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Il “ sopralluogo psicologico ” nei casi di presunto abuso sessuale. Angelo ZAPPALÀ. www.centroscienzeforensi.org. Peculiarità dell ’ investigazione nei casi di presunto abuso sessuale.
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Il “sopralluogo psicologico” nei casi di presunto abuso sessuale Angelo ZAPPALÀ www.centroscienzeforensi.org
Peculiarità dell’investigazione nei casi di presunto abuso sessuale. • A differenza di altri crimini (es. omicidio, rapina, furto, incendio doloso) nei casi di abuso sessuale su minore quando inizia l’investigazione non sempre si sa se e cosa sia successo. • Spesso manca la prova certa che il crimine sia successo.
Le prove certe nell’abuso sessuale su minore. • Una confessione di chi ha commesso l’abuso (escludendo le false confessioni). • Un documento video che mostri l’abuso. • La presenza di un trauma fisico nelle aree genitali (escludendo altri tipi di traumi). • La presenza di una malattia sessualmente trasmissibile nella vittima.
Nella maggioranza dei casi però… Le dichiarazioni della presunta vittima costituiscono l’elemento centrale della notizia di reato e della successiva investigazione.
L’equivoco diffuso. • Accertare se un abuso sessuale sia avvenuto o meno non è fare una diagnosi psicologica, psichiatrica o neuropsichiatrica. • Gli abusi sessuali non lasciano una impronta nella personalità che possa essere apprezzata attraverso una diagnosi clinica. • Non esiste nei manuali di psichiatria (DSM IV-TR o ICD 10) una “sindrome da abuso sessuale”.
Gli indicatori dell’abuso sessuale. • Non esistono «indicatori specifici» grazie ai quali si possa concludere che la presunta vittima abbia patito un abuso sessuale. • Le conoscenze sessuali inadeguate per l’età potrebbero esserlo se si conoscessero però quali sono oggi le conoscenze adeguate (nel senso di conoscenze comuni) per una data età!
I fraintendimenti dell’indagine psicodiagnostica. • Non esistono esami psicodiagnostici che indichino o suggeriscano un abuso sessuale (l’abuso sessuale è un evento/i che può/possono essere successi non è una diagnosi). • I test proiettivi (Rorschach, CAT ed altri) non hanno la capacità di discriminare fra bambini abusati e non abusati.
Il comportamento sessualizzato. Un comportamento sessuale non appropriato all’età del bambino è fortemente associato con esperienze di abuso sessuale ma è pure correlato con altri fattori (più probabili) nella vita dei bambini vulnerabili; es:abuso fisico, violenza a casa, stress eccessivo, e esposizione non appropriata alle attività sessuale di altri membri della famiglia. Il comportamento deve essere osservato da qualcuno e spesso l’obiettività dei genitori è opinabile.
Il comportamento sessualizzato. E’ necessario però considerare che: 1. distinguere comportamenti normali da quelli non appropriati (dipende dall’età); 2. dipende dalla cultura della famiglia, dalla personalità del bambino etc.; 3. meno della metà dei bambini sessualmente abusati mostrano comportamenti sessualizzati, e al contrario, bambini con altri problemi (abuso fisico, trascuratezza) possono mostrarli.
Giochi sessuali. • Sono comuni soprattutto intorno ai sei anni, e spesso tenuti segreti da adulti. • 85% degli adulti hanno riferito giochi sessuali nell’infanzia (Lamb & Coakley, ‘93). • Fra questi casi, gli adulti hanno scoperto le attività nel 44%. • Attenzione quindi perché giochi consueti possono dare luogo ad un’investigazione.
Lo strumento più utile per l’investigazione. L’intervista alla presunta vittima.
Non solo le parole… • sviluppare le indagini in modo da non fondare il procedimento esclusivamente sulla prova dichiarativa del minore, raccogliendo il maggior numero di elementi di conferma, attraverso attività investigativa che preveda altre attività
L’intervista al minore presunto abusato. • Prima viene condotta l’intervista, meglio è. • La registrazione è assolutamente necessaria! (Videoregistrazione da preferire).
L’intervista al minore presunto abusato. • L’investigazione nei casi di abuso deve essere fatta nel modo più adatto possibile ai bisogni del bambino ma non è un’intervento terapeutico e soprattutto non è un’intervista clinica dove sono accettate le interpretazione da parte di chi intervista!
I problemi e le soluzioni con l’intervista. • Conoscere il funzionamento della memoria, dello sviluppo del linguaggio e dell’attenzione dei bambini. • Conoscere ed evitare/limitare la suggestibilità. • Lavorare per ipotesi.
La memoria del bambino. • Fino agli anni ’80 si pensava che i bambini avessero capacità mnemoniche molto limitate (es: Piaget). • Fivush & Almond, 1990: bambini di 2 e ½ anni possono ricordarsi di eventi personalmente vissuti. • Adesso sappiamo che a due anni si sviluppano i primi ricordi che i bambini sanno verbalizzare spesso molto limitati • Tendenzialmente i bambini piccoli richiedono supporto per verbalizzarli.
Lo sviluppo della memoria. • La memoria è correlata allo sviluppo della linguaggio: più il linguaggio è sviluppato più il bambino è capace a ricordarsi e raccontare le sue esperienze. • Fra 4 e 6 anni queste capacità si sviluppano rapidamente. • Bambini di 4 anni possono già ricordarsi di eventi centrali e dettagli importanti senza troppi aiuti da parte di un adulto.
Lo sviluppo della memoria. • I bambini si ricordano meno dettagli degli adulti. • Bambini di 3-6 anni dimenticano più velocemente degli adulti. • Se interrogati in modo corretto i bambini non commettono più errori degli adulti – quel che si ricordano non è meno corretto.
L’amnesia infantile. • Di solito non ci ricordiamo di eventi passati prima dei 3 e ½ anni (variando fra 2-8 anni). • Eccezioni sono eventi unici, come la nascita di fratelli, sorelle. • I bambini non sanno raccontare memorie precedenti allo sviluppo verbale (anche se ci sono memorie già prima).
La concentrazione dei bambini. • Influisce tanto sulla capacità del bambino nell’intervista. • Le capacità di concentrarsi su qualcosa di specifico anzichè capire e seguire istruzioni si sviluppano intorno ai 6-7 anni • Bambini più piccoli sanno concentrarsi se sono interessati.
I tempi della concentrazione. I bambini si concentrano per tempi (variabili, ma) più brevi degli adulti (Herbert & Wookey, 2004): 2 anni: 7 minuti 3 anni: 9 minuti 4 anni: 13 minuti 5 anni: 15 minuti 6-7 anni: 60 minuti
La stanza dell’intervista. • Nessuna distrazione. Confortevole, bella ma non piena di giochi.
La suggestionabilità. L’intervistatore altera volontariamente o involontariamente le risposte dell’intervistato. Escludere la non volontà di qualcuno di suggestionare non significa escludere automaticamente la suggestione.
La suggestionabilità. Nelle sentenze della Cassazione non si parla mai dell’impiego di strumenti per saggiare la suggestibilità del minore ma neanche nelle diverse consensus conference. IL BTSS (Endress et al., 1996) per bambini in età prescolare e il GSS (Gudjonsson, 1987). Producono valutazioni quantitative, e non soggettiva, della tendenza alla suggestibilità.
L’atteggiamento del bambino. • I bambini cercano di rispondere alla parte della domanda che hanno capito. • Cercano spesso di indovinare quel che intende l’intervistatore. • Un bambino di 3 anni già capisce che le domande richiedono delle risposte.
Il miglior protocollo di intervista (quello che è stato oggetto di molti studi empirici). • Sviluppato della National Institute of Child Health and Human Development (Maryland, Washington, USA) • Autore: Michael E. Lamb e i suoi colleghi • Creato per trasmettere conoscenza teorica in pratica • Il protocollo più studiato • Semi-strutturato e quindi flessibile
L’intervista strutturata • L’introduzione: presentazione, spiega il perchè e il luogo dell’intervista • Le regole dell’intervista: dimmi se non mi capisci, se non ti ricordi, se dico qualcosa di sbagliato… esempi concreti “Se ti chiedo: Come si chiama il mio cane, cosa diresti?”
L’intervista strutturata • Verità e bugie: esempi pratici e sottolineare che il bambino deve dire la verità di cose veramente accadute • L’intervista di pratica: chiede al bambino di raccontare un evento recente significante utilizzando domande aperte • Importante che il bambino si abitui al modo inconsueto della intervista forense
Parlare del sospetto • “Adesso che ti conosco meglio, vorrei parlare di perché sei venuto qui a parlare con me oggi. Lo sai?” • “Ho capito che qualcosa ti è potuto accadere. Raccontami tutto di questo.” • Se il bambino non parla del sospetto, riferisce a discussioni anteriore. “Ho capito che tu hai parlato con (la mamma, un medico ecc) in (posto). Raccontami di questo.”
Parlare del sospetto • Se necessario, da una breve descrizione del sospetto senza nominare l’autore presunto e senza fornire troppi dettagli • Una volta il bambino comincia a parlare del sospetto: • Utilizza domande aperte: “Raccontami tutto su di questo”, “poi cosa è successo?”, “raccontami più di X”
Focalizzare su punti importanti nel racconto • Dopo che tutta l’informazione possibile è stata ottenuta tramite questione aperte, si può riferire a qualcosa detto prima dal bambino: “Mi hai parlato di un negozio. Dov’era?” “Hai detto che era un vicino. Quel vicino?” “Come si chiama?” A ricordarsi che bambini spesso rispondono a questo tipo di domande anche senza sapere le risposte o esserne sicuri!
Distinzione degli incidenti “È successo una o più volte?” • Se più volte, chiede al bambino di raccontare della volta dalla quale si ricorda meglio • Ripete il seguito di domande: prima domande aperte, poi domande aperte focalizzando su diversi aspetti • Domande selettive ben definite possono essere usate
Chiusura • Chiedere al bambino se ha altre cose importanti da a raccontare o domande • Ringrazia il bambino • Ritorna a argomenti neutrali
I vantaggi del protocollo • Usando il protocollo, una più grande parte dell'informazione viene prodotto tramite domande che non mettono in pericolo la credibilità del racconto • Significa che l'informazione ottenuta ha più valore nel processo • Aiuta l'intervistatore a formulare le sue domande in un modo adatto • Utilizzabile da 4 anni (a volte meno – dipende dallo sviluppo verbale dal bambino)
NICHD: Le prove scientifiche Studi in paesi e lingue diversi (più recente in francese) hanno mostrato che utilizzando questo protocollo semi-strutturato: • Le intervistatori utilizzano più domande aperte e meno domande “pericolose” • Una più grande parte dell’informazione viene elicitata in un modo che non la contamina • Anche bambini di tenere età (4 anni) sanno rispondere a domande aperte (contrario ad argomenti popolari che essi debbano essere “aiutati” a raccontare)
Formarsi e farsi supervisionare costantemente. • Non è sufficiente fare uno o due corsi per condurre le interviste correttamente. • Senza supervisione e senza feedback sul proprio operato non si sa se cosa si sta facendo (se non sai dove vai ogni strada ti ci porta).
Bambini riluttanti a raccontare. • Bambini che non vogliono raccontare le loro esperienze lo mostrano presto nell’intervista. • Richiedono sopporto, ma: • Domande suggestive NON aiutano questi bambini a raccontare. • Intervistare un bambino attualmente riluttante in un modo suggestivo mette in pericolo le future possibilità per il bambino di raccontare ed essere creduto!
Le bambole anatomiche aiutano i bambini a raccontare? • Rischiano di creare distorsioni nei racconti. • Il bambino non capisce che le bambole simbolizzano vere persone in situazioni realmente successe. • L’uso delle bambole non permette di distinguere i giochi dei bambini abusati daquelli dei non abusati.
L’uso delle bambole anatomiche nell’intervista. • Non c'è evidenza che mostra che aiuta i bambini a raccontare. • Tanti studi hanno mostrato che gli intervistatori tendono ad usare più domande suggestive quando vengono usate le bambole. • Santtila, Korkman, Sandnabba, 2004: gli intervistatori parlavano più e usavano più domande suggestive quando le bambole venivano usate.
La presenza dei genitoriè fortemente sconsigliata: • Più facile creare un vero contatto col bambino senza i genitori presenti. • Strano per il bambino che la mamma è presente ma non risponde alle domande. • Imbarazzo nel raccontare di argomenti a contenuto sessuale. • Rischio che il genitore parli per il bambino. • A volte i genitori hanno propri interessi. • Bambini non vogliono far soffrire i genitori.
La presenza dei genitori... • Non c’è evidenza che aiuterebbe il bambino a parlare, anzi: Santtila, Korkman & Sandnabba, 2004: • I bambini parlano meno. • Gli intervistatori fanno più domande suggestive.
Scoprire le menzogne. • Non esistono tecniche per differenziare racconti genuini da racconti non genuini (inventati, involontariamente alterati dalla suggestione, inquinati da false memorie).