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L’arte greca

L’arte greca. Quadro di sintesi. Il quadro storico. L’origine della civiltà greca si fa risalire ai fenomeni migratori dell’XI secolo a.C., quando la popolazione dei Dori “calò” sulle civiltà già insediatesi nel territorio greco

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L’arte greca

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Presentation Transcript


  1. L’arte greca Quadro di sintesi

  2. Il quadro storico • L’origine della civiltà greca si fa risalire ai fenomeni migratori dell’XI secolo a.C., quando la popolazione dei Dori “calò” sulle civiltà già insediatesi nel territorio greco • La popolazione dei Dori, dapprima prevaricante sulle altre, si mescolò poi alle etnie preesistenti, formando la civiltà “ellenica” • Dopo la crisi del XII-IX secolo a.C., chiamata “medioevo ellenico” avvenne una rapida fioritura

  3. Il quadro storico • Presso la nuova civiltà così delineatasi, l’arte assunse significati e finalità prima sconosciuti configurandosi come • LIBERA ESPRESSIONE DELL’INTELLETTO UMANO, RICERCA RAZIONALE-SCIENTIFICA DEGLI IDEALI DIBELLEZZA, EQUILIBRIO E PERFEZIONE.

  4. Le fasi dell’arte greca • Periodo di formazione (XII-VIII sec. a.C.): calata dei Dori e fondazione delle prime poleis • Periodo arcaico (VII-VI sec. a.C.): primi templi ed emergere della figura umana nella scultura • Periodo classico (480-323 a.C.): momento di massima fioritura, età dell’oro, anche per le condizioni storico-economiche favorevoli • Periodo ellenistico (323-31 a.C.): momento importante soprattutto per la grande diffusione dell’arte greca in tutto il mondo grazie alla dominazione romana.

  5. Periodo di formazione (XII-VIII sec. a.C.): calata dei Dori e fondazione delle prime poleis • Parti della polis, innovativa soprattutto perché espressione della ricerca di un bene comune a tutti i cittadini, non di quello di un re assoluto

  6. Periodo arcaico (VII-VI sec. a.C.): primi templi ed emergere della figura umana nella scultura • In questa fase di fioritura i commerci portano ad un incremento demografico e ad un maggior benessere generale • La paura della sovrappopolazione spinge alla fondazione di COLONIE, molte delle quali nella cosiddetta Magna Grecia, l’Italia meridionale ed insulare • In tutte le poleisvi è in questo periodo un grande impulso all’arte • Si costruiscono templi in cui la proporzione delle misure e l’armonia delle forme diventano più importanti della monumentalità e del pregio dei materiali.

  7. Il tempio e le sue tipologie

  8. Il tempio e le sue tipologie • Gli dei greci sono divinità ad immagine e somiglianza degli uomini • Il tempio, di conseguenza, non è una monumentale ed inspiegabile struttura che cerca di arrivare al cielo (come le piramidi) • Ma un edificio razionale, comprensibile, A MISURA D’UOMO • La disposizione degli spazi interni può variare, ma vi sono due elementi fissi: • Il NÀOS: spazio buio dove solo il sacerdote può accedere e dove risiede la statua della divinità • Il PRÒNAOS: porticato antecedente, spazio di simbolico filtro tra la parte umana e quella divina

  9. Il tempio e le sue tipologie • La tipologia dei templi greci venne codificata da Vitruvio in base al tipo di pianta. • V. IMMAGINE P. 66 sul libro • S.O.S. etimologie: • In greco perì- vuol dire “intorno” (periptero quindi = che ha un colonnato tutto intorno); di- vuol dire “doppio” (tempio diptero, con due file di colonne); pseudo- vuol dire “falso” (pseudodipterovuol dire con una sola fila di colonne, ma che per spazi e proporzioni “ci fa credere” di averne due)

  10. Le tipologie principali di tempio secondo vitruvio

  11. Gli ordini architettonici • Un ordine architettonico consiste in una SERIE DI REGOLE GEOMETRICHE E MATEMATICHE MEDIANTE LE QUALI LE DIMENSIONI DI OGNI ELEMENTO DELL’EDIFICIO SONO IN RAPPORTO TRA LORO E CON L’INSIEME. • Il MODULO è l’elemento base di tale calcolo matematico e consiste nel diametro della colonna • Ossia: moltiplicando o dividendo il modulo per un numero di volte precisato dall’ordine (il rapporto varia tra dorico, ionico e corinzio), otteniamo la misura precisa del fusto della colonna, dei vari elementi della trabeazione ecc.

  12. L’ordine dorico

  13. L’ordine dorico: le correzioni ottiche • Èntasi: leggero rigonfiamento del fusto della colonna ad un terzo della sua altezza; serve a contrastare un effetto percettivo che tenderebbe a far sembrare la colonna innaturalmente sottile • Stilòbate convesso per dare l’impressione percettiva (da una certa distanza) di essere perfettamente orizzontale, anziché innaturalmente concavo per la presenza della serie di colonne • Colonne non perfettamente verticali ma leggermente inclinate verso l’interno (altrimenti la colonna sembrerebbe pendere verso di noi.

  14. Mappa di sintesi

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