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WORKSHOP N uovi P orti P er N uove P ortualità

WORKSHOP N uovi P orti P er N uove P ortualità. Trapani nella costruzione della «città siculo-occidentale». MILANO, 21 maggio 2012. Politecnico di Milano Facoltà di Architettura e Società Anno accademico 2011-2012. Prof. Arch. Massimo Novati.

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Presentation Transcript


  1. WORKSHOPNuovi Porti Per Nuove Portualità Trapani nella costruzione della «città siculo-occidentale» MILANO, 21 maggio 2012 Politecnico di Milano Facoltà di Architettura e Società Anno accademico 2011-2012 Prof. Arch. Massimo Novati

  2. WORKSHOP: NUOVI PORTI PER NUOVE PORTUALITÀ - MILANO –21 maggio 2012 Su 100.000 km di coste europee ci sono oltre 1 200 porti commerciali diverse centinaia di altri porti si trovano lungo i 36.000 km delle vie navigabili dell’UE porti costituiscono nodi fondamentali del trasporto modale e sono di interesse vitale per il 90% del commercio internazionale dell’Europa. garantiscono il 40% del commercio intracomunitario coesione, grazie allo sviluppo dei servizi viaggiatori e dei traghetti Lo sviluppo del settore delle crociere ha trasformato alcuni porti in centri del turismo di città e di intere regioni. Essi sono anche indispensabili per lo sviluppo del trasporto marittimo a corto raggio • politica generale dei trasporti (COM 2006– 314) • Piano Azione Commissione Europea per un sistema di porti efficiente + politica marittima integrata (COM 2007 – 575) • rete trans-europea di trasporto, nel 2010 (Articolo 19 del regolamento CE 680/2007) • infrastrutture portuali adeguate e industrie entroterra (COM 2007 - 1) • normativa ambientale comunitaria nel caso dello sviluppo dei porti (COM 2007 - 575 e SEC 2007 - 1278) • Libro bianco sulla politica dei trasporti (COM 2006 - 314) • L’ASSETTO NORMATIVO Il libro bianco e il ruolo della portualità nella programmazione europea

  3. WORKSHOP: NUOVI PORTI PER NUOVE PORTUALITÀ - MILANO –21 maggio 2012 • L’ASSETTO NORMATIVO Il libro bianco e il ruolo della portualità nella programmazione europea Il Libro Verde della Commissione della Unione Europea sui porti(1998) insieme alle decisioni relative al ruolo dei porti nel progetto delle reti transeuropee dei trasporti (TEN-T), ha manifestato l’orientamento dell’UE di assegnare ai porti una centralità nella politica dei trasporti europea. Il Libro Verde concentra l’attenzione su due temi di fondo: realizzare corrette condizioni di concorrenza e contenere la sovracapacità esistente o temuta. La soluzione indicata è l’adozione di un’impostazione uniforme nel finanziamento dei porti e delle infrastrutture marittime, da realizzare attraverso un sistema di tariffazione dell’uso delle infrastrutture portuali tale da far sopportare agli utenti il costo reale dei nuovi investimenti (inclusivo del costo del capitale, dei costi operativi e delle cosiddette esternalità, ovvero dei costi ambientali). Legando i nuovi investimenti alla domanda verrebbe inoltre evitato il rischio di determinare una condizione di sovracapacità. Il principio generale è, quindi, quello del “chi utilizza i trasporti deve pagare anche il costo di sviluppo delle infrastrutture”. Tale indirizzo di fondo è attenuato da una serie di eccezioni: esclusione delle grandi opere per l’accesso e la difesa dei porti, gradualità nell’applicazione della nuova normativa, attenzione ai problemi delle regioni sottosviluppate e periferiche, necessità di garantire la congruenza con i sistemi tariffari degli altri modi di trasporto. Per questa via si teme che possano essere avvantaggiati i porti del Nord Europa, che dispongono già di una dotazione di infrastrutture adeguato allo sviluppo di traffici futuri.

  4. WORKSHOP: NUOVI PORTI PER NUOVE PORTUALITÀ - MILANO –21 maggio 2012 • L’ASSETTO NORMATIVO Il quadro giuridico di riferimento per la portualità italiana Lo scenario normativo nazionale della regolamentazione portuale è caratterizzato dalla legge n. 84 del 1994, che costituisce ancora oggi il quadro di riferimento. I principali aspetti della legge sono: • classificazione dei porti in due categorie (porti militari/civili); i porti civili vengono raggruppati in diverse classi a seconda della rilevanza economica; • istituzione dell’autorità portuale con personalità giuridica di diritto pubblico e autonomia di bilancio e finanziaria nei porti di Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Civitavecchia, Genova, La Spezia, Livorno, Marina di Carrara, Messina, Napoli, Palermo, Ravenna, Savona, Taranto, Trieste, Venezia ed in seguito Gioia Tauro. Successivamente il numero delle Autorità Portuale è ulteriormente cresciuto, ed oggi se ne contano 28. L’Autorità ha compiti di programmazione e controllo e non può avere, direttamente o indirettamente, attività di gestione; • definizione delle operazioni portuali e norme per la concessione da parte dell’Autorità Portuale o, in assenza di questa, da parte della Capitaneria di Porto; il meccanismo di determinazione delle tariffe di concessione non è stato però ancora definito; • individuazione dei soggetti ai quali concedere la gestione delle operazioni portuali.

  5. WORKSHOP: NUOVI PORTI PER NUOVE PORTUALITÀ - MILANO –21 maggio 2012 • L’ASSETTO NORMATIVO Le coordinate giuridiche di livello internazionale Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare New York 10 dicembre 1982 Convenzione d’Atene relativa al trasporto per mare di passeggeri e dei loro bagagli 13 dicembre 1974 Convenzione intesa ad agevolare il traffico marittimo internazionale Londra il 9 aprile 1965 Convenzione internazionale sulla stazzatura delle navi 23 giugno 1969 Convenzione internazionale concernente l’unificazione di alcune regole in materia di trasporto di passeggeri per mare Bruxelles 29 aprile 1961 Convenzione internazionale concernente il mare territoriale e la zona attigua Ginevra 29 aprile 1958 Convenzione istitutiva dell’Organizzazione marittima internazionale 6 marzo 1948 Convenzione sul regime internazionale dei porti marittimi 9 dicembre 1923

  6. WORKSHOP: NUOVI PORTI PER NUOVE PORTUALITÀ - MILANO –21 maggio 2012 • L’ASSETTO NORMATIVO Le coordinate giuridiche di livello internazionale

  7. WORKSHOP: NUOVI PORTI PER NUOVE PORTUALITÀ - MILANO –21 maggio 2012 • Sul maresi esercitano le competenze di varie branche dell’amministrazione centrale dello stato: Capitaneria di Porto, Intendenza di Finanza, Provveditorato alle Opere Marittime.Sulle costesi aggiungono anche le Amministrazioni locali. In Italia prevale ancora una logica di localismo esasperato, che induce a demoltiplicare i punti di approdo strategici indebolendo il sistema portuale nazionale nella sua interezza. La situazione attuale vede in Europa quattro modelli di amministrazione portuale: • porti direttamente amministrati dallo Stato, a volte tramite un ente pubblico; è il caso dei porti spagnoli ed italiani; • porti amministrati da municipalità o da stati federali; è il caso dei porti del Nord Europa; • porti amministrati, come nel primo caso, da un ente pubblico, ma che sono caratterizzati da una larga autonomia, ed in particolare da una parziale esenzione dalle imposte; ciò rende possibile l’autofinanziamento di nuove infrastrutture; questi porti sono collocati in Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca; • porti gestiti direttamente da privati, come Felixstowe in Gran Bretagna e Zeebruggen in Belgio. • L’ASSETTO NORMATIVO Il quadro delle competenze

  8. WORKSHOP: NUOVI PORTI PER NUOVE PORTUALITÀ - MILANO –21 maggio 2012 • L’ASSETTO NORMATIVO Il quadro delle competenze Ai sensi dell’art. 822, comma 2°, del codice civile, i porti marittimi, in considerazione della loro rilevanza economica e doganale, nonché della loro importanza per la difesa nazionale e la sicurezza della navigazione, sono inseriti fra i beni del c.d. “demanio necessario”, di appartenenza esclusivamente statale. Così come gli altri beni che costituiscono il demanio marittimo, sono destinati ai c.d. pubblici usi del mare e sono sottoposti ad una disciplina speciale, rinveniente principalmente dal codice della navigazione, dal regolamento della navigazione marittima (r.d. 30 marzo 1942, n. 327) e dal testo unico sulle opere marittime (d.P.R. 15 febbraio 1952, n. 328). Tale disciplina, peraltro, è stata profondamente riformata dalla recente legge 28 gennaio 1994, n. 84 (a sua volta modificata dalla legge 30 giugno 2000, n. 186), che ha operato il riordino della materia, conservando bensì allo Stato l’appartenenza dei porti marittimi, ma riconoscendo alle Regioni e agli enti locali una possibilità di presenza molto più ampia rispetto al precedente ordinamento portuale. Altri caratteri fondamentali della riforma sono: la disciplina specifica della concessione dei beni del demanio portuale, che, distinta da quella, generale, relativa al demanio marittimo, è impostata sulla precipua funzione economica di detti beni; la riconfigurazione dei compiti di regolamentazione e di disciplina delle operazioni portuali, nell’intento di favorire la libertà di iniziativa economica, la concorrenza e il diritto di autoproduzione in questo settore; la limitazione dell’azione dei pubblici poteri al solo ambito delle funzioni di disciplina e di regolazione, con l’esclusione di ogni attività pubblica di tipo imprenditoriale.

  9. WORKSHOP: NUOVI PORTI PER NUOVE PORTUALITÀ - MILANO –21 maggio 2012 • L’ASSETTO NORMATIVO Il quadro delle competenze nuovo quadro normativo, anche per quanto concerne i porti d'interesse regionale ed interregionale, a mente del quale spettano alle Regioni e per il principio di sussidiarietà ai Comuni, le competenze relative all'esercizio delle funzioni amministrative nei porti di 2^ categoria, classe III (porti di interesse regionale ed interregionale con funzione turistica e peschereccia). A seguito del nuovo quadro normativo il Comune è oggi titolare delle funzioni amministrative sul demanio marittimo, incluso quello portuale, che il Codice della Navigazione affidava alle Capitanerie di Porto e che consentono all'Ente Locale, l'amministrazione diretta dei beni demaniali marittimi. Diverse Regioni, con diverse leggi regionali, hanno conferito ai propri Comuni costieri l'esercizio di tutte le funzioni amministrative relative al demanio marittimo, intendendosi per beni demaniali quelli elencati nell'art. 822 del c.c. e 28 del codice della navigazione e cioè il lido del mare, la spiaggia, i porti, le rade, le lagune, le foci dei fiumi che sboccano in mare, i bacini di acqua salsa e salmastra che almeno durante una parte dell'anno comunicano liberamente col mare, i canali utilizzabili ad uso pubblico marittimo.

  10. WORKSHOP: NUOVI PORTI PER NUOVE PORTUALITÀ - MILANO –21 maggio 2012 • L’ASSETTO NORMATIVO Il quadro delle competenze Oggi i Comuni sono titolari delle seguenti funzioni amministrative sul demanio marittimo: - Rilascio di concessioni demaniali marittime (in attesa dell'approvazione del Piano Regionale delle Coste) ai sensi dell'art. 36 del codice della navigazione; - Rilascio dell'atto di concessione provvisoria ai sensi dell'art. 10 del codice della navigazione; - Rinnovo di concessioni demaniali marittime ai sensi dell'art. 36 del codice della navigazione; - Variazione del contenuto della concessione ai sensi dell'art. 24 regolamento di esecuzione del codice della navigazione); - Comparazione di istanze ai sensi dell'art. 37 del codice della navigazione; - Anticipata occupazione di aree demaniali marittime ai sensi dell'art. 38 del codice della navigazione; - Autorizzazione a costituire ipoteca sulle opere costruite dal concessionario ai sensi dell'art. 41 del codice della navigazione; - Revoca totale o parziale di concessioni demaniali marittime ai sensi dell' art. 42 del codice della navigazione e 31 del relativo regolamento di esecuzione; - Domande incompatibili sensi dell'art. 43 del codice della navigazione; - Modifica o estinzione della concessione per cause naturali ai sensi dell'art. 45 del codice della navigazione; - Affidamenti ad altri soggetti delle attività oggetto della concessione ai sensi dell'art. 45 bis del codice della navigazione; - Subingresso nella concessione ai sensi dell'art. 46 del codice della navigazione e art. 30 del regolamento di esecuzione; - Decadenza della concessione ai sensi dell'art. 47 del codice della navigazione.

  11. WORKSHOP: NUOVI PORTI PER NUOVE PORTUALITÀ - MILANO –21 maggio 2012 • L’ASSETTO NORMATIVO Il quadro delle competenze • Restano ascritti alla competenza statale ed in particolare al Corpo delle Capitanerie di Porto le funzioni relative a: • Delimitazione di zone del demanio marittimo ai sensi dell'art. 32 del Codice della Navigazione; • Risoluzione delle contestazioni che sorgono nel corso della delimitazione ai sensi dell'art. 34 del Codice della Navigazione; • Predisposizione delle Tabelle indicante i luoghi nei quali è possibile eseguire la raccolta e l'estrazione di arena, ghiaia e altri materiali.

  12. WORKSHOP: NUOVI PORTI PER NUOVE PORTUALITÀ - MILANO –21 maggio 2012 • L’ASSETTO NORMATIVO Il quadro delle competenze Lo Stato mantiene le funzioni amministrative in materia di demanio solo nelle sottoelencate tipologie di Porti e zone del demanio marittimo: a) Porti rientranti nella giurisdizione territoriale delle Autorità Portuali; b) Porti militari, per intero o in parte, per tali intendendosi anche le aree portuali destinate unicamente alla difesa militare e alla sicurezza dello Stato, nonché gli specchi acquei collegati funzionalmente con i suddetti porti ed aree, non permanentemente soggetti agli usi pubblici; c) Aree e specchi acquei, interni ai porti, nonché opere, ivi esistenti, destinate ai compiti di difesa e sicurezza dello Stato perseguiti dalle Forze Armate, dal Corpo delle Capitanerie di porto-Guardia Costiera, dalle Forze dell'Ordine, dai Vigili del Fuoco, ovvero oggetto di consegna per i medesimi compiti; d) Aree e specchi acquei, interni ai porti, nonché opere, ivi esistenti, destinate alla realizzazione del sistema VTS ed alla sicurezza della navigazione in genere; e) Porti non rientranti nella giurisdizione territoriale delle Autorità portuali, ma ascritti alla competenza statale, in quanto movimentano un volume di prodotti petroliferi e combustibili pari o superiore a cinquecentomila tonnellate per anno, dovendo per tale ragione essere considerati prevalentemente destinati all'approvvigionamento di energia. f) aree demaniali marittime, specchi acquei e opere in consegna ai soggetti istituzionali ai sensi dell'articolo 34 del Codice della Navigazione e 36 del regolamento per l'Esecuzione del Codice della Navigazione; g) aree demaniali marittime, specchi acquei e opere funzionali all'approvvigionamento di energia; h) aree demaniali marittime, specchi acquei e opere destinate alla realizzazione del sistema VTS ed alla sicurezza della navigazione in genere, nonché di impiego diretto da parte del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, quale organo periferico del Ministero dei Trasporti.

  13. WORKSHOP: NUOVI PORTI PER NUOVE PORTUALITÀ - MILANO –21 maggio 2012 • L’ASSETTO NORMATIVO Il quadro delle competenze Sono, infine, impregiudicate le competenze statali che riguardano tutte le attività che afferiscono agli aspetti dominicali, inerenti la configurazione giuridica dei beni demaniali, nonché la materia della polizia dei porti, che è del tutto peculiare e specifica, investendo il profilo tecnico-operativo della sicurezza della navigazione e portuale, (materia, quest'ultima, distinta e separata dall'utilizzazione dei beni demaniali marittimi e dalle funzioni amministrative a questa attinenti), nonché tutte le altre competenze, eventualmente, escluse per effetto di specifiche disposizioni normative.

  14. WORKSHOP: NUOVI PORTI PER NUOVE PORTUALITÀ - MILANO –21 maggio 2012 • L’ASSETTO NORMATIVO La legislazione vigente e gli effetti sulla struttura portuale attuale

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