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Storia del pensiero organizzativo

Storia del pensiero organizzativo. Giuseppe Bonazzi. Doppio significato del termine. Il pensiero dell’organizzazione. Epistemologia. Considerazioni previe. Storia gnoseologia Gestalt Caducità Dimensione storica Paradigmi Strumenti di conoscenza delle organizzazioni. Tre questioni.

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Storia del pensiero organizzativo

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Presentation Transcript


  1. Storia del pensiero organizzativo Giuseppe Bonazzi

  2. Doppio significato del termine

  3. Il pensiero dell’organizzazione

  4. Epistemologia

  5. Considerazioni previe • Storia • gnoseologia • Gestalt • Caducità • Dimensione storica • Paradigmi • Strumenti di conoscenza delle organizzazioni

  6. Tre questioni • Industriale: tecnologia e consenso • Taylorismo, fordismo, giapponesi, esternalizzazione • Burocratica: norme e strategie dei soggetti • Tra resistenze ed innovazioni, • Organizzativa: decisioni e risorse • Imprese organizzazioni quasi razionali • Ecologia ed istituzioni

  7. Taylorismo • Organizzazione scientifica del lavoro • Eccesso di schematizzazione

  8. oggi • Fama negativa • Superato • Addolcito • Umanizzato • Neotaylorismo • Era un ingegnere • Management sistematico contro l’empiria dominante

  9. Il contesto • Tre obiettivi • Accentrare le linee di autorità • Aumentare la produzione e il rendimento di uomini e impianti, non solo con l’organizzazione ma anche con la trasparenza • La scienza come base legittimante delle nuove proposte Rivoluzione nel lavoro e nel comando con 4 fattori: progressi tecnico scientifici dimensione degli impianti tipo di manodopera espansione del mercato

  10. Progressi tecnico scientifici • Tre dimensioni fondamentali nella produzione • Standardizzazione, grazie al perfezionamento dei metodi di misurazione • Pezzi intercambiabili • Specializzazione delle macchine utensili

  11. Dimensioni impianti

  12. Manodopera non qualificata e alta mobilità

  13. Il mercato • Economia di scala • Potenzialità espansiva senza limiti • Variabile strategica: riduzione dei costi • Nessuna ricerca di qualità • Nessuna ricerca di innovazione

  14. La tradizione in fabbrica • Foremen • Nessuno studio, soltanto empiria, approssimazione, arbitrarietà • Drive system • Contractors tali pratiche sono state idealizzate dai critici del taylorismo, che invece lotta contro arbitri e rapporti di forza Necessità della burocratizzazione – Weber e la costruzione dello stato moderno

  15. Potere legittimato per criteri legali e non come espressione di semplice arbitrio

  16. La lettura di Taylor

  17. Rivoluzione mentale • Non più attenzione a dividere a ad aumentare l’entità del surplus: l’era dell’abbondanza • Produttività, maggior rendimento è maggior benessere per tutti • Critica al soldiering • Errata convinzione che l’aumento della produzione faccia perdere occupazione • Sistemi imperfetti di organizzazione • Inefficienza dei metodi empirici

  18. La scienza del lavoro • Metodologie di produzione • Gli operai non devono pensare a come produrre, devono seguire le indicazioni scientifiche date loro dal task, dalla direzione • Il lavoro operaio è una scatola nera • Aprire la scatola ed analizzare il lavoro

  19. Il lavoro dovere morale

  20. Principi dell’osl • Studio scientifico dei metodi • Selezione ed addestramento specifico della manodopera • Instaurazione rapporti di stima reciproci • Distribuzione uniforme del lavoro e delle responsabilità tra amministrazione e manodopera • The one best way

  21. Task management • Ottenere un lavoro standardizzato con rendimento doppio o triplo • Sentire il bisogno piacevole di ripodsarsi senza essere spossato • Uomini bue • Applicabilità generale • Progettazione ed esecuzione • Charlot e il chirurgo

  22. Semiskilled

  23. L’uomo giusto al posto giusto • Selezioni ed addestramento scientifico dei lavoratori • I lavoratori di prima categoria ma per quel tipo specifico di lavoro • Non c’è nessun uomo che non possa essere di prima categoria per qualche lavoro • Allocazione razionale dei ruoli lavorativi

  24. Collaborazione cordiale e dirigenza • Paternalismo • Dimensione umana • Contatti diretti con i lavoratori • Restituire ai lavoratori il contatto umano Ristrutturare l’apparato direttivo, sempre sottodimensionato nelle fabbriche dell’epoca di Taylor I quadri intermedi

  25. La fabbrica taylorizzata • Poderosa burocrazia interna, efficiente e conforme alle direttive dall’alto • Tre livelli di lavoro • Esecuzione materiale • Livello intermedio per analisi delle procedure e proposte di miglioramento • Dirigenza per la strategia aziendale • Ai livelli superiori filtrano solo le questioni che non possono essere decise ai livelli inferiori

  26. One best way • Intrinseca autorità delle soluzioni scientifiche, imperativo universale cui bisogna sottostare, sia i dipendenti che i datori di lavoro • Scienza come principio di superamento degli interessi di parte • Perfezionamento della calcolabilità del capitale

  27. Oltre il taylorismo • Sfruttamento • Critica marxista, Braverman, 1974, classe operaia • Critica umanistica, Friedman 1946, i valori del lavoro, la democrazia industriale • Critica neomarxista, Bonazzi 1972 • Utopia tecnocratica • Non realizzabile, Crozier 1963 • Limiti della burocrazia, strategie e rivendicazioni trasversali • Formula contingente • Elemento storicamente contingente • Crisi de The one best way

  28. Le critiche al taylorismo • Gli studi di psicologia sociale • Parcellizzazione eccessiva • Imposizione di ritmi e pause • Inattendibilità dei tempi • Standard uguali per tutti senza tener conto delle differenze tra lavoratori • Approssimazione degli studi per il rapporto tra macchine e lavoratori • Trascuranza degli effetti frustranti

  29. Psicologia sociale • Limiti della standardizzazione • Monotonia e fatica • Soluzioni: rotazione, retribuzione a cottimo, lavoro dotato di senso, gruppi di operai, riposo nei turni

  30. Relazioni umane

  31. Il fattore umano • Le operaie della Western electric e la luce • Elton Mayo e la sua equipe di Harvard • Fattori informali e formali nel rendimento operaio • Supervisione amichevole, miglioramento delle relazioni umane nel gruppo di produzione • Pause di riposo • Effetto modesto dell’incentivo economico • La squadra • Aspetto manipolatorio messo in evidenza dallo scheramento filo operaio

  32. Scorrettezze di metodo e orientamento preconcetto wishful thinking • Sottovalutazione della sostituzione del personale • Effetti degli interventi disciplinari in un gruppo in cui due su sei erano state licenziate

  33. Nuova ricerca • Motivi di lamentela • 40 mila dipendenti della WE • Risultati poco lusinghieri, armadietti… • Condizioni di lavoro capaci di influenzare la salute psichica dei dipendenti • Enfasi eccessiva • Grande influenza nella cultura americana

  34. Terza ricerca • Solidarietà ed antagonismo informale • Rallentamento intenzionale della produzione • Dinamiche informali di un gruppo di lavoro Gruppi e sottogruppi

  35. Necessità della motivazione al lavoro Critica ai teorici delle relazioni umane

  36. Principi delle relazioni umane • Il fattore umano, in contestazione con il taylorismo • Anomia della società industriale e l’azienda come elemento regolatore • Primato degli aspetti informali dell’organizzazione produttiva • Chi non accetta il sistema è un disadattato che non è integrato dai gruppi primari affettivi e lavorativi

  37. L’anomia sociale e la grande madre • Il concetto di Durkheim sulla società industriale • Nostalgia per la società preindustriale

  38. Relazioni umane, lubrificante • Prolungato successo nelle pratiche aziendali • Crescente meccanizzazione • Robotizzazione • Cottimi collettivi • Rendere gradevole l’ambiente di lavoro • Importanza rapporti informali • Affinamento della sensibilità psicologica dei quadri intermedi

  39. Gli elementi critici • Limite storico • Caramellosità? lubrificanti

  40. Chester Barnard: l’azienda come sistema cooperativo • Dall’individualismo liberale alla società cooperativa • Le teorie economiche di John Nash, critica fondamentale al darwinismo sociale e alle teorie liberiste • Distinzione tra proprietà e management • Barnard: la funzione del dirigente, 1938 • Dallo sforzo individuale a quello cooperativo: le organizzazioni formali

  41. Aspetti informali e formali • I rapporti informali favoriscono la nascita delle organizzazioni formali • Le o.f. costituiscono cooperazioni nel senso specifico del termine e generano a loro volta rapporti informali • I socii, nel senso latino del termine • Il fine dell’organizzazione • Rapporto tra fini dell’istituzione e fini individuali: personalità organizzativa e personalità individuale che possono essere concordanti o discordanti • La conciliazione, come momento strategico dell’organizzazione aziendale

  42. Fine dell’organizzazione e moventi personali • Non perseguire soltanto i fini dell’organizzazione ma anche quelli delle persone che cooperano per quei fini • Ciascun membro dell’organizzazione ha un delicato equilibrio tra fini generali e individuali • Efficacia ed efficienza • L’efficacia è data dal grado di coordinamento delle risorse per garantire le prestazioni • Efficienza è la soddisfazione dei moventi individuali • Difficile equilibrio

  43. Dimensione morale dell’agire cooperativo • Prestigio e significanza • Grandi campagne di comunicazione che possano far sentire i membri protagonisti del loro lavoro • Dipendenti, manager, azionisti, clienti, fornitori… la coop sei tu… inno della panasonic • Modello teorico unificante che non tiene conto delle differenti organizzazioni (religiose, sindacali, produttive…) • Sistema consensuale di significati • Il valore del lavoro come realizzazione di sé nel gruppo cooperativo che ne assume l’intera esistenza • Armonia e paternalismo

  44. L’autorità riconosciuta • La coercizione è l’incentivo più debole • Il consenso è il migliore • Fondazione legittimante dei sistemi cooperativi • Comandi conformi a codici di efficacia e correttezza procedurale: il cerimoniale • Ordine comprensivo • Non in contrasto con i fini generali • Compatibilità con gli interessi di chi lo riceve • Possibilità di eseguirlo • Traguardo praticabile e zone di indifferenza

  45. Misticismo aziendale • Fusione fra fini organizzativi e fini personali • Barnard si rende conto dell’impossibilità dell’assoluta coincidenza • La disponibilità ad eseguire gli ordini aumenta il livello di efficienza

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