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Fois Maria Antonietta

Fois Maria Antonietta. PROGETTAZIONE INTEGRATA IN SARDEGNA analisi e valutazione del processo avviato. Rapporto Giugno 2006 Economia Applicata anno 2007 di Fois Maria Antonietta. LA FILIERA DELLA CONOSCENZA

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Presentation Transcript


  1. Fois Maria Antonietta

  2. PROGETTAZIONE INTEGRATA IN SARDEGNAanalisi e valutazione del processo avviato Rapporto Giugno 2006 Economia Applicata anno 2007 di Fois Maria Antonietta

  3. LA FILIERA DELLA CONOSCENZA • La nuova politica di sviluppo avviata dalla Regione Sardegna punta decisamente sul sapere e sulla conoscenza. La più importante sfida è superare la mancata valorizzazione del capitale umano, fattore di debolezza strutturale che colloca la nostra Isola agli ultimi posti tra i Paesi europei.

  4. LA PROGETTAZIONE INTEGRATA AL PRIMO GIRO DI BOA • La Progettazione Integrata in Sardegna giunge al suo primo giro di boa e dà inizio ad un ciclo di incontri nelle otto Province – i Forum Territoriali – che rappresentano da un lato l’occasione per condividere con le parti istituzionali, sociali ed economiche, gli esiti della prima fase dei lavori

  5. A gennaio 2006,su richiesta della regione Sardegna viene avviata una nuova ricerca valutativa sulla progettazione integrata 2004/2006 Questa ricerca viene affidata alla società Studiare Sviluppo del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo ,attualmente inserito nel Ministero per lo Sviluppo Economico che a giugno 2006 presenta un primo rapporto

  6. La Progettazione Integrata non scaturisce da esigenze nate dal “basso”,bensì nasce per volontà della Amministrazione regionale • giànel 2001 la Giunta regionale aveva avviato una ricerca valutativa sulla progettazione integrata • Dalla profonda insoddisfazione(della nuova Giunta) per il modo in cui era stato attuato il primo ciclo di P.I.,nasce il “nuovo percorso” • Questo nuovo percorso è caratterizzato da metodi e procedure differenti da quelle che avevano caratterizzato la precedente • Si tende ad una maggiore responsabilizzazione delle amministrazioni provinciali e locali,nonché delle rappresentanze di interessi

  7. i progetti integrati • I Progetti Integrati rappresentano il momento decisivo del nuovo percorso della progettazione integrata che ha preso il via lo scorso anno e che si è articolato in diverse fasi. • Numerosi incontri promossi dai laboratori di progetta-zione hanno portato alla definizione e approvazione del Quadro Unitario della Progettazione Integrata, nell’ambito del quale si individuano Progetti Integrati di Sviluppo Regionale, Progetti Integrati di Sviluppo Territoriale e le Azioni di Sistema. • I progetti integrati sono uno strumento operativo di attuazione della strategia regionale che, partendo dalle specificità del territorio, sono capaci di valorizzare le risorse locali e creare sviluppo in termini economici, sociali, ambientali e culturali.

  8. Le fasi della progettazione integrata • Fase 1 :presentazione delle domande di partecipazione ai partenariati di progetto • Fase 2 :costituzione dei Partenariati di progetto • Fase 3 :presentazione dei progetti integrati da parte dei Partenariati di progetto • Per mettere in pratica questi orientamenti la regione ha fatto tre scelte importanti:

  9. a) la creazione di inediti “Laboratori di progettazione”cioèdei luoghi tecnici decentrati,dedicati a promuoverel’identificazione e la formazione dei progetti integrati in stretta interazione con il territorio b) sollecitare il contributo strategico del partenariato economico-sociale ed ampliare la partecipazione c) la terza scelta forte della regione è la creazione,a livello regionale, di Gruppi tecnici settoriali,a supporto della validità tecnico-economica dei progetti integrati

  10. IL” NUOVO” PERCORSO DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA IN SARDEGNA Ha inizio durante la riprogrammazione intermedia del POR Sardegna 2000-2006 e si articola in 4 fasi:

  11. Fase A • Individuazione del quadro logico di riferimento per la successiva definizione dei Progetti Integrati (obiettivi,strategie,azioni prioritarie) ►inizia a gennaio 2005 con la predisposizione,da parte della Regione col supporto di FORMEZ (task force del Progetto SPRINT) degli orientamenti ed indirizzi del nuovo percorso ►si conclude ad aprile 2006 con la costituzione dei Gruppi Tecnici Regionali che hanno il compito di rendere più omogenee tra loro tutte le proposte contenute nei vari rapporti,individuando quelli che possono avere una valenza strategica per l’intera regione

  12. Fase B • Attuata nel marzo 2006 • Delibere di Giunta Regionale per il finanziamento delle operazioni inserite nei Progetti Integrati a valere su fonti finanziarie diverse dal POR • Viene attuata a marzo 2006 quando la giunta Regionale delibera le risorse finanziarie disponibili per la progettazione integrata : oltre 693 milioni di euro

  13. FaseC • Presentazione,valutazione e approvazione dei progetti Integrati • inizia a maggio 2006 ed è tuttora in corso,con la pubblicazione,da parte della regione,del Quadro unitario per la Programmazione Integrata mediante l’emanazione dell’Avviso pubblico per la presentazione di Progetti Integrati di sviluppo • L’Avviso indica gli ambiti settoriali e tematici cui si devono riferire le proposte dei Progetti Integrati di Sviluppo presentate dai Partenariati di Progetto

  14. Fase D • pubblicazione dei bandi di gara per la selezione delle operazioni da ammettere al finanziamento,inserite nei Progetti Integrati di Sviluppo approvati

  15. Obiettivi e mezzi implicati • Per realizzare il percorso brevemente riassunto,la Regione ha individuato alcuni obiettivi che sono rimasti inalterati lungo tutto il processo: • Obiettivi:Conseguire il massimo valore aggiunto dagli investimenti sinora realizzati • Finalizzare strategicamente le risorse del POR e degli altri strumenti non ancora programmate • Creare le condizioni per usare,con efficacia,le risorse finanziarie che saranno disponibili nel 2007-2013 • Sostenere e rafforzare i processi di cooperazione tra gli attori di sviluppo locale

  16. mezzi • Per poter raggiungere questi obiettivi occorre avere a disposizione 4 differenti mezzi : ► Conoscenzasituata e globale :Si devono conoscere bene i Territori in cui si deve operare; • Occorre avere cognizione del tipo di investimenti e dell’importo degli stessi; • Occorre conoscere le condizioni di estrazione del valore aggiunto (la differenza tra il valore dei beni e servizi prodotti e il valore dei beni e servizi acquistati per essere impiegati nel processo produttivo è il valore aggiunto ) ► Consenso :È necessario,una volta definite le strategie, raggiungere un accordo collettivo ; Esso sarà dunque in funzione ad un determinato metodo di selezione di quelle iniziative più rilevanti; ;che premia

  17. mezzi ►Capacità Tecniche e Organizzative da parte delle Amministrazioni coinvolte: • Di progettare • Di “accompagnare” il progetto ai fini della sua attuazione • Di entrare nel merito degli interventi,valutandone e sostenendone la qualità ► Incentivi :Uno dei dieci principi dell’Economia afferma che “gli individui rispondono agli incentivi”,perciò una buona informazione sugli investimenti,siano essi pubblici che privati (già realizzati o in via di realizzazione), una conoscenza sulle preferenze del pubblico (disegni perseguiti,evoluzioni auspicate e promosse) o,anche, la creazione di dispositivi e mezzi giuridici,saranno degli ottimi incentivi

  18. Strutturazione del processo Al fine di strutturare il processo organizzativo che dovrà presiedere alla nuova progettazione integrata,la Regione Sardegna prevede di costituire: • 1 Tavolo di Partenariato Regionale • 8 Tavoli di Partenariato Provinciali (1 per Provincia) • 1 Unità Tecnica Regionale di Coordinamento • Laboratori di Progettazione Regionali(settoriali e intersetto-riali) e Provinciali

  19. I TAVOLI di PARTENARIATO • 1 Regionale • 8 Provinciali • I Tavoli di partenariato rappresentano il luogo d'incontro tra le istituzioni ed il partenariato economico e sociali e hanno lo scopo di maturare scelte più rispondenti agli interessi ed ai bisogni dei territori amministrati ►hanno il compito di “mobilitare” la conoscenza “situata”,cioè quel tipo di conoscenza che riguarda i problemi localizzati (ad un determinato territorio) e la capacità di riconoscerli,percepirli ed affrontarli in modo adeguato,nonché di fornire il consenso che è necessario per poter scegliere ed attivare delle azioni strategicamente rilevanti

  20. Tavolo di partenariato regionale • L’idea iniziale era quella di creare primai Tavoli di partenariato che avrebberocostituito i Laboratori di Progettazione Provinciali, sorvegliandone le attività e valutandone gli esiti. • In realtà i Laboratori sono nati per primi,indipendentemente dai Tavoli • Ne è conseguito che i Tavoli anziché promuovere l’azione dei Laboratori, ne hanno, invece, valutato il prodotto ex post.

  21. Tavolo di Partenariato regionale Composizione: • La composizione di questo gruppo di lavoro prevede la partecipazione di diversi rappresentanti: ِ► il Partenariato istituzionale, composto dai rappresentanti dell'Amministrazione regionale, delle Province, degli Enti Locali, delle Comunità Montane; ► il Partenariato socio-economico, costituito dai rappre- sentanti imprenditoriali, sindacali e professionali; ► i centri di ricerca e formazione; ► le Associazioni no-profit e le Banche. Le decisioni vengono assunte applicando il metodo del consenso Compiti: a) contribuisce alla definizione del processo di attuazione della nuova progettazione integrata; b) promuove e coordina, in una piena prospettiva di sussidiarietà e decen-tramento, l’azione delle proprie componenti nei Tavoli di Partenariato Provinciali; c) prende atto degli obiettivi, delle strategie e delle azioni prioritarie (settoriali e territoriali) definiti nei Rapporti d’Area approvati dai Tavoli di Partenariato Provinciali

  22. Tavolo di partenariato regionale Compiti: d) contribuisce all’individuazione delle priorità territoriali e settoriali da adottare per la definizione del quadro d’insieme dei Progetti Integrati valutandone la coerenza con la programmazione regionale; e) fornisce indirizzi per la formulazione dei Progetti Integrati di Sviluppo Regionale concertandone i contenuti con i Tavoli di Partenariato Provinciali e procedendo alla loro approvazione finale; f) partecipa alla valutazione in itinere e finale dei risultati derivanti dalla attuazione dei Progetti Integrati in termini di impatto sull’economia della regione e dei suoi territori. Le decisioni vengono assunte applicando il metodo del consenso.

  23. Tavoli di partenariato provinciali • Sono previsti Tavoli partenariali anche a livello locale. • La prima convocazione dei Tavoli ufficiali viene fatta tra dicembre 2005 e marzo 2006 per discutere,integrare ed approvare i Rapporti d’Area. • In ogni Tavolo di Partenariato Istituzionale,sono rappresentati,in modo uniforme,Provincia,Comuni,Comunità Montane.(la diversità numerica,che va dai 62 componenti di Cagliari ,ai 31 di Sassari ,è da attribuire al fatto che alcuni Comuni si sono fatti rappresentare) • Anche il Partenariato Socio-Economico , composto da Sindacati e Associazioni di categoria,è stato uniformemente rappresentato nelle sue categorie principali,mentre l’assenza degli Enti Parco,degli Istituti di Credito e del Terzo Settore,degli Atenei e dei Centri R&S,hanno ridotto l’ampiezza dei Tavoli ,riducendo notevolmente la rappresentatività. • Provinciali, hanno natura assembleare e operano come luogo di cooperazione, confronto e riflessione strategica sulle politiche di sviluppo del territorio • Le decisioni vengono assunte applicando il metodo del consenso. .

  24. Componenti Tavoli di Partenariato Provinciali

  25. L’UNITA’ TECNICA DI COORDINAMENTO • Provvede a collegare il lavoro dei vari soggetti coinvolti nel processo,in particolare quello degli 8 Laboratori di Progettazione provinciali,dei Laboratori regionali,nonché delle strutture amministrative che vengono interessate dal processo (amministrazioni regionali, provinciali e locali) • Col suo operato permette una complessiva coerenza e tenuta organizzativa del processo, orchestrando la connessione tra la produzione di conoscenza dei Laboratori e la produzione di consenso e di decisione dei Tavoli.

  26. I Laboratori di Progettazione REGIONali • Rispetto al disegno iniziale,vi sono stati due cambiamenti importanti : ► avrebbero dovuto promuovere la definizione dei Progetti Integrati di scala regionale in parallelo a quelli di scala subregionale promossi dai Laboratori provinciali,mentre in realtà questo parallelismo non c’è stato; ► Di conseguenza,ai Laboratori provinciali, è mancato nel corso dei lavori il contributo tecnico-specialistico di quelli Regionali che,sarebbero dovuti essere preposti a “dispensare” la loro conoscenza globale • Nel nuovo percorso,la Regione Sardegna, ha previsto che i Laboratori di Progettazione regionali debbano rappresentare una credibile risposta alla esigenza di fornire conoscenze e competenze globali capaci di bilanciare quella conoscenza “situata” che proviene dal “basso” del territorio

  27. I Laboratori di Progettazione REGIONali Rappresentano la risposta a 2 esigenze: • Istruire la decisione del Tavolo Regionale sui Progetti Integrati che hanno rilevanza strategica sul territorio regionale • Fornire la Conoscenza globale che sarà affiancata a quella “situata”, in modo tale da permettere la formazione di Pro- getti validi sia dal lato economico che da quello tecnico • Con la nuova denominazione di Gruppi tecnici regionali, i Laboratori regionali,entrano in scena a fine 2005 – inizio 2006 per esaminare i rapporti d’Area già approvati dai Tavoli provinciali

  28. I Laboratori di Progettazione Provinciali • Sono entrati in scena a fine 2005-inizio 2006 • Sono collocati,fisicamente, presso le province • Avrebbero dovuto promuovere la definizione dei progetti integrati di scala regionale in parallelo alla promozione di quelli di scala subregionale elaborati dai Laboratori provinciali • In realtà, questo “parallelismo” non si è verificato in quanto la promozione dei progetti Integrati regionali è avvenuta avvalendosi dei Rapporti d’Area,cioè del lavoro svolto a livello provinciale • Si tratta di nuove entità mai viste prima in nessuna regione • Sono il luogo in cui i tecnici locali (che conoscono molto più a fondo i problemi e le esigenze di “quel “ territorio)lavorano a fianco dei tecnici regionali,raccolgono dati,conducono interviste e,infine propongono linee di intervento

  29. I laboratori di progettazione provinciali Composizione Ogni Laboratorio è composto da : • 1 Coordinatore tecnico nominato dalla Regione • 1 Coordinatore istituzionale di fiducia della Provincia • 1 Coordinatore regionale,scelto tra i funzionari regionali(per agevolare le relazioni con gli uffici della Regione) • Un gruppo di tecnici :Professionisti e consulenti selezionati dalla Regione, agenti di sviluppo,di nomina regionale,Dipendenti pubblici ,Consulenti di fiducia di Amministrazioni locali, • Una segreteria tecnica (situata presso gli uffici della Provincia) • Ad ogni Laboratorio collaborano tecnici dell’ERSAT

  30. I laboratori di progettazione provinciali Risorse • Ogni Laboratorio ha a disposizione una serie di risorse che si differenziano da un punto di vista quantitativo determinato da : ►numero di tecnici coinvolti ►numero di ore messe a disposizione ai Laboratori ►impegno previsto e impegno effettivo dei tecnici ► tipo di competenze messe in campo (solo in due Laboratori su otto sono presenti tecnici capaci di fare un’analisi economica,indispensa- bile per lo svolgimento dei lavori) ►dal tipo di organizzazione ►dal tipo di gestione (alcuni Laboratori non hanno una segreteria) • Per quanto riguarda le competenze relative al Settore Agricolo e Agroindustriale,l’accordo Regione – ERSAT ha garantito la presenza in ogni Laboratorio della presenza di uno o più tecnici.

  31. Output dei Laboratori provinciali • A livello teorico essi avevano il compito di: ►prendere contatto con gli attori coinvolti nel Progetto integrato, ►acquisire impegni formali, per la realizzazione delle opere,dagli enti pubblici ►valutare il progetto mediante modelli di valutazione di coerenza e autovalutazione • In realtà,più che “disegnare”,”costruire” e “montare”, i Laboratori hanno riordinato e sistematizzato il quadro generale • Il risultato finale (output) che ne è scaturito,riversato nei rapporti d’Area,rappresenta non tanto dei Progetti,quanto una serie di sollecitazioni scaturite dall’avere fatto ordine ,proponendo “modelli” in cui racchiudere una moltitudine di idee 28

  32. Unità di coordinamento • Un’altra modificazione ,nel nuovo percorso, riguarda “l’Unità Tecnica Regionale di coordinamento della programmazione e della progettazione integrata regionale e territoriale” • All’inizio del processo ad essa vengono attribuiti i compiti di : coordinare il nuovo percorso,contribuire al PRS,al DSPR e al POR2007-2013,coordinare l’attua-zione dei 13 PIT del 2001 • Durante il corso dei lavori viene ,invece, attuata una diversa struttura di coordinamento snella,concentrata soprattutto sul “nuovo percorso” in modo da assicurare il contatto e l’interazione fra Regione e Laboratori provinciali

  33. Il partenariato e la partecipazione • Per quanto riguarda il partenariato,l’obiettivo è quello di renderlo più attivo,più propositivo e più partecipe del processo di formazione dei progetti integrati ; • Il progetto rappresenta un ulteriore approfondimento e specializzazione degli obiettivi, strategie e azioni contenute negli "Elementi per la Predisposizione dei Progetti Integrati di Sviluppo". • I partenariati sono aggregazioni di soggetti proponenti che hanno il compito di predisporre e presentare il progetto integrato di sviluppo regionale. • Vengono convocati all’inizio del processo al fine di una condivisione univoca delle impostazioni strategiche e delle modalità di attuazione. • Partecipano in modo costruttivo,collaborando con la Regione e aprendo un confronto su tutte le questioni proposte.

  34. Descrizionedel processo organizzativo • Il Processo organizzativo consiste nella “l’individuazione del quadro logico di riferimento per la definizione dei Progetti Integrati”,esso si distingue in 3 fasi logiche: ►progettazione del processo e allestimento delle risorse umane ed organizzative; ►indagini territoriali svolte dai Laboratori di Proget- tazione( in ogni provincia); ►individuazione di obiettivi,strategie ed azioni priori- tarie (per la definizione dei Progetti);

  35. Interpretazione del processo • Il processo che produce il quadro logico di riferimento per la definizione dei Progetti,cioè gli obiettivi,le strategie e le azioni prioritarie,prende l’avvio dalla Progettazione e allestimento delle risorse,fase in cui vengono coinvolti una serie di attori si costituiscono organismi e strutture,vengono reclutate le risorse umane e mobilitate le varie competenze professionali e,infine viene acquisito il necessario consenso per l’attuazione • I compiti da svolgere sono molto complessi,pertanto la struttura organizzativa deve essere in grado di supportare ogni tipo di eterogeneità e di variabilità

  36. Interpretazione del processo • Le attribuzioni operate coinvolgono: ►in fase di Pogettazione: la Regione e il FORMEZ, Inizialmente la Regione vuole costituire specifici gruppi di lavoro cui dovrebbero partecipare rappresentanti delle varie amministrazioni,Com Montane,Comuni ecc..,ma di fatto questo disegno non trova attuazione e si provvederà all’adempimento degli stessi compiti con l’apporto di tecnici specializzati ►In fase di indagine,invece,saranno i Laboratori provinciali ad essere coinvolti ed opereranno godendo di una consistente discrezionalità nello svolgimento dei compiti che sono stati loro assegnati data la loro maggiore conoscenza del territorio • è proprio attraverso l’Indagine Territoriale che viene accumulata la “conoscenza”,elemento necessario per poter identificare gli ambiti di intervento prioritari

  37. Razionalità organizzativa del nuovo processo • Dal punto di vista organizzativo la scelta fatta dalla Regione è altamente razionale: • ogni Laboratorio è stato creato per recepire la “variabilità”,le peculiarità dei comportamenti locali,in modo da dare risposte adeguate; • in ognuno di essi vi sono 3 Coordinatori: • uno tecnico ,sempre in contatto con la Cabina di regia regionale, • uno istituzionale di fiducia dell’Amministrazione provinciale • uno regionale preposto a dare supporto e facilitare le relazioni con l’Amministrazione regionale • Sono stati creati dei nuovi presidi tecnici con il compito di innovare con nuovi metodi di lavoro di campo,di analisi,di ascolto dei protagonisti locali,di discussione con le parti sociali e con le istituzioni • Tuttavia il processo,benché strutturato in maniera adeguata,non è riuscito ad essere perfettamente congruente ,data la sua novità e la sua complessità Sono nate incongruenze,difficoltà,tensioni e criticità

  38. Razionalità organizzativa del nuovo processo In particolare i Laboratori,cui è stata attribuita gran parte dei compiti,si sono trovati a dover fronteggiare difficoltà derivate da: ►risorse umane insufficienti ►competenze tecniche e progettuali inadatte a svolgere i compiti assegnati in modo adeguato ►contraddizioni tra complessità di compiti e limitatezza del tempo asse- gnato al loro svolgimento ► presenza di contrasti e conflitti nell’ambiente politico-costituzionale di riferimento –soprattutto nei rapporti Regione-Amministrazioni provinciali ►istruzioni per lo svolgimento dei compiti assegnati inadeguate Una caratteristica importante di questo nuovo processo è che l’esperienza si è realizzata mediante continui adattamenti nel corso dello svolgimento del processo

  39. Razionalità organizzativa del nuovo processo • Sarà comunque sempre la regione a guidare sui tempi e sulle scadenze da rispettare • I Laboratori avranno ampia libertà di decisione sulle modalità dello svolgimento del loro lavoro: ►Scelte organizzative e operative ►funzionamenti prioritari da assicurare • Di conseguenza ogni Laboratorio tende a percepire la propria identità in modo parzialmente diverso

  40. Adattamenti in itinererapporto Tavoli – Laboratori provinciali • Nel corso del processo vi sono stati importanti aggiustamenti • La modificazione,forse più importante riguarda la relazione tavoli di Partenariato e Laboratori di Progettazione a livello provinciale. • Nell’ipotesi iniziale i Tavoli di partenariato sarebbero dovuti nascere per primi e avrebbero dovuto costituirei Laboratori di Progettazione Provin-ciali,sorvegliarne le attività e valutarne gli esiti • In realtà,invece, i Laboratori sono nati,indipendentemente dalla creazione dei Tavoli ,così che il ruolo di questi ultimi è stato quello di esaminare,integrare e validare i Rapporti d’Area presentati dai Laboratori,valutando,così, ex post il loro prodotto

  41. criticità • per mezzo di interviste fatte a vari protagonisti e testimoni diretti del processo,sono emerse una serie di critiche che vengono differenziate in : ► criticità diffuse ► criticità circoscritte

  42. Criticità diffuse Contratti part-time L’assenza di continuità ha influito negativamente sulla produttività Il problema è sorto a causa del tempo,inizialmente molto limitato,che non ha consentito di fare programmazioni continue a lungo termine Reclutare part-time molti tecnici è stato un limite del processo Rapporto Regione-Province Soprattutto all’inizio,le Province non hanno accolto molto bene l’azione dei laboratori di progettazione che sono stati visti come una “sottrazione di potere” anziché come una dotazione aggiuntiva di risorse Tempi Con particolare riferimento alla fase di Indagine Territoriale,i Coordinatori tecnici dei Laboratori denunciano un inadeguato timing delle attività. Da un lato tempi troppo ristretti per poter rag- giungere risultati molto complessi; Da un altro lato,invece il ricorso a frequenti proroghe Competenze tecniche e capacità di progetto I Laboratori hanno sofferto a causa delle inadeguate competenze tecniche dei Coordinatori istituzionali Carenza di competenze che ha influito ritartando lo svolgimento di attività importanti

  43. Criticità circoscritte Coordinamento Il processo viene governato e guidato con continui aggiustamenti,focalizzando via via gli aspetti da disciplinare e attorno a quali attirare l’attenzione delle risorse. In Ogliastra si parla di “navigazione a vista” nell’insieme sembra che la carenza di regole sia la causa principale cui attribuire una scarsa abilità di coordinamento Metodi La Regione ha indirizzato l’avvio del lavoro sul Campo,da parte dei Laboratori,con un complesso questionario per le interviste,troppo complesso ,poco adatto ad assicurare una buona conoscenza dei vari fenomeni,inoltre ,a causa di una carenza nella codificazione del questionario, molto probabil- mente non sono stati scelti in modo adeguato gli attori da intervistare Divisione del lavoro Laboratori-Regione Sassari ha lamentato che”per reagire ad urgenze dei bandi,si è cercato di usare i Laboratori per obiettivi che non sono i loro..” Si è accusata la Regione di voler riversare sui Laboratori decisioni rilevanti alle quali essi non sono in grado di dare una risposta adeguata per mancanza di capacità o di risorse umane e di Coordinamento Partenariato Relativa inerzia da parte degli organismi privati che vengono chiamati a partecipare ,nelle sedi Provinciali. Scarsa capacità delle strutture regionali nell’assicurare una efficiente connessione con le sedi provinciali

  44. PARTECIPAZIONE • Dai risultati delle interviste è stato possibile dedurre alcune cause della scarsa partecipazione: ►alcune assenze sono da attribuire alla scarsa opera di coinvolgimento preventiva alla convocazione dei Tavoli ►altre sono attribuibili alle difficoltà,di alcuni soggetti,di capire che cosa sia il Progetto e quanto sia fondamentale la partecipazione alle assemblee. ►Anche in quei territori dove alcune strutture erano già esistenti,la proposta dei nuovi Laboratori,che proponevano un nuovo modo di lavorare,ha,in un primo momento ,creato difficoltà e addirittura scontri • È importante sottolineare come la costituzione delle compagini partenariali abbiano avuto tempi e modalità di attuazione diffe-renti,nonostante la loro costituzione sia avvenuta coerente-mente alle indicazioni impartite dalla Regione.

  45. PARTECIPAZIONE • In particolare,in alcuni casi,l’individuazione dei componenti del Tavolo è stata vissuta in maniera problematica,soprattutto laddove la Provincia non riteneva opportuno coinvolgere de-terminati soggetti • Un caso interessante è fornito dalla provincia di Nuoro: • Prima di arrivare alla convocazione ufficiale del Tavolo,si sono succeduti una serie di incontri organizzati in modo molto ampio a livello provinciale • Il Laboratorio ha organizzato una serie di incontri a livello di sotto aree provinciali nei quali,di volta in volta,veniva presen-tata e discussa la situazione della area di riferimento.

  46. Un caso interessante è fornito dalla provincia di Nuoro • In questo modo era possibile apportare eventuali modifiche o integrazioni che venivano suggerite dai presenti • Così facendo si è permesso di intervenire a quei soggetti che non sempre avevano avuto la possibilità di esprimere il loro parere sulle scelte fatte per un determinato territorio • Proprio per favorire la partecipazione a livello locale,il processo è stato caratterizzato da una intensa attività di informazione sul processo stesso e sui suoi contenu-ti,provvedendo anche a distribuire opuscoli.

  47. La partecipazione a livello provinciale: i forum • Tra luglio e settembre 2005, a conclusione della fase di analisi,nel processo di Progettazione Integrata si è avuta l’introduzione di una importante novità : • In ogni provincia sono stati organizzati i Forum Territoriali L’obiettivo dei Forum: Creare un momento di condivisione con le part istituzionali,sociali ed economiche locali; Dare,ai Laboratori,una ulteriore opportunità di conoscere e raccogliere idee e progetti utili per lo sviluppo del territorio

  48. La partecipazione a livello provinciale: i forum L’introduzione del Forum, a lavori iniziati, serve per soddisfare tre principali esigenze: • a) dare una prima risposta al territorio spiegando in che cosa consiste il lavoro del Laboratorio e che cosa lo stesso stia producendo; • b) porre fine alle lamentele di alcuni amministratori locali che,non essendo stati intervistati nel primo periodo dei lavori, ritenevano di essere stati discriminati; • c) porre fine alle lamentele di coloro che ritenevano non del tutto rappresentativo l’insieme dei testimoni privilegiati dai Laboratori

  49. La partecipazione a livello provinciale: i forum • L’incontro si articola in tre momenti fondamentali: 1 -sessione plenaria iniziale nel corso della quale viene presentata la diagnosi del territorio nonché la strategia messa a punto dal Laboratorio; 2- sessione tematica organizzata con gruppi di lavoro; 3- sessione plenaria conclusiva che ha consentito di condividere,con tutti i presenti,gli esiti del lavoro dei gruppi;

  50. forum : Temi principali • Sono 4 i temi principali che hanno interessato i Forum:► Turismo ► Servizi alla persona e imprese ► Sviluppo rurale ► Ambiente e Sistema produttivo • il Forum di Nuoro ha introdotto alcune tematiche di tipo trasversale come:► Governance ► Partenariato ► Capitale umano e sociale • Anche Olbia ha inserito un tema di tipo trasversale : ► Sostenibilità

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