1 / 36

Elementi di neuropsichiatria infantile per lo psicoterapeuta: psicopatologia e clinica

Elementi di neuropsichiatria infantile per lo psicoterapeuta: psicopatologia e clinica. Dott. Daniele Araco Psichiatra e Psicoterapeuta Roma, 3 settembre 2012. L’ESAME PSICHICO del BAMBINO.

linnea
Télécharger la présentation

Elementi di neuropsichiatria infantile per lo psicoterapeuta: psicopatologia e clinica

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Elementi di neuropsichiatria infantile per lo psicoterapeuta: psicopatologia e clinica Dott. Daniele Araco Psichiatra e Psicoterapeuta Roma, 3 settembre 2012

  2. L’ESAME PSICHICO del BAMBINO  Raccogliere “INFORMAZIONI” per definire le CARATTERISTICHE del DISTURBO, e leggerlo alla luce del livello di sviluppo affettivo-relazionale nel suo complesso • L’Esame psichico prevede: • OSSERVAZIONE • COLLOQUIO • STRUMENTI SPECIFICI DI VALUTAZIONE • Fondamentale STABILIRE una BUONA RELAZIONE: • buona disponibilità dei genitori • Partecipazione del bambino • possibilità di conoscere meglio la situazione

  3. Come STABILIRE una buona RELAZIONE GRANDE DISPONIBILITA’ Quando ci si trova con il bambino, essere a sua totale disposizione, reale volontà di ascoltare e comunicare NO PRECONCETTI Il bambino viene per “parlarci” di lui e solo lui può permetterci di conscerlo. MAI confondere il vissuto dei genitori con quello del bambino ANALIZZARE i SENTIMENTI che scaturiscono dalla relazione col bambino guardando alle proiezioni reciproche tra esaminatore e bimbo IDENTIFICARSI col BAMBINO: empatia per identificare i suoi stati affettivi

  4. L’ESAME PSICHICO del BAMBINO: OSSERVAZIONE • L’Esame psichico prevede: • OSSERVAZIONE • COLLOQUIO • STRUMENTI SPECIFICI DI VALUTAZIONE Per tutta la durata della visita, osservare; come il bambino si muove, come chiede, come risponde alle richieste dei genitori, come si rapporta con gli altri e con gli oggetti Come si comporta di fronte ai compiti proposti Per BAMBINI MOLTO PICCOLI e per soggetti con DISABILITA’ SOCIALI GRAVI in cui è difficile applicare il colloquio e i reattivi mentali, l’osservazione diventa la modalità prioritaria od esclusiva per capire.

  5. L’ESAME PSICHICO del BAMBINO: OSSERVAZIONE Modo in cui il bambino ENTRA nella STANZA: da rifiuto a inibizione completa a disinibizione Modo in cui il bambino INVESTE lo SPAZIO: ricerca spazi privilegiati in cui “resta confinato” fino all’attività motoria frenetica spazia in tutta la stanza Modo in cui il bambino ESPLORA gli OGGETTI PRESENTI: da completa indifferenza, all’esplorazione sistematica, alla manipolazione caotica e afinalistica Modo in cui il bambino REAGISCE alla PRESENZA dell’ALTRO: da completa indifferenza, all’eccessiva diffidenza, fino ad una buona disponiblità Modo in cui il bambino RISPONDE alle RICHIESTE dell’ESAMINATORE: da sollecita disponibilità ad interagire, aderenza passiva o completo rifiut

  6. IL GIOCO E’ la MODALITA’ PRIVILEGIATA per: - valutare il LIVELLO di SVILUPPO del BAMBINO - conoscere le CARATTERISTICHE del suo PENSIERO - accedere al suo MONDO INTERNO

  7. IL GIOCO per capire il LIVELLO DI SVILUPPO • Il gioco per valutare il LIVELLO di SVILUPPO del BAMBINO: • Le attività di gioco rispecchiano la capacità del bambino di: • ORGANIZZARE i DATI PERCETTIVI • SCHEMI DI CONOSCENZA • Repertorio di COMPORTAMENTI con cui AGISCE sulla realtà esterna 7-8 mesi: GIOCO MANIPOLATIVO: (il lattante manipola il gioco e ne estrae dati relativi allo stimolo e alle caratteristiche emotive associate) Da 8 mesi: GIOCO PRESIMBOLICO: il lattante agisce sull’oggetto(batterlo su un piano, farlo cadere, lansciarlo-raccoglierlo, riempire svuotare Da 10 mesi: GIOCO FUNZIONALE: il bambino acquista la capacità di riconoscere l’oggetto secondo l’uso: fa finta di bere da una tazza vuota o mangia con un cucchiaio pappa inesistente GIOCO FUNZIONALE: precocemente il destinatario del “far finta di” diventa un’altra PERSONA o un GIOCATTOLO (bambole orsetti che vengono vestite, fatte mangiare). L’oggetto viene cmq utilizzato secondo il suo vero uso

  8. IL GIOCO per capire il LIVELLO DISVILUPPO 2 anni: compare il GIOCO RAPPRESENTATIVO per cui gli oggetti adoperati RAPPRESENTANO cose completamente diverse (la scopa diventa un cavallo, un cubo di legno rappresenta un gatto e l’altro un topo) 4-5 anni: GIOCO SOCIO-DRAMMATICO: il bambino comincia ad INTERPRETARE delle PARTI, o ad assumere dei RUOLI DEFINITI (papà, mamma e figlio, maestra e alunni, dottore e ammalati guidatore e passeggeri etc)  capire i ruoli sociali, le regole che caratterizzano i rapporti interpersonali e “Pensare con la testa degli altri” 7 anni: giochi con REGOLE PRECISE: calcuio birilli etc

  9. IL GIOCO per capire DINAMICHE del MONDO INTERNO M. Klain: gioco per individuare i disturbi affettivi anche prima del linguaggio verbale (è l’equivalente delle libere associazioni) Si osserva un bambino che gioca liberamente con dei giocattoli vari oppure con materiale prestabilito (es burattini) Si guarda a come il bambino si muove coi giocattoli, l’analisi delle sequenze ludiche, l’organizzazione del mondo rappresentativo  info sull’organizzazione psichica e su nuclei conflittuali NB: ok interpretazione psicodinamica ma i particolari del gioco non vanno interpretati in se stessi con schemi fissi e costanti ma in modo simbolico: uno stesso oggetto può assumere significati diversi e molteplici e va ricondotto all’ambviente e alla relazione con l’esaminatore

  10. L’ESAME PSICHICO del BAMBINO • L’Esame psichico prevede: • OSSERVAZIONE • COLLOQUIO col BAMBINO • STRUMENTI SPECIFICI DI VALUTAZIONE Rapporto diretto col bambino e il suo mondo interno Imp che il familiare PREPARI il bambino al colloquio, e ai modi con cui sarà accolto dall’esaminatore e dall’ambiente in cui si svolge Chiedere al bambino: Motivo della consultazione (per sapere quanto è cosciente dei problemi) Tipo di giochi che fa e interessi Rapporto coi coetanei Progetti per il futuro Relazioni dentro la famiglia Partecipazione scolastica Che tipo di fantasticherie fa ed esperienze spiacevoli Consapevolezza sociale

  11. L’ESAME PSICHICO del BAMBINO • L’Esame psichico prevede: • OSSERVAZIONE • COLLOQUIO coi GENITORI • STRUMENTI SPECIFICI DI VALUTAZIONE Valutare l’ATTEGGIAMENTO AFFETTIVO di ciascun GENITORE rispetto al bambino e che posto occupa il bambino nella relazione di coppia (esaminare i genitori insieme) Si fa un INDAGINE ANAMNESTICA per ricostruire le principali tappe di sviluppo del bambino. Ma va lasciato spazio per valutare temi ricorrenti, associazioni di idee, modificazioni affettive

  12. L’ESAME PSICHICO del BAMBINO • L’Esame psichico prevede: • OSSERVAZIONE • COLLOQUIO coi GENITORI • STRUMENTI SPECIFICI DI VALUTAZIONE QUESTIONARI: elenchi di domande che riguardano il comportamento, aspetti del suo funzionamento, modi di reagire etc. INTERVISTE SEMISTRUTTURATE: domande chiave poste in modo colloquiale REATTIVI MENTALI di LIVELLO: test standartizzati per valutare il LIVELLO di SVILUPPO. Ci sono dei valori normali di riferimento e si valutano le competenze del soggetto in una certa area REATTIVI PROIETTIVI: ogni individuo struttura del materiale non organizzato secondo i propri bisogni, i conflitti e ke motivazioni (esRorschach)

  13. L’ESAME PSICHICO del BAMBINO: IL DISEGNO DISEGNO come REATTIVO di LIVELLO Traduce funzioni di base come il controllo del tratto, l’organizzazione spaziale e temporale, lo schema corporeo, l’organizzazione del pensiero EVOLUZIONE del GRAFISMO Prima attività grafica: tracciati con segni disordinati su fogli o altre superfici come conseguenza di gesti o movimenti globali e non direzionati. Sono il risultato di COLPI ENERGICI, senza il controllo degli occhi sul movimento delle mani 18-20 mesi: esiste un rapporto di causa effetto tra i propri gesti e i segni ottenuti e varia volontariamente i movimenti per ottenere tracce diverse (linee diagonali, circolari, orizzontali ondulate, verticali) Forma di PIACERE MOTORIO e VISIVO senza intenzione RAPPRESENTATIVA 3 anni: attribuisce SIGNIFICATI ai segni prodotti e lo stesso scarabocchio può rappresentare oggetti diversi

  14. L’ESAME PSICHICO del BAMBINO: IL DISEGNO DISEGNO come REATTIVO di LIVELLO Traduce funzioni di base come il controllo del tratto, l’organizzazione spaziale e temporale, lo schema corporeo, l’organizzazione del pensiero Dai 3-4 anni: FASE FIGURATIVA, gli elementi grafici sono più organizzati e i disegni strutturati rappresentano OGGETTI CORRISPONDENTI a specifiche IMMAGINI MENTALI Dai 5 anni: prima dei 5 anni non c’è molta differenza tra il disegno di maschi e femmine, dopo l’ambiente culturale determina la scelta di soggetti diversi Dai 5-6anni: il disegno assume una ESPLICITA FINALITA’ NARRATIVA e RAPPRESENTATIVA e la motivazione cosciente che spinge il bambino a disegnare è data dal DESIDERIO di COMUNICARE e RACCONTARE le EPSERIENZE VISSUTE

  15. L’ESAME PSICHICO del BAMBINO: IL DISEGNO DISEGNO come REATTIVO PROIETTIVO Dopo i 5-6 anni il disegno può essere usato come reattivo proiettivo. Gli aspetti formali hanno in se una forte carica espressiva (LINEA, INTENSITA’ di TRATTO, USO SPAZIO GRAFICO, SCELTA dei COLORI) Es. Aggressività si può manifestare con segni verso l’alto, punte, colori caldi, l’insicurezza col chiaroscuro o colori tenui Il contenuto importante nel disegno libero DISEGNO FIGIURA UMANA DISEGNO DELLA FAMIGLIA

  16. L’ESAME PSICHICO del BAMBINO: IL DISEGNO della FIGURA UMANA DISEGNO FIGIURA UMANA L’evoluzione di questo disegno è costante anche in bimbi di culture diverse 3 anni: schematica ed essenziale: un cerchio che è la testa da cui si dipartono tratti che sono braccia e gambe 4-5 anni: aumento progressivo dei dettagli: occhi bocca nasom tronco vestiario e diventa completa attorno ai 10 anni. Viene usato come test ma il punteggio finale risente di molti fattori (motivazione, livello di ansia, turbe emotive) per cui non è molto valido INTERPRETAZIONE: Aspetti formali (dimensione proporzione, atteggiamento) Aspetti Grafologici (tratto, linea, ombreggiature) Contenuto (significato simbolico parti del corpo) TESTA: potere intellettuale e capacità di relazioni affettive BRACCIA, MANI, GAMBE: strumenti di esplorazione e controllo dell’ambiente esterno Più la figura è armoniosa, più il bambino è adattato

  17. L’ESAME PSICHICO del BAMBINO: IL DISEGNO della FAMIGLIA DISEGNO FAMIGLIA Esplora come il bambino si colloca nel nucleo familiare e come vive il rapporto con genitori e fratelli Graficamente esprime più liberamente che con il colloquio desideri conflitti etc, Disposizione e composizione globale della famiglia: come vive il rapporto tra i membri (Es, genitori molto distanti tra di loro o eliminazione di qualche componente) Posto in cui il soggetto si colloca: come vive il suo adattamento familiare es. stretta vicinanza con entrambi i genitori dipendenza e bisogno di protezione) distanza  rapporti difficili Autoeliminazione autosvalutazione, colpa o senso di isolamento Personaggio valorizzato: è quello a cui è più legato affettivamente e con cui si identifica Di solito disegnato per primoepià grande. Personaggio svalorizzato: per ultimo e piccolo Si può svalorizzare con cancellature o eliminaizone totale (spt per fratelli minori)

  18. DISTURBI PERVASIVI dello SVILUPPO DSM IV TR Disturbi dell’INTERAZIONE SOCIALE e della COMUNICAZIONE VERBALE e NON VERBALE + ATTIVITA’ e INTERESSI: BIZZARRI, RISTRETTI, STEREOTIPATI (Con notevoli variazioni nel grado di espressività) DISTURBO AUTISTICO DISTURBO DISINTEGRATIVO della FANCIULLEZZA SINDROME di RETT SINDROME di ASPERGER AUTISMO Il termine fu introdotto da BLEUER nel 1911 per indicare un comportamento rappresentato da CHIUSURA, EVITAMENTO dell’ALTRO e ISOLAMENTO

  19. DISTURBI PERVASIVI dello SVILUPPO TRIADE SINTOMATOLOGICA del DISTURBO AUTISTICO Compromissione dell’INTERAZIONE SOCIALE (e comportamenti correlati) 1 anno di vita: DEFICIT CONTATTO OCCHI-OCCHI: “sguardo sfuggevole” “difficoltà ad agganciare lo sguardo”, “ha uno sguardo assente” ANOMALIE POSTURE CORPOREE: difficile tenere il bambino in braccio, “come se sgusciasse da tutte le parti”  assenza del dialogo tonico = adattamenti reciproci del corpo dell’uno su quello dell’altro dovuta all’insofferenza per il contatto fisico e quindi ai comportamenti di evitamento ANOMALIE delle ESPRESSIONI FACIALI che regolano l’interazione sociale: assenza del sorriso, mimica povera, o espressioni non aderenti al contesto e quindi prive di funzioni di segnalazione Il bambino SI AGGIRA TRA GLI ALTRI COME SE NON ESISTESSERO, tende ad ISOLARSI, se chiamato NON RISPONDE. Il contatto con gli altri è limitato al richiedere e non al condividere

  20. DISTURBI PERVASIVI dello SVILUPPO TRIADE SINTOMATOLOGICA del DISTURBO AUTISTICO Compromissione dell’INTERAZIONE SOCIALE (e comportamenti correlati) Alcuni bimbi hanno COMPORTAMENTI PARADOSSI: ricercano attivamente contatto fisico, danno baci per la prima volta ad estranei C’è un gradiente di GRAVITA’ Bambini INACCESSIBILI che si tirano fuori da qualsiasi rapporto sociale Bambini PASSIVI che tendono ad ISOLARSI ma possono interagire se adeguatamente sollecitati Bambini ATTIVI ma BIZZARRI, prendono l’iniziativa dell’interazione sociale ma in modo inopportuno e inappropriato

  21. DISTURBI PERVASIVI dello SVILUPPO TRIADE SINTOMATOLOGICA del DISTURBO AUTISTICO Compromissione della COMUNICAZIONE e comportamenti correlati Tipica mancanza di acquisizione delle competenze linguistiche per l’età (motivo più frequente di consultazione) Questo deficit non è compensato da altre forme comunicative Sguardo mimica e gesti sono assenti o usati in modo inappropriato “quando lo chiamo non risponde”! “ se gli dico di fare qualcosa non mi sta proprio a sentire” “se è impegnato a far qualcosa può cascargli il mondo addosso ma non si smuove”  (i genitori sospettano problemi di udito) Comportamenti che esprimono DISINTERESSE per l’AMBIENTE Col passare degli anni alcuni acquisiscono linguaggio anche fluente ma INADEGUATO: Ecolalie immediate (ripetono le domande più che dare risposte) Ripetono parole, frammenti di frasi non aderenti al contesto Alterazioni della prosodia (eloquio cantilenante, monotono o enfatico)

  22. DISTURBI PERVASIVI dello SVILUPPO TRIADE SINTOMATOLOGICA del DISTURBO AUTISTICO Compromissione della COMUNICAZIONE e comportamenti correlati Parlano di argomenti a loro favoriti senza preoccuparsi se interessa l’interlocutore Compromissione della componente NON VERBALE del LINGUAGGIO: Non usano gesti e pantomime per arricchire il significato Non riconoscono metafore, motti di spirito, doppi sensi, idiomi Non capiscono il tono affettivo “ES. “Sai che ora è?” con aria di rimprovero  “si sono le 5”

  23. DISTURBI PERVASIVI dello SVILUPPO TRIADE SINTOMATOLOGICA del DISTURBO AUTISTICO MODALITA’ di COMPORTAMENTO, ATTIVITA’ e INTERESSI RISTRETTI, RIPETITIVI e STEREOTIPATI Movimenti, gesti e azioni frequenti e scarsamente aderenti al contesto  comportamenti ATIPICI e BIZZARRI DEDIZIONE ASSORBENTE ad 1 o più INTERESSI RISTRETTI e STEREOTIPATI, ANOMALI per INTENSITA’ o FOCALIZZAZIONE SOTTIMISSIONE RIGIDA ad ABITUDINI e RITUALI SPECIFICI MANIERISMI MOTORI Dondolarsi Imprimere alle mani atteggiamenti particolari Assumere posture bizzarre Guardarsi le mani Guardarsi allo specchio mentre assume posture o mimiche bizzarre Osservare acqua che scorre Far rotolare un determinato oggetto Osservare una lavatrice in funzione Versare acqua da un contenitore all’altro Seguire con un dito tutte le righe che gli capita di vedere

  24. DISTURBI PERVASIVI dello SVILUPPO TRIADE SINTOMATOLOGICA del DISTURBO AUTISTICO MODALITA’ di COMPORTAMENTO, ATTIVITA’ e INTERESSI RISTRETTI, RIPETITIVI e STEREOTIPATI Sfogliare le pagine di giornali Strappare la carta Osservare il particolare di un oggetto (es la ruota di una macchinina e non tutta la macchinina) Disegnare sempre la stessa cosa Ripetere le stesse parole o frasi Recitare le scene di un film (sempre le stesse) Documentarsi su determinati argomenti (dinosauri macchine) INTERESSE su stimoli provenienti dal proprio corpo, da oggetti o dall’eseguire attività. Ritualizzare alcune abituali routine quotidiane (mangiare lavarsi e uscire devono avvenire secondo sequenze immutabili) Sono abilissimi a cogliere anche le minime variazioni del set percettivo (se viene spostato un soldatino) con reazioni di profondo disagio, RABBIA e AGGRESSIVITA’ auto o etero diretta

  25. DISTURBI PERVASIVI dello SVILUPPO ESORDIO del DISTURBO AUTISTICO Autismo infantile: esordisce nei primi 3 anni di vita, progressivamente con segni e sintomi spesso subdoli e mal definiti e più evidenti tra i 10 e i 20 mesi) Inizialmente : sfuggevolezza dello sguardo, assenza del sorriso, disinteresse per l’altro e per l’oggetto Il bambino non cerca l’altro e non ne condivide esperienze Dopo i 20 mesi: mancata acquisizione del linguaggio, comportamenti di ritiro e isolamento Prevalenza: tra 16 e il 21 per 10.000. Se si considerano tutti i disturbi pervasivi dello sviluppo  da 35 a 71 su 10.000 Associato a: RITARDO MENTALE nel 75% dei casi EPILESSIA nel 30-40% dei casi

  26. DISTURBI PERVASIVI dello SVILUPPO TERAPIA: APPROCCIO TERAPEUTICO INEGRATO Farmaci (fluoxetina, neurolettici, buspirone per auto eteroaggressività) Interventi RIABILITATIVI Lavorare sulle aree deficitarie: Sviluppo funzioni psicosociali globali e pensiero Sviluppo di funzioni mentali e linguaggio Sviluppo funzioni cognitive e psicomotorie di base Aiutare il bambino a sviluppare: - coscienza di sé - coscienza dell’altro - coscienza delle REGOLE che definiscono i rapporti interpersonali e il gruppo sociale - padroneggiare modi di affrontare le difficoltà - pianificare i propri comportamenti a breve, medio e lungo termine

  27. DISTURBI PERVASIVI dello SVILUPPO TERAPIA: APPROCCIO TERAPEUTICO INEGRATO Interventi EDUCATIVI favorire l’adattamento del bambino all’ambiente (imparare ad avere comportamenti aderenti alle esigenze del contesto) A casa: igiene personale, autonomie domestiche, aderire alle caratteristiche del sistema familiare A scuola: partecipare al programma didattico, collaborare coi pari, aderire ai ritmi scolastici) Nelle situazioni sociali: feste di compleanno, visite di amici, parenti supermercati etc) Questi interventi devono prevedere il coinvolgimento attivo dei genitori

  28. DISTURBI PERVASIVI dello SVILUPPO PROGNOSI Il quadro clinico presenta nel tempo MODIFICAZIONI nei termini di apertura/chiusura alla relazione, Arricchimento/regressione del linguaggio, Attenuazione/accentuazione dei disturbi comportamentali Non ci sono dati sull’evoluzione a lungo termine 61 -73% prognosi severa incapacità di acquisire le competenze minime 5-17% evoluzione soddisfacente con adeguata integrazione sociale L’evoluzione dipende da: Livello cognitivo, patologie associate, espressività della sintomatologia autistica)

  29. DISTURBI PERVASIVI dello SVILUPPO DISTURBO DISINTEGRATIVO della FANCIULLEZZA Come il disturbo autistico, ma esordisce a 3-4 anni con perdita dell’interesse per l’altro, comparsa di stereotipie, e regressioni delle funzioni linguistiche SINDROME di ASPERGER (autismo ad alto funzionamento) - Compromissione dell’interazione sociale (scarso investimento emotivo sull’altro che non viene ricercato né riconosciuto come parthner privilegiato per la condivisione di emozioni, interessi o attività) - Repertorio di attività o interessi ridotto, ripetitivo o stereotipato - Linguaggio apparentemente adeguato - Maldestrezza motoria

  30. DISTURBI PERVASIVI dello SVILUPPO SINDROME di RETT - sesso femminile -sviluppo iniziale normale - comparsa tra i 6 e i 18 mesi - comportamenti autistici tra 12 mesi e 4 anni (perdita interesse sociale e regressione del linguaggio) - crisi di apnea, irregolarità sonno veglia, irritabilità

  31. DISTURBO da DEFICIT ATTENZIONE/IPERATTIVITA’ Sindrome comportamentale caratterizzata da: IMPULSIVITA’ IPERATTIVITA’ INCAPACITA’ di FISSARE l’ATTENZIONE in maniera CONTINUATIVA Prevalenza: 3-7% soprattutto maschi IMPULSIVITA’ Stile temperamentale caratterizzato da: Incapacità di riflettere, mediare e dilazionare le risposte comportamentali in rapporto alle esigenze del contesto Il bambino “non pensa” prima di agire, o di rispondere ad una richiesta verbale e non Nei giochi è incapace di attendere il proprio turno dove si intromette in maniera invadente Si intromette nelle discussioni di altri interrompendole

  32. DISTURBO da DEFICIT ATTENZIONE/IPERATTIVITA’ IPERATTIVITA’ Livelli alti di attività motoria (da quando inizia a deambulare autonomamente) E’ incapace di stare fermo, e se è fermo agita in continuazione le mani, i piedi eo il tronco Si dedica prevalentemente a giochi motori (correre, saltare, rotolarsi) Ha difficoltà a reggere in modo continuativo giochi tranquilli da tavolo

  33. DISTURBO da DEFICIT ATTENZIONE/IPERATTIVITA’ DISATTENZIONE Incapacità di mantenere l’attenzione in maniera stabile su un certo compito resistendo all’azione dei distrattori. Commette errori di distrazione nei compiti, è sbadato nelle attività quotidiane, sembra non ascoltare quando si spiega, non porta a termine le consegne, dimentica gli oggetti necessari Il picco di sintomi è attorno ai 3 anni.

  34. DISTURBO da DEFICIT ATTENZIONE/IPERATTIVITA’ DIAGNOSI Non esistono indiagini strumentali o di laboratorio  clinica Importante osservare COME si muove il bambino: - entra nella stanza  IRRUENTO - Investe lo spazio  CAOTICO - si rapporta con l’oggetto  FRENETICO - aderisce alle proposte dell’esaminatore  SUPERFICIALE - si impegna nel compito  DISCONTINUO - resiste alle distrazioni  INADEGUATO NB: importanti che questi comportamenti siano descritti anche a casa e a scuola (ci sono anche specifici questionari da somministrare a genitori e insegnanti)

  35. DISTURBO da DEFICIT ATTENZIONE/IPERATTIVITA’ IPOTESI EZIOLOGICHE All’inizio si pensava ad una disfunzione cerebrale perché associata a segni neurologici sfumati: ( sfumate asimmetrie di lato, vivacità dei riflessi profondi, lievi disturbi della coordinazione) ma non ci sono dati che confermano Sembra coinvolto il sistema dopaminergico (farmaci dopaminostimolanti inibitori del reuptake DA) (metilfenidato=RITALIN) INTERVENTI RIABILITATIVI In ambienti attrezzati con tappeti cuscini palle etcsi attivano esperienze per raggiungere questi obiettivi: Prolungare i tempi di attenzione Modulare le risposte impulsive Aderenza alle regole definite nel setting Alternanza dei turni Pianificazione di azioni a complessità crescente Supporto dei genitori che possono sentirsi inadeguati, colpevoli o angosciati

  36. DISTURBO da DEFICIT ATTENZIONE/IPERATTIVITA’ PROGNOSI Alcuni bambini  progressiva riduzione dei libelli di attività Maggioranza dei casi: disturbo immodificato per tutta l’attività scolare e si attenua nell’adolescenza, scomparendo in età adulta Possono persistere alcuni STILI TEMPERAMENTALI improntati all’IMPULSIVITA’ o iperattività ma che in genere non interferiscono con il funzionamento dell’ adulto

More Related