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ANNO SCOLASTICO 2007/ 2008 NASCITA E SVILUPPO DI UN PROGETTO INTERDISCIPLINARE

ANNO SCOLASTICO 2007/ 2008 NASCITA E SVILUPPO DI UN PROGETTO INTERDISCIPLINARE. INSEGNANTE TUTOR: DANIELA SOFIA INSEGNANTE: NADIA FRANCESCHETTI. Favole Ranocchie. LA RANA CAMILLA VA IN PISCINA.

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ANNO SCOLASTICO 2007/ 2008 NASCITA E SVILUPPO DI UN PROGETTO INTERDISCIPLINARE

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Presentation Transcript


  1. ANNO SCOLASTICO 2007/ 2008 NASCITA E SVILUPPO DI UN PROGETTO INTERDISCIPLINARE INSEGNANTE TUTOR: DANIELA SOFIA INSEGNANTE: NADIA FRANCESCHETTI

  2. Favole Ranocchie

  3. LA RANA CAMILLA VA IN PISCINA. La rana Camilla sta nuotando, ma ad un certo punto vede il suo amico Fru Fru. Camilla prende il salvagente ed aiuta Fru Fru ad entrare in piscina. Poi stanchi del nuoto vanno a giocare nella sabbia alla Acqualandia; lì incontrano Roberto e giocano tutti e tre insieme. Vedono arrivare Margherita, che è triste e le chiedono il perché. Margherita spiega ai tre amici che ha litigato con suo fratello. Fru Camilla e Roberto convincono Margherita ad andare da suo fratello per fare pace e la accompagnano a casa. Margherita chiede scusa a Francesco e finalmente giocano tutti e cinque insieme. Tutti gli amici hanno capito che è più bello fare la pace che litigare

  4. La rana Carlotta al mare C’era una volta una rana che passeggiava lungo una stradina. Ad un certo punto le venne in mente di andare al mare. Stava correndo velocissima dalla contentezza: -“Oh! Ma come corro veloce! Sono già arrivata!”. Si mise il costume da bagno e si tuffò. Dopo vide in mare un’altra ranocchia e quindi si presentarono: “Io mi chiamo Melissa!” - “Io mi chiamo Carlotta!”. Fecero amicizia; mentre nuotavano insieme Melissa si sentì male. Carlotta preoccupata tornò a riva, prese il salvagente e corse a salvare Melissa. Da allora Melissa e Carlotta giocano insieme perchè hanno scoperto la vera amicizia e si divertono da matti.

  5. LA RANA PAZZA NEL PARCO DEI DIVERTIMENTI Un giorno la rana Pazza va al parco dei divertimenti e chiama le sue amiche per invitarle al pic-nic. All’improvviso inizia a nevicare, così la rana Pazza e le sue amiche decidono di fare i giochi nella neve: fanno un pupazzo di neve e gli angeli di neve. La rana Pazza ride con i suoi amici. Sono tutti felici. Quando finisce di nevicare, viene il temporale e così ritornano tutti a casa. La rana Pazza pensa che é stata una bella giornata passata con i suoi amici.

  6. LA RANA POLIZIOTTA C’era una volta una rana poliziotta che era così gentile che faceva passare tutti e quindi qualche volta c’erano degli incidenti; ma per fortuna le rane riuscivano a fermarsi. Era così gentile che aveva un po’ di sfortuna. Un giorno decise che doveva diventare un po’ più cattiva, ma non ce la faceva perché era troppo gentile; ma doveva, era obbligata. Così diventò troppo cattiva, continuava a ripetersi: “Devo essere più cattiva! Devo essere più cattiva!”. Non smetteva più di ripeterselo, ma poi capì che era diventata troppo cattiva e iniziò a diventare più buona. Capì che è meglio essere buoni che essere cattivi.

  7. IL RANOCCHIO PIRATESCO C’era una volta un Ranocchio Piratesco che navigava in un mare. Un giorno arrivò un cattivo che si chiamava Black Bird Tich, fecero una lotta violenta. Vinse il Ranocchio Piratesco e Black Bird Tich si nascose in una caverna. Il Ranocchio Piratesco andò nella cambusa a mangiare pollo, patate fritte e vino. Poi partì e andò in montagna e trovò mille cristalli d’argento e disse : “Che belli!”. All’improvviso comparve Black Bird Tich che ordinò al Ranocchio Piratesco di cercare i cento cristalli d’oro. Il Ranocchio Piratesco quando vide Black Bird Tich si spaventò e decise di non cercare i cristalli. Black Bird Tich si arrabbiò e tirò fuori la pistola, ma il Ranocchio Piratesco aveva uno scudo e riuscì a difendersi. Il Ranocchio si tuffò in un lago e arrivò fino al mare, dove trovò una capanna e visse felice senza che Black Bird Tich lo trovasse.

  8. Suddivisi in 5 gruppi, ciascuno di loro ha partecipato alla stesura della favola, in modo abbastanza autonomo e su mio suggerimento, si sono divisi gli incarichi. Alcuni hanno scelto di scrivere a rotazione, anche i bambini con più difficoltà come gli stranieri, con l’aiuto dei compagni del gruppo, sotto dettatura, hanno scritto qualche parola. Dopo accese discussioni, in cui comunque si sono confrontati, sono riusciti a trovare un accordo sull’ambientazione, sui protagonisti e sui loro nomi. Completata la favola, ciascun gruppo l’ha trascritta sul quaderno. È stato un lavoro lungo e laborioso, ma che ha dato i suoi frutti. Prezioso in questa fase è stato l’aiuto di Valentina, tirocinante che ci ha seguiti per tutta la durata del progetto. Il nostro è stato più che altro un ruolo di mediatori ed osservatori proprio per lasciare la massima libertà ai bambini, che inconsciamente hanno riportato molto del loro vissuto: le liti coi fratelli, l’importanza di avere amici, l’essere buoni e cattivi e tanto altro. Personalmente non avrei mai pensato di raggiungere un così soddisfacente risultato, almeno per questa volta, sono stata molto contenta di essermi sbagliata.

  9. RANE IN MASCHERA Anche la festa di Carnevale è servita come stimolo per mantenere desta l’attenzione dei bambini sul mondo delle rane. Per evitare problemi su chi poteva o chi invece non aveva la possibilità comperarsi il vestito, la mia soluzione è stata quella di proporre ai bambini di costruirci da soli delle maschere per Carnevale. Il mio intento altresì era quello di coinvolgere anche il nostro bimbo autistico, Francesco, sfruttando quella che era la sua propensione al disegno ed ai colori.

  10. Ciascun bambino ha potuto realizzare una simpatica maschera ritagliando semplicemente un piatto di carta su cui io avevo già disegnato la sagoma della rana. Successivamente gli hanno incollato gli occhi fatti da palline di polistirolo e quindi hanno potuto sbizzarrirsi nel dipingere con le tempere la loro maschera.

  11. Il risultato è stato piacevole, soprattutto perché, al sopraggiungere del Carnevale, tutti indistintamente, hanno potuto divertirsi insieme interpretando un personaggio, che avevano identificato con un loro nome, proprio riferito alla loro maschera.

  12. LA CANZONE DELLE RANE Importante è stata la partecipazione al progetto di musica, in cui i bambini hanno potuto imparare una canzone in inglese sulle rane. Il progetto è inoltre servito per coinvolgere il nostro Francesco. I bambini autistici, infatti, hanno difficoltà ad imparare a giocare ed il percorso seguito è nato sulla considerazione che il sonoro, fin dalla nascita, costituisce un’esperienza naturale comune a tutti. Il linguaggio musicale, o più genericamente i suoni, lungi dall’essere uno strumento miracoloso, può offrire qualche possibilità valida a questi bambini. Ciò che si è cercato di fare è stato di usare suoni e musica come strumento per stimolare, favorire, sollecitare il bambino per poi essere da supporto ad una sua reazione sia che fosse un movimento, un’espressione grafica o verbale.

  13. IL GRANDE EVENTO: ARRIVANO I GIRINI LA STORIA DELLE UOVA DI GIRINO

  14. LA NOSTRA ESPERIENZA Il primo giorno della nostra esperienza inizia il 28 aprile, quando un recipiente contenente piccole, nere e tondeggianti uova di rana, immerse in una sostanza gelatinosa compie il suo "trionfale" ingresso in classe. Il nostro compito sembra semplice: fargli da "baby sitter".

  15. Per rendere più confortevole la loro permanenza scolastica, il giorno dopo li trasferimmo in una vaschetta di plexiglas riempita con acqua di stagno proveniente dalla Val Rendeva in Trentino. Il particolare uso di quest'acqua è dovuto al fatto che nella comune acqua del rubinetto vi è l'aggiunta di cloro che funge da disinfettante, innocuo per noi, ma non per i nostri amici girini.

  16. Osservazioni: In alcune uova si notava già dopo poco tempo l'embrioncino quasi al termine del suo sviluppo. I girini li nutriamo con del mangime per pesci rossi, in seguito lo sostituiremo con mangime per tartarughe composto di molluschi e crostacei, cereali, pesci, alghe, lieviti e sostanze minerali.Dopo soli tre giorni … alcune uova si sono schiuse e in alcuni girini osserviamo: le branchie esterne, come i pesci respirano nell’acqua. Il girino è piccolo, ha una lunga coda, si muove velocemente, quando nuota.

  17. Sono passati ormai quattro giorni………. E abbiamo potuto notare che il girino cambia velocemente Nella vaschetta sono rimaste soltanto poche uova da schiudersi, la maggior parte dei girini nuota liberamente.Particolarmente evidente è il fatto che, nonostante lo spazio disponibile, i girini tendono ad ammassarsi l'uno all'altro. Noi abbiamo fatto delle ipotesi e solo tre possono essere sostenibili: 1) per mantenere la temperatura più o meno costante; 2)perché sono animali sociali 3)per l'istinto di difendersi dai predatori Particolarmente difficoltoso, almeno per le prime volte, si è rivelato il cambio dell'acqua.

  18. Il settimo giorno è stato particolarmente importante: le branchie a ciuffo hanno lasciato il posto a quelle ad opercolo. Inoltre tutte le uova non ancora schiuse sono state eliminate.Cercando di ricreare il loro habitat, abbiamo aggiunto nella vaschetta delle pietre. Il 20 maggio, i girini si sono schiariti, e si possono osservare gli occhi e l'apertura boccale.

  19. A distanza di poco tempo emergeranno, dapprima le zampe posteriori, più lunghe delle anteriori perché atte al salto, e in seguito quelle anteriori. Il corpo si allungherà e apparirà sempre più chiazzato. Con la fine di maggio o agli inizi di giugno, la metamorfosi sarà quasi completamente avvenuta, se non fosse per la lunga coda. Inoltre la presenza delle zampette, imporrà la chiusura della vaschetta con una retina. La respirazione sarà divenuta polmonare, infatti la rana potrà respirare fuori dall'acqua. Appena ci saremo resi conto che il nostro lavoro sarà già giunto al termine dovremo portare le rane nello stagno della scuola elementare Bottego. La nostra esperienza si concluderà solo allora dopo giorni di estenuante ma appagante

  20. ITALIANO: LE RANE INSEGNANO L’arrivo dei girini è servito per eseguire delle prove sotto dettatura ed anche per migliorare la capacità di scrittura, l’orientamento spaziale, la coordinazione oculo –manuale, per riconoscere la struttura della frase nella sua minima espressione. I testi sono il frutto della rielaborazione dell’esperienza scolastica dei bambini, che hanno dovuto riassumere alcuni importanti momenti dell’osservazione

  21. La possibilità di fare esperienza diretta sulla metamorfosi dei girini, ha anche reso più semplice la comprensione di alcune schede didattiche utilizzate per un feed-back dell’apprendimento. I passaggi dei molteplici cambiamenti del girino sono rimasti notevolmente più impressi. Inoltre la ricostruzione artificiale dello stagno li ha avvicinati di gran lunga a capire che cosa è uno stagno vero e la vita che lo circonda, alcuni non sapevano neppure cosa fosse uno stagno. Siamo diventati tutti giornalisti ed abbiamo potuto realizzare la cronistoria di questo grande evento, affinando il vocabolario linguistico ed ampliando il bagaglio culturale.

  22. Abbiamo scoperto a che cosa può servire un glossario e dunque ciascuna parola menzionata nelle schede non conosciuta è stata spiegata. Ho cercato di farla diventare propria della conoscenza personale di ciascun alunno. Le schede hanno fornito anche la possibilità di verificare se, colorando le raffigurazioni in bianco e nero,anche l’immagine figurativa dell’habitat dello stagno era stata introitata. Per coinvolgere Francesco alla realizzazione delle “Favole Ranocchie” ho pensato di creare un cartellone dove anche lui potesse partecipare, diventando il presentatore ufficiale di tutto il nostro lavoro. Ciascun alunno ha potuto riconoscere il suo spazio nel cartellone sia nella realizzazione del testo delle favole , sia nella rappresentazione pittorica del momento preferito della favola. Anche questo momento è servito, oltre che come momento didattico, come spazio di aggregazione per il gruppo classe.

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