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IL CORPO NELLA FILOSOFIA E NELLA BIBBIA

IL CORPO NELLA FILOSOFIA E NELLA BIBBIA. Prof. MICHELE ILLICETO. PARTE PRIMA. L’UOMO E ILSUO CORPO. L'anima e il corpo, nella loro stretta unità, sono in rapporto a Dio

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IL CORPO NELLA FILOSOFIA E NELLA BIBBIA

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Presentation Transcript


  1. IL CORPO NELLA FILOSOFIA E NELLA BIBBIA Prof. MICHELE ILLICETO PARTE PRIMA

  2. L’UOMO E ILSUO CORPO L'anima e il corpo, nella loro stretta unità, sono in rapporto a Dio “La carne è il cardine della salvezza. Infatti se l'anima diventa tutta di Dio è la carne che glielo rende possibile! La carne vien battezzata, perché l'anima venga mondata; la carne viene unta, perché l'anima sia consacrata; la carne viene segnata della croce, perché l'anima ne sia difesa; la carne viene coperta dall'imposizione delle mani, perché l'anima sia illuminata dallo Spirito; la carne si nutre del corpo e del sangue di Cristo, perché l'anima si sazi di Dio. Non saranno separate perciò nella ricompensa, dato che son state unite nelle opere”. (Tertulliano, La risurrezione della carne, 8 – 9) Michele Illiceto: concezioni del corpo a confronto

  3. UOMO = PERSONAUNITA’ DI ANIMA E CORPO

  4. LA VISIONE DEL RAPPORTO ANIMA-CORPO NELLA FILOSOFIA IL DUALISMO PLATONICO

  5. TEORIA ORFICO-PITAGORICA METEMPSICOSI TRASMIGRAZIONE DELLE ANIME

  6. PLATONEFEDONE • L’uomo non è qualcosa di unitario, ma risulta composto di due entità (anima e corpo) appartenenti a due mondi diversi (DUALISMO) • Tra queste due entità c’è contrasto: l’anima non solo governa il corpo, ma lo combatte nelle sue tendenze e nei suoi impulsi • Rifiuta la teoria di Pitagora che vede l’anima come “armonia del corpo” • Il corpo come fonte dei mali e delle sofferenze Michele Illiceto: la concezione del corpo in Platone

  7. CORPO SOMA PRIGIONE TOMBA SEMA L’ANIMA E’ CADUTA NEL CORPO E IN ESSA VI RIMANE COME PRIGIONIERA

  8. PLATONEFEDRO MITO DELLA BIGA ALATA AURIGA AN. RAZIONALE CAVALLO BIANCO AN. IRASCIBILE CAVALLO NERO AN. CONCUPISCENTE L’uomo è una unione provvisoria di anima e di corpo, dovuta ad una caduta dell’anima dal cielo. La nascita è una caduta come effetto di una colpa commessa per aver seguito le passioni Viene richiamata l’immagine dell’ostrica

  9. S. TOMMASO D’AQUINO UOMO FORMA ANIMA CORPO MATERIA UNITA’ DI MATERIA E FORMA SINOLO Quella di S. TOMMASO SI CHIAMA CONCEZIONE ILEMORFICA

  10. IL CORPO IN ETA’ MODERNA CORPO COME RES EXSTENSA …..DISSOCIATO DALL’IO E ASSOCIATO PIU’ AL MONDO INTESO COME RES…. DUALISMO CARTESIANO CORPO COME FONTE DI INGANNI…..I SENSI POSSONO INGANNARE IL PENSIERO L’IO CONOSCE SE STESSO SENZA LA MEDIAZIONE DEL CORPO….NON CONOSCO LA NATURA DEL CORPO MA SO SOLO DI AVERE UNCORPO CORPO COME COSA, SOSTANZA,COME RES (REIFICAZIONE), COME OGGETTO E NON COME PARTE DEL SOGGETTO IL CORPO COME MACCHINA…REGOLATA DA AUTOMATISMI INTERNI………. IL CORPO COME REALTA’ SPAZIALE

  11. ANIMA E CORPO NELLA BIBBIA VISIONE UNITARIA DELL’UOMO

  12. “Che la corporeità sia essenziale all’identità della persona è un concetto fondamentale, seppure non esplicitamente tematizzato, nella testimonianza della Rivelazione cristiana. L’antropologia biblica esclude il dualismo mente-corpo. L’uomo viene considerato nella sua interezza. Tra i termini ebraici fondamentali utilizzati nell’Antico Testamento per designare l’uomo, nèfèš significa la vita di una persona concreta che è viva (Gn 9,4; Lv 24,17-18; Prv 8,35). Ma l’uomo non ha un nèfèš; è un nèfèš (Gn 2,7; Lv 17,10). Basar si riferisce alla carne degli animali e degli uomini, e talvolta al corpo nel suo insieme (Lv 4,11; 26,29). Anche in questo caso l’uomo non ha un basar, ma è un basar. Il termine neotestamentario sarx (carne) può denotare la corporeità materiale dell’uomo (2 Cor 12,7), ma anche la persona nel suo insieme (Rm 8,6). Un altro termine greco, soma (corpo), si riferisce all’intero essere umano, ponendo l’accento sulla sua manifestazione esteriore. Anche qui l’uomo non ha il suo corpo, ma è il suo corpo. L’antropologia biblica presuppone chiaramente l’unità dell’uomo e comprende come la corporeità sia essenziale all’identità personale” (COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE, La persona umana creata a immagine di Dio, 2004, n. 28)

  13. ANTICO TESTAMENTO PSYKE’ (600) NEFES (A.T. 755 v.) ANIMA NOUS UOMO E ANIMALE SARX CARO BASAR (A.T. 273 v. ) SOMA RUAH (A.T. 389 v.) PNEUMA SPIRITUS DIO LEB KARDIA COR UOMO

  14. NEFESH 12 ACCEZIONI DIFFERENTI • Palato, gola, trachea (Salmo 42,3), collo • Appetito, fame, desiderio, brama (2 Sam 3,21; Ez 24,25) • Anima, cuore, mente • Respiro, soffio (connessa all’idea di vita), di esistenza e di vita eterna (Prov 11,30) • Persona e individuo (Gen 46,18; Es. 1,5) • Carattere indigente e bisognoso dell’uomo • L’uomo non ha anima, ma è anima

  15. BASAR • Carattere caduco e impotente dell’uomo • non indica solo la debolezza della “carne” ma la debolezza di tutto l’uomo quando si isola da Dio e rompe la sua alleanza e commette il peccato • L’idea di peccato viene associata a quella carne, non perchè la carne sia cattiva • La carne viene fatta diventare il simbolo della pretesa umana all’autosufficienza e all’indipendenza

  16. RUAH • E’ un concetto non tanto antropologico ma antropo-teologico. • Indica più una proprietà che appartiene a Dio che all’uomo. Indica l’onnipotenza di Dio (il vento che spira sulle acque in Genesi) • Nell’uomo indica il respiro non tanto fisiologico per il quale c’è il termine NESHAMA, ma come espressione della vita che si possiede per dono di Dio il VIVENTE (Dt 5, 23). Cfr Ez 37, 6.8; Sal 146, 4; Gb 34, 14) • Ruah da dato teologico diventa antropologico quando Dio presta all’uomo la sua ruah (Is 42, 1; Nm 11, 17)

  17. Leb • E’ un concetto squisitamente antropologico. Infatti mentre basar è usato per un terzo di volte per gli animali, leb invece è usato esclusivamente per l’uomo e ruah quasi esclusivamente per Dio • Leb indica la razionalità dell’uomo e copre un ventaglio semantico che va dal sentimento del cuore che si rallegra in Jahvè (1 Sam. 2,1 ) alla ragione intelligente che cerca la conoscenza (Prov. 15, 14). Fino alla volontà che si decide per o contro Dio. • La sede di questa razionalità è il cuore, come per i greci era il diaframma • Il primo significato è di natura fisiologica (Sal 38,11) • Poi c’è un significato simbolico: come un luogo nascosto “il leb del mare” (Giona 30, 18). O l’ignoto (il “leb del cielo” Dt 4,10) • Luogo che in quanto segreto solo Dio coglie (Sal 44, 22) • Non è la sede dell’anima, ma della emotività (Sal 104, 15: “il vino rallegra il leb dell’uomo”) e in Proverbi 14, 30 (“un leb calmo è vita di tutto il corpo, mentre l’agitazione è tarlo per le ossa”)

  18. nefesè l'anima nella sintesi della sua totalità come si manifesta, mentre il cuore è l'anima nel suo valore interiore. • La stessa basar, «carne», che così collide con la psyché greca, in realtà non è che una specificazione della qualità esistenziale della persona nella sua finitudine • Non è l'antitesi tra due principi, ma tra la debolezza dell'uomo e la forza di Dio

  19. ILCORPO NELLA TEOLOGIA DI PAOLO

  20. S. Paolo sembra essere scarsamente interessato al tema della psyché, e più proteso verso il contrasto teologico pneuma-sarx che, come è noto, è di ben altro significato rispetto al puro suono dei termini nella loro accezione greco-classica o ellenistica. • La sarx è, infatti, il principio radicale del peccato che milita contro il principio salvifico della grazia (chàris) e dello Spirito (pneuma) divino: «Camminate secondo lo Spirito (pneuma) e non sarete condotti a compiere i desideri della carne (sarx). • La sarx, infatti, ha desideri contrari al pneuma e il pneuma a sua volta contro la sarx, poiché queste due realtà sono vicendevolmente contrapposte» (Calati 5,16-17; cfr. Romani 8,5-9). In questa luce «carne e spirito da concetti essenzialisti sono diventati realtà soteriologiche... L'uomo come "carne", cioè essere debole e mortale, e come "spirito", cioè essere vivo della vita avuta in dono da Dio e rapportato al suo Creatore, sono dati che appartengono all'antropologia teologica essenzialista e strutturale; mentre la definizione paolina dell'uomo come essere "carnale", cioè venduto al peccato, e come essere "spirituale", cioè animato dal dinamismo divino della vita soprannaturale, appartiene alla dottrina soteriologica». (da G. RAVASI, L'anima nella tradizione biblica)

  21. In questa nuova impostazione - che rivisita semanticamente e teologicamente le tradizionali categorie di «carne» e «spirito» (analoga rivisitazione è fatta da Paolo per la categoria «corpo» in Romani 12,1; 1 Corinzi 6,12-20; ma si veda il sorprendente 2 Corinzi 5,1-10) - si comprende anche la famosa distinzione tra «corpo psichico» (sòma psychikón) e «corpo spirituale» (sòma pneumatikón), espressioni contraddittorie per la cultura greca ma riconducibili a un'analoga distinzione tra l'essere ancorato al limite, alla finitudine e alla colpevolezza, cioè «psichico», e l'essere animato dallo Spirito del Cristo risorto, glorioso e immortale, cioè «pneumatico» (1 Corinzi 15,44-50). • È questo un modo nuovo e originale per riproporre e sviluppare - con la categoria pneuma e con la teologia pasquale - quel seme di trascendenza deposto nell'uomo «immagine» di Dio (Genesi 1,27). (da G. RAVASI, L'anima nella tradizione biblica)

  22. CONCLUSIONE L'uomo biblico: • è terra (hadam); • è soffio vitale-spirito (ruah), perchè dotato di un principio divino (ruah); • è gola-desiderio, vita attiva, ricerca della felicità,(nefesh) anima; • è un'anima vivente (nefesh hajjah), essere vivente; • è carne e sangue ( basar vadam), umanità; • è cuore-interiorità, (leb); • è respiro di vita (nishmat-hadam), coscienza-anima spirituale; • è reni-viscere-sentimenti: "rene" (kelayot), e "viscere" (me'im); RENI e VISCERE sono ritenuti organi delle emozioni violente, degli affetti sensibili, della benevolenza e della misericordia: "Dio ha viscere di misericordia" (Lc 1,78); • è piedi-organi di riproduzione; • etc.

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