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La programmazione personalizzata per valutare gli apprendimenti: strumenti di rilevamento e di riferimento per la scuo

La programmazione personalizzata per valutare gli apprendimenti: strumenti di rilevamento e di riferimento per la scuola. DPR 31 agosto 1999 n. 394, art. 45 “Iscrizione scolastica”. Iscrizione e assegnazione alla classi. Adattamento dei programmi di insegnamento. Rapporti scuola-famiglia.

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La programmazione personalizzata per valutare gli apprendimenti: strumenti di rilevamento e di riferimento per la scuo

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Presentation Transcript


  1. La programmazione personalizzata per valutare gli apprendimenti: strumenti di rilevamento e di riferimento per la scuola

  2. DPR 31 agosto 1999 n. 394, art. 45 “Iscrizione scolastica”. Iscrizione e assegnazione alla classi. Adattamento dei programmi di insegnamento. Rapporti scuola-famiglia. Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri (marzo 2006). Iscrizione alle scuolesecondarie di 2° grado. Piani personali. Valutazione Regolamento sulla valutazione. DPR n. 122 del 22 giugno 2009 CM n. 50, 20 maggio 2009 Riferimenti normativi

  3. “Benché la norma non accenni alla valutazione, ne consegue che il possibile adattamento dei programmi per i singoli alunni comporti un adattamento della valutazione, anche in considerazione degli orientamenti generali su questo tema, espressi in circolari e direttive, che sottolineano fortemente l’attenzione ai percorsi personali degli alunni.” Il piano della legittimitàDalle LINEE - GUIDA

  4. Per il Consiglio di Classe che deve valutare alunni stranieri inseriti nel corso dell’anno scolastico … diventa fondamentale conoscere, per quanto possibile, la storia scolastica precedente, gli esiti raggiunti, le caratteristiche delle scuole frequentate, le abilità e le competenze acquisite. Sempre dalle LINEE GUIDA

  5. Il comma 9 dell’art. 1 dice che “minori con cittadinanza non italiana… sono valutati nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani”: un doveroso richiamo a un principio universalistico teso a escludere qualsiasi forma di discriminazione ma che rischia di non far considerare le specificità degli alunni di origine straniera. (E.G. Bettinelli) Attenzione al Regolamento sulla valutazione, DPR n. 122 del 22 giugno 2009, emanato ai sensi degli artt. 2 e 3 della legge di conversione n. 169 del 30 ottobre 2008

  6. Nella scuola primaria e secondaria di primo grado la promozione può essere deliberata “in presenza di carenze relativamente al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento”. Un possibile varco per piani personalizzati biennali. In questo caso “la scuola provvede ad inserire una specifica nota al riguardo nel documento individuale di valutazione e trasmettere quest’ultimo alla famiglia”. Nella scuola superiore non è data questa possibilità e anzi, la norma che impone l’estinzione dei debiti prima dell’avvio dell’anno successivo, sembra andare in direzione diversa da quella delle scuole che progettano percorsi personalizzati su base biennale o addirittura pluriennale. Una proposta potrebbe essere la sospensione della valutazione certificativa (di passaggio da una classe all’altra) per un biennio a determinate condizioni e sulla base di apposite delibere del Collegio Docenti.

  7. Formalizzazione dei percorsi personali e della valutazione ad essi congruente mediante Delibere del collegio docenti (CD) con riferimento a: - DPR n. 394 del 1999 - Regolamento valutazione: art. 1, commi 5 (equità, trasparenza) e 7 (carenze relativamente al raggiungimento di obiettivi)

  8. Identificare un modello di personalizzazione idoneo a favorire l’integrazione degli alunni stranieri: - partire dai loro particolari bisogni e dagli obiettivi che si intendono raggiungere - competenza BICS (lingua della comunicazione) - competenza CALP (lingua dello studio) - competenza linguistica: prerequisito indispensabile sia per l’inclusione sociale sia per il successo scolastico MA non può prescindere dall’acquisizione di conoscenze e competenze afferenti alle varie discipline, soprattutto ai livelli più alti di scolarità

  9. 1. il Piano Educativo Personalizzato (PEP) 2. l’Unità di Apprendimento 3. il Portfolio delle Competenze Individuali 4. il Tutor GLI STRUMENTI PER UNA DIDATTICA PERSONALIZZATA:

  10. E' suddiviso in tre sezioni principali: il profilo in ingresso dell’alunno la programmazione comune e disciplinare la valutazione 1. Il Piano Educativo Personalizzato (PEP)

  11. Profilo in ingresso dell'alunno: chi è l’alunno che cosa sa e sa fare come lo fa cosa può realisticamente imparare come lo può imparare come valutare gli apprendimenti

  12. Programmazione comune e disciplinare adattare il programma alla situazione rilevata, cioè al tipo di studente, ovvero, definire i nuclei essenziali per ogni disciplina strutturare la materia: selezione del materiale didattico, graduazione

  13. La valutazione legata al Piano di Studi Personalizzato: • valutazione diagnostica o iniziale: fatta nel momento di intraprendere un itinerario o un obiettivo formativo • valutazione " in itinere " o formativa: accompagna costantemente il processo didattico nel suo svolgersi • valutazione sommativa o complessiva: finale, da condurre al termine di un processo didattico

  14. Oggettivazione dei criteri • Saperi: competenze relative ai contenuti disciplinari • Abilità: competenze strumentali e abilità di esecuzione legati ad una disciplina • Capacità trasversali: insieme completo dei saperi e delle abilità transdisciplinari, esempio: informarsi, sintetizzare, transcodificare • Saper essere: disposizione alla vita collettiva, per esempio: partecipazione, ascolto attivo, responsabilità, cooperazione

  15. Una proposta di indicatori • Partecipazione e impegno: coinvolgimento, grado di partecipazione, pertinenza (motivazione …) • Socialità e collaborazione: capacità di socializzare i saperi • Applicazione (coinvolge i processi di assimilazione) : capacità di seguire le procedure, di organizzare le conoscenze e le competenze, di rielaborare le informazioni  autonomia

  16. Per l’alunno straniero • Normativa di riferimento • Indicatori livelli di L2

  17. Per l’alunno straniero • Obiettivo principe: • "padronanza del linguaggio e capacità di comunicazione “ • uso della lingua parlata nelle diverse attività, anche per interagire con altri nella co-costruzione della conoscenza • uso della lingua scritta in relazioni ad attività specifiche • uso del linguaggio matematico • uso del linguaggio figurativo, musicale

  18. strumento di programmazione percorso di metodo e di contenuto varia da alunno ad alunno differenziata all’interno della propria articolazione, cioè negli compiti, nei contenuti e nei metodi 2. L’Unità di Apprendimento o Unità Didattica

  19. L'obiettivo è quello di elaborare: Modelli operativi specifici per l'insegnamento dell'italiano L2 in cui vi sia attenzione per tutte le formae mentis degli studenti; Una gamma ampia ed integrata di attività che permettano di valorizzare gli studenti nei relativi punti di forza e di potenziare le intelligenze di ciascuno per ridurre i punti di debolezza Classe ad abilità differenziate (CAD)classe multietnica e plurilingue

  20. Secondo la psicologia cognitivista: • la relazione tra motivazione e apprendimento è mediata • dall’uso delle strategie • dall’attribuzione di significato a precedenti successi e insuccessi scolastici • dalla scelta di compiti più o meno sfidanti • dalla scelta di obiettivi orientati • o sui prodotti, e quindi sulla prestazione • o sui processi, e quindi sulla padronanza, le emozioni provate in contesti di apprendimento positivi in cui sono coinvolti.

  21. Un modello operativo: l'unità stratificata e differenziata • Gli elementi trasversali a qualsiasi unità sono tre: • Motivazione, comprensibilità, valutazione • Elementi ricorsivi e costitutivi nella CAD: • Differenziazione, stratificazione

  22. Modello operativo CAD(Barbara D'Annunzio e Francesca della Puppa)

  23. Attività flessibili: • Scelta: gli studenti possono scegliere tra un certo numero di sottocompiti • Quantità: varia la produzione di quantità di lingua, anche un completamento parziale è accettato • Complessità:il compito può essere svolto con differenti livelli di padronanza linguistica o concettuale • Ruoli con difficoltà differenziate: role-play • Aiuto dai compagni

  24. raccolta di elaborati, osservazioni, registrazioni e riflessioni che documenta il percorso educativo e di apprendimento dei singoli allievi valutazione di progresso che mira allo sviluppo del processo di apprendimento 3. Portfolio

  25. tutor adulto, preferibilmente interno al Consiglio della Classe in cui è inserito l’alunno mediatore culturale, a presidio delle aree della progettazione didattica, della relazionalità e della comunicazione tutorship tra pari, affidata a un coetaneo italiano o straniero, o condivisa all’interno della classe, per favorire le relazioni amicali e i processi di apprendimento attraverso il modelling su soggetti positivi 4. Tutor

  26. Caso 1Scuola primaria • Profilo dell'alunno: bambino senegalese di 9 anni neoarrivato in III° elementare, poco scolarizzato in L1 e non autonomo nella gestione di tempi, spazi, materiali e metodi della scuola, motivato all'apprendimento • (si consegna copia degli obiettivi delineati in contesto di laboratorio L2 dalla facilitatrice) • Consegna: si chiede di delineare e selezionare i nuclei fondamentali disciplinari per la programmazione personalizzata

  27. Caso 2Scuola secondaria di I° grado • Profilo dell'alunno: ragazzo bengalese di 15 anni neoarrivato in III° media, scolarizzato e autonomo nella L1, fortemente motivato all'apprendimento • (si consegna copia degli obiettivi minimi personalizzati dell'alunno delineati in contesto di laboratorio L2 dalla facilitatrice) • Consegna: si chiede di delineare e selezionare i nuclei fondamentali disciplinari per la programmazione personalizzata

  28. Esami di licenza della scuola secondaria di primo grado • indicare i criteri di valutazione delle prove, coerenti con i nuclei essenziali fissati nelle programmazioni personalizzate Per il colloquio orale: • condurre il colloquio d'esame tenendo conto del percorso svolto in attività di laboratorio linguistico, dei progetti specifici di facilitazione dell'apprendimento e di ogni altra attività integrativa del curricolo.

  29. Profilo dell'alunno: ragazzo moldavo di 15 anni neoarrivato in I° superiore, scolarizzato e autonomo nella L1, motivato all'apprendimento, con evidente attitudine per il linguaggio matematico ma timido e poco propenso alla socializzazione Consegna: si chiede di delineare e selezionare i nuclei fondamentali disciplinari per la programmazione personalizzata Caso 3Scuola secondaria di II° grado

  30. Bibliografia utile Domenici G. - Manuale della valutazione scolastica, Laterza, 1995 Bettinelli G. - Favaro G. Protocollo d'accoglienza, Centro Come 2000 IRRSAE Irre-Liguria : Progetto MILIA, modulo n. 15,1996 Favaro G. Alfabeti interculturali. Guerrini,2000 Nigris E. Educazione interculturale,,Mondadori,1996 Pallotti G. La seconda lingua,Bompiani,1998 Piemontese E. Capire e farsi capire,Tecnodid,1996 Vedovelli M. Aspetti dell' apprendimento dell' italiano L/2 in contesto migratorio, " SILTA, XXIII,1994,2 Caon F. (a cura di), Insegnare italiano nella classe ad abilità differenziate, Guerra, 2006

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