è chi si pone in una posizione superiore (one up) e chi si pone in una posizione inferiore (one down). In questo caso si verifica un’integrazione reciproca oppure uno squilibrio problematico (dipendenza dall’altro da parte di uno degli individui). Questo modo di relazionarsi viene definitacomplementarietà.
EFFICACIA DELLA COMUNICAZIONEI fattori che influenzano il grado di efficacia di una comunicazione sono: 1) l’identità dei comunicanti: l’identità può essere personale (età, sesso, genere, etnia, caratteristiche fisiche), sociale (ruoli sociali svolti all’interno della famiglia, di una classe sociale o di un ceto), professionale (aspetti legati alla professione esercitata, allo status raggiunto e all’autorità riconosciuta) e spirituale (aspetti relativi alla fede professata, ai valori etici, al credo o sentimento religioso); 2) relazione dei comunicanti: la relazione degli attori contribuisce a qualificare alcuni aspetti dell’identità; soprattutto quando viene esercitato un ruolo, gli attori della comunicazione recitano delle parti (Goffman); 3) il contenuto della comunicazione: il contenuto di cui si parla richiede trattazioni diverse secondo il livello culturale degli interlocutori e la loro implicazione psicologica ed emotiva; 4) il linguaggio: è il canale dell’espressione soggettiva e serve per rappresentare quella realtà che si vuole condividere; la scelta del lessico congiunge le modalità espressive con contenuti cognitivi e processi emotivi; 5) congruenza tra linguaggio verbale e linguaggio analogico: è di estrema importanza curare la congruenza tra quello che si dice e come lo si esprime, tra le parole pronunciate e i toni e i gesti che lo accompagnano; 6) canale di trasmissione: il canale di trasmissione ha la sua influenza; una comunicazione vis a vis è diversa da una telefonica, via Internet o scritta. Il canale influenza il messaggio: Mc Luhan sostiene che il mezzo è il messaggio; 7) il contesto: la comunicazione interpersonale implica la condivisione spazio-temporale della situazione in cui avviene lo scambio comunicazionale; il processo di comunicazione va dunque inserito nella matrice contestuale in cui si svolge; 8) gli obiettivi: in senso lato lo scopo della comunicazione è quello di aumentare la condivisione, lo scambio, la reciprocità di cognizioni ed emozioni; 9) flessibilità delle strategie utilizzate: è necessario disporre di diverse strategie per gestire con flessibilità i comportamenti appropriati in relazione agli obiettivi posti.
BREAK (dei Simpsons … ma anche per voi!) ... e poi dite che non c'è riposo ...
Esperienza, comunicazione, sviluppo L’esperienza è costruita da messaggi che l’organismo riceve dall’ambiente circostante: ma questi messaggi sono fin dall’inizio filtrati, selezionati e organizzati. Ciò dipende non solo dall’equipaggiamentoricettivo (organi di senso, vie sensoriali, centri) che è diverso da specie a specie, ma anche dal-l’equipaggiamentodei sistemi di elaborazione disponibili (per gene-ralizzare, discriminare, seriare, classificare, integrare, associare etc.). Se l’ambiente appare certamente diverso ad una formica e ad un elefante, non è solo per le dimensioni comparative, ma soprattutto per la diversa vita di relazione che rende rilevanti, per la prima, cose che non lo sono per il secondo, e viceversa. Per nessun animale esistente ciò è vero come per l’uomo: che non solo dispone del cervello più complesso, ma dispone anche di enormi mezzi esterni. Fra questi, le tecnologie strumentali, e più ancora la collaborazione sociale; a quest’ultima è da ascrivere lo sviluppo del linguaggio referenziale e simbolico.
LA COMUNICAZIONE EDUCATIVA Quattro caratteristiche principali della comunicazione educativa A. AIUTARE A CRESCERE Culturalmente ed umanamente. L’insegnante non trasmette solamente le conoscenze, ma (a volte anche senza volerlo) incarna un MODELLO di ADULTO, con un’influenza tanto maggiore quanto più è “amato” dai suoi studenti. Ciò che dice (insegna) + ciò che fa + ciò che è = l’insegnante percepito dagli studenti B. LA PROMOZIONE DI UNO SPIRITO CRITICO La comunicazione educativa non deve mirare ad indottrinare (più o meno consapevolmente) ma a promuovere la capacità degli studenti di riflettere, confrontare e valutare idee diverse. “…a proposito di questo tema, esistono opinioni e valutazioni diverse dalle mie …” C. LA CIRCOLARITA’ DELLA COMUNICAZIONE Emittenti e destinatari del messaggio contemporaneamente (ruoli dinamici ed interscambiabili) con l’obiettivo da parte dell’insegnante di promuovere e stimolare l’attività comunicativa. Quale spazio per la “frontalità”? D. IL PROBLEMA DELLA MOTIVAZIONE ALL’ASCOLTO Possibilmente tutti gli elementi della classe Argomento delle prossime lezioni
Comunicare bene a scuola Nella comunità scolastica, la comunicazione può essere definita come un processo di condivisione delle informazioni attraverso l'utilizzazione di un insieme di regole comunemente accettate. L'instaurarsi di una buona comunicazione tra le diverse figure che interagiscono nel sistema-scuola può: - accrescere la consapevolezza su problemi e soluzioni didattiche - potenziare comportamenti supportivi individuali o di gruppo - mettere in luce le abilità di ciascuno - implementare la cooperazione - rinforzare i comportamenti e gli atteggiamenti positivi.
Tipi di comunicazione a scuola Come per la comunicazione in genere, nella scuola possiamo trovare diversi tipi di comunicazione: - intrapersonale - interpersonale - dei piccoli gruppi - delle organizzazioni - pubblica - di massa
DINAMICHE E TECNICHEDELLA COMUNICAZIONE EFFICACE Aperture che chiudono: - Vi rubo solo un minuto … - Non vi annoierò … - Non vorrei disturbare … - Ha un momento da dedicarmi …? - Disturbo …? - Non vorrei che pensasse male di me … • Sono approcci poco efficaci, perché evocano il sentimento negativo che vogliono evitare: rubare un minuto… annoiare… disturbare…; la richiesta di un momento ci qualifica come poco importanti e significativi, non chiediamo il tempo che serve, quello necessario, ma un solo minuto. • Inoltre può suonare adulatorio o peggio manipolatorio, specie se siamo insicuri e tendiamo alla logorrea (cosa che gli altri notano subito e che genera ansia o intolleranza …)
Comunicare: far brillare il positivo(1) - Strutturare l’intervento - Addestrarsi ad usare le 4 fasi dell’introduzione Si parte dalle domanda che l’ascoltatore si pone: 1) chi è che parla (presentazione + catalizzatore di attenzione); 2) cosa vuole da me/ io cosa c’entro? (collegamento con la realtà di chi ascolta); 3) perché non fa in esempio? (fare un es. o un riferimento concreto e interessante); 4) cosa c’è da fare? (invito all’azione e creazione di aspettative chiare e definite) - Coinvolgere attivamente gli attori del percorso usando ad esempio il NOI piuttosto che il TU o la terza persona che rende tutto lontano e rigido ./.
Comunicare: far brillare il positivo(2) • Utilizzare maggiormente “Presente” e “Futuro”, piuttosto che “Condizionale” … • Cercare di usare il registro linguistico proprio dell’interlocutore • Cercare di riconoscere il canale privilegiato (visivo, uditivo, cinestesico) e tarare su di esso la comunicazione • Riconoscere e utilizzare i meccanismi di orientamento della comunicazione (avvicinamento/fuga; necessità/possibilità; ego-centrato/ etero-centrato) • Riconoscere e utilizzare i meccanismi di auto-percezione • Riconoscere e rispettare l’ambito maggiore orientato alla persona o all’oggetto – tempo situazione e tempo meta) • Utilizzare l’Ascolto passivo e l’Ascolto attivo • Riconoscere i livelli di proiezione • Riconoscere e bloccare le situazioni di gioco psicologico e di disagio in genere • Conoscere e gestire le dinamiche tipiche in un gruppo (Identificazione, oggetto di desiderio, ambivalenza,transfert, le triangolazioni, la formazione del capro espiatorio) Tenere a mente che le tensioni sono molto più spesso di natura emotiva e affettiva che non razionale o di contenuto. E’ quindi necessario tenere la distanza emotiva dai conflitti e valorizzare il positivo operando le interazioni dei circuiti del disagio.
Comunicare:I tre contesti relazionali Conoscere i tre stadi per stare nel posto giusto • 1° stadio(lavorare per cambiare il modo in cui si vede la realtà. Si cambia la percezione attraverso nuove informazioni tradotte in azione) • 2° stadio(mettere in atto le opportune azioni, adeguate al caso, cogliendo le occasioni opportune) • 3° stadio(riconoscere/identificare le conseguenze derivanti dal mutamento di percezione e azione)
La Prossemica:studia i comportamenti spaziali tra gli individui Classi di Comportamento: CONTATTO FISICO DISTANZA Intima (fino a 40 cm) Personale (da 40 a 120cm) Sociale (da 120 a 360) Pubblica (da 360 in poi) ORIENTAMENTO
Zone personali di vita • Zona pubblica: + 3,6 m. • Zona sociale: 1,2 - 3,6 m. • Zona personale: 45 cm. – 1.2 m. • Zona intima: 15 – 45 cm. ZONA PUBBLICA (è la zona aperta a tutti; vi si trova informazione e stimolazione) ZONA SOCIALE ( è la zona dell’attività con cui si è impegnati, cui si prende parte, insieme ad altri) ZONA PERSONALE (è quella zona in cui si partecipa agli altri i propri vissuti personali. E’ la zona dello scambio di esperienze, non della realizzazione dei compiti. Comporta vulnerabilità, tempo e scambio reciproco) ZONA INTIMA (è quella in cui ci si occupa, o preoccupa, dell’altro, si ama, si comunica intimamente con l’altro. Ci si preoccupa su come quel che proviamo tocca l’altro. Vi si accetta l’altro e se stessi per come si è) Più sono soddisfacenti le relazioni personali, e più a tuo agio ti trovi con te stesso. Essere al posto giusto non dipende dal nostro stato d’animo, o da ciò che capiamo dentro di noi. Meglio comprendiamo le quattro zone, e prima smettiamo di cercare dentro di noi le risposte che in realtà stanno nella comprensione di come interagire adeguatamente nella vita.
La sfera pubblica • Difficoltà di capire la sfera pubblica: per stabilire relazioni interpersonali soddisfacenti e durature, bisogna cominciare dalla e riuscire nella zona pubblica; questa è piena di stimoli, varietà, novità e partecipazione) • Suggerimenti per la giusta collocazione nella sfera pubblica: si è nella sfera pubblica quando si fa qualcosa o si va in qualche posto e la situazione è impersonale; qui si sperimentano incontri passeggeri, casuali, con estranei. E’ l’evento a costituire il centro dell’attenzione. Reagire personalmente significa soffrire di confusione di zone. La regola principale: esplorare nuove idee, nuovi posti, nuova gente e nuovi fatti. Tenere un contegno cordiale e attivo) • I più frequenti errori nella sfera pubblica: timidezza (deriva dall’usare le regole e le indicazioni della sfera personale o intima in contesto pubblico), lavoro (quando si è alle prese col lavoro, bisogna mettersi nella condizione di farsi notare dagli altri, ascoltarne i bisogni …) • Paura - Relazioni: quando si passa dalla zona pubblica a quella privata …
La sfera sociale • La cosa più importante è ciò che tu fai. Qui si è autorizzati a tentare, a provare, a sbagliare e rientrare. Non c’è bisogno di scusarsi o di fare confronti con gli altri. • L’attività è il motivo dominante • Il lavoro è da collocarsi nella sfera sociale, non in quella personale (quante persone soffrono perché la sfera sociale li prende tutti, a scapito di quella personale) ! REGOLE PER STAR BENE NELLA SFERA SOCIALE Competizione: non impegnarsi sul piano della competizione con gli altri, ma delle tue possibilità) Conflitto: è la norma per la sfera sociale. Non combatterla, ma capirla; prendine atto e dà il meglio di te Gerarchia: sappi destreggiarti, anziché combatterle ;non piangerti addosso … Errori:non esiste un modo ideale per fare le cose; se sbagli non portarti addosso il tuo errore per sempre Vittorie: non perdere tempo a vincere in discussioni che non portano a veri successi Relazioni: tu ti rapporti agli altri attraverso ciò che fai. Dacci sotto, dunque !
La sfera sociale (2)Suggerimenti pratici • Il modo in cui ti rapporti con gli altri non stabilisce il tuo valore personale: è conseguenza di quello che hai imparato. Con altre informazioni puoi comportarti in modo diverso. • Non conta tanto come sei stato, ma come vuoi essere. Lasciati guidare dai tuoi obiettivi … • Se vuoi che i tuoi interlocutori diventino ragionevoli, vedi di non reagire troppo forte alla loro irrazionalità • Non basare le tue scelte a partire da ciò che gli altri fanno, ma dalla zona (sfera) in cui sei e dai traguardi che ti sei prefisso • Poiché la relazione interpersonale è una costante della vita, allènati a riconoscere le tue forze e debolezze (e quelle dei tuoi amici o avversari) • Noia e insoddisfazione sono segnali che i tuoi bisogni sono disattesi nella relazione interpersonale, invece di colpevolizzare gli altri, in tal caso, vedi di intraprendere qualcosa di diverso e di nuovo • La timidezza nella sfera sociale è solo questione di mancata conoscenza o padronanza di abilità. E’ più facile imparare nuove abilità che vincere la timidezza • L’ansietà è un’azione sospesa, trattenuta. Usa la tua ansia come segnale per identificare la sfera in cui ti trovi e l’azione che deve essere intrapresa.
La sfera personale Qui è il momento di abbassare la guardia, di scoprirsi, di togliere le barriere. Qui si richiede cuore, si stabiliscono e si consolidano le amicizie, si scopre ciò che si è. Nella sfera personale ciò che si fa passa in secondo ordine, a vantaggio della esperienza di fare qualcosa con qualcun altro. E’ il vantaggio di sentirsi in relazione, ma attenzione, perché si è vulnerabili. La famiglia è il luogo naturale per la sfera personale. Per riuscire nella sfera personale bisogna saper rivelare le proprie ansie, paure, gioie. Bisogna lasciar cadere le barriere. Bisogna saper ascoltare. Prima regola: aprirsi ed esporsi al rischio • Qui si parla da persona a persona di ciò che si pensa, si sente, si fa … • Qui ci si confronta direttamente. Ci si sostiene reciprocamente … • Qui si danno consigli e se ne ricevono, pure … • Qui ci si espone nelle proprie fragilità e debolezze • Qui si dice ad un altro quel che normalmente si tiene per sé stessi
La sfera intima * E’ la zona dove nasce l’amore e dove si stabilisce la più profonda comunicazione e relazione umana * E’ la più difficile delle relazioni umane da conservare: facile arrivarci, ma difficile starci. * Qui non c’è barriera tra i due: massima è la vulnerabilità (esposizione) * Il centro dell’attenzione, qui, è costituito dai sentimenti che i due si scambiano * L’amore è il più potente riconoscimento della esistenza di un altro. Non c’è da fare alcunché per dare e ricevere amore: c’è solo da trovare la propria via (o modalità) nella sfera intima. * Sessualità * Intensità/ebbrezza
Saper ascoltare Saper "ben ascoltare" può portare ad aprire la mente a nuove idee, a nuove soluzioni, ad arricchimento della persona. E' una abilità che può essere molto utile anche per la crescita professionale. Questa capacità contribuisce notevolmente ad essere dei bravi genitori, dei buoni figli, degli insostituibili compagni; è indispensabile ai medici, ai manager, indiscutibilmente agli addetti alle vendite. Da studi statistici, come si vede da grafico, è stato rilevato che, nei processi di comunicazione, la maggior parte del tempo viene dedicata all'ascolto. Poiché il tempo è un bene prezioso e va utilizzato al meglio, le modalità di ascolto dovrebbero essere migliorate. Un metodo è quello di imparare le abilità di ascolto attivanto l’ascolto attivo empatico
PSICOLOGIA E LINGUAGGIO 1. Il linguaggio viene indicato come attributo essenzialmente umano. Tutti gli animali comunicano (anche in modi per noi incomprensibili, come gli ultrasuoni), ma solo il linguaggio umano può riferirsi a eventi lontani nello spazio e nel tempo, può generare e comprendere espressioni che non erano state utilizzate il precedenza, può combinare nel suo vocabolario (in maniera sempre diversa) un numero di suoni distinti. Il sistema fonatorio dell’uomo (vedi ad es. la laringe) è unico. Naturalmente la comunicazione è possibile in quanto esiste una corrispondenza tra “segno” (parola, gesto …) e oggetto designato, determinata da una regola (codice), e vale sia per l’emittente che per il destinatario. 2. Linguaggio e parola. Nel caso dell’uomo la comunicazione linguistica è anzitutto verbale (il suono viene emesso e percepito: canale fonetico-acustico). Ma si utilizza anche il canale grafico-visivo. I ciechi però usano il metodo Braille (configurazione di punti letta al tatto), mentre i sordi usano il linguaggio mimico-gestuale (canale motorio-visivo). 3. Proprietà funzionali. Le funzioni più semplici del linguaggio sono quelle che ognuno può facilmente comprendere: - espressiva - evocativa - rappresentativa - intra-individuale
Realizzazioni • di ciascuna sfera di vita • Disinvoltura/sicurezza. La si conquista quando si arriva a destreggiarsi bene nella sfera pubblica • Auto-stima. E’ la conseguenza di una soddisfazione dei bisogni della sfera sociale • Auto-valorizzazione. Sarà tanto più grande quanto più saranno • soddisfatti i bisogni della sfera personale • Amor di sé. Sarà tanto più grande quanto più si soddisferanno i bisogni della sfera intima