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PREVENZIONE INCENDI

Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori. 10 - 11 Giugno 2013 LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO Sala del Consiglio Nazionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Via del Collegio Romano, 27 - ROMA. Colombo CONTI Ermanno LAGANA’ Mara MARINCIONI.

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PREVENZIONE INCENDI

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Presentation Transcript


  1. Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori 10 - 11 Giugno 2013 LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO Sala del Consiglio Nazionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Via del Collegio Romano, 27 - ROMA Colombo CONTI Ermanno LAGANA’ Mara MARINCIONI PREVENZIONE INCENDI

  2. Il Decreto legislativo 81/08 alla sezione “Gestione delle emergenze” tratta: • disposizioni generali; • prescrizioni previste in materia di gestione delle emergenze quali prevenzione incendi, evacuazione e primo soccorso. ANALISI DEL RUOLO: COMPITI E COMPETENZE

  3. Organizza i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia di: • primo soccorso; • salvataggio; • lotta antincendio; • gestione dell'emergenza. Il datore di lavoro

  4. Informa i lavoratori che possono essere esposti a pericolo; • programma gli interventi; • adotta i provvedimenti necessari affinchè qualsiasi lavoratore possa prendere le misure adeguate per evitare le conseguenze di pericolo; • tiene conto delle dimensioni e dei rischi specifici dell'azienda. Il datore di lavoro

  5. Le misure intese ad evitare l’insorgere di un incendio e a limitarne le conseguenze; • le misure precauzionali di esercizio; • i metodi di controllo e manutenzione degli impianti e delle attrezzature antincendio; • i criteri per la gestione delle emergenze. le prescrizioni DESCRIVONO

  6. Combustione: reazione chimica tra due o più sostanze con produzione di calore: • comburente (ossigeno atmosferico, perossidi, ecc); • combustibile(solidi, liquidi o gassosi). La combustione

  7. Le norme di prevenzione incendi sono finalizzate ad evitare la possibilità che si inneschino incendi mediante: • limitazione del carico di incendio; • posizionamento di sorgenti di calore; • norme comportamentali e addestramento; • segnaletica; • adozione di sistemi di protezione attivi o passivi. PREVENIRE GLI INCENDI

  8. L'organizzazione di una squadra per l’emergenza è basata sui seguenti principi: • designazione dei ruoli; • struttura gerarchica; • definizione precisa per le persone interessate; • massima tempestività in condizioni di pericolo; • non è rigida. Organizzazione di squadra

  9. Il responsabile della squadra di emergenza è il Coordinatore dell’Emergenza (con sostituto). I compiti sono: • evacuazione dei lavoratori; • prevenzione incendi; • primo soccorso. I personaggi

  10. Ha funzioni relative all’evacuazione del personale, salvataggio, antincendio. • Gli addetti devono essere presenti su tutti i turni di lavoro, anche su base "semivolontaria". Squadra di Pronto Intervento

  11. Valuta la situazione sanitaria, eroga il primo soccorso, attiva il soccorso esterno. • Oltre a ricevere l’addestramento specifico, gli addetti devono: conoscere le situazioni di "rischio residuo”; conoscere piani e procedure di emergenza; coordinarsi per interventi con le squadre di emergenza. Squadra di Primo soccorso

  12. Il CEN (Comitato Europeo Normalizzazione) ha suddiviso e classificato i fuochi a seconda dei materiali coinvolti nella combustione. • I criteri di classificazione sono: • esplosività; • pericolo di incendio; • rischio di danni. Aspetti generali

  13. Classe A: incendi di materiali solidi, combustibili, infiammabili ed incandescenti come legname, carta, tessuti, pelli, gomma, rifiuti che fanno brace e il cui spegnimento presenta particolari difficoltà. • SPEGNIMENTO: acqua e schiuma hanno notevole efficacia. Classi di incendi: classe a

  14. Classe B: incendi di materiali liquidi per i quali è necessario un effetto di copertura e soffocamento come alcoli, solventi, olii minerali, grassi, benzine. • SPEGNIMENTO: schiuma, polvere, e gas alogenati. Incendi classe b

  15. Classe C: incendi di materiali gassosi infiammabili come idrogeno, metano, acetilene, butano, etilene, propilene, ecc. • SPEGNIMENTO: acqua, polvere ed alogenati. Incendi classe c

  16. Classe D: incendi di materiali composti da sostanze chimiche spontaneamente combustibili in presenza d’aria, reattive in presenza d’acqua o schiuma con formazione di idrogeno e pericolo di esplosioni. • SPEGNIMENTO: si impiegano polveri speciali. Incendi classe d

  17. Classe E: incendi di apparecchiature elettriche, trasformatori, alternatori, interruttori, quadri elettrici ed apparecchiature elettriche in genere sotto tensione. • SPEGNIMENTO: agenti elettricamente non conduttivi. Incendi classe e

  18. COMBUSTIBILE (la sostanza solida, liquida o gassosa che "brucia"); • COMBURENTE (l’ossigeno contenuto nell’aria); • INNESCO (la sorgente di energia/calore). Il triangolo del fuoco

  19. I fattori che influenzano il comportamento del fuoco sono: • quantità e tipologia dei combustibili coinvolti; • distribuzione del combustibile; • caratteristiche dimensionali del locale; • condizioni di ventilazione. Il comportamento del fuoco

  20. Tener presente: • le caratteristiche di pericolosità dei prodotti della combustione; • lo sviluppo dei fumi; • i gas di combustione; • il rischio potenziale è tanto maggiore quanto più materiale sono presenti. I pericoli del fuoco

  21. Sono i vari tipi di estintori: • estintori a CO2; • estintori a polvere; • estintori a schiuma chimica; • estintori a schiuma meccanica; • estintori a idrocarburi alogenati; • estintori idrici. Mezzi mobili

  22. L’impiego degli estintori può essere utile: • nella fase iniziale di un incendio per un primo intervento; • negli incendi più gravi per contrastare il propagarsi delle fiamme in attesa dell’utilizzo di mezzi antincendio più potenti. USO DELL’ESTINTORE PORTATILE

  23. Dirigere il getto alla base delle fiamme; • durante l’erogazione muovere a ventaglio l’estintore; • avanzare mantenendo le spalle verso la via di fuga; • al termine dell’intervento verificare che non ci siano braci accese; • aerare i locali dopo l’uso. Alcune Istruzioni per l’uso

  24. Il personale coinvolto deve: • percorrere le vie di esodo; • identificare le porte resistenti al fuoco; • identificare i dispositivi per dare l'allarme; • identificare le attrezzature di spegnimento. EVACUAZIONE

  25. È un percorso senza ostacoli al deflusso. • Consente alle persone di raggiungere il più rapidamente possibile un luogo sicuro. • Deve rimanere sgombro e avere una illuminazione d’emergenza. Via di emergenza

  26. È un passaggio che immette in un luogo sicuro. • Deve essere evidenziata da apposita segnaletica. uscita di emergenza

  27. È la larghezza utile al passaggio. • Deve avere altezza minima di 2 metri. • Larghezza conforme alla normativa antincendio (80-120 cm). • Non devono essere chiuse a chiave. larghezza di una porta

  28. Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori FINE Contenuti e testi aggiornati a Giugno 2013 e tratti da: Conti, C., Laganà, E., Marincioni,M., “L'ora di sicurezza: introduzione e finalità del D.lgs 81/08”, Kit multimediale per le scuole secondarie superiori, ISFOL, 2010.

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