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COMUNICAZIONE VERBALE

COMUNICAZIONE VERBALE. Chiarezza dei contenuti trasmessi Condivisione del contesto comunicativo Condivisione del codice comunicativo Accertamento della comprensione del contenuto. COMUNICAZIONE PARAVERBALE. Tono della voce Timbro della voce Alcuni effetti vocali (tremolìo…)

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COMUNICAZIONE VERBALE

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Presentation Transcript


  1. COMUNICAZIONE VERBALE • Chiarezza dei contenuti trasmessi • Condivisione del contesto comunicativo • Condivisione del codice comunicativo • Accertamento della comprensione del contenuto

  2. COMUNICAZIONE PARAVERBALE • Tono della voce • Timbro della voce • Alcuni effetti vocali (tremolìo…) • Alcune espressioni paraverbali (ehmm, uhmm…)

  3. COMUNICAZIONE NON VERBALE • Espressioni del volto • Sguardo • Postura • Orientamento spaziale • Distanza interpersonale • Movimenti del corpo e gestualità • Aspetto esteriore

  4. OTTIME QUALITA’ DEL DOCENTE • Sensibilità: capacità di cogliere i segnali deboli • Genuinità: saper essere reale nella relazione con il soggetto • Capacità di accettazione: far sentire il soggetto accolto • Flessibilità: rimodulare il percorso della relazione senza snaturarne gli obiettivi • Creatività: capacità di individuare percorsi alternativi • Disponibilità: saper dedicare tempo ed energie al soggetto

  5. LA RELAZIONE DOCENTE-DISCENTEo meglioLA RELAZIONE PERSONA-PERSONA “Se una persona si trova in difficoltà, il modo migliore di venirle in aiuto non è dirle cosa fare, ma aiutarla a comprendere la sua situazione e a gestire il problema prendendo da sola e pienamente la responsabilità delle proprie scelte..” (Folgheraiter)

  6. COSA E’ UN’ABILTA’ • E’ la capacità di mettere in atto una serie di azioni, in modo rapido ed efficiente, per raggiungere uno scopo col minimo dispendio di risorse. • Come si acquisisce questa capacità di organizzare sequenze di azioni in modo automatico? • Ci sono tre requisiti minimi: • deve esistere la predisposizione di partenza • esposizione a stimoli adeguati • esercizio

  7. COSA SUCCEDE QUANDO C’E’ UNA DISABILITA’ • C’è l’incapacità di costruirsi una routine di azioni che renda facile raggiungere un determinato scopo. • Da che cosa dipende questa incapacità? • Dall’assenza di una delle tre condizioni su descritte • Se le condizioni due e tre sussistono, posso supporre che mancano i prerequisiti di base

  8. QUALI SONO GLI EFFETTI CHE LA MANCATA PREDISPOSIZIONE DI UN SISTEMA GENERA SUI PROCESSI DI APPRENDIMENTO? • Le condizioni di partenza impediscono all’esperienza di depositare una traccia e successivamente di rinforzarla • Il soggetto non riconosce come comparabili situazioni anche molto simili • L’allenamento non sortisce gli effetti attesi • Il soggetto ha difficoltà a procedere da solo nel compito, ha bisogno di essere guidato • Il soggetto è incapace di controllare da solo l’adeguatezza del risultato perché è necessario il “lessico mentale ortografizzato” che per essere costruito necessita di un’abilità.

  9. Un frigorifero su cui è attaccato un disegno fatto da un bambino è altrettanto americano quanto la torta di mele. Finché sono piccoli incoraggiamo i nostri bambini a esprimersi in forme creative. Poi, quando hanno sei o sette anni, cambiamo improvvisamente registro, dando loro l’impressione che l’educazione artistica sia una materia extracurriculare come il baseball e molto meno importante dell’inglese o della matematica. Saper leggere, scrivere e far di conto è quello che serve nella vita… Nei vent’anni successivi nutriamo a forza l’emisfero sinistro del loro cervello lasciando avvizzire quello destro. Scrive Seymour Papert che se un chirurgo della metà del secolo scorso, con un viaggio nel tempo, si ritrovasse in una moderna sala operatoria, non sarebbe in grado di riconoscere neppure uno degli strumenti che vede, non saprebbe che cosa fare né da che parte cominciare. La tecnologia moderna ha cambiato radicalmente la pratica chirurgica. Se invece un insegnante della metà dell’Ottocento venisse trasportato dalla medesima macchina del tempo in un’aula di oggi, potrebbe, salvo dettagli di poco conto, riprendere da dove era rimasto il suo collega dei giorni nostri. Ci sono ben poche differenze sostanziali tra come si insegna oggi rispetto a centocinquanta anni fa. L’impiego della tecnologia è circa allo stesso livello. Infatti, secondo una recente indagine del Ministero dell’Istruzione degli Stati Uniti, l’84% degli insegnanti ritiene che un solo tipo di tecnologia dell’informazione sia assolutamente essenziale: la FOTOCOPIATRICE con un’adeguata scorta di carta!!!

  10. Finalmente, però, stiamo abbandonando quel rigido stile didattico pensato per allievi tutti uguali, per orientarci verso un modo di insegnare più aperto, che non tracci una separazione netta tra l’arte e la scienza, tra l’emisfero destro del cervello e quello sinistro. Quando un bambino usa un linguaggio come Logo per fare un disegno sullo schermo del computer, questo disegno è un’espressione allo stesso tempo artistica e matematica, che può essere vista in un modo o nell’altro. Anche concetti astratti come quelli della matematica possono oggi far ricorso a elementi concreti, presi dalle arti visive. I personal computer faranno sì che la futura generazione sia più abile in matematica e nelle attività grafiche. Fra dieci anni i ragazzi avranno probabilmente molte più possibilità di oggi, perché il raggiungimento di conquiste intellettuali non dipenderà tanto dalla quantità di nozioni acquisite, quanto dalla disponibilità di una gamma più ampia di stili cognitivi, di modi di apprendimento e di comportamenti espressivi. Nicholas Negroponte, dislessico dichiarato, è uno dei maggiori esperti mondiali di comunicazione digitale, docente di Tecnologia dei mezzi di comunicazione e direttore del Media Lab al M.I.T. (Massachusetts Institute of Technology).

  11. EMISFERO SINISTRO PENSIERO VERTICALE Programmazione lineare Applicazione di schemi rigidi Si fonda su esperienze passate Procede in modo sistematico e sequenziale Le fasi susseguono ordinatamente Si identifica con la logica Ammette un’unica risposta pertinente EMISFERO DESTRO PENSIERO LATERALE Permette più vie d’uscita Va al di là dei contenuti della situazione di partenza Esplora varie direzioni E’ caratterizzato da incertezza Ricerca nuove prospettiva Rompe gli schemi di ragionamento rigidi E’ caratterizzato da flessibilità, fluidità, originalità, elaborazione, valutazione

  12. PENSIERO CONVERGENTE Forma di pensiero che a partire da una serie di stimoli giunge ad individuare, attraverso una serie di passaggi, che rispettano regole precise e codificate, l’unica soluzione possibile. PROCEDE SECONDO UNA RIGIDA SEQUENZA LOGICA. PENSIERO DIVERGENTE Forma di pensiero che procede senza vincoli precisi, con il ricorso alle libere associazioni, giungendo, a partire da un punto di partenza ben definito, a generare molteplici, possibili, diverse ipotesi e soluzioni prima inesistenti. PROCEDE A SALTI DA UN RAGIONAMENTO ALL’ALTRO DUE FORME DI PENSIERO

  13. DISLESSICI FAMOSI • LEONARDO DA VINCI • THOMAS EDISON • ALBERT EINSTEIN • WALT DISNEY • WINSTON CHURCHILL

  14. DISLESSIA • DIS: POVERO O INADEGUATO • LEXIS: PAROLA O LINGUAGGIO IL DISTURBO DISLESSICO COLPISCE LA RAPIDITA’ E LA CORRETTEZZA DELLA DECODIFICA

  15. DATI SULLA DISLESSIA • In Italia si calcola che la dislessia riguardi almeno 1.500.000 persone • Colpisce il 4% della popolazione scolastica • Nei paesi anglofoni la percentuale è molto più alta • Ciò significa che in una classe di 25 alunni è possibile trovare un dislessico • Colpisce maschi e femmine in un rapporto 4:1 • Circa il 60% dei dislessici ha difficoltà di processamento numerico

  16. MOVIMENTI OCULARI • SACCADI • FISSAZIONI • REGRESSIONI

  17. DUE VIE DI ACCESSO ALLA LETTURA • Via diretta, lessicale, semantica, visiva • Via veloce e ad alto profilo • Capacità di controllo della sintassi della propria lingua madre • Capacità di controllo della semantica • Conoscenza del mondo

  18. VIA DIRETTA • Pare che un mostruoso pittore _____ sia divertito a tracciare… • Elefanti, giraffe, e leoni vivono nella _________ • H2O è la_______ chi_______ dell’_______

  19. DUE VIE DI ACCESSO ALLA LETTURA • Via fonologica, uditiva, indiretta,superficiale • Via lenta e a basso profilo • Riconoscimento della lettera • Conversione grafema-fonema • Capacità di fusione

  20. VIA INDIRETTA • ANICA - FRGANDIEAM • PISCO - BARPFIOENTE • CARBO - MENCRAITEOU • DENNI - AEURTRETTO • IRPA - GERTRINISCDA • VUOCA - DREUSDRINCHI • FUTTO - INCSCIOLVFSTE • ILASA - GLERISTCATO

  21. I PROCESSI DELLA LETTURA Processi dall’alto (operano sulla base di aspettative e ipotesi interpretative) Processi dal basso (analizzano visivamente la sequenza grafica) CAMB-------

  22. ERRORI SEMANTICI Scrivere - leggere Pericolo - attento Misura - bilancia Svelto - correre Pino - albero Decimo - nove Prezioso - valore Via - strada Identico - uguale Biro - matita

  23. ERRORI VISIVI Emilia – Amalia banale – banane soffitto – soffritto figlio – foglio brocca – bocca mandarino – natalino matita - mattina

  24. ERRORI MORFOLOGICI credevo – credenza orfano – orfanotrofio scrive –scrivere fiorisce – fiorisco prendere – prende entrano - entrando

  25. SOSTITUZIONE DI PAROLE FUNZIONE questo – quello cioè – perciò chiunque – qualcuno perciò – perché poiché – oppure quassù - pure

  26. DISLESSIA • LUNGHEZZA • COMPLESSITA’ • FREQUENZA • VALORE DI IMMAGINE

  27. DISLESSIA FARFALLA CASA BOZZA

  28. DISLESSIA EVOLUTIVA • Perché questo bambino non sa leggere? • Perché scrive così male? • Perché non sa le tabelline? Il bambino dislessico ha difficoltà scolastiche, che di solito compaiono già nei primi anni di scuola e persistono negli anni seguenti. La dislessia è la difficoltà di automatizzare le abilità di lettura, scrittura e calcolo

  29. AUTOMATICI Sono inconsci Sono preattentivi Agiscono dal basso verso l’alto Sono guidati dallo stimolo Hanno capacità di funzionamento illimitata Agiscono in modo parallelo Sono predisposti per le attività durature Comportano basso consumo di risorse Sono appresi o innati Sono rigidi, adatti per compiti ripetitivi, richiedono un allerta generica CONTROLLATI Sono consci Sono attentivi Agiscono dall’alto verso il basso Sono guidati dal concetto Hanno capacità di funzionamento limitata Agiscono in modo seriale Sono disponibili per tempi limitati Comportano alto dispendio di risorse Sono tipici delle attività riflessive Sono flessibili, impiegati in compiti creativi richiedono un’allerta focale PROCESSI AUTOMATICI E PROCESSI CONTROLLATI

  30. Cosa si intende per dislessia evolutiva? • E’ un disturbo dell’apprendimento della lettura in bambini che • non presentano deficit neurologici • hanno un normale quoziente intellettivo • non hanno deficit sensoriali • non hanno turbe psicologiche • non hanno uno svantaggio sociculturale • hanno avuto normali opportunità scolastiche

  31. SINDROME DISLESSICA • Difficoltà nella lettoscrittura • Discalculia • Disortografia • Disgrafia • Difficoltà nella MBT • Difficoltà nell’attenzione

  32. LA DISLESSIA E’ UNA MALATTIA? La dislessia non è una malattia né un handicap. Può essere definita una condizione neurobiologica e perciò non è corretto parlare di cura o di guarigione. E’ fondamentale, però, che il problema venga individuato il più presto possibile in modo che, fin dall’infanzia , possano essere attivati aiuti specifici e si possa ricorrere a tecniche di riabilitazione e compensazione per facilitare l’apprendimento.

  33. DISGRAFIA • Disturbo correlato al linguaggio scritto che riguarda la configurazione del tratto grafico; compromette le abilità esecutive della scrittura • Ogni scrittura indecifrabile o di difficile lettura è disgrafica

  34. DISGRAFIA • Effetto di un piccolo disturbo motorio correlato ai processi di attivazione periferici (stabile e non transitorio) • Effetto di complessificazione e perdita di controllo esecutivo determinato dalle incertezze relative all’ortografia

  35. DISGRAFIA • Si possiedono abilità calligrafiche (prescolare) • La scrittura diviene suff. chiara e leggibile (1 elementare) • Lieve deterioramento (2-3 elementare) • Il movimento è fluido (4 elementare)

  36. DISGRAFIA • Coordinazione visuo-motoria • Coordinazione iscrizione-progressione • Non compromissione dell’attivazione muscolare periferica

  37. DISGRAFIA • Prestazione scadente • Tracciato difforme rispetto ale convenzioni • Tracciato incerto e inadeguato per forma e dimensioni

  38. DISGRAFIA Velocità, pressione Macrografia e micrografia Discontinuità del gesto Ritoccatura del segno grafico Direzionalità della scrittura Inesatta legatura dei segni Distanza tra le parole

  39. DISGRAFIA Variabili soggettive Variabili situazionali Variabili dei materiali

  40. DISORTOGRAFIA • Gli errori ortografici compiuti sono significativamente superiori per numero e caratteristiche rispetto alle aspettative

  41. DISORTOGRAFIA • Decidere cosa scrivere • Costruire una rappresentazione semantica del contenuto • Decidere come scrivere le frasi • Abilità sintattiche (riassunto) • Abilità ortografiche (dettato)

  42. DISORTOGRAFIA • Identificazione dei fonemi (segmentare la parola e tenere in memoria la sequenza fonologica) • Individuare per ogni suono il grafema ed effettuare la conversione • La conoscenza lessicale limita di sovraccaricare la memoria fonologica

  43. ERRORI ORTOGRAFICI FONOLOGICI Pezzo - pesso Guaio - quaio Conforto - convorto ERRORI ORTOGRAFICI NON FONOLOGICI Acua Cualche Ciesa Accenti e verbo avere DISORTOGRAFIA

  44. DISORTOGRAFIA • Errori semantico-lessicali o di segmentazione L’ente - lente Ascia - l’ascia Lago - l’ago

  45. DISORTOGRAFIA • Errori singoli (farvalla) • Errori multipli (varvalla - frala) • Errori misti (varvala)

  46. DISORTOGRAFIA • Errori di sostituzione (per somiglianza fonologica) • Errori di omissione(digrammi, posizione preconsonantica, gruppi vocalici) • Errori di aggiunta

  47. DISORTOGRAFIA Gealato folia piagere catono fuco

  48. CAMPANELLI D’ALLARME • SCUOLA DELL’INFANZIA - a 4-5 anni difficoltà di linguaggio - pronuncia dei suoni non buona o frasi incomplete - scarsa abilità nei giochi linguistici, rime, storielle inventate, nell’invenzione dei nomi dei personaggi… - nella copia da modello difficoltà e disordine nel foglio - non adeguata padronanza fonologica - lentezza nelle varie attività - manualità fine inadeguata - difficoltà sintattica - disturbo della MBT - goffaggine nel vestirsi, allacciarsile scarpe, riordinare…

  49. CAMPANELLI D’ALLARME • ELEMENTARI - difficoltà nel riconoscere alcune lettere dell’alfabeto e confusione tra lettere che hanno un suono simile - inversione di lettere e numeri - omissione o sostituzione di lettere - difficoltà nel contare le sillabe di una parola - difficoltà ad esprimere verbalmente ciò che pensa - difficoltà nel distinguere concetti spaziotemporali - difficoltà nel ricordare le informazioni in sequenza - difficoltà ad imparare le tabelline - difficoltà nel calcolo orale e scritto - ridotta capacità di attenzione e concentrazione - presenza di piccoli problemi motori

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