1 / 30

Lavorare in gruppo in contesti educativi

Lavorare in gruppo in contesti educativi. a cura di Luciano Pasqualotto. Che cosa fonda un contesto educativo?. ogni contesto educativo fonda il proprio progetto su una serie di convinzioni, più o meno esplicite,

ryo
Télécharger la présentation

Lavorare in gruppo in contesti educativi

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Lavorare in gruppo in contesti educativi a cura di Luciano Pasqualotto

  2. Che cosa fonda un contesto educativo? • ogni contesto educativo fonda il proprio progetto su una serie di convinzioni, • più o meno esplicite, • che evocano una serie di aspettative rispetto ai ruoli, ai metodi, ai risultati

  3. I fondamenti di ogni contesto educativo • una determinata concezione dell’uomo • una certa idea dell’educazione • una certa rappresentazione del cambiamento prodotto dall’educazione • una certa rappresentazione del ruolo dell’operatore

  4. 1. la definizione dell’altro (teoria hominis) porta a dare una certa valutazione della tossicodipendenza: • quali le cause, • quali le responsabilità, • quali i rimedi

  5. 1. la definizione dell’altro (teoria hominis) una sintesi approssimativa delle maggiori teorie: • P=N • P=C • P=NxC (Allport) • Il codice dell’anima (James Hillman)

  6. 1. la definizione dell’uomo: Hillman (1) Il paradigma oggi dominante per interpretare le vite umane individuali, e cioè il reciproco gioco tra genetica e ambiente, omette una cosa essenziale: quella particolarità che dentro di noi chiamiamo “me”. Se accetto l’idea di essere l’effettuo di un impercettibile palleggio tra forze ereditarie e forze sociali, io mi riduco a mero risultato.

  7. 1. la definizione dell’uomo:Hillman (2) Quanto più la mia vita viene spiegata sulla base di qualcosa che è già nei miei cromosomi, di qualcosa che i miei genitori hanno fatto o hanno omesso di fare e alla luce dei miei primi anni di vita ormai lontani, tanto più la mia biografia sarà la storia di una vittima.

  8. 1. dunque l’adozione di una certa teoria hominis porta a dare una particolare valutazione della tossicodipendenza: • quali le cause, • quali le responsabilità, • quali i rimedi

  9. I fondamenti di ogni contesto educativo • una determinata concezione dell’uomo • una certa idea dell’educazione

  10. 2. l’idea di educazione • porta a definire un certo approccio terapeutico, • ad es. più o meno basato sull’autorità e sulla costrizione

  11. 2. l’idea di educazione • nella storia, si sono confrontate fondamentalmente due teorie dell’educazione • Rousseau e Kant

  12. 2. l’idea di educazione: Rousseau • Tutto è perfetto quando esce dalle mani dell'autore delle cose, tutto degenera fra le mani dell'uomo. • La prima educazione dev'essere puramente negativa. Essa consiste non nell'insegnare la virtù e la verità, ma nel garantire il cuore dal vizio e la mente dall'errore. (...) • Uomo prudente, spia a lungo la natura, osserva bene il tuo allievo, prima di dirgli la prima parola; lascia, innanzi tutto, che il germe del suo carattere si manifesti in piena libertà, non comprimerlo in alcuna maniera per vederlo meglio tutto intero. (Emilio, pp.40‑41)

  13. 2. l’idea di educazione: Kant • La Provvidenza ha voluto che l'uomo fosse obbligato a cavar da se stesso il bene (...) • L'uomo ha il dovere di migliorarsi, di coltivarsi e, se cattivo, di proporsi la moralità. (La Pedagogia, p. 9)

  14. 2. l’idea di educazione • Rousseau e le pedagogie non direttive SII QUELLO CHE PUOI E VUOI ESSERE ! • Kant e le pedagogie teleologiche e finalistiche SII QUELLO CHE PUOI E DEVI ESSERE !

  15. I fondamenti di ogni contesto educativo • una determinata concezione dell’uomo • una certa idea dell’educazione • una certa rappresentazione del cambiamento prodotto/indotto dall’educazione

  16. 3. il cambiamento prodotto dall’educazione • l’educazione che cosa “produce” in un soggetto? • un programma terapeutico che cosa modifica in una persona?

  17. 3. il cambiamento prodotto dall’educazione Elementi “visibili” • conoscenze, abilità, competenze • atteggiamenti e valori • comportamenti • quelli esistenti possono essere modificati e migliorati, soppressi … • possono esserne appresi di nuovi

  18. 3. il cambiamento prodotto dall’educazione Elementi “invisibili” • l’assunzione sempre più consapevole del proprio sé come valore unico e irripetibile • in relazione con altri sé altrettanto unici.

  19. I fondamenti di ogni contesto educativo • una determinata concezione dell’uomo • una certa idea dell’educazione • una certa rappresentazione del cambiamento prodotto/indotto dall’educazione • una certa rappresentazione del ruolo dell’operatore/educatore

  20. 4. il ruolo dell’operatore /educatore • se lasciamo da parte le declaratorie • e rappresentiamo ogni persona come una entità dinamica, con una propria direzione di crescita

  21. 4. il ruolo dell’operatore /educatore In uno spazio non fisico ma semantico, l’educatore può: • porsi dietro al singolo (o al gruppo) • porsi di fiancoal singolo (o al gruppo) • porsi davanti al singolo (o al gruppo) • portare in braccioil singolo (o il gruppo)

  22. In definitiva dietro ad un contesto educativo: • c’è un “sistema di riferimenti” teorici e pratici • più o meno esplicitati • che creano una serie di aspettative e di vincoli rispetto • al progetto educativo, terapeutico e riabilitativo • al modo di lavorare

  23. In un contesto educativo • la variazione di uno dei 4 fondamenti (“parametri”) fa mutare in maniera più o meno profonda l’approccio pedagogico al soggetto-altro. • Ciò distingue il metodo di una comunità da quello delle altre • Ciò può essere motivo di differenziazione (e di scontro) nelle équipe di operatori della medesima comunità

  24. IL PROGETTO tra utopia e disincanto a cura di Luciano Pasqualotto

  25. Il progetto, tra utopia e disincanto • Progettare, dal latino pro-iectum (gettare avanti, causare), • indica l’azione con cui si valuta una situazione presente nell’ottica del cambiamento e dell’innovazione. • Ciò che si intende “gettare avanti, causare” è il presente del soggetto, non visto nel suo “essere ora”, ma nel suo poter/dover essere

  26. Il Progetto, tra utopia e disincanto • l’U-TOPIA come non-luogo, come “oltre” • ogni progetto pedagogico è un’anticipazione ideale a favore di un soggetto • nel rispetto di alcune condizioni pedagogiche • età pedagogica • tipo di istituzione che attua il progetto • teorie di riferimento

  27. Il Progetto, tra utopia e disincanto le fatiche dell’UTOPIA: • la responsabilità dell’educatore • la celebre storia del Ragazzo Selvaggio dell’ Aveyron • nei frammenti l’intero (Larocca) • i sentimenti, le paure, le proiezioni dell’educatore • l’importanza del desiderio

  28. Il Progetto, tra utopia e disincanto il dolore e la delusione del DISINCANTO • progressi e ricadute • fughe e ritorni

  29. Il Progetto, tra utopia e disincanto Dietro le cose così come sono c’è anche una promessa, l’esigenza di come dovrebbero essere; c’è la potenzialità di un’altra realtà, che preme per venire alla luce, come la farfalla nella crisalide. Utopia e disincanto, anziché contrapporsi, devono sorreggersi e correggersi a vicenda. Claudio Magris, Utopia e disincanto, Garzanti, Milano, 1999.

More Related